ventidue - mi piace qualcuno.

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capitolo ventidue
«mi piace qualcuno»

capitolo ventidue«mi piace qualcuno»

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6 novembre.
martedì.

era sempre stato pieno di pensieri, il genere di persona che da una parola riesce a trarne otto diversi significati, che da una frase riesce a condursi verso una interpretazione lontana quanto la luna dalla terra. non si stupì nel ritrovarsi a riflettere, per gran parte del proprio tempo, alle parole che seokjin gli aveva detto la mattina precedente seduti a fare colazione. ogni parola veniva analizzata così tanto da diventare quasi priva di senso, mentre yoongi continuava a non capire. eppure seokjin aveva parlato in quel modo così delicato e semplice... sembrava stesse raccontando un paragrafo di un libro. perché non gli sembrava mai di raggiungere quella semplicità che l'amico gli aveva mostrato?

era riuscito a spiegare con innocenza una situazione che, al corvino, sembrava fin troppo complessa.

forse, pensava, è così che funziona. rifletté anche su questo. dopotutto per lui era semplice la questione che vi era tra seokjin e namjoon, quando tra i due essa non appariva per niente nello stesso modo. forse quando non lo vivi direttamente è più facile vederla con semplicità. forse i problemi diventano incompresibili solo quando sono i tuoi, quando cuore e cervello sembravano non parlare più la stessa lingua. ed è lì che entra la figura del giudice esterno, qualcuno non direttamente coinvolto, che affronta la questione con facilità.

il pensiero, però, non sembrava alleviarsi o lasciarlo più libero. fra tutte le parole che formavano un alveare nella sua testa, non dimenticava la frase che l'amico aveva pronunciato senza il minimo dubbio. che la risposta a tutte le sue insicurezze ed emozioni era il semplice fatto che hoseok gli piacesse.

piacere... per gran parte della sua vita aveva ascoltato intorno a sé, aveva sentito dire "mi piace qualcuno" da innumerevoli persone, e per gran parte della sua vita si era sempre tenuto alla larga da queste parole che, al suo orecchio, suonavano spaventose. le labbra gli si facevano secche e la gola secca, non voleva pensare a certe cose, non riusciva a credere di essere finito contro quel muro che indicava che ti piaceva qualcuno. e pian piano, si rendeva conto che ci si era duramente scontrato. si portò una mano allo stomaco, sentendolo stretto. non ora, si disse con forza, buttando indietro vecchi ricordi dolorosi, non puoi tornare ora.

strinse gli occhi come per nascondere la vista di un mostro spaventoso, mentre implorava di capire meglio. ne aveva un disperato bisogno, e sapeva che c'era un unico modo per analizzare al meglio le sue emozioni, e ovviamente c'era da stare vicino ad hoseok. decise che gli avrebbe chisto di uscire, quel giorno, ed entrò a scuola motivato a dirglielo al più presto.

in quel giorno qualunque, anche i corridoi affollati della sua scuola apparivano vuoti agli occhi di yoongi. tutto sembrava svuotarsi quando hoseok non era vicino a lui, ogni cosa spenta e grigia, come una di quelle giostre non in funzione. guardava ovunque, alla ricerca del ragazzo, mentre percorreva la strada che portava al proprio armadietto. col cuore che batteva con tanta potenza da fargli tremare le mani si aspettava con quasi immotivata emozione di trovare hoseok già lì, ad aspettarlo, o che comunque lo raggiungesse a breve come spesso succedeva, ma nonostante rimase lì ad aspettarlo per oltre cinque minuti, di fronte al proprio armadietto, il rosso non sembrava arrivare.

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