34. Custodisco un segreto

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È ovvio che sapete già che la storia è totalmente inventata, però arrivati a questo capitolo mi sembra giusto ribadirlo. Ci tengo a precisare che tutto ciò che ho scritto e scriverò è frutto della mia immaginazione, lungi da me la pretesa che quello che scrivo corrisponda in qualche modo alla realtà; in particolare quello che leggerete in questo capitolo è una mia personalissima reinterpretazione, indirizzata solamente a seguire il filo della storia. Buona lettura cuori

DN

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Non era un diario scolastico, o meglio, forse lo era stato, a giudicare dalla fiera intestazione, in cima alla prima pagina – Damiano David, il suo nome è bello anche da leggere, sembra un nome d'arte, di quelli che si scelgono i personaggi di spicco, invece lui non ha avuto bisogno di inventarselo, giace lì, glorioso anche su un vecchio diario, innocuo come tanti altri. Almeno questo è quello che sembra, ma sfogliandolo constato che non sono stati segnati compiti, né verifiche, né tanto meno note da parte dei professori, e scommetto che Damiano ne ha prese nell'arco degli anni. Dopo il nome e il cognome, scritti in stilografica sulla prima pagina, la scrittura cambia quasi radicalmente, e la riconosco come la grafia attuale di Damiano, solo un po' più confusionaria e storta, come se avesse scritto velocemente o con foga: schizzi di inchiostro blu imbrattano gli angoli delle pagine, quasi sempre stropicciati, aloni e chiazze dello stesso colore sembrano essere stati trasportati un po' ovunque, dal dorso di una mano sporca e frettolosa. Non riesco a leggere la maggior parte delle cose scritte e scarabocchiate su queste pagine, probabilmente anche per colpa del tremolio delle mie mani, che come me cominciano a sentire l'ansia perché quello che sto facendo mi era stato espressamente proibito.

Il quadernetto sembra contenere una grande varietà di testi di canzoni, anche se non ne riconosco nessuna, il fatto che la maggior parte delle frasi sia in inglese e chiaramente in ritmica dà un senso alla mia ipotesi. Mi blocco verso metà, trovando una pagina completamente piena di disegni di ali bianche, alcune con un bel tratto, altre decisamente no, e una piccola scritta a fondo pagina.

'Per quel paio d'ali d'oro, avremmo pagato tutto l'oro al mondo – Vegas Jones, Solo.'

Questa è chiaramente una parte di una canzone, come indicano artista e titolo scritti in seguito. Solo mentre procedo a sfogliare il resto del quadernetto mi torna in mente come un flash quella scritta che avevo trovato un giorno a casa sua, in mezzo ad un canto della divina commedia; "Icaro" recitava... un paio d'ali bianche mi sfarfallano per la testa prima che io m'imbatta in una nuova pagina, completamente densa di disegnini, questa volta fatti a matita; sono note musicali, grandi e piccole, sparse alla rinfusa sulla carta bianca, una chiave di sol e infine una lunga lista di animali: orso, lince, alce, aquila, civetta, serpente, puma, pipistrello. Però di questi solo due sono stati disegnati nella pagina successiva, un enorme pipistrello, nero, scheletrico e incavato, e una civetta dallo sguardo seducente, con un tratto davvero troppo esperto perché possa in qualche modo credere che si tratti della mano di Damiano, o se è lui l'artefice, non ha mai fatto parola di questa dote. Mi chiedo cosa siano, forse animali totem? Sarebbe tipico di Damiano cercare le proprie origini per capire quale sia il suo destino. Per qualche secondo ripenso alle scritte demenziali che si sono accumulate nei miei vecchi diari di scuola negli anni e mi sento inspiegabilmente piccola e insignificante al confronto. Un po' perplessa e un po' incuriosita faccio scorrere ancora le dita tra le pagine, che s'increspano sotto il mio tocco, con un suono dolce e rivelatore, finché non riconosco finalmente una canzone, le prime parole del testo me la fanno identificare all'istante: "How to save a life" dei The Fray. Damiano l'ha ricopiata da cima a fondo, con uno spesso e carico strato di inchiostro, sottolineando e cerchiando, ripassando frasi quasi fino a bucare il foglio; questa che sembrava una pagina rattrappita, è una spugna zuppa di sentimenti, sensazioni, che ora mi sta rigurgitando addosso tutti insieme, senza neanche darmi la possibilità di dare un nome a ciascuno di loro. Si mischiano, sovrapponendosi gli uni agli altri in una danza di emozioni, e io non so andare a ritmo, ho tutto scritto qui davanti eppure qualcosa mi sfugge continuamente da sotto gli occhi. Le domande mi martellano in testa senza darmi tregua, ma le abbandono presto, attratta da un nuovo mistero: la pagina successiva reca in alto la scritta "Help me fly away". Qui le frasi sono davvero confusionarie e difficili da comprendere, ma è chiaro dalla divisione che ha fatto con le barre, che si tratta di una canzone. Il testo è in inglese, talvolta salto delle righe per la fretta e per l'agitazione, ma quello che più o meno riesco a cogliere del significato è questo:

Damiano | Limerenza e DissimulazioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora