41. Solo una bambinata

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LUNEDÌ 11 APRILE 2016

Per Damiano la domenica è un giorno sacro, non nel senso che si deve andare a messa, ma nel senso che per lui è regola che la domenica non si faccia assolutamente nulla che comprenda il dovere, anche se non è che negli altri giorni della settimana gli impegni come scuola e studio lo abbiano mai tenuto veramente ancorato alla scrivania. Solo quel giorno dopo la mia gara di atletica aveva fatto uno strappo alla regola, precisandomi poi che le sue motivazioni non c'entravano con la matematica o con me, ma piuttosto con i suoi impulsi sessuali verso Stefania. Ho scoperto che in fondo sono io quella strana, perché anche per i miei amici la domenica è più o meno schematizzata da una sana dormita fino alle prime ore del pomeriggio, poi televisione o al massimo una passeggiata fino al centro scommesse. Ieri ho provato a impormi di non fare assolutamente nulla, ma ho la sensazione di non esserne proprio in grado: sono noiosamente stacanovista ed è inutile provare a cambiare la mia natura. Damiano mi aveva chiesto di vederci dopo la solita partita di calcio, nel tardo pomeriggio, ed era stato piuttosto chiaro che era arrivato il momento della fatidica sorpresa. Non saprò mai però cosa avesse in mente, perché ieri leggendo il suo messaggio sono tornati galoppando i miei incubi: Marco, Margot e Damiano che parlano di me alle panche, e quest'ultimo che finge di non conoscermi meglio degli altri, con l'idea che lui nutrisse dei sentimenti sinceri nei miei confronti che si frantumava nella mia testa come vetro di bottiglia. Continuo a chiedermi come sia possibile che Marco sappia che sto vedendo un ragazzo ma non abbia capito che è Damiano; forse lo sa eccome e non si fa alcun problema a parlare di me in quel modo, anche davanti a Damiano, magari non è nemmeno la prima volta che fanno questi discorsi. L'idea che sparlino di me da molto più tempo di quanto io possa immaginare mi fa rabbrividire mentre respingo riluttante l'ipotesi di una scommessa fra di loro, la stessa che avevano fatto ad ottobre in cortile, giocandosi la loro 'riuscita' rispettivamente con me e Stefania.

'Scusa Dami, devo studiare' avevo risposto al suo messaggio dopo averlo fatto aspettare un tempo lunghissimo per i miei soliti, pentendomene poco dopo, riflettendo sulla banalità della scusa. Il primo rifiuto non aveva scatenato particolari reazioni, se non un 'che palle' di circostanza, ma al secondo probabilmente si era arrabbiato, dal momento che non aveva più risposto, lasciando la chat sospesa, un po' come me. Si era ricordato che il lunedì ho religione alla prima ora, perciò voleva far sega e trascinarmi in un posto che 'mi sarebbe piaciuto', promettendo di riportarmi a scuola in seconda ora, ma io non potendo più usare la scusa dello studio mi ero limitata a dire che ero a corto di ore di sonno e quindi preferivo dormire; sicuramente non aveva gradito la mia schiettezza. Quasi a volermi punire per il mio comportamento, stamattina la testa di mia madre ha fatto capolino in cima alla torretta, svegliandomi nel frastuono dei suoi stivali col tacco contro i pioli della scala che porta alla mia stanza.

"Yoanna, scendi! C'è sciopero dei mezzi pubblici, se ti muovi ti accompagno in macchina prima di entrare al lavoro" ha esclamato mentre io ancora cercavo di capire su che pianeta vivessi. Dopo minuti di agonia ho dovuto accettare di scendere dal letto, lasciar perdere la colazione, e saltare dentro un paio di pantaloni della tuta qualsiasi, per poi seguirla fuori dalla porta e fino in garage, facendomi accompagnare davanti ai cancelli di scuola. Al mio arrivo in via di Bravetta sono praticamente già le otto e mezza e per fortuna Damiano ha già abbandonato la sua posizione contro il muretto da un pezzo. Come gli avrei spiegato la mia presenza lì, se mi avesse vista? Con la vitalità di un animale in letargo mi affaccio per assicurarmi che effettivamente non ci sia nessuno e trovo la strada libera, mentre quella scalinata desolata mi fa tornare in mente la settimana scorsa, quando all'uscita da scuola una voce rotta di chi è appena sopravvissuto ad un mal di gola micidiale mi ha chiamata, in mezzo ad una folla di zainetti colorati. Se da una parte mi sembrava una situazione troppo fuori dal normale per essere accettata, dall'altra so bene che non esistono altre Yoanna al Montale, forse neanche in tutta Roma, e quindi mi sono voltata, bloccando il mio passo veloce, già indirizzato alla fermata del pullman, per trovarmi di fronte un ragazzo alto con la barba, che mi si è parato davanti, a due passi dal finirmi addosso.

Damiano | Limerenza e DissimulazioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora