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Ron abbracciò Hermione fortissimo. Aveva l'uniforme sporca qua e là e la camicia lievemente strappata. Sul viso aveva qualche graffio.

- Ron! - esclamarono insieme Harry e Ginny. Corsero subito verso l'amico.

- Vi vedo raccontare... - disse Ron prendendo fiato. - Tutto. -

Lo fecero sedere e lui incominciò a parlare.

- È stato... - chiuse gli occhi. - Orribile. Davvero. -

- Non metterci ansia! - esclamò la sorella. Ron accennò un sorriso.

- Ero in bagno, Harry era entrato in una delle cabine. Il mio aggressore ha approfittato della mancanza di qualcuno che mi potesse aiutare e difendere per lanciarmi un Pietrificus Totalus... Così, prima che potessi cadere a terra immobile, si è lentamente avvicinato a me (lentamente in modo da non farsi sentire da Harry) e mi ha preso trascinandomi per le braccia. Dopo essere lentamente uscito dal bagno, si è messo a correre e mi ha portato indovinate dove? Nei sotterranei! In uno sgabuzzino mi pare... Boh, era molto strana quella stanzetta. -

- Ma questo tizio? Chi era? L'avrai pur visto in faccia! - osservò Hermione.

- Ci arrivo dopo. Comunque, nello sgabuzzino ha preso una sedia e mi ha legato, poi ha iniziato a interrogarmi. Peggio delle interrogazioni di storia della magia... Mi chiedeva cose a proposito di te, Harry. -

Harry scattò in piedi. - Cosa di preciso? -

- Mi chiedeva le tue paure, cosa ti rende felice e cosa triste. Cose così. Quel tipo, era strano - rifletté Ron.

- Quel tipo. Chi era? - domandò Ginny.

- Non vorrei sparare cavolate. Ero mezzo stordito. Ma somigliava tantissimo a... - abbassò la voce. - Micheal Smith. -

Hermione restò a bocca aperta, Harry, poco sorpreso, sembrava volesse dire è sempre centrato qualcosa. Ginny era delusa, ma in qualche modo, anche contenta che si sapesse il probabile aggressore di molte persone: suo fratello, il suo Harry... L'aggressore del suo Harry. Del suo Harry. Ora che ci pensava, l'avrebbe voluto smontare come un mobile dell'Ikea, quell'aggressore.

- Ragazzi, sentite - iniziò Hermione - tra pochissimo è Natale, Smith deve incontrarsi con qualcuno molto probabilmente, come abbiamo dedotto dalle lettere. Quindi vi chiedo: chi, come me, ha intenzione di fermarlo esattamente a Natale e mettere fine a questa storia? -

Inutile dire che tutti si trovarono d'accordo con Hermione, che soddisfatta, si gettò tra le braccia del suo fidanzato, che aveva ancora l'uniforme sporca e tagliuzzata.

- Ron, vatti a fare una doccia, per l'amor di Dio. E cambiati. - gli raccomandò Ginny, ridacchiando.

Il rosso diede un bacio alla sua ragazza e poi fece come detto dalla sorella.

Harry si avvicinò alla finestra e guardò da fuori la distesa di neve che si estendeva vicino ad Hogwarts.
Poi iniziò a pensare a Smith, a come incastrarlo.
E gli venne in mente un'idea pericolosa e bizzarra, di cui non avrebbe fatto parola con nessuno. Non con Ron, non con Hermione, ma soprattutto, non con Ginny.
"Andiamo Harry, non è niente di così pericoloso" si disse. "Ma sai già che Ginny non te lo lascerebbe fare. Quindi non dirlo ne' a lei, ne' a nessuno. Solo una volta che lo avrai già fatto, potrai spiegare ai tuoi amici cosa fare per portare a termine il piano."

E fece un piccolo sorrisetto.

Hermione a un tratto cacciò un urletto. Ginny alzò lo sguardo e chiese: - Herm, che c'è? -

- Ragazzi, Smith non verrà all'Infermeria a Natale. Che stupida che sono! Perché cavolo non ci ho pensato! - rispose la ragazza.

- Che intendi dire? Come lo sai? -

- Smith sa che il Misterioso Mittente vuole appuntamento con lui a Natale, ma non sa dove! Perché lui ha letto solo una delle due lettere... La prima gliela abbiamo rubata noi prima che la potesse leggere. -

La rossa propose, appena Hermione ebbe finito di parlare, di infiltrarsi nel dormitorio maschile e lasciare la prima lettera sul letto di Michael, cosicché lui la leggesse.

- Ragazze, non è meglio che vada io a portarla? Voi non potete entrare nel nostro dormitorio - notò Harry.

- No, se per caso dovesse beccare a te, potrebbe anche farti del male, visto che sei la sua "preda" - spiegò Hermione, - ma nessuno torcerebbe mai un capello a due ragazze indifese. Neanche Smith, spero -.

Il ragazzo che è sopravvissuto allora diede il suo consenso, seppur un po' preoccupato.
Le due amiche sarebbero andate a recapitare la lettera quella stessa sera.

Risolviamola cosìDove le storie prendono vita. Scoprilo ora