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–Ho trovato!– gridò improvvisamente Hermione; reggeva un librone che parlava esclusivamente di incantesimi.

Harry, Ginny, Ron e Hermione avevano passato per giorni il loro tempo libero nella Biblioteca, sperando di trovare risposte alle loro domande.

–Che, di preciso?– domandò Harry, fissando l’amica. –Con tutt’i misteri che abbiamo da risolvere, bisogna specificare a quale di essi abbiamo trovato risposta.–

Hermione parve offesa; nonostante ciò, aprì il libro e mostrò ai suoi amici ciò che l’aveva colpita.

–Incantesimo Dismundo… lesse Ron, stupito, – fa avere visioni spaventose all’avversario per distrarlo…

Interessante. – commentò Ginny. –Harry può esser stato colpito da quest’incantesimo, ma da chi?–

–Questo non lo so.– Hermione abbassò il capo. –Harry, Ron, avete controllato se Smith riceve altre lettere “strane”?–

–Non riceve proprio lettere,– s’affrettò a dire Ron, –neanche una! Sto iniziando a pensare che sia orfano.–

Harry e Hermione convennero che dovevano scoprire solo chi era il mittente dell’ultima lettera che Smith aveva ricevuto; Ginny, invece, si limitò ad annuire, fredda.

–Gin, in questi giorni…– Hermione non trovava le parole adatte. –Sei strana, almeno quando parliamo di Smith. Che succede?–

–Io non penso che sia stato lui, dopotutto…– ammise Ginny, mentre Harry la guardava, sgomento.

–Gin, abbiamo prove su prove!– sbottò lui. –Ti prego… Comprendi la situazione.–

–Ma qualcosa non torna,– insistette lei, –lui è gentile sia con me che con te, Harry.–

–Non importa. Anche Barty Crouch nelle vesti di Malocchio era gentile,– le fece presente, –e invece s’è rivelato un pazzo fuggito da Azkaban.–

–Parliamo di Sirius,–Ginny parlò a tono, –lo credevi un assassino, invece era…–

Harry non seppe mai cosa voleva dire la sua fidanzata, perché si voltò e lasciò la Biblioteca prima che lei potesse finire la frase.

~

Micheal Smith sentì qualcosa premere contro la finestra del suo dormitorio; si girò e vide il suo gufo, Enigma, con una lettera nel becco.

S’avvicinò con cautela alla finestra e afferrò la lettera dal becco dell’uccello.

–Oh, ciao– lo salutò, sorridendo, –che mi porti, Enigma?–

Strappò la busta e lesse ciò era scritto sul foglio che conteneva; d’un tratto sorrise.

Scese nella Sala Comune, appallottolò il foglio e lo lanciò nel caminetto; di seguito, uscì dalla stanza, senz’accorgersi che il biglietto non era finito nel fuoco, ma sul tappeto.

Proprio in quell’istante, Harry entrò nella Sala Comune e si buttò, stanco, sul divanetto; aveva appena litigato con Ginny.

I suoi occhi indugiarono sul fuoco; scopiettava ed emanava un gran calore, il necessario per riscaldare quella fredda temperatura.

Poi, però, notò che c’era un foglio appallottolato vicino a esso.

Senza pensarci due volte, lo raccolse e lesse il suo contenuto.

Per Micheal Smith, c’era scritto in alto.

Fece un gran sorriso, balzò giù dal divanetto e corse all’esterno della Sala Comune; doveva farlo vedere a Ron e Hermione.

Solo a loro due, come ai vecchi tempi, pensò Harry.

~

–Ron, Hermione!– chiamò Harry. Nessuna risposta. –Accio Ron… Accio Hermione…–

Harry stava girovagando nei corridoi in cerca dei due amici, ma pareva che fossero assenti.

Per un attimo, Harry pensò al peggio; pensò che qualcuno li avesse rapiti e li tenesse in ostaggio, per esempio, in modo che neanche accio potesse trascinarli via.

E non aveva neanche portato con se’ la Mappa del Malandrino…

–Che idea ridicola!– si disse lui, guardandosi intorno.

Poi pensò alla Stanza delle Necessità, che probabilmente non avrebbe lasciato che un incantesimo eseguito dall’esterno portasse via delle persone al suo interno.

Così, in un attimo si ritrovò davanti un grande portone in legno, maestoso e grande, l’ingresso per la Stanza Va e Vieni.

Spinse una delle sue due parti, codì riuscì a scorgere in fondo Ron e Hermione che chiacchieravano, seduti su un divanetto beige.

Harry corse verso di loro proprio nel momento in cui si stavano per baciare; si staccarono d’improvviso e salutarono l’amico con un’insolita freddezza.

–Oh, ciao, Harry.– lo salutò Hermione, con un’occhiataccia.

–Ciao– fece Ron, alzando gli occhi al cielo e mettendosi le mani in tasca.

–Smith… È sua,– dichiarò, brandendo il foglio, trionfante. –su’, leggiamola!–

–Con piacere– Hermione fece un gran sorriso, Ron lo stesso.

Iniziarono a leggere attentamente.

Risolviamola cosìDove le storie prendono vita. Scoprilo ora