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Ginny giunse negli spogliatoi, accorgendosi tristemente che non c'era nessuno; per un attimo, pensò che tutti si stessero già allenando.

Improvvisamente, sentì due mani afferrarle i fianchi; si voltò per vedere chi era, e riconobbe Micheal Smith.

Lei indietreggiò e, tentando di non farsi vedere da Smith, afferrò la sua bacchetta, pronta nel caso dovesse difendersi.

-Non dovresti essere qui,- notò Ginny, col fiato mozzo, -tu non fai parte della squadra!-

Micheal Smith si morse il labbro e sorrise, beffardo; Ginny non si fidava più di lui come una volta.

-Sei una ragazza intelligente, e hai ragione,- ammise, -ma volevo solo vedere come stai!-

-L'hai visto, hai visto che sto bene,- Ginny inarcò le sopracciglia, -ora vai, Micheal!-

-No, non me ne vado- mormorò lui, avvicinando il suo volto a quello della rossa, che rabbrividì al solo tocco della loro pelle; lei s'allontanò.

-Smamma, Smith,- Ginny gli puntò la bacchetta alla gola, -ti conviene, credimi!-

Micheal Smith prese fiato e guardò la ragazza dritta negli occhi; fu un momento intenso, come se il fuoco si fosse scontrato con l'acqua e avesse vinto.

-Harry Potter ti ha condizionato? Mi odi anche tu, adesso? Credi alle innumerevoli sciocchezze che ha sparato sul mio conto? Dimmelo, Weasley!-

Smith le afferrò il polso sinistro, impedendole di scappare; Ginny chiuse gli occhi e, dopo aver riflettuto su quel che aveva da dire, li riaprì con fermezza.

-Io credo alla persona che amo,- sussurrò Ginny, -e mi dispiace, Micheal, non sei tu!-

Prima che l'ultimo potesse ribattere, lei, a quel punto, sfoderò la bacchetta e pietrificò il ragazzo; uscì dallo spogliatoio.

-Scusa, Mick- bisbigliò Ginny tra se e se; dopo qualche minuto, tornò nello spogliatoio e s'accorse che Micheal Smith non era presente.

La rossa tirò un sospiro di sollievo e si vestì con la divisa del Quidditch; andò in campo, accolta da Harry, che le era corsa in contro e l'aveva baciata.

-Gin, che ti è successo?- chiese lui, preoccupato, -Gli allenamenti sono iniziati almeno quaranta minuti fa, stavo iniziando a preoccuparmi!-

-Tranquillo, Harry,- lo rassicurò la fidanzata, -è tutto a posto!-

Dopo un po' di chiacchiere, cominciarono a allenarsi; Ron fu davvero fantastico, forse fu così perché c'era Hermione, finalmente pimpante, a assisterli.

Ginny, invece, sembrava ancora addormentata, e tremava; probabilmente era così poiché scossa dall'incontro che aveva avuto con Micheal Smith.

Harry fu, come al solito, veloce, grandioso, sicuro di se. Ma una cosa lo turbava. Aveva notato che non era tutto a posto come aveva detto Ginny; gli nascondeva qualcosa, e la doveva aiutare.

~

-Bravissimo, Ron;- si complimentò Hermione, in seguito agli allenamenti, -dopo, alla partita, vinceremo per merito tuo!-

Lui, in tutta risposta, la baciò; Ginny e Harry, dall'altra parte della Stanza delle Necessità, conversavano con una certa freddezza.

-Ginny, stai bene?- domandò poi Harry, vedendola distratta; lei sbattè le palpebre e si voltò verso il fidanzato.

-Oh, io?- gemette, scostando una ciocca di capelli dalla fronte, -Sì, sto bene, sto bene...-

Harry intuì che stava mentendo, così la baciò e le chiese; -Davvero?-

Ginny, non riuscendo a resistere al bacio del ragazzo e a quel suo tono così dolce e provocatorio, ammise che le cose non stavano andando bene e che aveva incontrato Micheal Smith.

-Mi dispiace,- mormorò Harry, -lui ti ha infastidito?-

-Be', l'ho incontrato nello spogliatoio,- narrò Ginny, -era passato lì per vedere come stavo, ha detto, e ha iniziato a insinuare che tu mi avevi "condizionato", perché ero fredda, nei suoi confronti...-

Lei guardò gli occhi di Harry, quei bellissimi occhi pieni di sfumature di verde, gli occhi che lei aveva sempre amato, gli occhi che ammiravano solo lei.

-Tu puoi pensare quel che vuoi,- Harry l'accarezzò, -su di me, su Smith, puoi pensare quello che ti pare e piace, io rispetterò i tuoi pensieri, perché t'amo...-

Si baciarono; quello fu un bacio dolce, sincero, pieno d'amore, uno di quei baci che non avrebbero dimenticato, nel tempo, mai e poi mai.

-Va a riposarti,- le consigliò Harry, dopo un po', -ti farà bene, dopo tutte quest'emozioni!-

Così la rossa s'alzò dal piccolo divanetto fornitogli dalla Stanza delle Necessità e, di fronte a lei, apparve un portone, che aprì, e in un attimo si ritrovò nei corridoi di Hogwarts.

Andò a destra, di seguito svoltò a sinistra, salì le scale, poi di nuovo a sinistra, a destra, di nuovo scale, destra, sinistra, avanti, e si ritrovò davanti alla Signora Grassa.

-Parola d'Ordine?-

Ginny ci riflettè un attimo; non ricordava qual'era, di solito erano i suoi compagni a dirla, e lei non ci badava molto, quando la pronunciavano.

-Alas Draco- una voce familiare squillò nelle orecchie della ragazza; la donna lasciò passare i due allievi.

-Uhm,- Ginny non sapeva che dire, -grazie, Micheal, molte grazie...-

I due ragazzi si guardarono intensamente; Smith sospirò, invece Ginny cominciò a respirare rumorosamente, come se fosse agitata.

-Dovevo scusarmi,- s'affrettò a dire lui, -stamattina ho esagerato; sei libera di pensare quel che vuoi!-

-Anch'io ho esagerato,- ammise lei, -anche se ho esagerato per causa tua!-

Senza aggiungere altro, si ritirarono entrambi nei loro dormitori; si scambiarono qualche occhiata, prima di sparire nel buio, come se dovessero dirsi qualcos'altro, ma non dissero nulla, nessuno dei due.

Ginny, senza neanche pensarci, si buttò sul suo piccolo e adorabile letto a baldacchino e s'addormentò in un millesimo di secondo; Harry aveva ragione, lei meritava un po' di riposo, come ne meritavano tutti, in quei giorni così movimentati e spettrali.

Risolviamola cosìDove le storie prendono vita. Scoprilo ora