Capitolo 19

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Presley's P.O.V.

"Attenzione," Avverto Alexander. "Mia zia Stevie è pazza. Mio fratello ti amerà per sempre se giochi con lui a basketball, e le mie cugine potrebbero sbavare, quando ti vedranno. Pronto ad entrare?" Ho la mano ferma sulla maniglia. Annuisce e la spingo. "Siamo qui!" Urlo, chiudendo la porta dietro Alexander e camminando verso il salone.

"Presley!" Esclama Judd, correndo giù per le scale. Aggancia le sue braccia magre attorno alla mia vita, quasi facendomi mancare il respiro.

"Hey, bocciolo." Dico, poggiando la valigia a terra e abbracciandolo. Quando mi lascia andare, gli presento Alexander. Non chiede perché Alexander sia qui, al posto di Harry, lo porta solo fuori, fino al canestro. Cammino in cucina, un buon profumo riempie l'aria.

"Stai cucinando?" Domando, notando una Stevie esausta.

"Oh, sì. Questo tacchino sembra commestibile?"

"Sì, lo sembra." Rispondo, abbracciandola. "Vuoi un aiuto?"

"Certo, lavati le mani prima." Apro il rubinetto e prendo del sapone. Guardo come Judd fa cadere Alexander mentre giocano, e noto quanto sia dimagrito. "Judd non sembra più magro?" Chiedo a Stevie.

Guarda fuori dalla finestra. "No, mi sembra lo stesso." Scrollo le spalle e asciugo le mani.

Finiamo di cucinare il tacchino e la torta prima che le mie cugine arrivino. Ho sempre temuto le vacanze per colpa delle mie cugine. C'è una ragazza di quattordici anni, che pensa di essere l'essere umano più figo esistente sul pianeta. C'è la cugina nerd, con gli occhiali, che non sa come socializzare, la zia casinista, e quello di nove anni, ossessionato dai video-games. Non ho idea del perché loro vengano sempre qui ogni anno. Rende la situazione più impacciata per tutti.

"Ciao, ciao!" Esclama mia zia Jeanie, spuntando in cucina. Tiene una bimba in braccio, e sta cercando di farlo smettere di piangere.

"Lascia fare a me." Mi dice Stevie. Alla zia dice: "E' così bello vederti! Come stai?" Mentre Stevie cerca di essere amichevole con Jeanie, io prendo in braccio la bambina ed esco fuori, in cerca di Alexander. Lo trovo seduto sul divano di vimini, con la quattordicenne che sta sbavando.

"Com'è essere famosi?" Chiede Katie.

"E', uh, divertente?" Risponde facendola sembrare una domanda.

Katie sta per fare un'altra domanda, ma mi siedo proprio tra lei e Alexander. "Katie, tua mamma ti cerca." Mento. Rotea gli occhi, prima di scendere dal divano. "Scusala." Dico ad Alexander. Lui allunga una mano, fino alla mie spalle, facendomi rabbrividire.

"Va bene." Dice. "Sono abituato alle stalker quattordicenni." Rido alla sua risposta, tenendo in equilibrio la bambina sulle gambe. "Come si chiama?" chiede Alexnader, riferendosi alla bambina.

"Jane, ha un anno, ed è nata nella famiglia più strana di sempre." Dico, afferrando la sua piccola mano. Alexander ride, stringendo un po' la mia spalla.

Stevie mette la testa fuori. "La cena è pronta!" Ci chiama. Alexander mi aiuta ad alzarmi, e camminiamo dentro.

Harry's P.O.V.

"Non posso farcela." Dico, posando il mio telefono sul bancone.

"Hai fatto le cose sbagliate, non c'è modo di tornare indietro adesso." Dice Zayn. Guardo le facce degli altri ragazzi. Dicono tutte le stessa cosa. Non posso riparare le cose con Presley, solo renderle peggiori.

Scuoto la testa, lasciandoli e dirigendomi nella mia stanza. Mi distendo sul letto, fissando il soffitto. Ripenso a tutto il tempo passato con Presley, e quanto vorrei tornare indietro nel tempo. Lo so che Alexander la tratterà meglio di quanto posso fare io. Lui non la tradirebbe mai. Lui non andrebbe mai a letto con le altre ragazze. Lui sarebbe capace di riparare tutto questo. Mi alzo, afferrando una penna e un pezzo di carta. Mi siedo a terra, con la schiena contro il letto, e comincio a scrivere.

Presley's P.O.V.

Controllo il telefono per la milionesima volta nell'ultimo minuto. Nessuna chiamata. Nessun messaggio. Niente. "Stai bene?" Domanda Stevie, posando un piatto di pancakes difronte a me.

"Sì, sto bene." Mento. Stevie sa quello che è successo con Harry. "Farò un pisolino." Alexander e Judd stanno guardando un film in televisione. Alexander non sembra seccato del fatto che Judd si sia attaccato a lui. Salgo le scale fino alla mia stanza, chiudendo la porta dietro di me. Le palpebre stanno diventando pesanti, ed è difficile tenere gli occhi aperti. Bussano alla porta.

"Non sono dell'umore Stevie." Dico, affondando la testa nel cuscino. Un altro piccolo colpo. "Stevie, per favore-"

"Faresti meglio ad essere dell'umore giusto per me." Dice la familiare voce della mia migliore amica. Alzo di scatto la testa per vedere Alana sulla soglia della porta, con una mano sul fianco.

"Alana!" Esclamo, saltando giù dal letto. La stringo in un abbraccio, entrambe facciamo dei versi che le persone fanno quando non si vedono da un po'. "Che ci fai qui?" Le chiedo, quando finalmente ci calmiamo.

"Non tornerò alla Duke fino a Domenica, così ho pensato di venire a vederti." La abbraccio di nuovo.

"Ho davvero bisogno di te adesso." Ammetto.

**

"Quindi l'ha baciata? Come se fosse niente?" Esclama Alana, mettendo lo smalto rosa sull'unghia del suo pollice. Annuisco.

"Non sapevo cosa fare. Fortunatamente Alexander era lì per consolarmi." Dico, spalmando dello smalto blu sull'indice.

"Come vanno le cose tra te e Alexander?" Chiede, sollevando le sopracciglia.

"Onestamente non ne ho idea." Ammetto. "Non posso lasciarmi Harry alle spalle così."

"Emergenza sleepover?" Chiede Alana. Annuisco, mentre delle lacrime cominciano a riempirmi gli occhi.

**

6 Dicembre, 2012

Apro la porta di Alexander, come faccio di solito. "Ciao?" Lo chiamo. Guardo in cucina, non vedendolo da nessuna parte. Apro la porta della sue stanza, aspettandomi di vederlo addormentato. Invece lo trovo seduto contro il letto, leggendo una lettera.

"Cos'è?" Chiedo.

"Credo che dovresti leggerla." Dice, passandomi la lettera. Riconosco subito la scrittura di Harry.



Caro Alexander ...

StalkerStyles (Traduzione italiana)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora