27. Smascherata

1.4K 54 27
                                    

"Oggi, prima di uscire, il cuoco m'ha fermato e m'ha detto 'na cosa strana, sai? – comincia, con le estremità delle labbra che puntano alla luna, mentre la paura si impossessa di me – m'ha chiesto con un sorriso strano come andasse la mia allergia ar cioccolato... ma io non allergico ar cioccolato"

Probabilmente dovrei mettermi a gridare, sotterrarmi sotto il manto di neve che ricopre l'area di fronte al locale, o inventarmi qualunque scusa per evitare che vada avanti con il racconto, invece la sua espressione divertita mi fa scoppiare a ridere – una specie di risata isterica – mentre ripenso a tutte quelle demenze che mi sono inventata per far credere al cuoco che la torta di compleanno doveva essere per forza una cheesecake, compresa un'improbabile allergia al cioccolato; la risata coinvolge anche lui, prima che si rimetta a raccontare la vicenda con un sorrisetto a stento trattenuto. È buffo come il mio viso stia andando praticamente a fuoco, mentre ascolto il suo racconto con il terrore che abbia capito che c'ero io dietro tutta quella storia, e le punta delle mie dita invece, nascoste nelle tasche della giacca, siano completamente congelate. Arrotolo le gambe strette tra loro, mentre il mio corpo viene percorso da un tremolio, dovuto all'aria ghiacciata di montagna. La terza volta che Damiano mi vede tremare come una foglia non se lo fa scappare, interrompe il suo racconto per qualche secondo, si sposta deciso più avanti sul muretto e mi attira a sé, con un "vieni qui" che mi fa attorcigliare lo stomaco all'istante.

Veramente poco fa hai avuto dubbi sui tuoi sentimenti per lui? Quanno je basta un semplice 'vieni qui' pe' fatte sbattere 'e ciglia come 'n gattino 'nnamorato? Daje Annì, è chiaro che Alessandro, come qualunque altro regazzo su sta tera, nun pò competere. Te sei pure scordata in un baleno del suo balletto co' Viviè, ammettilo che quella confessione – circa il modo in cui è stato costretto a scappare da lei – t'ha rincuorata, t'è bastato per perdonallo.

Titubante mi sposto su di lui sedendomi sulla sua gamba destra, quasi non potessi evitare di obbedirgli costantemente, e lo guardo avvolgere un braccio dietro la mia schiena, con l'altro che ancora scende e risale mentre si porta la sigaretta alla bocca. Le sue cosce sono calde oltre il tessuto spesso dei miei pantaloni termici, come la sua mano l'altra sera, fuori dalla sala giochi. I nostri visi sono così tremendamente vicini che fatico a respirare normalmente, e l'intenzione di sviare il suo discorso si dissolve completamente nella mia testa, dato che a malapena sono in grado di pensare frasi di senso compiuto in questo momento, per cui chiedermi di inventare anche qualcosa per non farlo arrivare alla fine del suo racconto è davvero troppo. Così rimango ad ascoltare in silenzio, osservo le sue labbra muoversi veloci, incresparsi di tanto in tanto, mentre mi incanta con i suoi movimenti e con quella pelle marmorea, che illuminata dall'unico lampione, poco distante da noi, sembra rispecchiarne la luce. Quello che riesco a capire, mentre cerco di non farmi distrarre dalla sua mano che scende e sale lungo la mia schiena, oltre la giacca, un po' troppo lentamente perché riesca nell'intento di scaldarmi, è che quel maledetto del cuoco gli deve aver fatto una descrizione della ragazza con cui ha parlato, e anche se Damiano non l'ha detto chiaramente, è evidente che ha capito che si tratta di me.

"C'è qualcosa che me devi ?" ironizza alla fine, torcendo la testa verso di me, davvero troppo vicino al mio naso congelato dal freddo.

Se m'o chiedi così, Damià, però, che voi che te dica, eh? Saresti capace di fà scioje tutto er ghiaccio dell'Artico, co' quej'occhi de foco e fiamme. Pure 'n c'avessi gnente da dì, te direi quel che voi tu, questo 'o sai.

Non oppongo neanche troppa resistenza, che tanto poi è uguale, e te la do vinta, raccontandoti tutto. Dovevo tenermelo per me e invece te son bastate le labbra lucide che ti ritrovi e du' mossette pe' famme cede' e confessà. Mò confessa tu però Damià... li hai stanati i miei sentimenti per te, vè? Sai perfettamente quel che provo, quanno me dai tutte st'attenzioni qui. Ma allora cos'è, te piace giocà?

Damiano | Limerenza e DissimulazioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora