22. Una nottata movimentata

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Non penso di essere mai stata sveglia così tanto oltre la mezzanotte, neanche durante le lunghe chiacchierate con Vitto, eppure la stanchezza non sembra pesarmi granché quando passo una tazzina di caffè a Damiano, seduto ricurvo, con le gambe accavallate, sul bidè del mio bagno, mentre l'altra la trangugio sedendomi al suo fianco, sul bordo della vasca. Mi sono trovata obbligata a berlo anch'io, nonostante non ne avessi granché voglia, perché ne è venuto più di quanto fosse previsto e non mi andava di buttarlo. È stato lui a chiedermi di farglielo, anche se la faccia schifata e il commento che aggiunge poco dopo dicono chiaramente che se potesse tornare indietro, si rimangerebbe volentieri la sua richiesta. In effetti non è venuto molto buono.

"Tanto ti deve servire per vomitare, no?" gli dico per ripicca, con un piccolo sorrisetto sulle labbra.

Mentre poso la tazzina svuotata da quella bevanda orribile, mi cade l'occhio sulla tuta che mi sono infilata frettolosamente prima di raggiungere Damiano in bagno, e non posso che essere sollevata dal fatto che la sua piccola sbronza gli abbia fatto sfuggire le mie cosce bianche e nude quando ho aperto la porta di casa e insieme a loro anche il pigiama di Winnie the Pooh che ancora non ha commentato, o lo chignon disordinato in cui sono raccolti i miei capelli nero corvino. Da quando è qui ha continuato ad alternare momenti in cui la sua parlata era sbiascicata e confusa a momenti di completa lucidità, in cui sembra che non abbia minimamente toccato super alcolici. Ad ogni modo il suo aspetto poco sano evidentemente preoccupa più me che lui, dato che non mi sembra poi così a disagio mentre si piega sulla tazza e sputacchia quella che penso sia solo un po' di bavetta. Per la terza volta sollevo i palmi dalle mie cosce, decisa a fare qualcosa, ma poi le risistemo al loro posto, confusa e imbarazzata. Cosa bisogna fare in questi casi? Dove dovrei mettere le mani? Sulla sua schiena? Sulle sue braccia? Sulla nuca o sulla fronte, per tenergli indietro il ciuffo? Più o meno come sempre, sono impacciata in sua presenza, ma a lui non sembra interessare della mia incapacità come infermierina. È a suo agio, seduto in punta al mio bidè. 

Ciò che però non ho ben chiaro e su cui mi interrogo da quando l'ho trovato praticamente sdraiato sul mio pianerottolo, è il perché della sua presenza qui. Prima il motivo era il motorino parcheggiato sotto casa mia, poi ha aggiunto che aveva la vista annebbiata e non aveva senso guidare in quello stato, e non posso che essere d'accordo con lui. Poi quando in un momento di lucidità ho cercato di riprendere l'argomento, la versione ha subito degli ulteriori cambiamenti, che nuovamente mi lasciano un po' di stucco.

"Tuo fratello non ti ha detto niente?" gli ho domandato ricordandomi di Jacopo, che come quasi tutte le sere era presente al locale con dei suoi amici. Dubito che ci si sia recato a piedi e la domanda che sorge spontanea è perché non abbia portato Damiano con sé tornando a casa.

"Gli ho detto che dormivo da te" afferma un po' sconclusionato il ragazzo al mio fianco, lasciandomi più interrogativi di prima.

"Sarebbe una domanda?" gli chiedo poco dopo, rivolgendogli un sorriso divertito, sicura di essergli servita solo come scusa, come quella volta in discoteca. Mi aveva usata per poter sgusciare via dalla festa quel sabato sera e ora avrà fatto lo stesso con suo fratello per poter rimanere in giro tutta la notte. Tuttavia alla sua risposta mi devo ricredere, con un tuffo al cuore.

"Se nun te dà fastidio" pronuncia con un'alzata di spalle, prima di piegarsi di nuovo sul water e tossire rumorosamente. Questa volta non faccio nemmeno vagare le mie mani incerte per aria, le tengo ancorate alla tuta. Effettivamente avrei potuto anche arrivarci da sola, dato che siamo chiusi in questo bagno da più di un'ora, e da quando si è sistemato sul bordo del bidè, non sembra molto intenzionato ad alzarsi. Mio malgrado c'è qualcosa dentro di me che tutte le volte non si capacita di avere la possibilità di passare del tempo con Damiano, figurati se quella parte di me può essere in grado di fare pace col fatto che lui dorma qua per tutta la notte, o diciamo per quello che ne rimane. Nonostante i miei piccoli conflitti interiori però mi affretto a rispondergli confusionaria e imbarazzata: "certo-che-no, per me non c'è problema, tanto sono sola e..." prima che, stupendomi di nuovo, lui mi interrompa, tornando dritto, seduto quasi composto sul sanitario.

Damiano | Limerenza e DissimulazioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora