diciotto - difettoso.

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nota per la lettura:
per facilitare la lettura della storia, ho pensato di rendere i discorsi fatti tramite il linguaggio dei segni non diversi da quelli fatti verbalmente, anche perché si tratta pur sempre di dialoghi.
per distinguerli, ecco i due esempi:

"un dialogo nel linguaggio dei segni" che marcherò con il grassetto in aggiunta,
« un dialogo fatto a voce », uguale a com'era prima.

grazie per l'attenzione e buona lettura.

capitolo diciassette.
« difettoso »

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3 novembre.
sabato.

c'erano solo due motivi che avrebbero portato min yoongi a svegliarsi prima delle undici del mattina di sabato, in inverno. la prima ragione era la possibilità di aver organizzato una partita di basket, alla quale il ragazzo - nonostante si mostrasse sempre poco attivo e pigro - era ogni volta lieto di partecipare. la seconda ragione poteva solo essere hoseok, la stessa ragione che ormai lo portava avanti a fare la maggior parte delle cose che faceva. sedeva composto su una gelida panchina, nel bel mezzo di un parco. era lo stesso in cui erano stati insieme più di un mese prima, a mangiare gelato. i suoi occhi erano fermi verso il vialetto, attendendo con il cuore sospeso l'arrivo del rosso.

non era passato molto tempo dall'ultima volta che era stato con hoseok, eppure non poteva essere così stupido da non notare la forte mancanza che provava nei suoi confronti. ovunque si voltasse, ovunque andasse, c'era sempre qualcosa che gli faceva pensare ad hoseok, e questo lo portava a sentirsi solo. si sentiva a disagio con quelle emozioni dentro di sé, yoongi sentiva il desiderio forte di conoscere meglio hoseok e, anche se era difficile da ammettere, in fondo al suo cuore sapeva con chiarezza che essere solo suo amico non gli era abbastanza. non gli sarebbe mai bastato.

forse anche per quel motivo gli aveva chiesto di uscire quel sabato mattina, oltre al fatto che gli aveva fatto una promessa. quella doveva essere la loro prima uscita per dimostrare ad hoseok che non c'era nulla di sbagliato in lui, e che doveva cominciare ad apprezzarsi. yoongi alzò un angolo delle labbra, per una volta nella sua vita si sentiva molto sicuro di sé. aveva passato un sacco di tempo a compilare una lista di sorprese per hoseok, e non vedeva l'ora di mostrargliele una per una.

più di tutti, quel giorno aveva organizzato ogni singolo particolare. voleva una partenza col botto, qualcosa che si stampasse con forza in hoseok, che gli rimanesse impresso e che gli ricordasse per sempre di yoongi. doveva essere una giornata perfetta, e se avessero seguito il piano che aveva organizzato con tanta precisione e cura era sicuro che sarebbe riuscito a far felice hoseok.

dopo qualche altro minuto di attesa, e un paio di folate di vento freddo, ecco che la figura di hoseok apparve davanti al cancello del parco. addosso portava un altro dei suoi maglioni dai colori sgargianti, che gli cingevano il busto, e i suoi capelli rossi erano arruffati come se non avesse nemmeno pensato a pettinarli dopo l'essersi alzato dal letto quella mattina. il tocco di classe, immancabile ovviamente, era il suo immenso sorriso stampato sul volto. in un attimo, esso scaldò il cuore di yoongi.

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