Capitolo 33

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Guardo fuori dalla finestra come Harry aiuta Judd a far roteare la mazza.

Stanno fuori da circa un’ora, e sembra che si stiano divertendo entrambi.

“Come sei stata, Presley?” mi chiede Mamma dal suo posto a tavola. Ha una tazza di the fra le mani e un libro di fronte a lei.

E’ stata un po’ imbarazzante quando io e Judd siamo arrivati giù, dopo non aver detto quasi niente con i miei genitori. Non è che non andiamo d’accordo o altro, è solo che non sono ancora una grande parte della mia vita, e non va bene. Non sono mai venuti alle mie recite a scuola, perché dovevano costantemente viaggiare e scrivere. Stevie è l’unica che c’è stata sempre per me, ed è ancora così.

Mi giro, per incontrare il suo sgardo. “Sono stata bene, e tu?” chiedo.

“Meglio. Adesso che Judd non è in ospedale, posso preoccuparmi di meno.” Scherza e io sorrido. “Ho sentito che farai un film. Quando inizierà?” chiede.

So chesta cercando di cominciare una piccola conversazione, qualcosa di cui io non sono mai stata brava.

“Sì, inizierà il 23. Sono davvero emozionata.” Lei sorride e apre la bocca per dire qualcosa, ma mio padre entra in cucina.

“Come stanno le mie ragazze?” Dice, mettendo un braccio sulla mia spalla e baciandomi la testa.

“Bene.” Dico, e mamma sorride.

“Glielo hai già chiesto?” Chiede mio papà a mamma, e lei gli rivolge uno sguardo severo.

“No, non l’ho fatto, ma stavo per farlo prima che tu entrassi.” Rivolgo a entrambi uno sguardo confuso, chiedendomi cosa devono chiedermi.

“Beh, allora diglielo!” Esclama mio papà. Mamma rotea gli occhi prima di schiarirsi la gola.

“Presley, noi abbiamo lavorato su unlibro, come sai.” Comincia e annuisco. “Beh, l’abbiamo finito, e ci piacerebbe se tu lo leggessi per prima, prima di pubblicarlo.” Sono scioccata. Non sono mai stata la prima a leggere uno dei loro libri. Erano sempre Stevie, o qualcuno dei miei nonni.

Mi fissano in attesa, e mi riscuoto dai miei pensieri. “Uh, certo!” Dico, e loro sorridono. “Mi piacerebbe!”

Mia mamma raggiunge la borsa che è a terra, vicino a lei, e tira fuori un libro. Me lo passa, un sorriso non lascia mai la sua faccia. Faccio passare una mano sulla copertina dorata. “Un posto che sappiamo solo noi.” Entrambi i loro nomi sono stampati sotto il titolo.

Metto il libro sotto il braccio ed esco dalla cucina, e raggiungo la mia camera.

Tiro le coperte dal letto, e mi infilo dentro. Dopo aver tirato su le coperte, e aver trovato una posizione comoda, comincio a leggere.

Per Presley. Il libro è dedicato a me. Giro la prima pagina e comincio.

“Lara Burke fissava con occhi spalancati il suo soffitto. No, non c’era niente d’importante lì, niente che potesse catturare la sua attenzione alle tre del mattino, lei semplicemente non riusciva a dormire. Lara si girò e controllò il suo telefono ancora una volta. Niente. Nessun messaggio, nessuna chiamata. Sola. Sola era, e sola rimarrà.

Lara sospirò e chiuse gli occhi. Li strinse forte, per fermare le lacrime che stavano cadendo. Cosa c’era di sbagliato in lei? Non si era mai sentita così, per colpa di un ragazzo. Ma lui non era un ragazzo. Lui era il ragazzo. Il ragazzo che ha tenuto la sua mano, il ragazzo con cui ha condiviso il primo bacio, il ragazzo che l’ha lasciata, e che non tornerà mai. Il ragazzo si chiamava Dallas Whake. Anche solo il pensiero del suo nome la fece rabbrividire.

StalkerStyles (Traduzione italiana)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora