16. Gare, allucinazioni e litigi

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DOMENICA 15 NOVEMBRE 2015

È passato parecchio tempo dall'ultima volta che mi sono svegliata di domenica con l'ansia, aggrovigliata fra lenzuola e un'angoscia tremolante nel petto: stamattina alle otto in punto i dolori lancinanti che mi hanno fatto contrarre lo stomaco mi hanno ricordato tutto d'un tratto come ci si sente prima di una gara. Ad atletica ho già fatto molte gare, ma oggi sono decisamente più agitata del solito, non ci vuole molto a capire che la maggior parte dell'inquietudine che mi sta travolgendo mentre sono ancora nel letto in cerca dell'energia per alzarmi, è dovuta più che altro all'incontro che ho in programma, subito dopo la mia gara. Ieri come promesso Damiano è tornato a scuola, con il naso rosso e una scorta annuale di fazzoletti che ha fatto fuori si e no in due ore di lezione. Nonostante questi piccoli inconvenienti dovuti alla sua recente febbre era come sempre splendido nei suoi pantaloncini da basket e la maglietta per educazione fisica, forse persino più del solito, considerato il numero di giorni che erano passati dall'ultima volta che l'avevo visto. Grazie a me, che il giorno prima gli avevo ricordato per messaggio di portarsi il cambio per educazione fisica, era equipaggiato e ha evitato l'ennesima sfuriata da parte del professore, anche se in realtà la mia risposta al suo messaggio non era stata formulata per questo, quanto per sviare l'argomento che aveva toccato con il suo messaggio precedente. Una delle tante cose che mi fa imbestialire e allo stesso tempo mi attrae tantissimo di Damiano è la sua capacità di dire cose estremamente allettanti senza mai chiarirne fino in fondo il significato, in modo tale che a meno che tu non trovi il coraggio di chiedere direttamente, non capirai mai se il senso che ci hai dato tu, sia in effetti quello esatto.

Quel "ne sembravi felice però..." all'inizio del suo messaggio era la sua risposta al mio rimprovero per non essersi messo la giacca in moto sabato scorso? Si riferiva al modo in cui mi sono stretta al suo busto? Non ho smesso un attimo di chiedermelo da quando ho letto il suo messaggio nella doccia della piscina, dove sono rimasta ferma e scioccata per un po' prima di rimettere in funzione il cervello, rispondere sorvolando su quella frase e infine sperare che non facesse nuovamente riferimenti alla cosa, dato che quel messaggio da solo mi era bastato per arrossire davanti ad uno stupido schermo. Per mia fortuna ieri a scuola non ha più accennato nulla al riguardo, mi ha solo chiamata "Hey Yo!" rimbombando per i corridoi poco affollati che portano alla palestra, e prima che la mia professoressa ci passasse davanti facendoci intuire che dovevamo dirigerci entrambi verso le rispettive palestre, ci ha tenuto a prendere accordi per studiare insieme quest'oggi, cosa che avrebbe potuto benissimo fare il giorno prima per messaggio, ma si sa, l'organizzazione non è il suo forte. Ho cercato di spiegargli della gara che avrei avuto stamattina e di convincerlo a rimandare, ma alla fine per via di un impegno riguardo al quale non ho indagato, l'alternativa a domenica sembrava quella di non vederci proprio dato che la verifica sarà lunedì; così mi sono ritrovata ad accettare al volo di incontrarlo dopo la mia gara, fuori dal palazzetto, prima che la nostra conversazione fosse interrotta e non fossimo costretti a dividerci, io nella palestra femminile e lui in quella maschile. Nulla mi ha trattenuta però dall'osservare per un po' il suo fondoschiena ondeggiare per il corridoio, mentre si dirigeva verso l'ingresso della palestra, stando attenta come sempre a non essere notata. Per quanto sia rilassante il ricordo del suo ondeggiare però sono costretta ad abbandonarlo nell'alzarmi dal letto, per dirigermi in cucina consapevole che non riuscirò a ingerire nulla per via dell'agitazione. Qualche ora dopo, mentre la voce metallica dello speaker proveniente dal microfono si propaga nel palazzetto intorno a me, la scelta di non mangiare nulla non sembra premiarmi molto: il mio stomaco ha cominciato ad emettere strani rumori e ora che mancano pochi minuti all'inizio della mia categoria sembra nel pieno di un concerto d'orchestra. Siamo tutte pronte per la staffetta, io sarò l'ultima della mia squadra a ricevere il testimone, fatto che alimenta l'ansia nel mio petto, in un continuo crescendo.

Damiano | Limerenza e DissimulazioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora