quarantaquattro - piedi per terra.

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capitolo quarantaquattro
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4 febbraio
lunedì.

credeva che il naso fosse sul punto di sbriciolarsi e cadergli via dal viso, tanto il freddo che provava in quel mattino. le sue mani erano premute sul fondo delle tasche della sua giacca, ma non erano abbastanza calde per metter pace al giovane che, ancora insoddisfatto, di tanto in tanto le tirava fuori e se le avvicinava alle labbra, tentando di riscaldarle col fiato. le sue ginocchia minute erano strette, si guardava attorno in attesa. sperava che hoseok non facesse tardi.

non era solito a farlo aspettare, e anche questa volta l'amico arrivò giusto con massimo un paio di minuti di ritardo. gli sembrava, da lontano, un'altra persona. forse non lo vedeva da così tanto da essere arrivato a dimenticare i tratti dolci del suo volto. quanto vivaci fossero i suoi occhi, la forma dei suoi capelli. ma c'era comunque qualcosa di nuovo, qualcosa che ricordava in modo chiaro a jimin che hoseok non era più lo stesso. non c'era bisogno di pensarci, il minore sapeva già di cosa si trattasse. la consapevolezza che quel ragazzo non l'avrebbe mai amato. "ti sei tinto i capelli" disse hoseok, con un largo sorriso sul volto. i suoi occhi luccicavano di emozione, come se si fosse trattata della notizia del secolo "stai benissimo!" continuò, euforico, facendo sentire un po' meglio l'amico.

jimin si tirò su di morale con quei commenti. doveva solo farci l'abitudine, capire che gli sarebbero dovuti bastare solo quelli. "grazie" rispose con un sorriso educato, mettendosi a sedere sulla panchina che aveva alle sue spalle. invitò hoseok a fare lo stesso, e il maggiore gli si accomodò al fianco. sul suo collo jimin potè intravedere un segno rosso scuro e arricciò le labbra per il leggero imbarazzo che provò.

si era tinto i capelli di nero scuro in un gesto improvviso, senza ragionarci molto su. se ne era pentito qualche minuto più tardi, ovviamente, ma il complimento di hoseok era stato abbastanza forte da aprire una breccia in lui, come il raggio forte di un sole che si fa strada tra nubi nere che oscurano ogni cosa. "come stai?" gli domandò hoseok, continuando a sorridergli. c'era qualcosa nel suo sorriso che turbava jimin, come se da qualche mese si fosse fatto ancora più felice. prima erano sorrisi e basta, niente di più, ora ogni sorriso rivelava quanto hoseok fosse felice delle sua vita.

jimin alzò una mano, prendendo una piccola ciocca corvina della frangia dei suoi capelli e accarezzandola piano tra le dita, evitando lo sguardo del maggiore. poi fece ricadere la mano. "sono stanco" risponde "ieri sera sono uscito. c'è quel locale vicino casa mia, e sono stato lì qualche ora" cominciò a raccontare. se avesse dovuto farlo a voce, il suo tono sarebbe stato così piatto da far annoiare chiunque lo ascoltasse. "ho conosciuto una persona. un ragazzo."

"simpatico?" domandò hoseok, con così tanta tranquillità e naturalezza da ferire il minore.

annuì. non era te, però. "tu invece cosa hai fatto nel fine settimana?" cambiò immediatamente discorso, pensando che sarebbe finito per tradirsi con le sue stesse parole se fossero rimasti a parlare di quel ragazzo di hoseok. era così facile inciampare, soprattutto per uno come jimin che si lasciava guidare fin troppo dal suo cuore. sembrava non avesse la minima paura di rimanere ferito, quando si accorgeva troppo tardi di aver parlato troppo, eppure ne era così tanto terrorizzato invece. "fatto qualcosa di bello?"

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