undici - (っ・ω・)っ.

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capitolo undici.
«(っ・ω・)っ»

18 ottobre

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18 ottobre.
giovedì.

i due ragazzi percorsero il corridoio in silenzio, rimanendo l'uno al fianco dell'altro. nonostante la differenza di altezza, riuscivano a mantenere la stessa andatura senza essere né un passo avanti né un passo indietro tra loro.

seokjin si fermò solo quando raggiunse il proprio armadietto, e yoongi lo accompagnò fino ad esso, aspettando che inserisse la combinazione. « allora, come va? » domandò il minore tra i due, con la voce spenta e stanca per via dell'influenza che sentiva salire.

era inusuale che il corvino facesse quel genere di domande, di solito non amava impicciarsi troppo, ma allo stesso tempo non era del tutto raro. era davvero una figura complessa, a parere di seokjin. lo conosceva da due anni ma non era ancora riuscito a comprenderlo davvero. ed era sempre stato bravo a farlo, credetegli. se c'era qualcuno dotato di un vero talento nel riconoscere il tipo di persona che aveva davanti, quello era di sicuro seokjin.

gli ci erano voluti due secondi per capire il carattere di namjoon, ancora di meno a comprendere che hoseok fosse di sicuro sordo dai racconti dei propri amici. eppure, con yoongi, aveva cominciato a dubitare di sé stesso e delle sue capacità. un ragazzo così semplice, ma che allo stesso tempo era dotato di particolari tratti che andavano quasi in controsenso con l'idea che dava di sé. sin da subito l'aveva visto come il classico ragazzo misterioso, a cui non piace parlare, con i propri complessini dentro il cervello e le passioni che non condivide con nessuno. ora, guardandolo come si interessava in realtà alla vita di chi gli stava attorno, dai suoi comportamenti nei confronti di hoseok, era sul continuo punto di rivedere le proprie osservazioni.

lasciò andare un sospiro, chiudendo la zip del proprio zaino e facendo sbattere l'anta dell'armadietto - e facendo sussultare yoongi per il gesto improvviso e l'impatto che causò un forte rumore metallico. « cosa ti aspetti che ti racconti? che è tutto rose e fiori? bé, non lo è. » sbottò, svuotando il sacco.

nonostate il discorso serio, yoongi si fece scappare dalle labbra una breve risata. seokjin sembrava un vero personaggio. probabilmente se l'avessero disegnato non sarebbe mai uscito allo stesso modo in cui era. « andiamo, sembrava che stesse andando meglio nelle ultime settimane. » gli rispose.

ripresero a camminare, raggiungendo l'uscita della scuola e scendendo a passi saltellati le scale di fronte all'istituto. superarono le varie aree verdi all'esterno, dove studenti stavano ripassando e allo stesso tempo godendosi l'aria fresca ma comunque riscaldata dal forte sole di quel pomeriggio.

seokjin abbassò lo sguardo. dentro di sé sentiva che la fiamma di una candela stava andando a consumarsi, e la cera era ormai completamente sciolta, lasciando resti ovunque. « già, così sembrava anche a me. » rispose, con tono ormai afflitto. aveva anche perso un po' della sua grande voglia di combattere. non si era mai arreso, ma per la prima volta non riusciva a pensare di andare avanti.

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