27 When The Darkness Comes.

1.2K 45 0
                                    

Simon pov
Bene,benissimo, benone!
Guerra imminente. Morte. Demoni. Sangue. E di nuovo l'inferno dell'ultima volta.
Sono stati tutti convocati ad idris,tranne noi, Clary tornerà a ore,dobbiamo organizzare la nostra squadra per sconfiggere Sebastian. Perché nonostante lo abbiamo già ucciso lui trova sempre il modo di tornare. Dio quanto lo odio. Almeno questa volta poteva rimanere morto?!
Sempre,torna sempre. Ora però basta,non ho intenzione di farlo tornare ancora.
Siamo tutti nella saletta in cui posso stare anche io.
Ci scambiano sguardi preoccupati mentre ognuno di noi è assorto nei suoi pensieri. Io tengo Isabelle fra le mie braccia mentre siamo seduti a terra,jace sta spettando Clary e Sofia è seduta di fianco ad Alec, mentre si tengono le mani.
Un suono interrompe il nostro silenzio, si sente lo squillo di un telefono,e subito dopo vedo Sofia che si scusa ed esce dalla stanza per rispondere.
Sofia pov
Eravamo tutti assorti neo nostri pensieri nella stanzetta-santuario quando mi squilla il telefono,allora mi scuso con gli altri ed esco per rispondere.
Io: pronto?
X:pronto? Sofia?
Io: sono io,tu chi sei?
X:sono Scott.
Io: e non potevi chiamarmi con il tuo numero?
Scott: non mi avresti risposto.
Io: giusto. Cosa vuoi?
Scott: ho bisogno del tuo aiuto.
Io: cosa ti serve?
Scott: la visione di Lydia si sta avverando. Stiles è stato aggredito da un lupo mannaro.
Io:non sai quanto vorrei aiutarti, ma non posso...
Scott:COSA VUOL DIRE CHE NON PUOI?!! IL TUO MIGLIORE AMICO È IN PERICOLO,CHE RISCHIA LA VITA E TU,NON PUOI AIUTARLO?
Io: sono nel bel mezzo di una guerra,la mia famiglia è in pericolo,non posso aiutare voi se prima non aiuto me stessa.
Scott: tu ti stai solo tirando indietro dall'aiutare quella che era la tua famiglia,pensavo ci volessi bene,ma sembra non sia così,sei solo una vigliacca.

Prima che io possa rispondere una mano prende il mio telefono,mi giro e vedo Alec al telefono che praticamente urla.
Alec: non permetterti di dirlo un'altra volta. Altrimenti giuro che ti vengo a cercare,lei è la persona più splendida del mondo,nonché mia futura moglie. Quindi ora levati dalle scatole e non farti più sentire.

Poi misè giù,mi ridiede il telefono e mi abbracciò.
Io strinsi la sua camicia con la mano,fino a lasciargli il segno delle pieghe.
-devo tornare ad essere una vera shadowhunter, mi aiuti?- gli chiesi staccandomi da lui. Mi annuì, io avviasai gli altri e insieme ci dirigemmo nella mia stanza.
Io mi sedetti sul letto e mi levai il mio vestito nero. Alec si mise di fronte a me, io gli porsi il mio stilo e lui mi disse -sei sicura?- io risposi con tono deciso
-voglio tornare ad essere me stessa.- lui mi guardò, mi sorrise,mi diede un bacio a stampo e iniziò a ripassare le rune oramai sparite o sbiadite,perché usate recentemente, come quella dell'udito e quella della vista.
Iniziò con la runa angelica,situata al centro del mio petto,poi passò alle rune sul ventre,sulle braccia,sulla schiena,le poche sulle gambe(dove se ne trovano 3,un'altra angelica , quella dell'agilità e quella della forza)  e finì la sua opera d'arte con quella sul collo,la runa di blocco,situata nella stessa posizione della sua.  Io fissai il punto fra il collo e il seno,dove ci sarebbe dovuta essere la runa parabatai,Alec notò che ero pensierosa e mi chiese cosa avessi fatto,se andava tutto bene.
In risposta scossi semplicemente la testa e lui mi chiese se volevo parlare e io iniziai a raccontare.
-quando avevo 10 anni mi dovevo fare  la runa parabatai con quella che era praticamente mia sorella. Lei era la figlia di altri shadowhunters che vivevano a beacon hilss, erano gli unici oltre a me e mia nonna. Come sai io venni a vivere qui a 12 anni,perché dopo quello che era successo a quella che doveva essere la mia parabatai mia madre  non si fidava a a lasciarmi lì. La runa non  è mai apparsa,come puoi vedere anche tu,quindi saprai cosa è successo.- lui in risposta scosse solo la testa in modo da dire si. Io continuai il mio racconto -circa un anno dopo avremmo dovuto fare la runa parabatai, ma quell'idea morì, come lei. Stava tornando a casa dal mio compleanno,aveva deciso che sarebbe andata da sola. Un lupo mannaro...- non continuai che mi scese una lacrima,odio piangere,e quello era il momento meno adatto. Mi asciugai velocemente la lacrima e continuai il mio racconto
-un lupo mannaro la aggredì, lei non aveva armi con se,e fu colpita alle spalle. Il lupo avrebbe dovuto limitarsi a trasformarla in una come lui, ma non si fermò... La trovai io il mattino dopo mentre andavo a casa sua,attraverso un sentiero nel bosco. Lei...aveva la gola squarciata,le mancava un braccio e aveva lo stomaco fatto a pezzi,con le interiora di fuori,il viso sfregiato e sporco di sangue e i suoi capelli biondi sporchi di terra,sangue e spettinati. Chiamai i soccorsi, e nel tempo che ci misero ad arrivare io le tenei la mano ancora presente. La sera prima avevo sentito la un brutto presentimento,qualcosa di doloroso in me,un dolore straziante,poi,nella mia mente,sentii come se qualcosa di importante fosse sparito,come se mi mancasse qualcosa. E in effetti era così. Mentre i soccorsi la portavano via mia nonna mi disse "amare non significa solo distruggere,significa anche essere distrutti quando si perde chi ci ama". Fino a quel giorno non avevo mai capito il vero senso di quella frase,ma in quel momento era la cosa a cui credevo di più. Da quel giorno feci fatica ad amare davvero,per questo tu Alec sei speciale,hai tolto l'oscurità dal mio cuore,facendomi amare davvero di nuovo,dopo tanto tempo. E anche se non lo sapevo,ti ho sempre amato. Ti amo Alexander Lightwood- lui non disse niente,mi baciò soltanto,un bacio rassicurante e pieno d'amore.

Completamente Stravolta.||teen Wolf~ ShadowhuntersDove le storie prendono vita. Scoprilo ora