capitolo trentacinque
« mi piaci »1 dicembre.
sabato.
yoongi aspettava in silenzio, seduto composto al tavolo che aveva prenotato per quella sera. aveva fatto sapere il luogo della cena ad hoseok tramite un messaggio nel pomeriggio, subito dopo aver prenotato. gli piaceva quel posto, ci era venuto una volta con la madre e lei lo aveva definito uno dei posti più romantici in cui andare a cenare. gli era rimasta impressa quella descrizione, e non aveva perso tempo a pensare ad altri posti in cui andare quando decise di portar fuori hoseok.eppure, di quest'ultimo non sembrava esserci neanche l'ombra. yoongi si guardava attorno, col petto che si faceva più difficile da sostenere ogni minuto che passava. le lancette del suo orologio sembravano prenderlo in giro, dirgli quanto era patetico ad aver davvero sperato che l'altro ragazzo si presentasse. lo deridevano, gli sussurravano quanto si fosse vestito ridicolo, quanto in tiro si fosse messo per qualcuno che chiaramente non lo considerava importante quanto lui faceva invece.
era debole, quando si trattava di hoseok. abbassò lo sguardo, quasi sul punto di dar retta a quelle voci. così insistenti, così forti, gli rendevano difficile pensare a qualcos'altro. strinse i pugni, sentendo il dolore salire. la sedia di fronte a lui strusciò sul pavimento, facendolo sussultare. hoseok era davanti a lui.
aveva i capelli tirati indietro, indossava una camicia e un paio di pantaloni neri. yoongi poteva sentire la quantità di profumo che portava su di sé. rimase quasi senza parole nel vederlo. "scusa il ritardo" gli disse hoseok, muovendo le proprie mani prima di mettersi seduto "non credevo di metterci tanto a prepararmi" continuò, mostrando un sorrisetto imbarazzato e colpevole.
yoongi scosse la testa. la sua gola si era fatta secca e non riusciva a distogliere lo sguardo dalla figura di hoseok, che quella sera sembrava brillare più del solito. il sole era sorto in piena sera, e brillava così tanto da accecarlo. "non preoccuparti" rispose yoongi, contento di non dover parlare. se lo avesse fatto, le sue labbra avrebbero tremato e la sua voce sarebbe stata patetica. "l'importante è che sei qui"
hoseok annuì, continuando a sorridergli.
"questa è la tua sera, perciò useremo solo e soltanto la lingua dei segni" continuò a dire il maggiore, muovendo le mani con ormai esperienza. continuava ad allenarsi ogni giorno, con l'aiuto della madre, che lo riprendeva di continuo. aveva cominciato a sapersi muovere da solo, a farla diventare propria quella lingua. era soprattutto contento di aiutare hoseok, di avvicinarsi sempre di un passo in più verso di lui, e questo era ciò che più lo motivava giorno dopo giorno.
hoseok fece un'espressione sorpresa, forse in parte preoccupata, "ti stai già impegnando molto, non voglio metterti in difficoltà" provò a dire, ma yoongi alzò una mano per interromperlo.
"no" disse "per te ogni cosa è dovuta"
hoseok arricciò le labbra "ti stai impegnando già più di chiunque altro nella mia vita". i suoi occhi tremavano appena, colti da una forte preoccupazione. non voleva che yoongi si sentisse sempre non abbastanza, che i suoi sforzi li considerasse sempre cose da nulla. non aveva mai visto nessuno comportarsi come stava facendo lui.
ordinarono la cena, e passarono il resto del tempo a parlare del più e del meno. ogni tanto hoseok si fermava a correggere qualche movimento di yoongi, e quest'ultimo lo ringraziava. si sentiva immensamente felice, ad essere lì con lui. il ristorante sembrava vuoto quando l'altro gli sedeva di fronte, e tutto perdeva il senso tranne che loro. sperava di poter far durare la loro cena per sempre, di poter rimanere con lui per ancora lunghi anni in quella maniera.
la cena arrivò e hoseok osservò yoongi iniziare a mangiare. "hai detto che dovevi parlarmi di qualcosa, durante questa cena" disse, prima ancora di iniziare il proprio di piatto.
yoongi annuì, ricordando bene le parole che gli aveva detto quel giorno a scuola, nell'aula vuota. aveva lavorato duro con sé stesso per poter arrivare a quella cena, per poter finalmente mostrarsi a hoseok per com'era davvero. da una parte doveva mettere un punto anche con sé stesso, sfogarsi finalmente con qualcuno che lo capisse e farsi togliere quel peso di dosso. ma se era andato sotto casa di taehyung era anche per hoseok. non poteva donargli tutto sé stesso senza che prima tornasse a galla ogni cosa.
voleva togliere quel cerotto, strapparlo via, lasciare che la cicatrice si mostrasse in tutta la sua forma, profondità. nasconderla avrebbe solo fatto più male, a tutti. voleva donare sé stesso ad hoseok, ma l'altro doveva accettarlo sapendo bene chi era.
"mi piaci, hoseok" disse, con una naturalezza da non assomigliare nemmeno al solito carattere di yoongi, sempre preoccupato. lo disse con tutto il suo cuore, facendo sussultare quello del ragazzo di fronte a lui che lo guardava negli occhi. quest'ultimi erano persi, completamente catturati. avrebbe voluto alzarsi e avvicinarsi di più a yoongi, stargli più vicino di qualsiasi altra cosa. "mi piaci e con te sento davvero di essere felice."
"yoongi" provò a dire il minore, ma il corvino lo interruppe ancora
"ma prima che tu possa rispondermi, devo parlarti di me" continuò, mentre il suo volto si faceva più serio "so che abbiamo passato molto tempo insieme, e che ti senti praticamente sicuro di conoscermi, ma c'è qualcosa che non sai. qualcosa che non sanno neanche namjoon, o seokjin, o meglio non sapevano fino a qualche tempo fa."
hoseok arricciò le labbra. sentiva una strana pressione addosso. anche se non c'era tono, il modo in cui yoongi si muoveva era così estremamente serio, rigido, trasmetteva una determinata preoccupazione nel petto del minore. lo osservava con fiato spezzato, sospeso, come se volesse solo togliere quella storia di mezzo per poter finalmente stare con yoongi. parla, yoongi, ti prego.
la preoccupazione saliva ogni secondo di più. il respiro diventava più difficile da completare e hoseok non riusciva a trovare la motivazione. niente lo avrebbe mai portato via da yoongi, lo avrebbe perdonato e amato in ogni situazione, ma tutta quella serietà ora gli strozzava la gola. tutto ciò che pensava era al dolore di yoongi, cominciando a tremare all'idea dell'altro star male. i suoi non si scollavano dalla sua espressione, rigida come il marmo. si chiese che fine avesse fatto il dolce yoongi, quello che lo aveva portato sulla luna.
voleva ascoltarlo, togliergli quel dolore e prenderselo lui. non poteva sostenere quella vista, quella conoscenza che l'altro stesse male. voleva salvarlo, così come aveva voluto quella volta che erano andati alla mostra di fotografie e lo aveva visto così triste. è di questo che si tratta, yoongi? si chiese. domandò a sé stesso se davvero era stato così cieco da non capire quanto dolore ci fosse in lui. arricciò le labbra. voleva urlare, voleva gridare a yoongi di dirgli tutto, di permettergli di aiutarlo.
"prima che tu decida di rimanermi accanto devo parlarti di jungkook."
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a voce bassa. ✓
Fanfictionyoonseok - pleasxntville | « si può sapere che cazzo ti ho fatto? » dove un ragazzo continua ad ignorare yoongi e a quest'ultimo la cosa non riesce ad andar giù. ☼| yoonseok, namjin, yoonkook,... ♡ | playlist - " a voce bassa " su spotify iniz...