25. Nuovo mondo

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Roxanne's pov

Abbassai la maniglia e uscii dalla foresta, avventurandomi nell'ignoto.
Chiusi di scatto gli occhi quando una forte luce azzurra, diretta proprio su di me,mi accecò la vista.
Poco dopo, udii il rumore della porta che si richiudeva alle mie spalle.
In quale film horror mi avevano catapultata? 

D'un tratto una voce sconosciuta interruppe bruscamente i miei pensieri:
-Dolce anima rara e inestimabile,
Questo mondo meraviglioso e perfetto appare
Ma usa la ragione e diffida dall'insospettabile
Su te stessa dovrai contare. -

La luce azzurra scomparve nel nulla e finalmente potei riaprire gli occhi.
Quella voce profonda mi risuonava ancora nella testa... cosa intendeva, esattamente, con quelle parole?
Quando fui finalmente in grado di mettere a fuoco le immagini, osservai spaesata il posto in cui ero finita.
Una grande piazza rettangolare, illuminata da un sole caldo e radioso, pullulava di gente impegnata nelle attività più comuni: c'era chi passeggiava tranquillamente, chi rideva, chi sorseggiava bevande sulle panchine, chi scattava foto eccetera. Se non avessi avuto la certezza di essere nel settimo mondo, avrei giurato di trovarmi nel mio. 

Immediatamente mi si parò davanti un problema: il clima.
Indossavo un maglioncino bianco di lana e dei jeans scuri, che avevo velocemente lanciato in borsa poco prima che Baekhyun mi trascinasse nel Tunnel. Infatti, sia nella caverna che nella foresta faceva piuttosto freddo, mentre in quel luogo il sole scaldava abbondantemente la città alzando le temperature molto più di quanto io potessi sopportare con quegli abiti addosso.
Non a caso tutte le persone intorno a me portavano t-shirt leggere, pantaloncini e indumenti prettamente estivi.
-Accidenti- sussurrai con una smorfia, sentendo goccioline di sudore discendere lungo la schiena.

Con nochalance mi spostai verso una zona all'ombra, scervellandomi su come ottenere vestiti nuovi e decisamente meno pesanti .
Mentre continuavo a guardare in giro, non potei fare a meno di notare un curioso particolare:
tutta la gente attorno a me aveva un'aria allegra e felice. Tutti, senza eccezioni, portavano il sorriso stampato sulle labbra. 

Mi allontanai dalla piazza avviandomi verso un viale alberato sul quale si affacciavano numerose vetrine di negozi. Passeggiavo con le mani in tasca, lo sguardo ammaliato dalle vetrine appariscenti. La strada era piuttosto affollata, gruppi di giovani ragazze con grandi quantità di buste mi sorpassavano ridendo.
Entrai in un negozio a caso, per capire il metodo di pagamento in quel posto così simile a quello dal quale provenivo.
Avvicinandomi alla cassa, notai una signora pagare con una carta gialla.
Osservai l'atteggiamento delle altre persone quando che si apprestavano a pagare: tutte, senza abbandonare il classico sorriso a trentadue denti, estraevano dal portafoglio la medesima carta gialla.
Sbuffai, e uscii dal locale. 

Non mi sembrava il caso di tirar fuori la bancanota da dieci euro ed essere guardata come una rincoglionita. Meglio non dare nell'occhio, anche se il mio abbigliamento invernale in una giornata di trenta gradi non era certo d'aiuto per passare inosservata.

Ritornai nella piazza centrale, andando a sedermi su una panchina vuota.
Ancora una volta mi stupii del fatto che non ci fosse una sola persona senza quel maledetto sorriso piantato sul volto.
Era possibile sorridere senza sosta per tutto il tempo? E soprattutto, perché lo facevano?
Il flusso dei miei pensieri mi condusse dritta verso Baekhyun.
Dov'era in quel momento? Stava bene?
Anche se ancora stentavo ad ammetterlo, sentivo  la sua mancanza ed ero tormentata dal pensiero che potesse essere in pericolo. Anche se probabilmente, lo ero più io di lui.
Torna da me, Baek.

Persa com'ero tra le mie congetture, non udii neppure i passi cadenzati  che si dirigevano verso di me.
Tornai alla realtà soltanto quando un paio di anfibi fecero capolino nel mio campo visivo.
-Ciao-

Percorsi la figura con lo sguardo, dal basso verso l'alto. Skinny neri strappati, maglietta larga dello stesso colore, collana a catena argentata.
I miei occhi si scontrarono con quelli del mio interlocutore.
-Ciao- risposi.
Il ragazzo abbozzò un piccolo sorriso gentile, totalmente diverso da tutti i sorrisi anonimi e piatti che avevo visto sino a quel momento sui volti delle altre persone.
Senza fare complimenti, si accomodò di fianco a me. In quell'istante un soffio di vento improvviso regalò un attimo di sollievo alla mia pelle accaldata e scompigliò i capelli scuri e leggermente ondulati del ragazzo seduto alla mia sinistra. 

-Sei nuova qui, vero?- chiese voltandosi verso di me.
- Una persona vestita così non può che venire dal Tunnel-
Ah, e così anche lui sapeva del Tunnel.
- Eh già - dissi, cercando di far cadere lì l'argomento. Ma lui non voleva demordere.
- Qual buon vento ti porta proprio qui? -
- Un viaggio per i sette mondi, sai, ci sto scrivendo un libro- spiegai.
Non ero mai stata abile a mentire, ma in situazioni del genere bisogna adattarsi. 

-Uh, davvero interessante- commentò sorpreso.
- Devi aver dimenticato, però, che il settimo mondo ha un clima estivo per tutto l'anno- continuò.
- Ne ero a conoscenza, ma purtroppo ho smarrito parte dei bagagli durante il viaggio. È una lunga storia. - feci un sorriso forzato.
- Ah, mi spiace. A guardarti così suppongo che se non ti cambi nel giro di un'ora potresti scioglierti come un gelato -
Ma guarda un po' che simpatico.

- Vai in giro a fare supposizioni su tutta la gente che incontri? - alzai un sopracciglio con aria di sfida.
Il ragazzo si lasciò sfuggire un risolino dalle labbra carnose.
- Vieni, ti porto a fare un po' di shopping - esclamò alzandosi in piedi. Era davvero alto e slanciato.
-Ho smarrito anche la tessera gialla-
- Non preoccuparti, useremo la mia. E non fare storie, non voglio che diventi un gelato appiccicoso. -
Mi alzai anch'io dalla panchina e ci incamminammo insieme verso il viale che avevo percorso poco prima.
- Ah, non ricordo il tuo nome - disse lui d'un tratto.
-È ovvio- risposi alzando le spalle.
Mi rivolse un'occhiata confusa.
-Perché non te l'ho mai detto - conclusi con una punta di orgoglio. 

Il ragazzo si leccò le labbra alla ricerca delle parole giuste.
- È troppo sgarbato da parte mia chiedere il nome della ragazza che sto accompagnando a fare shopping? -
Mi ricordai dell'avvertimento di quella voce sconosciuta. Meglio essere prudenti.
-Joanna-
-Joanna- ripeté lui lentamente. - Mi piace-
- È troppo sgarbato da parte mia chiedere il nome del mio accompagnatore? - domandai, riprendendo le sue parole.
Mi osservò con aria divertita.
-Hyunjin -

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All the love,
CoccoLia

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