ventisei - il posto dove mi hai portato tu.

943 115 5
                                    

capitolo ventisei.
«il posto dove mi hai portato tu»

«il posto dove mi hai portato tu»

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

17 novembre.
sabato.

per quasi due settimane a yoongi sembrò di vivere sott'acqua. lì dove i rumori vengono ovattati, dove tutto sembra distante, anche il sole appare lontano e irraggiungibile, diviso da quello strato liquido che fa da muro. yoongi sentiva di aver passato una settimana non più a vivere, ma a trattenere il respiro, sotto quello strato d'acqua. accovacciato sul fondo, le ginocchia strette al petto. tutto non sembrava avere più peso, ma sentiva comunque il petto dolorante.

avrebbe voluto nuotare via, tornare a galla, raggiungere l'aria e riempirsene i polmoni per bene. ma c'era qualcosa che lo stringeva, che lo tratteneva in un gelido abbraccio e non lo lasciava scappare via.

una mano si posò delicatamente sulla spalla di yoongi. era delicata, dolce, sembrava la via d'uscita che il ragazzo aspettava. non ci fu bisogno di voce per capire che il ragazzo accanto a lui lo stava chiamando. i capelli rossicci apparirono nel campo visivo del maggiore, che alzò lo sguardo come appena risvegliato da un sogno. lo sguardo un po' perso e incredulo, di chi ancora tenta di distinguere fantasia dalla realtà.

"tutto okay, yoongi?" domandò hoseok. le sue sopracciglia erano basse, sembrava un cucciolo malinconico. dispiaciuto, gli angoli delle labbra che ricadevano verso il basso come appesantiti. yoongi pensò che tutta quella preoccupazione su hoseok sembrasse quasi stonare. lo aveva sempre visto contento, allegro, se non per quella volta nel bar.

annuì. « certo che è tutto okay. » rispose con tranquillità, facendo un lungo respiro e portando lo sguardo avanti. era seduto su una panchina a due isolati da casa di hoseok. era rimasto ad aspettare lì l'arrivo dell'altro ragazzo, senza tener conto del tempo che passava, ed era stato tanto assorto dai suoi pensieri da non averlo nemmeno sentito arrivare. si sorprese, lui che poco prima attendeva con ansia il suo arrivo, ora era così preoccupato da non farci più caso. si sentì in colpa per lasciare tanto spazio ai propri pensieri negativi.

di fronte a lui, gli occhi di hoseok erano un porto sicuro. ci vedeva il sole e la tranquillità, e per qualche istante yoongi si chiese se non fosse sicuro parlargli di ciò che da giorni gli stava togliendo il sonno da giorni, che lo faceva mangiare poco e che lo aveva portato anche a saltare alcuni giorni scolastici. si sentiva le gambe pesante e il petto stanco. i suoi occhi si erano fatti più spenti, hoseok si sentiva senza fiato quando ne comprendeva la cupezza che vi era all'interno. avrebbe voluto tendere la propria mano, avrebbe voluto fargli capire che voleva salvarlo e tirarlo fuori da quel buco nero che aveva attorno, ma non ci riusciva. non sapeva come fargli capire che lui era qui.

o almeno, credeva di non riuscire a farglielo capire. yoongi lo aveva capito fin troppo. ogni volta che i loro sguardo si incrociavano leggeva dentro quello di hoseok quanto il ragazzo volesse essere un sostegno per lui, quanto ci tenesse ad esserci. "non combatti da solo", non c'era bisogno di quaderno i di movimenti di mano per dirlo, yoongi lo percepiva chiaro nel proprio petto. avrebbe voluto ringraziarlo, spostare i capelli dalla sua fronte e lasciarci un bacio, stringerlo a sé, avrebbe voluto farlo ma si sentiva bloccato.

a voce bassa. ✓Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora