Pov's Gilbert
Vedo Anna agitarsi e andare al telefono parlando con il suo fratellastro.Mi alzo quando inizia a non sentirlo e a chiamarlo. Ad un certo punto si sta per accasciare a terra ma la prendo prontamente. Inizia a piangere tra le mie braccia.
Poi si alza, prende la borsa e va via ringraziando solo Diana. Vado via anche io così posso stare con lei.
Usciamo fuori di casa e mi avvicino: "Anna non puoi andare da sola. Ti accompagno"
Lei continua a piangere fiondandosi in macchina ed io prima di metterla in moto la guardo. Mi sento molto male a vederla così. Non ha ancora detto cosa è successo.
Le metto una mano sul braccio per farla calmare ma non riesco nel mio intento.
"G-Gilbert..." Mi chiama.
"Dimmi Anna"
Si gira verso me e posso vederla meglio "posso venire a casa tua?"
La domanda è del tutto inaspettata ma accetto "Sì, come vuoi. Ma devi avvisare tuo fratello"
"Sta troppo male... Non riuscirei a stare con lui... finiremmo per piangere insieme e deprimerci. Penso sia meglio tornare quando entrambi ci siamo calmati, appena un po'"
Dal suo discorso capisco che è accaduto qualcosa di grave e non chiedo spiegazioni facendo partire la macchina. Lei chiama il fratello che accetta. Ha accettato con tanta facilità solo forse perché è scosso da quella notizia.
Arriviamo a casa mia, scendiamo dall'auto e si sorregge a me.
"Abita qualcuno con te?" Mi chiede asciugandosi gli occhi.
"No. Abito da solo" rispondo.
Quando entriamo le chiedo se vuole qualcosa da mangiare ma scuote la testa.
L'ccompagno nel piccolo salottino e si siede sul divano. Le stendo una coperta sulle gambe e le porto un bicchiere d'acqua per farla calmare un po'.
Restiamo in silenzio per un po' ma ad un certo punto le chiedo: "Anna... vorresti dirmi cosa è successo? Fa bene sfogarsi con qualcuno. Vedo che stai soffrendo molto e non mi fa star bene"
Lei mi guarda ma poi abbassa lo sguardo verso le sue mani: "Gilbert, i miei genitori... sono morti"
Ciò mi lascia davvero sconvolto.
Non immaginavo una cosa tanto grande.La abbraccio e ricomincia a piangere.
"Mi dispiace Anna... Non pensavo che..."
"Gilbert io ho perso tutto"
Io mi stacco un po' e la guardo asciugandole le lacrime: "No, non è vero Anna. Hai gli amici, tuo fratello e... puoi contare su di me"
Lei mi guarda ed io continuo: "ogni volta che vuoi"
Sorride e mi abbraccia: "Grazie"
Le accarezzo la schiena e si calma un po'.
"Anna ti capisco come ti senti. Anche io sono rimasto orfano qualche anno fa. Ho perso i genitori. Mi sentivo che tutto non avesse senso. Stavo uno schifo. Però poi ho capito che la vita non può avere solo lati positivi e che si cresce solo accettando questo e quindi diventando maturi. Infatti poi ho ripreso a stare bene come una volta e mi sono fatto degli amici, ho avuto popolarità e sono quello che sono ora. Ho imparato ad adattarmi, a vivere da solo. Non l'ho mai detto a nessuno ma lavoro come cameriere in un ristorante. Da grande però vorrei fare il medico. Ne sono appassionato e sto già studiando per quella strada"
Anna non dice niente ma poi mi sorride: "Grazie Gilbert. Non pensavo che avessi avuto una vita così difficile. All'inizio, all'apparenza, mi sei sembrato uno a cui non manca niente, quello che sta meglio di tutti. Ora però vedo anche un lato di te che non conoscevo e ne sono affascinata. In fondo sono molto curiosa"
C'è una pausa ma confesso ciò che penso: "Dal primo momento che ti ho vista ho notato da subito qualcosa in te. Mi sei sembrata diversa dalle altre. Parlo caratterialmente, nell'anima. Ti distingui. Conosco tutte le ragazze della scuola e ti assicuro che sono tutte uguali, ma tu... mi hai colpita dal primo giorno. Non ne ero consapevole, pensavo fosse solo curiosità di conoscerti meglio ciò che provavo... ma ho capito che quel sentimento comparso dal momento che ti ho vista non era altro che amore"
Alla fine mi è uscito... Lei mi guarda stupita.
"Gilbert non pensavo che tu... pensassi davvero ad una come me"
"Sei speciale. Sei troppo speciale. Non importa ciò che dice la gente. Non mi attrae l'apparenza, la maschera, ma ciò che c'è dietro"
Lo dico sussurrando e guardandola negli occhi.
Lei si riprende e dice: "Ma non possiamo. Sei uscito da poco dalla relazione con Ruby e cosa direbbero le ragazze?"
"Non m'interessa cosa direbbero. Ruby in realtà l'ho sempre vista come un'amica. È che sono stato in un certo senso costretto. Non provavo con lei ciò che provo per te. Fino ad ora nessuna è stata te. Tu sei diversa, unica"
"Come posso sapere che non giochi con i sentimenti delle ragazze? Ne hai avute tante"
"Non conta niente il passato" faccio una pausa e continuo "ti prometto che se mi darai il tuo cuore me ne prenderò cura"
Dal suo sguardo mi sembra di averla convinta.
"Va bene. Ma... per il momento... possiamo tenere la relazione un po' in segreto?" Mi chiede titubante.
"Sì, ma perché?" Le chiedo non capendo.
"Non sono ancora pronta a... a dimostrarlo a tutti" mi confessa abbassando la testa e guardando un punto indefinito sul pavimento.
Io le sorrido dolcemente e le prendo il viso tra le mani: "Se è questo che vuoi va bene"
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Sei sempre stata tu
FanfictionFanfiction sulla serie "Chiamatemi Anna" Trama: La vita di Gilbert Blythe, liceale diciottenne, sembra scorrere tranquillamente come sempre tra amici, scuola e divertimento. È il più conteso tra le ragazze della classe. Ha una ragazza ed è convinto...