18. Pomeriggi invernali e ricerche di storia

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MARTEDÌ 1 DICEMBRE 2015

Oggi è il primo giorno di dicembre e non serve il calendario per rendersene conto: l'aria gelida che ha investito Roma da questa mattina basta e avanza. A scuola il mio primo banco non mi convince più tanto, data la sua lontananza dal termosifone che in queste mattine gelate sembra essere tutto ciò di cui ho bisogno, anche sa a dirla tutta in questi giorni non passerò poi tanto tempo in classe. Siamo alla fine del trimestre e manca davvero poco prima che compilino i nostri pagellini, fortunatamente la mia ansia eccessiva per interrogazioni e verifiche ha giovato in questo caso, perché sono riuscita a organizzarmi programmate e consegne talmente bene, che ora avrò praticamente due settimane libere da qualunque cosa: niente interrogazioni e quasi niente lezioni, dato che i professori stanno lasciando un po' da parte il programma per dedicarsi alle interrogazioni. Molti dei miei compagni, per via di assenze o voti bassi, devono affrontare interrogazioni e test di recupero una dopo l'altro, perché tutti dobbiamo avere lo stesso numero di voti al consiglio, il che significa che mentre la maggior parte di loro è in preda all'isteria per riuscire a strappare un sei e mezzo, io divido le mie giornate a scuola tra libri da leggere, qualche lezione saltuaria e soprattutto passeggiate nei corridoi, quando i professori danno il permesso a chi non è interrogato di uscire dalla classe o di studiare per conto proprio. Spesso come oggi le mie 'ore buca' le passo in compagnia di Margot, che come me ha il permesso di uscire dalla sua classe durante le interrogazioni, ma a differenza mia deve concentrarsi sullo studio, precisamente su un'interrogazione di fisica che ha in programma per domani e così ci siamo sistemate su un tavolo vicino al corridoio della sua classe, quello che in realtà dovrebbe appartenere al bidello, che però è momentaneamente scomparso. Mi fa ridere il modo in cui non riesce a concentrarsi sullo studio per più di cinque minuti contati, più che altro perché ogni volta che sembra essere davvero immersa nella lettura di un capitolo, passa qualche suo conoscente per il corridoio – i suoi amici sono davvero tanti – il quale finisce per distrarla con il racconto di qualche fatto scottante della scuola, così gli occhi della mia amica abbandonano saettando Newton e i suoi dannati principi della dinamica e persino le lentiggini sembrano muoversi sul suo viso incredibilmente eccitate. Quando per grazia divina nessuno popola il corridoio a parte per noi due, lei decide di distrarsi comunque chiacchierando con me, che me ne sto buona buona, appollaiata sul tavolo a rileggere per quella che probabilmente è la quinta volta la saga di Harry Potter, invece dei libri in lingua straniera che ci sono stati assegnati per il nuovo pentamestre. È durante una di queste interruzioni che ho scoperto che nessuno tra Marco, Margot, Riccardo e in generale il gruppo di amici di Margherita sapeva del tatuaggio che Damiano si è fatto sulla chiappa, cosa che ovviamente mi ha lasciata un po' senza parole. Per qualche motivo avevo pensato che se ne sarebbe vantato con chiunque, diventando per un po' il centro dell'attenzione di tutti, più di quanto non lo sia già normalmente, perché ammettiamolo: chi si farebbe un tatuaggio sul sedere senza poi dirlo a mezza scuola? Eppure ho dovuto ricredermi e quando ho intuito che Margot non ne sapeva proprio nulla ho cercato di rimangiarmi tutto ciò che potevo, prestando attenzione a non far trapelare che quando l'aveva fatto c'ero io al suo fianco, ed era stato proprio lui a volermi, anche se il perché ancora non me lo spiego.

Nonostante queste precauzioni però Margot ha deciso di non farsi sfuggire l'occasione per parlare un po' di Damiano, della famosa Stefania che da un po' non avevo più sentito nominare, né dalla bocca di Margot né dallo stesso Damiano, e infine ne ha anche approfittato per dirmi qualcosa riguardo a quest'ultimo, che come quel giorno al bar qualche mese fa, non mi è piaciuto poi tanto. Per qualche motivo che non mi è ben chiaro infatti ha cominciato a raccontarmi aneddoti e fatti sulla sua vita di coppia, sulle sue innumerevoli ex – si fa per dire dato che ci usciva per una settimana o due e poi cambiava ragazza.

Sotto il brusio proveniente dalle classi adiacenti, i toni poco soavi dei professori al loro interno, il chiacchiericcio e i passi in lontananza, mi sono trovata costretta ad ascoltarla educatamente, mantenendo il segno sul mio libro, mentre ci tamburellavo sopra con le dita, in attesa del momento in cui avrebbe esaurito la sfilza di argomentazioni riguardo Damiano e la sua fama da Don Giovanni; più va avanti nel racconto più il mio petto si stringe nella realizzazione che parte della 'persona Damiano' ancora non mi è del tutto chiara. Il ragazzo che ho conosciuto recentemente è uno sbruffone, che ama prendermi in giro dal mattino alla sera, si bea dell'attrazione magnetica che esercita sulla maggior parte delle persone che lo circondano, ed è irascibile come una ragazza durante il primo giorno di ciclo: si incendia con una minima scintilla e crea terra bruciata per chilometri; però è anche gentile nel modo più disinteressato e vero che conosca, e il novanta per cento delle volte, per quanto tenti di nasconderlo sotto la sua maschera di sicurezza e ostentato egocentrismo, è profondamente insoddisfatto di sé o di qualcosa in lui che non ho ancora individuato. Nella persona che invece ha descritto Margot negli ultimi dieci minuti, non ce lo rivedo molto. La domanda che sembra non lasciarmi vivere è se queste due personalità convivono, mentre io non me ne rendo conto perché vedo solo quello che voglio vedere, oppure sono gli altri – Margot in particolare – ad essere ciechi, ad averlo stereotipato senza mai andare oltre a quella che può essere una maschera ben costruita.

Damiano | Limerenza e DissimulazioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora