43. 𝑪𝒐𝒏 𝒄𝒖𝒓𝒂.

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Schiusi leggermente le labbra a quel gesto improvviso

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Schiusi leggermente le labbra a quel gesto improvviso. Portai una mano sulla sua, accarezzandola piano, sperando con tutto il cuore che non facesse quello che stavo pensando.

Mi guardò, mi guardò così intensamente che dovetti abbassare lo sguardo.

"Guardami", mi rialzò il viso scrutandomi le labbra, sempre più vicine.

Guardarlo in modo così intensamente e soprattutto così ravvicinato, mi mandò in tilt il cervello, come potevo fare un torto del genere a Zayn?

Era il mio ragazzo e mi mancava da morire.

Ma perché ogni volta che gli ero vicino avevo questa strana sensazione nello stomaco?

Ne ero attirata e ne sentivo la mancanza quando non c'era, possibile fosse stato solo frutto della situazione o c'era qualcosa in più?

Organizzare un piano elaborato per scappare via per poi affezionarsi, era così prevedibile, ma un'idea del genere non mi era per niente passata di mente.

Pensavo fosse più semplice, ero così intenzionata a prendergli quella chiave che non avevo badato al contesto in cui mi trovavo, contesto nel quale lui era l'unico a salvarmi ogni volta.

Come fanno gli attori a recitare e non innamorarsi l'un l'altra?

Che trucco così ben architettato c'era dietro? Volevo conoscerlo perché volevo attuarlo, ne avevo bisogno.

Spegnere per un attimo i sentimenti e agire con la testa.

Tutti quei pensieri in un'unica mente erano tossici, per questo i miei occhi si riempirono di lacrime.

"Che succede?" Soffiò ad un centimetro dalle mie labbra.

Scossi la testa, in realtà non sapevo neanch'io cosa mi fosse preso, oppure sì.

Il piano che avevo in mente si stava sgretolando giorno dopo giorno, lo sentivo e purtroppo sentivo di non poterci fare niente.

"N-Niente", mi allontanai asciugandomi gli occhi, riprendendomi subito dopo. "Posso portarti qualcosa?"

Che diavolo mi stai facendo Thomas?

Dylan si guardò intorno, poggiando lo sguardo sulla pistola appoggiata sul comodino.

"Ecco dov'era!" La prese tra le mani scrutandola attentamente.

"Dylan no", poggiai una mano sulla sua avvicinandola al comodino.

"Cosa c'è?"

"Rimettila al suo posto", tentavo di strappargliela dalle mani, ma era praticamente impossibile.

"Quel bastardo me la pagherà, lo promet..-"

"Smettila, tu non ti caccerai di nuovo nei guai!" Lo rimproverai e le parole mi uscirono del tutto incontrollate.

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