3. Sigarette

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When the smoke is in your eyes,
you look so alive.
Fallingforyou, the 1975.

1:05 A.M
Namjoon, il mio capo, va avanti e indietro per lo studio, misurando la stanza a grandi falcate. È corso qui non appena è stato avvisato dell'incidente.
La sua camicia bianca non incontra un ferro da stiro da molto tempo, ed è leggermente più sbottonata del solito.
Si morde le unghie e ha un'aria pensierosa. Dopo alcuni minuti si accascia sulla poltrona di pelle con la testa tra le mani, sospira.
Silenzio.
-Roxanne, io ti voglio bene e lo sai-
fa una pausa - ma non posso ignorare cosa è successo stanotte. -
Alza il capo e mi guarda con occhi stanchi, dispiaciuti, ma di chi sa che deve fare il suo dovere.
- Non metto in dubbio che il nipote del signor Kim abbia detto o fatto qualcosa di sbagliato che ti abbia fatta indignare-
- Tuttavia... - distoglie lo sguardo. Non ce la fa a guardarmi in faccia.
- Non presentarti a lavoro domani-

Il mondo mi crolla addosso.
-C-cosa? - mi alzo in piedi
- Questo non è un licenziamento, Roxanne, ma per ora è meglio che tu prenda una pausa.
- E questa pausa quanto durerà? -
Namjoon passa una mano tra i capelli e incrocia le braccia al petto.
-Non lo so-
-Che vuol dire? -
Si sbraccia. - Che non ne ho idea, va bene? -
Sento gli occhi pizzicare.
- Grazie mille- mi congedo senza lasciare al mio capo il tempo di replicare.

Courtney mi viene incontro.
- È tutta colpa mia Roxie, ora ci parlo io con Nam, dannazione, se solo li avessi serviti io... -
La blocco alzando un palmo.
-No Cour, no, stai sbagliando tutto-
- Neanche per un istante mi è passato in testa di pentirmi di ciò che ho fatto. Quel ragazzo ha avuto quel che meritava.-
Courtney mi guarda compiaciuta e mi accarezza una spalla.
- Ora devo andare. Mi sono guadagnata un periodo di '' pausa''. -
Courtney fa una smorfia.
- Ci penserò io a far tornare il sale in zucca a Namjoon, sta tranquilla-
-Grazie Cour, ci sentiamo-
Ma io sono tutto fuorché tranquilla.

Esco dal locale sospirando, fermandomi per un po' sulla terrazza.
Tiro un pugno al muro, maledicendomi subito dopo.
Ho questa straordinaria dote di mettermi nei casini semplicemente esistendo. Vorrei tanto capire cosa c'è che non va in me.
Apro la borsa ed estraggo una sigaretta dal pacchetto.
Già me la immagino la mia coscienza, si starà sbattendo una mano in fronte scuotendo la testa.
Ma tanto peggio di così non può andare.

Metto la sigaretta tra le labbra e la accendo. La fiamma illumina la terrazza immersa nel buio e nel più completo silenzio.
Aspiro.
Le chiome degli alberi ondeggiano mosse dal vento, la luna piena sprigiona una luce biancastra che si infiltra tra i rami. Chiudo gli occhi, sperando che il silenzio calmi il rumore dei miei pensieri.

-Arrabbiata, mh? -
Sobbalzo sputando la sigaretta che per poco non finisce sul pavimento.
-Non volevo spaventarti - si avvicina qualcuno ridacchiando e riesco finalmente a guardarlo in faccia.
È il ragazzo dai capelli castani che mi aveva scambiata per un fantasma.
- Sono Baekyhun -
Curva le labbra in un mezzo sorriso e mi osserva per alcuni secondi. Probabilmente si aspetta che io mi presenti.
Distolgo lo sguardo e mi volto verso il panorama, poi faccio un tiro.
- Cosa ti fa pensare che io sia arrabbiata? -
Ridacchia. - Una giovane dipendente che fuma nell'orario di turno sulla terrazza del diner per cui lavora dopo aver rovesciato una brocca d'acqua gelata in testa ad un cliente può voler dire solo una cosa -
-Licenziamento - dico facendo una smorfia.
- Nah, ti riprenderanno presto fidati-
fa una pausa - non resisteranno per più di tre giorni senza una persona di carattere nella gestione. -

Il tono della sua voce non era lusinghiero, non c'era traccia di complimento. Aveva pronunciato quelle parole in maniera del tutto naturale e scontata, come se mi avesse appena detto che il suo hot dog non era stato affatto male.
Mi volto verso di lui. Sta accendendo una sigaretta saltata fuori da chissà dove.

Chiude gli occhi e soffia fuori il fumo. Porta la testa all'indietro e dischiude le rosee labbra sottili; sembra perso in una dimensione paradisiaca.
La luce della luna gli illumina la pelle chiara e vellutata, il vento gli scompone il ciuffo con gentilezza, quasi abbia timore di infastidirlo o rompere quell'equilibrio armonico che aleggia attorno alla sua figura. È immobile come una statua, a tradirlo é soltanto l'alzarsi e l'abbassarsi del suo petto, che scandisce il ritmo regolare, dolce, silenzioso del suo respiro.
- Davanti ad un panorama così incantevole davvero ti ostini a fissare me? - apre gli occhi di scatto.
Come diamine ha fatto?
Mi volto verso la vista della terrazza e abbasso lo sguardo sulle mie mani. Sento le guance accaldarsi fin quasi a bruciare: devo essere diventata bordeaux. Sposto i capelli davanti al viso e ringrazio la scarsa illuminazione di questo posto.
Sento il ragazzo schiarirsi la voce.
- Allora... - inizia - mi è concesso conoscere il nome della ragazza che ha rovesciato dell'acqua sul mio amico? -
Mi volto verso di lui. - Mi è concesso sapere perché ti trovi qui anziché con il tuo povero amico bagnato? -
Baekyhun mi rivolge un sorrisetto di sfida. - Non si risponde ad una domanda con un'altra domanda, signorina x-
Alzo gli occhi al cielo. A quanto pare avrò pane per i miei denti.
- Roxanne- esclamo.
Il mio interlocutore poggia un gomito sul piano e inizia a osservare il cielo pensieroso: - Roxanne... - proferisce assaporando ogni lettera lentamente.
Annuisce. - Mi piace -
Poi sposta lo sguardo su di me. - È francese? -
Gli rivolgo un sorrisetto divertito, ho capito il suo gioco.
- Non cercare di cambiare argomento, Baekyhun -
Ridacchia sconfitto e si scompiglia i capelli teneramente.
- Sei sveglia, Roxanne -
Ma dai? Penso tra mé e mé.
Il ragazzo si lecca le labbra, poi incrocia le braccia al petto e fissa un punto lontano.
-È semplice- alza le spalle. - Jongin ha una stuola di discepoli pronto a difenderlo e sostenerlo anche dall'attacco di una mosca. -
Sorrido divertita.
- Tu invece sei stata cacciata fuori, dopo aver compiuto un'azione perfettamente lecita. -
-Beh, insomma- lo interrompo.
- Non devi cavartela proprio bene con la legge se pensi che la mia azione sia stata perfettamente lecita. -
Baekyhun ride, alleggerendo l'atmosfera.
- Secondo la mia, di legge, è stata lecita. Sei stata grande. Qualcun'altro si sarebbe lasciato mettere i piedi in testa-
- Però non ti seguo. Hai detto di essere amico di Jongin- dico dubbiosa.
- Gli amici non sono quelli che ti dicono quando hai fatto un'enorme stupidaggine? - mi chiede in maniera scontata.
- Giusto - rispondo.
Continuiamo a conversare a lungo sulle nostre idee e sulle nostra vita, il tempo sembra essersi fermato.
D'un tratto lo sguardo di Baekyhun si posa sull'orologio al polso. Spalanca gli occhi,per poi sorridermi.
- Sono le tre -
- Sul serio?! - domando sbigottita.
Lui ridacchia. - Già, tra poco ci chiudono dentro-
Ci affrettiamo a uscire dal diner, dopodiché io prendo la strada verso casa.
- Roxanne- mi volto.
Il ragazzo ha gli occhi puntati su di me. Stringe le mani nelle tasche del cappotto marrone.
- Spero di rivederti presto -
Gira i tacchi e scompare nel buio della notte.

Blue Cloud |Byun Baekhyun|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora