CAPITOLO 39

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Mi stava indicando il suo sopracciglio.
Restai confusa da quel gesto, eppure continuava a ripeterlo continuamente.
Daniel nel frattempo sembrava non aver notato la mia poca attenzione e continuò a raccontare qualcosa sui suoi genitori.
Improvvisamente capii ciò Cole voleva dirmi, e immediatamente spostai lo sguardo sul volto di Daniel.
In particolare restai ad osservare i suoi occhi, e in un secondo momento notai che il suo sopracciglio destro, ogni tot secondi, si alzava e riabbassava velocemente.
Sembrava come un tic nervoso.
<pensi che se la prenderanno?> mi domandò il ragazzo seduto di fronte a me riportandomi alla realtà.
<c-come dicevi?> chiesi.
Mi guardò un po' confuso, ma poi ripetè la domanda <pensi che i miei genitori se la prenderanno se passo così tanto tempo lontano da loro?>.
<penso che ormai avranno capito che sei cresciuto> risposi con un sorriso.
Sembrò sollevato da quella risposta e riprese a parlare.
Osservai nuovamente il suo sopracciglio.
Daniel lo conoscevo fin da quando era piccolo, non aveva mai avuto un tic del genere.
Era una cosa strana, quando eravamo al bar della città dei miei genitori ero sicura di non aver notato questo particolare.
Era una cosa abbastanza recente.
Seguii più attentamente ciò che Daniel mi stava dicendo.
<io e un mio amico abbiamo in programma di fare una vacanza in Sud Africa> disse con entusiasmo.
<è anche la mia...> mi interruppi prima di concludere la frase, ma Daniel non sembrò nemmeno notarlo e cambiò nuovamente argomento parlando a macchinetta.
Il Sud Africa era sempre stata la mia metà preferita in assoluto.
In quel momento capii.
Non era un caso che il ragazzo seduto di fronte a me avesse tutte quelle cose in comune con me, non era un caso che da quando lo avevo incontrato quest'anno improvvisamente aveva cambiato gusti e ora combaciavano con i miei.
Era come se Daniel stesse recitando una parte.
Quel tic nervoso che aveva al sopracciglio era solo una conseguenza dello stress che gli causava recitare.
<scusami> dissi interrompendo il suo monologo <ora devo proprio scappare. Ci vediamo>.
Mi alzai dal tavolino e me ne andai.
Tutta quella situazione mi sembrava assurda.
Dovevo trovare Cole.

Mancava ancora un quarto d'ora prima che riprendesse il lavoro.
Cercai il ragazzo dai capelli corvini per tutti gli studi, fin quando lo trovai seduto sulla sedia del regista intento a controllare qualcosa sul telefono.
Era solo nella stanza: meglio così.
Lo raggiunsi frettolosamente e mi sedetti al suo fianco.
<come lo hai capito?> chiesi subito.
Mi guardò un po' stranito, ma poi rispose <è una cosa che ho notato la prima volta che l'ho visto arrivare qui>.
<Quando ho recitato per Zac e Cody, collaboravo con un ragazzo più grande di noi> iniziò a spiegare <ogni volta che lo osservavo, quando entrava nella parte del personaggio, notavo che aveva un tic molto simile a Daniel>.
Lo guardai interessata e lui continuò <un giorno gli chiesi il motivo di quel tic nervoso, e lui mi rispose che era dovuto all'ansia da prestazione, all'ansia di recitare di fronte alle telecamere, di fronte a qualcuno>. Si interruppe per bere un sorso di caffè rimasto nel suo bicchierino, e io ne approfittai per intervenire <ora che mi ci hai fatto pensare ho notato anche io che Daniel è molto diverso da quello che conoscevo> poi aggiunsi <un tempo eravamo molto diversi fra di noi; ora sembra avere tutto in comune con me>.
<le cose che ti dice ora non sono reali> disse Cole.
Giocherellai con la cover del telefono <e perché lo sta facendo? Intendo, perché sta fingendo di essere un'altra persona?> domandai.
Il ragazzo fece un risolino <per fare colpo su di te, Lili>.
Sbarrai gli chi <ma io non..> venni interrotta subito da Cole che disse <ora per lui non sei più la sua vecchia amica. Sei un'attrice che sta diventando sempre più conosciuta>.
Non potevo dare torto a quelle parole.
<perché non me lo hai detto subito?> gli chiesi.
Cole lo aveva notato immediatamente, poteva rendere partecipe anche me di questa sua osservazione.
Sorrise divertito <speravo lo scoprissi tu>.
<e allora perché non hai lasciato che passasse altro tempo?> chiesi.
Tornò nuovamente serio <perché di una persona che si comporta così non c'è mai da fidarsi>.

Finimmo di lavorare verso sera.
Era stata una giornata stressante; volevo solamente tornare a casa e riposarmi.
Aspettai Madelaine al parcheggio e poi salii in auto insieme a lei.
<vado a far la spesa> annunciò la mia coinquilina ancora prima di entrare nella via di casa nostra.
<lasciami qua ad inizio via> le consigliai <così non devi fare più strada>.
Accostò sul marciapiede e io mi incamminai verso casa.
Quando svoltai l'angolo...

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EII, SCUSATEMI SE IERI SERA NON HO AGGIORNATO MA HO AVUTO TANTE COSE DA FARE❤️
DOMANI NUOVO CAPITOLO❤️

SPROUSEHART |Lili&Cole| RIVERDALEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora