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Il 6 gennaio 1999 si stagliava davanti a Hermione Granger come un’opportunità, un’opportunità imperdibile.

Hermione guardava il soffitto di camera sua mentre era sdraiata sul letto. A che ora sarebbe arrivato Ron? Le aveva detto che alle 12:30 sarebbe stato lì, eppure erano già le 12:37. Forse gli era capitato qualcosa? Scacciò via quei brutti pensieri e, proprio mentre si accingeva ad alzarsi dal letto, qualcuno suonò al campanello.

La ragazza corse, emozionata, al piano di sotto e spalancò la porta di ingresso, dove ad aspettarla sulla soglia c’era Ron.

- Amore mio! - gridò lei. Lo strinse in un abbraccio, in seguito lo baciò. Lo invitò ad accomodarsi e chiamò i suoi genitori perché lo salutassero.

La signora Granger squadrò il ragazzo dalla testa ai piedi e accennò un sorriso forzato. Suo marito strinse la mano di Ron, poi gli si sedette accanto.

Hermione si precipitò in cucina a prendere degli stuzzichini mentre sentiva, dal salotto, il suo fidanzato e i suoi genitori conversare.

- Quanti fratelli hai, caro? -

- Ho quattro fratelli e una sorella. - Poi si incupì. - Avevo anche un altro fratello ma, sfortunatamente, è morto durante la Battaglia di Hogwarts. -

Si udì Hermione dall’altra stanza. - Mamma, potresti venire un attimo qui, per favore? -

- Certo, tesoro! -

La giovane strega attendeva sua madre in cucina, arrabbiata.

- Va tutto bene? -

- Certo che no, mamma! Sai benissimo che Ron ha... Perso suo fratello, perciò eviteresti di fare certe domande? -

La donna annuì, seccata. Poi tornò, con sua figlia, in salotto.

- Hai già deciso cosa fare terminati gli studi ad Hogwarts? - domandò il signor Granger.

- Mi piacerebbe fare un corso per diventare auror. -

- Oh, e... Cosa sarebbe un auror? -

- Cacciatore di maghi oscuri. -

I signori Granger restarono in silenzio. Intervenne Hermione, notando che i suoi genitori non capivano. - È come essere un poliziotto. -

- Ah, ora capisco. Ma ditemi, voi due avete intenzione di convivere dopo la scuola? -

Ron lanciò un’occhiata a Hermione, che gliela restituì.

- Sarebbe una cosa stupenda. -

- È bello vedere che siete così uniti. -

Qualcosa suonò. La signora Granger si alzò, frettolosa, dal divano e corse in cucina.

- È la lasagna. L’avevo messa in forno prima - spiegò.

Poco dopo, i presenti si sedettero a tavola, iniziando a gustare l’ottima lasagna appena sfornata.

- Ron, parlami di tuo fratello Fred. Com’era? - domandò la signora Granger. Hermione le lanciò un’occhiataccia.

- Oh, lui era... - Ron rifletté. - Era una splendida persona. - Poi sorrise al pensiero di suo fratello, ormai deceduto.

Hermione posò le posate e si alzò dal tavolo.

- Io sono stanca, vado in camera mia a riposare. Ron, mi accompagni? -

Il ragazzo annuì. Proprio quando si stava per alzare, la signora Granger li fermò.

- Rimanete seduti un altro po’! Abbiamo parlato così poco, Ron caro - mormorò la donna, facendo il più falso dei sorrisi. Sua figlia alzò gli occhi al cielo.

- Mamma, io ne ho abbastanza del conversare, penso anche Ron. Nonostante abbiate parlato poco con lui, credo che vi siate accorti della splendida persona che è - mormorò Hermione, sorridendo al suo fidanzato.

Salirono al piano di sopra, nella camera di Hermione. Si sdraiarono sul letto.

- Tua madre è un incubo a occhi aperti. -

- È pur sempre mia madre, Ron. Le voglio bene, nonostante molto spesso non la sopporti - spiegò la ragazza, mentre si raccoglieva i capelli in una coda alta. - Mi dispiace per le domande inopportune che ti ha fatto. Spero non ricapiti più. -

- Non è quello a preoccuparmi. Ho paura di non essere piaciuto ai tuoi genitori. -

- Stai scherzando? Se non li piaci, li farò cambiare idea io, Ronald! - esclamò Hermione, mettendosi seduta.

Ron sorrise. - Miseriaccia, tu non ti arrendi mai - mormorò. - È per questo che ti amo. -

Lei si morse il labbro inferiore, visibilmente imbarazzata di fronte a quella dichiarazione. - Ti amo anch’io. Più di qualsiasi altra cosa. -

Ron lanciò un’occhiata alla sua Hermione, per poi scoccarle un bacio lungo e dolce.

~~~

- Grazie per la visita, Ron. - La signora Granger stampò un bacio sulla guancia al ragazzo. - Torna al più presto. -

- Oh... Sì... Certo. - rispose lui, imbarazzato. Hermione gli prese la mano, sorridendogli.

- Lo accompagno fuori. - La ragazza si chiuse la porta di casa alle spalle.

- Sei sicura di non voler tornare con me a Hogwarts? - domandò Ron. Hermione scosse la testa.

- Tornerò dopo l’inchiesta - rispose lei, abbassando lo sguardo. Poi accarezzò la guancia del suo ragazzo. - Ci vediamo presto. -

- Puoi scommetterci. - Si diedero un bacio.

Hermione guardava Ron allontanarsi da casa sua. Fece un sospiro e poi sorrise.

Com’era possibile, si domandava, che quel ragazzo per lei rappresentasse un intero mondo?

Hermione rientrò in casa, immersa nei suoi pensieri.

- Hermione! -

La ragazza si voltò.

- Dimmi, mamma. -

- Volevamo solo dirti che... - si interruppe. Il signor Granger diede una gomitata a sua moglie. - Che Ron ci è sembrato un bravissimo ragazzo e siamo felici che state insieme. -

La giovane strega accennò un sorriso ai suoi genitori.

- Grazie mille. La vostra approvazione è quello di cui ho bisogno. -

Hermione salì in camera sua, poco dopo qualcuno bussò alla sua porta.

- Avanti! -

Rimase sorpresa nel vedere suo padre sulla soglia della porta.

- Ciao, tesoro. Possiamo parlare? -

- Papà, dimmi pure. -

L’uomo deglutì.

- Oggi ho potuto constatare che Ron è un bravo ragazzo. Approvo al 100% la vostra relazione. - Hermione sorrise alle parole di suo padre. - So che può non sembrarti, ma anche tua madre è felice del vostro rapporto. Per lei vieni tu prima di tutto, perciò, con un po’ di riluttanza, ha deciso anche lei di appoggiarti. -

La ragazza aggrottò le sopracciglia. - Perché non è venuta direttamente lei a dirmelo? -

- Tua madre è troppo orgogliosa per ammettere una cosa dal genere. -

Hermione e suo padre scoppiarono a ridere. Lei si sentì ancora più felice al pensiero che Ron era stato accettato dalla sua famiglia.

SPAZIO AUTRICE:
Ehy! Come state?
Io ancora non riesco a realizzare che è settembre, che non ho ancora finito i compiti e non ho voglia di finirli, insomma non ho realizzato un sacco di cose.
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