Capitolo 48

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Alana’s P.O.V

“Niall no! Non era quello che intendevo!” Dico ridendo nel telefono. Giro la testa verso destra prima di premere l’accelleratore della mia macchina, e immettermi  nel vicolo.

“E’ quello che hai detto!” Dice ridacchiando. Rido con lui, fino a quando non raggiungo l’appartamento di Presley. Cerco con lo sgaurdo un posto libero dove parcheggiare, mentre Niall mi parla del sandiwch al formaggio che abbia mai mangiato. “Onestamente, se potrei sposare un sandwich, sposerei quello.” Dice e io sospiro. “Ma ovviamente, tu saresti la prima che inviterei.” Dice.

“Sembra che tu mi abbia appena chiamato sandwich.” Dico, trovando finalmente un posto libero.

“No no, non è quello che volevo dire. Intendevo che se vuoi sposarmi, cioè, aspetta no! Dicevo che se-“ Balbetta.

“Niall, che scusa stai cercando?” Dico, ridendo.

“Dio, lo sai che intendevo!” Dice, ridendo con me.

“Certo che so che volevi dire.” Dico, uscendo dalla macchina e chiudendo la porta. Infilo le chiavi nella tasca e comincio a camminare verso l’entrata.

“Stai andando da ..” Dice Niall abbassando la voce, “Presley?” Chiede. Presumo che Harry sia da qualche parte con lui, altrimenti non l’avrebbe sussurrato.

“Sì.” Dico, mentre passo il portinaio ed entro nell’ascensore. “Ma non ha risposto a nessuno dei miei messaggi, non mi ha richiamato. Penso che stia dormendo o qualcosa del genere.” Dico mentre spingo il pulsante del suo piano e l’ascensore comincia a salire. “Dopo aver rotto con Harry, era distrutta. Mi ha chiamato, ma non ho capito niente di quello che ha detto.” Dico.

“Sì, anche Harry sta male. Si chiude a chiave nella sua stanza e piange ogni giorno, non capisco perché—“ Smette improvvisamente. “Oh, uh, ciao Harry. Harold. Har-bear. Har-ster.” Riesco a malapena a sentire Harry mormorare un ‘Ciao Niall’. Le porte dell’ascensore si aprono e io esco, camminando per il corridoio fino al suo appartamento. “Sei in forma oggi Harry. I tuoi ricci sono più .. ricci del solito.” Dice Niall, e sento Harry ridere leggermente.

Raggiungo la porta di Presley e busso. Non sento rumori dentro, e mi chiedo se sia a casa. Spingo la maniglia e vedo che è aperta. Faccio un passo dentro e quasi cado. “Wow.” Dico, guardando l’appartamento vuoto. Non c’è niente, tranne i mobili.

“Va tutto bene?” Chiede Niall, e io scuoto la testa.

“Se n’è andata.” Dico, incredula. “Presley è andata via.”

“Presley è andata via?” Dice Niall, non preoccupandosi di abbassare la voce. La prossima cosa che sento è Harry che dice ‘Cosa?’ abbastanza forte da farmi sentire. Sento dei fruscii e la voce di Niall cambia a quella di Harry.

“Cosa? Dov’è?”

Presley’s P.O.V

Lights will guide you home ..” Il suono familiare dei Coldplay fuoriesce dai microfoni della radio della mia auto. Stringo il volante, incapace di trattenere le lacrime. Mi fermo, il respiro mi si ferma in gola quando vedo casa mia, la macchina dei miei genitori in garage. Non so se sono dell’umore per parlare con loro. Mio padre mi direbbe “Te l’avevo detto.” Poi uscirà di casa e andrà a cercare Harry, e non voglio che accada.

And ignite your bones ..” Mi fermo nel parcheggio e esito a spegnere il motore. Guardo la mia casa, nessuno sa cosa succederà là dentro. Potrei litigare con i miei, piangere sul mio letto, o leggere un libro a Stevie mentre lei prepara la cena.

“And I will try, and fix you.” Finalmente esco dalla macchina. Probabilmente avrei dovuto chiamare, dire a qualcuno che sarei arrivata, e che non vivo più in quell’appartamento, ma quella era l’ultima cosa nella mia testa mentre pensavo a impacchettare le mie cose. Lascio tutto in macchina, prendo  solo la borsa. Chiudo la porta e mi avvio all’ingresso. Faccio un passo verso la porta. Esito a raggiungerla, non sapendo se bussare o no. Decido di no, e poggio la mano sulla maniglia, girandola. La porta si apre e sento le voci nella cucina.

“Questa torta sarà più nel tuo budget. Potresti prendere un vestito più bello se scegli questa torta. E potremmo non aver bisogno del catering, potremmo cucinare noi, per risparmiare.” La voce di mia madre dice mentre chiudo la porta.

“Sicura? Posso pagare io per il catering.” Risponde Stevie.

“No, no. Non pagherai niente. Ho promesso a mamma e papà, prima che morissero, che avrei fatto questo al posro loro. Manterrò la mia promessa. “ Mia madre. C’è silenzio, e scommetto che si stanno abbracciando. Quando nomina i miei nonni, mi viene un nodo alla gola. Mamma non ci portava quasi mai dai nonni, perché vivevano dall’altra parte dell’America, e non erano in buoni rapporti con mamma. A loro non piaceva papà, e il modo in cui papà l’ha spinta verso la scrittura e i viaggi, due cose che non hanno mai digerito. Mia mamma e Stevie hanno un fratello, ma lo vediamo molto raramente perché è in Antartide a studiare i pinguini. Neanche lui andava d’accordo coni nonni, colpa del suo spirito festaiolo e avventuriero, che lo portò a sposarsi, e divorziare anni dopo. Ha sempre trattato me e Judd come suoi figli, è un uomo gentile.

“Hey?” Dico, finalmente entrando in cucina. Mamma quasi scoppia a piangere mentre si affretta verso di me, abbracciandomi. L’abbraccio più forte di quanto lei stia facendo, e delle lacrime mi cadono dalle ciglia sulle guance. Tutte queste lacrime sono per tutti gli anni in cui lei non c’è stata nella mia vita, quando tutti mi prendevano in giro. Quando un ragazzo mi disse che gli piacevo e poi mi mandò un messaggio dicendomi che non ero il suo tipo e che ‘probabilmente dovremmo prendere coscienza delle nostre esistente, e non incontrarci più.' Il mio sedicesimo compleanno, quando ebbi il mio primo incidente d’auto, il mio diploma e tutte le esperienze della mia vita. Ma adesso, mi sta abbracciando, e con questo abbraccio sembra aver cancellato tutti gli anni di assenza.

“Che cosa ha combinato ‘Mr. Sono famoso’ sta volta?” Dice Stevie dietro di noi. Mamma si gira e io mando un’occhiataccia a Stevie. Lei alza la testa in difesa e io rido, asciugandomi le lacrime.

“’Per il mio bene.’” Dico, prima di sedermi accanto a Stevie e raccontare la mia rottura senza lasciar scorrere una lacrima.

Harry’s P.O.V.

“Harry stai calmo.” Dice Niall. “Probabilmente è solo tornata a casa.”

“Ma perché?” Urlo prima di alzarmi dal divano e cominciare a camminare per il salone, ancora.

“Uh, beh, forse perché il suo capo era un’idiota che non la rispettava e il ragazzo che ama l’ha lasciata quando poteva chiaramente trovare un’altra soluzione?” Lo fulmino con lo sguardo. “Ma sai, possono anche esserci altre ragioni. Forse le serve per pensare, intendo, dopo tutti questi rumors di te che l’hai lasciata, starà malissimo. Forse vuole solo stare lontana dai riflettori per un po’.”

“Credi che si sia licenziata? Non è facile lasciare un lavoro come quello.” Dico, fermandomi così posso guardarlo.

“Non lo so, ma lo spero.” Dice. “Si sarà stancata. E’ troppo ingenua per essere famosa.” Dice e sospiro, realizzando che non è di aiuto, comunque mi fa piacere avere compagnia. “Potresti chiamare, come si chiama quell’idiota, Alexander? Sì, chiamalo e chiediglielo.” Dice. Sospiro, e realizzo che infondo non è una cattiva idea.

Dopo che Niall chiama Alana per avere il numero di Alexander, sono seduto a questo tavolo, con Niall affianco a me. Ascolto il telefono bussare. Una volta, due, suona quattro volte prima che risponda. “Pronto?” Dice, e improvvisamente divento nervoso.

“Vai.” Mi incoraggia Niall.

“Uh, hey, Alexander.” Dico.

“Harry?” Chiede.

“Sì, sono io.”

“Ho capito perché hai chiamato.” Dice e io sospiro. “Lei sta bene, sì è licenziata e penso sia già a casa. Era davvero distrutta. Quel lavoro non faceva per lei. È troppo buona per farlo.” Dice e ho l’impressione che io e lui potremmo avere qualcosa in comune.

StalkerStyles (Traduzione italiana)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora