Anime: My Hero Academia
Personaggio: Bakugou KatsukiLEMON
Non era stato facile vivere come un eroe, per quanto fosse bello vedere le persone salve e mandare in gattabuia quei dannati Villain essere un eroe era sfaticante e stressante. Potevi rimanere ben poco con le persone che amavi, essere tranquilla e sfogliarti un bel libro o guardarti una serie TV. Crescere era decisamente brutto. Sarebbe tornata volentieri alla U.A., alla sua scuola del liceo, a divertirsi con quei pazzi dei suoi compagni e a rivivere la sua prima volta con lui. Ora, però, era dall'altra parte del continente nipponico, un lavoro come Hero in tasca e dei compagni di squadra passabili. In America il tasso di criminalità era più alto di quasi tutti gli altri stati. Una famosa agenzia l'aveva chiamata due anni dopo che si era diplomata con i voti più alti di tutta scuola, per altro, ed era partita senza pensare alle conseguenze che sarebbero accadute dopo. L'America era sempre stata il suo sogno nel cassetto, non ci aveva messo molto ad accettare il lavoro, però andando avanti con gli anni si era leggermente ricreduta e aveva iniziato a sentire la stanchezza posarsi lungo la schiena. Le vacanze non le vedeva da dieci anni, praticamente da quando era arrivata, si era buttata di testa nel lavoro ed era più spesso la sua famiglia a venire per natale o altre festività lì da lei piuttosto che l'incontrario; col lavoro che si trovava non poteva muoversi più di tanto, e il Giappone era abbastanza lontano, il tempo nella sua vita giocava un brutto ruolo.
Una mattina la sua assistente, ( N/A ), le consegnò una lettera oltre al consueto giornale. Guardò la lettera con caratteri giapponesi impressi sulla busta e alzò un sopracciglio; quella non era decisamente la scrittura di sua madre né di suo padre o sua sorella minore. Si allungò a prendere il tagliacarte sulla scrivania e iniziò ad aprire la busta con lentezza, quasi avesse timore di ciò che si sarebbe trovata all'interno. Ne tirò fuori un invito. La carta rosa antico e le lettere incise sopra, di color nero, le fecero battere forte il cuore. Lesse con velocità le parole e riuscì a trattenersi dal piangere per ben poco.Midoriya Izuki § Uraraka Ochaco
Sono lieti di invitare ( T/N ) ( T/C ) al loro matrimonio, che si terrà il 23 agosto 2028 presso la spiaggia di Nirai situata davanti l'hotel Nikko Alivila alle ore 11:00, inseguito gli invitati saranno chiamati ad entrare nell'hotel per il ricevimento.
Vi preghiamo di confermare la presenza,
Cordiali salutiSi accorse poco dopo che dietro c'era un piccolo fogliettino con l'inconfondibile scrittura di Ochaco, quella che negli anni del liceo considerava come una sorella e che non vedeva davvero tantissimo tempo.
Cara ( T/N ),
Sono anni che ormai non ci vediamo di persona e mi manca davvero tanto un tuo abbraccio! Spero che accetterai l'invito alle nozze, e se così fosse vorrei che fossi presente anche all'addio al celibato e che stessi al mio fianco come damigella, lo spero con tutto il cuore. Staremo nell'Hotel per tre giorni. Deku ti saluta e ti manda anche lui un forte abbraccio. Ti prego di rispondermi, tua Ocha.<< ( N/A ) chiedi al capo se posso parlargli, è urgente. >> alzò lo sguardo dalla lettera, che strinse a sé, posandolo sulla sua assistente che scattò in piedi e corse nell'ufficio del capo. << Ci vedremo presto, Ocha-chan! >>
Così fu, due mesi dopo la lettera si trovò all'aeroporto di Okinawa ad aspettare il taxi che l'avrebbe portata all'hotel, per fortuna un po' di ore di sonno l'aveva fatte durante il volo e in quel momento la sua stanchezza non era nulla di ché. L'unica pecca fu uscire dalla struttura e ritrovarsi sommersa dai giornalisti. Si coprì immediatamente con una mascherina nera e un cappellino sportivo dei Lakers. Attraversò con una tranquillità pazzesca la folla e trovò il suo taxi proprio dietro la calca di persone. Fece per salire sopra la vettura, dopo aver passato la valigia al tassista, quando la gente iniziò ad urlare eccitata. Allungò il collo per vedere di chi si trattasse e poté constatare che si trattava di uno dei suoi vecchi compagni di classe. Chiese al signore davanti di aspettare un secondo, prima di rigirarsi a guardare l'ormai uomo che firmava autografi con un leggero sorriso sul viso. Todoroki Shouto si era fatto decisamente più grande. Era molto più alto dell'ultima volta che l'aveva visto, muscoloso e i capelli erano leggermente più lunghi, ma di ben poco. Abbassò di poco la mascherina e si sporse per attirare la sua attenzione, muovendo la mano come una forsennata. Gli occhi eterocromatici la individuarono abbastanza velocemente e si defilò dalla calca, sorridendo e salutando in modo gentile ed educato, come al suo solito. Si lanciò all'interno della macchina trascinandosi la valigia dietro, e ( T/N ) fece partire a gran velocità l'autista.
<< Era da tanto che non ti facevi più vedere. >>
<< Anche a me fa piacere rivederti, Shouto. >>
Sorrisero entrambi, guardandosi, prima di lasciarsi andare in un veloce abbraccio e ritornare ritti a guardare la strada.
<< Scommetto che Uraraka sarà felicissima di rivederti. >>
<< Beh, spero di sì, anche perché sarà una sorpresa. Ho chiamato soltanto Izuki e abbiamo deciso di tenerlo per noi. Hanno invitato tutti quelli della classe? Che tu sappia? >> domandò curiosa, guardandolo con la coda dell'occhio.
<< Da quello che ho sentito da Momo temo di sì, anche perché infondo bene o male tutti eravamo legati in quella sezione. >>
<< Capisco. >> mormorò, sorridendo leggermente ed annuendo.
<< Sarà un piacere per tutti rivederti qua. >>
<< Diciamo quasi tutti... Sicuramente darà di matto. >> sospirò, appoggiandosi col viso sulla mano.
<< Non puoi biasimarlo, eravate molto legati e di punto in bianco hai deciso di andartene per l'America, anche io mi sarei sentito tradito. >> disse la sua il ragazzo, guardandola senza alcun timore. << Bakugou, farà parte dei testimoni dello sposo, quindi preparati a vederlo sin da subito. >> annunciò con una calma quasi agghiacciante.
<< Lo sospettavo, tranquillo, avevo messo tutto in conto sin da quando ho confermato la mia presenza. In fondo si conoscono da tanto nonostante i litigi. Spero solo che non ne combini una come al suo solito, non voglio rovinare il matrimonio della mia migliore amica. >>
Lui annuì, e i restanti 40 minuti di viaggio li passarono in silenzio, cullati dal rumore della macchina e della radio. Quando l'hotel apparì davanti ai loro occhi, lo sguardo di ( T/N ) si illuminò. Era una struttura moderna e bellissima. Il palazzo ospitava ben dieci piani, un cancello che ne circondava l'intera struttura e i suoi terreni, poteva vedere il mare trovarsi a uno sputo dal resort con la piccola spiaggia dove sicuramente si sarebbe temuta la cerimonia e il viale dell'entrata, posto dopo il cancello altissimo, era riparato da maestose palme lungo le due estremità. Si appiccicò al finestrino per cercare di captare altro con gli occhi ma l'unica cosa che vide fu un altro mucchio di persone armate di macchina fotografica e messi proprio davanti all'entrata. Sbuffò e fece ricadere l'attenzione del ragazzo su di sé.
<< Sospettavo ci fossero i fotografi e giornalisti, ma non pensavo così tanti. >>
<< Conta che è un evento dove la maggior parte degli Hero e Pro Hero più famosi del paese e alcuni al mondo, sono presenti. Non si lascerebbero mai lasciare un occasione del genere. Poi, è più che normale, sono comunque nozze di due persone famose. >>
Annuì alle sue parole non staccando però lo sguardo dal finestrino. In America c'erano molti fotografi ma non così tanti radunati a un matrimonio. Si limitò a tirare su di nuovo la mascherina e coprirsi per bene col cappello, in modo da non farsi riconoscere, mentre Shouto rimase fermo e salutò, anche se si vedeva benissimo che non vedeva l'ora di raggiungere la camera da letto e dormire. Entrarono nel viale e vennero lasciati davanti all'entrata dove venne subito un fattorino a recuperare le valige.
<< Todoroki e ( T/C ). >> disse Shouto, rivolto al ragazzino che annuì e partì quasi subito col carrello per portare i bagagli dentro.
Todoroki si permise di prenderla a braccetto, ed insieme entrarono nell'hotel, trovandosi altri compagni di classe che stavano aspettando di prendere la chiave della stanza. Kiminari Denki e Jiro Kyoka stavano litigando tra di loro, e a ( T/N ) parve di ritornare ai vecchi tempi. Si trattenne dal ridere, avvicinandosi e facendoli sobbalzare entrambi quando gli mise le mani sulle rispettive spalle.
<< Vedo che il vostro amore si è fatto sempre più solido negli anni! >>
<< ( T/C )-chan! >> esclamò il biondo, travolgendola subito in un abbraccio tritaossa.
<< ( T/C ), che piacere rivederti. >> la violetta le sorrise leggermente, salutando poi il ragazzo al suo fianco.
<< Anche per me, Jiro. Kiminari, vedo che il tuo amore per le ragazze è aumentato a dismisura. >> sibilò ( T/N ), piantandogli una mano sulla faccia e allontanandolo dal suo seno. Il ragazzo barcollò leggermente, le guance colorate di un leggero rosa, prima di beccarsi una sottile frecciatina da Kyoka e ritornare a battibeccare con lei.
I due li guardarono, lasciandoli perdere, e sorpassandoli per prendere le chiavi delle rispettive stanze. Salirono entrambi sull'ascensore, che per Todoroki si fermò al terzo piano mentre per ( T/N ) al settimo, e si salutarono. Camminò con lentezza fino alla sua porta e quando l'aprì rimase affascinata dalla vista. Corse alla finestra e uscì fuori sulla piccola terrazzina, godendosi a pieno quel panorama tanto bello. Il sole era ancora alto in cielo essendo le 16 e il rumore delle onde che si infrangevano piano sulla spiaggia la fecero innamorare. Il mare le era sempre piaciuto, e lavorando a Los Angeles era cresciuto soltanto di più quel suo amore. Si appoggiò alla ringhiera e rimase a scaldarsi sotto quei raggi, innamorata pienamente di quel posto.
<< CRETINO! MA RIESCI A FARE DECENTEMENTE IL TUO LAVORO?! TI PARE CHE QUESTA SIA LA MIA VALIGIA?! HA INDUMENTI FEMMINILI, NON MASCHILI, PEZZO DI MERDA! >>
Sobbalzò, girando di novanta gradi la testa alla sua sinistra, guardando la terza terrazzina e rischiando quasi di rimanerci secca. La conosceva bene quella voce da donna ciclata.
<< Fa che non l'ha ucciso. >> borbottò, rientrando in fretta nella stanza e uscendo in corridoio, dove tutti ovviamente si erano affacciati. Vide Izuki farsi spazio e far per aprire la porta ma venne prontamente fermato dalla sua mano sulla spalla.
Lo guardò con la coda dell'occhio, facendogli un piccolo sorriso.
<< Facciamo così, se lo sta per ammazzare fermo il flusso del suo sudore e tu porta il ragazzo via il più in fretta possibile. Ah, se non mi vedere uscire da qua è perché ha trovato il modo per ammazzare me. >>
Midoriya annuì e lasciò spalancare la porta dalla ragazza, che si preparò sin da subito a fermare sudore. Ciò che videro non li fece sconvolgere più di tanto: Bakugou Katsuki stava tenendo il ragazzo dal colletto e l'aveva sollevato di parecchi centimetri dal terreno, l'altra mano era davanti alla faccia pronta a farlo esplodere. Il ragazzo si girò verso di loro con gli occhi ricolmi di lacrime e una faccia da morto.
<< N-non l'ho fa-fatto apposta... >> balbettò nella loro direzione.
( T/N ) scosse la testa e si fece avanti, attirando i fluidi sudoriferi delle mani del biondo, e facendogliele asciugare di botto. Katsuki rilasciò un ringhio animalesco e si voltò di scatto, puntando lo sguardo su di loro.
<< Izuki ora. >>
La ragazza con un scatto quasi felino si buttò sul bombardiere, che dovette lasciare la presa dal ragazzo e pararsi dal pugno che gli stava per arrivare. Rotolarono a terra, schivando colpi su colpi e neanche si accorsero di essere finiti sulla terrazza. Vennero fermati dalla balaustra e ( T/N ) si trovò sotto al biondo, fermando entrambe le sue mani con dei fluidi d'acqua che sbucarono dal pavimento e lo tennero ben ancorato al terreno. Alzò lo sguardo dalle catene d'acqua e si trovò a specchiare gli occhi in quelle pozze di lava bollente che la stavano guardando decisamente male.
<< Vedo che il vizio di minacciare le persone non l'hai perso. >>
<< Vedo che il vizio di intrometterti sempre non l'hai lasciato, merda. >>
<< Puoi insultarmi quanto vuoi, non mi fa ne caldo ne freddo. >> ribatté, cercando di scivolare via da lì sotto, ma venne bloccata dalle gambe del ragazzo che le strinsero i fianchi in una morsa troppo forte. << Vorrei ritornare nella mia camera, Bakugou. Devo disfare la valigia. >>
Ghignò e si sistemò meglio su di lei, lasciando cadere un po' del peso per schiacciarla e non farla alzare. << Non penso proprio, ( T/N ), anche perché la tua valigia è sul mio letto. Carino il completo nero. >>
La ragazza arrossì, e iniziò a scalciare come un cavallo, tirandogli dietro i peggio insulti, riuscendo poi nel suo intento. Sgusciò via dalla presa e lo guardò dall'alto.
<< Penso proprio che lancerò tutti i tuoi pantaloni giù nella piscina, minchione. >> lo minacciò, rientrando in camera per afferrare tutta la sua roba sparsa nella camera, e trattenendosi dal non buttarlo direttamente giù dal balcone.
<< HAI INTENZIONE DI LASCIARMI QUI, STRONZA?! E NON TOCCARE I MIEI PANTALONI! >>
<< Wow, come hai fatto ad indovinare? >> ridacchiò nel vederlo inginocchiato e con le mani ben piantate al terreno, prese la sua valigia e lo salutò con la mano. << Ci vediamo presto, Katsuki!... O forse no. >>
Scappò da lì ridendo e si rintanò nella sua stanza, andando subito ad aprire l'altra valigia nera, molto simile alla sua. Tirò fuori il completo ben piegato che sarebbe servito l'indomani con le scarpe, le magliette presenti, due pantaloni, per non lasciarlo proprio nella merda e senza vestiti, e un costume. La richiuse, con sottofondo le continue urla del porcospino ciclato, ed uscì nella terrazza.
<< Oi, Katsuki! >> lo richiamò, attirando l'attenzione su di se e facendolo smettere per poco di urlare. << Saluta la tua valigia! >> e la lanciò dritta nella piscina di sotto.
<< APPENA MI LIBERO TI AMMAZZO, COGLIONA DI MERDA! >>
Scoppiò a ridere e lo risalutò con la manina, prima di rientrare e lanciarsi sul letto. << Come è iniziato bene questo evento. >>
STAI LEGGENDO
𝖆𝖓𝖎𝖒𝖊 - 𝖈𝖍𝖆𝖗𝖆𝖈𝖙𝖊𝖗𝖘 𝖝 𝖗𝖊𝖆𝖉𝖊𝖗
FanfictionCOMPLETA Potete trovare la seconda raccolta sul mio profilo!💜🌸 ---------------------------------------------- Ogni ragazza sogna di vivere almeno una volta un'avventura con il suo personaggio preferito, quel breve attimo in cui tutto si annulla e...