ventotto - non so chi sei.

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capitolo ventotto
«non so chi sei»

capitolo ventotto«non so chi sei»

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17 novembre.
sabato.

i particolari di jungkook erano ancora vividi nella sua mente. poteva ricordare alla prfezione l'espressione tra la felicità e lo stupore che vi era impressa sul suo viso dopo le parole che gli aveva detto yoongi, mentre si alzava e lo superava per tornare dentro la casa. jungkook era rimasto fuori per ancora qualche minuto, avvolto dalla solitudine e dal silenzio, come bloccato nel tempo. yoongi si era messo a lavare i piatti in cucina e, più volte, si era voltato a vedere la figura del minore ancora seduta all'esterno. quella fu l'ultima volta in cui yoongi toccò una sigaretta, mettendo finalmente un punto a quel suo terribile vizio.

non ci furono altre parole quella sera. o almeno, non grandi discorsi. quelli erano solo appesi sulle labbra di jungkook, impressi negli occhi del corvino, che sembrava in tutti i modi voler parlare ma non trovava in nessun modo il coraggio per farlo. e yoongi, fin troppo cieco per rendersi conto di tutti gli indizi che il minore gli dava, non lo spronò mai a iniziare a parlare.

se avesse potuto tornare indietro nel tempo, gli avrebbe chiesto di farlo. lo avrebbe pregato di confidargli quelle parole che celava nel cuore, quei pensieri che nei suoi gesti capiva quanto lo intimorissero. ma yoongi non era uno che parlava, uno che chiedeva, e di nient'altro si pentì mai così tanto.

qualcosa di caldo gli sfiorò la mano, fino a far intrecciare le proprie dita con quelle minute di qualcun altro. al maggiore servì un istante di troppo per capire che il ricordo era ormai sfumato via e che, quella che si era stretta alla propria, era la morbida mano di hoseok. si era affiancato a lui in silenzio, quando era troppo preso dai ricordi che si susseguivano nella sua testa, e yoongi si sentì in colpa per non averlo notato. si voltò nella direzione del più piccolo, e quest'ultimo fece lo stesso.

yoongi non avrebbe saputo dire come si sentiva. sapeva che hoseok aveva un potere forte su di lui, quello sguardo l'avrebbe incatenato e reso schiavo, era completamente vulnerabile. allo stesso tempo, c'era qualcosa che non capiva. qualcosa che rimaneva celato tra di loro ma in bella vista. negli occhi di hoseok vi era un messaggio chiaro, e yoongi ebbe quasi l'impressione di rivedere di fronte a sé lo sguardo senza voce di jungkook. portò via lo sguardo all'istante, odiandosi per mischiare così due persone.

sentiva una stretta allo stomaco. non aveva nessun diritto di confondere o unire in qualche modo jungkook ed hoseok. erano nettamente due persone diverse, che allo stesso tempo avevano molte cose in comune. in particolare, quello sguardo di hoseok yoongi non seppe dire se lo trovasse rassicurante o lo facesse intimorire. e se era davvero quello che pensava allora...

« andiamo, hoseok » gli disse, stringendo la presa sulla mano di hoseok e scuotendola piano, per dirgli che il tempo lì era finito. « andiamo a prendere qualcosa da bere. » continuò, mentre il rosso annuiva e lo seguiva verso l'uscita da quella ultima stanza.

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