Da Mimmo fa troppo caldo per un pub di montagna, gli studenti delle terze in gita sono venuti quasi tutti, riversandosi numerosi all'interno del locale, mentre pochissimi sono rimasti fuori a fumarsi una sigaretta o direttamente in casa alpina. Ora si muovono spingendosi gli uni sugli altri, per raggiungere il banco e ordinare da bere, o ballare sulle note di qualche canzone un po' vecchiotta, probabilmente perché il gestore di questo posto è decisamente più in là con gli anni di noi. Io ho ordinato un drink alla frutta, che ho diviso con Francesca, anche se in realtà non mi andava di bere, ma il clima soffocante del locale mi ha fatto cambiare idea, mentre rimpiangevo di non essermi portata dietro vestiti più leggeri. Sotto la felpa ho indossato una canottierina di raso, verde petrolio come il vestito che è rimasto appeso nell'armadio, quando tiro giù la cerniera e faccio scendere il maglione sulle braccia, mi ritrovo a dover respingere Claudio, un ragazzo del terzo B che conosco solo di nome, il quale si avvicina ancheggiando, così finisco per rintanarmi tra i miei nuovi amici. All'inizio il suo approccio mi lascia un po' sorpresa, ma poi guardandomi intorno mi rendo conto che è del tutto normale: siamo in gita e la maggior parte delle persone in questa sala si dimenticherà presto di tutto ciò che è successo in questi pochi metri quadri di sudore, alcolici e buio, motivo per cui sembra che abbiano tutti gli ormoni impazziti; alcuni sono appena brilli, altri completamente andati, persone che prima di qualche giorno fa, e in alcuni casi particolari qualche minuto fa, neanche si conoscevano, ora si sbaciucchiano in ogni angolo, scambiandosi la saliva come non fosse loro. Non pensavo che mi sarei mai divertita davanti a scene del genere, ma con Sara e Francesca è tutto diverso: ho sempre saputo di essere lenta nel fare amicizia, in un gruppo con tante persone finivo per ritagliarmi il mio spazietto e stare attenta a non uscirne mai, per paura di sbagliare qualcosa, con loro invece è tutto spaventosamente naturale. Spettegolando scopro che Marta si è limonata addirittura tre ragazzi, uno dopo l'altro, cosa che già solamente dal punto di vista igienico mi provoca il volta stomaco; anche Mattia, che conosco vagamente perché è nell'altro gruppo avanzato di sci, è a quota tre in questo momento, anche se a giudicare dalle scelte che ha fatto, sembra più che altro talmente fuori di sé che neanche si è accorto di chi ha baciato. Conosco una delle tre ragazze su cui ha depositato litri di saliva, è gentile, ma non si può dire che con quei baffetti possa rientrare nei canoni di bellezza di Mattia, che è evidentemente troppo ubriaco per tenerne conto, sarebbe contento di strusciarsi anche contro un palo. In mezzo ai pettegolezzi non ho potuto fare a meno di notare che tra la miriade di nomi che mi hanno fatto le mie nuove amiche mentre scappavamo fuori a prendere un po' d'aria fresca, quello di Damiano non si è nemmeno sentito alla lontana, segno che stranamente per ora è rimasto fuori dai giochi. In fondo come dubitare: lui non ha bisogno di approfittare di ragazze ubriache e clima da festa per provarci con un trilione di ragazze, tira a segno anche quando sono perfettamente sobrie; al contrario di me, che – prima dell'incontro nella camera delle mie compagne di classe – pensavo proprio di approfittare del clima da festa per comportarmi con lui in modo più lascivo del solito, come era successo al party di novembre. Peccato che ancora non sono riuscita a trovare il modo di avvicinarmi a lui, anzi la soddisfazione e la speranza che mi hanno dato il saperlo fuori dal giro dei baci, si sgretolano non appena rimettiamo piede dentro la sala e nella bolgia di studenti che ballano accaldati, vedo il suo corpo avvolto stretto a quello della mia ex migliore amica, e sento pizzicare ogni centimetro della mia pelle come se fossi appena stata percorsa da una potente scarica elettrica. In passato avevo imparato a vederlo accerchiato da altre ragazze, mi andava persino bene così perché tanto sapevo di non avere nessuna possibilità con lui, quindi tanto valeva mettersi l'anima in pace, eppure questa sera non posso dire a me stessa che mi va bene così, che non avevo delle aspettative; è solo per Damiano che ho deciso di truccarmi, l'incontro di prima mi aveva smossa, mi aveva fatto venir voglia di provarci sul serio, a costo di palesare la mia cotta per lui, a costo di ricevere un no come risposta, qualunque cosa sarebbe stata migliore di guardare l'ennesima ragazza – in particolare Viviana – prendersi ciò che ho sempre desiderato. Ma trovarmeli davanti così è un boccone troppo amaro, per poco non decido di rinfilare il maglione, recuperare la giacca ed incamminarmi verso la casa alpina.
STAI LEGGENDO
Damiano | Limerenza e Dissimulazione
FanfictionÈ come se con quello sguardo riuscisse a dirmi che ha notato i miei capelli sciolti e il trucco sul mio viso, e nel silenzio del suo osservare si stesse complimentando. Come era già successo altre volte con lui, il tempo si espande, dandomi motivo d...