trentadue, parte I - la vita a colori.

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capitolo trentadue - parte uno di due.
«la vita a colori»

un anno e mezzo prima

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un anno e mezzo prima. (circa)

l'aria della sera stava facendo il suo ingresso in quella giornata. il vento fresco passava tra i capelli color menta del ragazzo, gli gelavano la punta delle dita, faceva percorrere la sua schiena da un profondo brivido. si spinse le mani nelle tasche calde della giacca, maledicendo sé stesso per essere rimasto fuori fino a tardi, dopo il tramonto. la temperatura era calata velocemente, nonostante ci fosse ancora un po' di luce. il sole non era del tutto sparito, e il parco che attraversava era velato da un'aria quasi magica, ferma nel tempo. sopra di lui, il cielo era coperto di grigio. non era un grigio scuro, segno dell'arrivo imminente di un temporale, ma quella immensa coperta non sembrava comunque promettere nulla di buono.

affrettò il passo, non volendo assolutamente bagnarsi di pioggia. casa sua non era distante, sperava di poter arrivarci in poco tempo e sfuggire da quella minaccia. purtroppo, però, il destino non sembrava per niente voler seguire quella strada, e poco dopo al di sopra della sua testa si sentì un rumore forte, un tuono.

« merda » sbottò yoongi, voltandosi di lato e dirigendosi in fretta verso un grande albero al lato del viale che stava percorrendo. si premette contro la corteccia dell'albero, riparandosi sotto i rami e le foglie. la pioggia cominciò a cadere, fina e leggera, quasi invisibile. era il tipo di pioggia che più detestava, quella che si nota appena.

in secondo piano, nella sua mente, vi era la sua attenzione per la figura che si era riparata dalla pioggia sotto l'albero con lui. era un ragazzo. il capo coperto da un grande cappuccio di tessuto nero, sugli occhi un paio di occhiali da sole. lo aveva notato già prima, mentre camminava a pochi passi avanti a lui. la corporatura era molto magra, yoongi pensò che fosse senza dubbio sotto il peso corretto, e respirava lentamente. yoongi deglutì, a disagio da tutta quella vicinanza. « è davvero fastidiosa la pioggia, non è vero? » il suo cuore sussultò di paura, quando lo sconosciuto gli rivolse la parola.

si voltò verso di lui con stupore. i suoi occhi erano nascosti, un angolo delle labbra sollevato. provò a parlare, schiudendo le labbra, ma non riusciva a trovare nessuna parola con cui replicare alla domanda dell'altro. le sue guance si erano fatte calde. forse cominciava a pensare che bagnarsi di pioggia non sarebbe stato male, pur di fuggire da quell'imbarazzo strozzante. lo sconosciuto rise debolmente « scusa, non volevo metterti a disagio » si scusò, anche se trovava lo stesso l'espressione di yoongi molto divertente « credo che resteremo qui per un po', tanto vale tenersi compagnia vero? »

yoongi si strinse nelle spalle, portando via lo sguardo. arriccò le labbra, mordendole piano con i denti e sentendo il cuore nel petto andargli sempre più veloce. odiava le situazioni non previste.

« ti va se mi presento? » chiese, anche se non aspettò neanche la risposta dell'altro ragazzo che aveva già spinto in avanti la propria mano, pronta per stringere quella di yoongi. « mi chiamo jungkook. » disse, rivolgendogli un largo sorriso. yoongi pensò che non ne aveva quasi mai visto uno tanto gentile e dolce. si chiese che storia avesse quello strano e particolare ragazzo.

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