trentanove - mille vite.

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capitolo trentanove.
« mille vite »

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3 dicembre.
lunedì.

non appena notò la figura di hoseok, da solo all'angolo tra la strada che portava a scuola e quella che invece stava percorrendo yoongi, quest'ultimo si sentì come sollevato. separarsi da lui domenica mattina era stato ancora più difficile di tutte le volte in cui lo aveva riaccompagnato a casa dopo le loro uscite, più difficile di stargli lontano quando era arrabbiato con lui. non avrebbe saputo definire quanto felice si fosse sentito nell'aprire gli occhi e sapere che il rosso era tra le sue braccia. il suo profumo circondava ogni cosa e si incastrava perfettamente nel cuore di yoongi. lo aveva guardato dormire per una mezz'ora buona, aveva osservato le sue ciglia lunghe, ascoltato il suo respiro lento, accarezzando la sua morbida belle chiara. quando anche hoseok si era svegliato yoongi si era sentito come di fronte alla nascita del mondo. il minore gli aveva sorriso, dandogli il buongiorno con i propri occhi vivaci, e lo aveva baciato a stampo sulle labbra.

ora lo faceva yoongi, appena raggiunto il rosso, mentre si avvicinava al suo volto per dargli il buongiorno con un tenero bacio sul volto. hoseok si fece piccolo nelle sue spalle, ancora imbarazzato per tutta quella situazione. non riusciva a concepire che yoongi fosse diventato il suo ragazzo, neanche in altre mille vite lo avrebbe creduto possibile. quando si voltava a guardarlo lo trovava così bello da poter uscire fuori di testa, non capiva come una persona così potesse volere lui tra tutti gli altri.

« andiamo? » domandò yoongi, guardandolo negli occhi, sapendo che non mancava molto all'inizio delle lezioni. raggiunsero insieme l'ingresso grande della loro scuola, facendosi largo tra la folla di studenti che facevano lo stesso quella mattina. le scarpe producevano un rumore stridulo a contatto col pavimento. yoongi arricciò il naso nel sentirlo, trovandolo fastidioso.

hoseok non si era ancora spogliato del proprio imbarazzo, che piuttosto lo circondava come un largo cappotto. yoongi si voltò a guardarlo, notando quei piccoli tratti nervosi nella sua espressione, e arricciò le labbra. sapeva che l'altro non si vergognava di lui, né aveva dubbi sui propri sentimenti, ma gli dispiaceva che stesse così. era perché si sentiva insicuro. lo aveva visto piangere quella notte tra sabato e domenica, tra le sue braccia. aveva asciugato le sue lacrime e coperto le sue guance di baci, volendo cancellare quel dolore.

allungò una mano, prendendo quella di hoseok, e se la portò nella giacca della propria giacca. intrecciò le sue dita con quelle del minore, e quest'ultimo si bloccò a guardarlo con stupore. « ci sono qui io, con te » gli disse con serietà, sperando di fare centro nel suo petto. voleva tranquillizzarlo, e quando osservò il nascere del suo sorriso fu contento di esserci riuscito.

lo accompagnò fino all'armadietto, attendendo che prendesse i suoi libri, e poi si offrì di accompagnarlo fino in classe. questa volta fu hoseok a prendere la mano del maggiore, ma senza nasconderla in una tasca. yoongi capì che voleva dirgli che non si vergognava di lui, né voleva nasconderlo. forse un atteggiamento ancora più intimo, che voleva dire quanto hoseok volesse sottolineare a qualsiasi persona passasse vicino a loro che si appartenevano. yoongi sorrise a quel pensiero. « non hai paura di essere così esposto? » domandò, volendo togliersi il dubbio, e hoseok si sbrigò a scuotere la testa come un bambino.

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