cinquantasette - se non c'è yoongi

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capitolo cinquantasette
« se non c'è yoongi »

capitolo cinquantasette« se non c'è yoongi »

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18 marzo
lunedì

la porta della palestra si aprì di scatto, rivelando le due figure di hoseok e jimin. tutti i presenti all'interno della vasta sala si voltarono in direzione del suono, compreso lo stesso seokjin che di fronte alla massa di persone sedute sulle gradinate illustrava come aveva ideato la scaletta delle esibizioni. il ragazzo dai capelli biondi alzò le sopracciglia nel vedere entrare il ragazzo sordo e, deglutendo, abbassò di nuovo lo sguardo. si sentiva il volto rosso per l'imbarazzo. 

« non distraetevi, stavamo finendo di parlare » raccolse velocemente di nuovo l'attenzione seokjin, la voce leggermente titubante come se fosse sotto esame. teneva gli occhi incollati ai fogli che aveva di fronte a sé, sentendosi un bambino per come si stava comportando. non osava alzare lo sguardo più sopra, e incontrare quello di hoseok. « partiremo prima con le due esibizioni di canto delle ragazze, poi uno stacco comico coi trucchi di magia di jae e infine... » deglutì, dovendo per forza alzare il viso per farsi capire dal ragazzo.  « infine toccherà a te, hoseok. »

quest'ultimo si limitò ad annuire, mettendosi poi a sedere sui sedili azzurri della gradinate. jimin si sedette affianco a lui, sembrava l'unico rilassato in quella situazione. per quaranta minuti non successe praticamente niente: due ragazze provarono la loro canzone per circa venti minuti, hoseok rimase immobile seduto. seokjin non provò ad avvicinarsi a lui, né a parlarci, e rimase a coordinare tutto il gruppo. 

"voglio andarmene a casa" disse dopo tutto quel tempo hoseok, voltandosi nella direzione di jimin. il suo petto cominciava a farsi più pesante ad ogni battito, sentiva le pareti della palestra farsi sempre più piccole fino a schiacciarlo e lasciarlo da solo in quella morsa letale. "non devo fare niente qui, non ha senso rimanere per le prove. non salirò su quel palco se non c'è yoongi a guardarmi"

i suoi occhi si erano riempiti velocemente di lacrime. aveva tentato di trattenersi per tutta la mattina, allontanando il pensiero del ragazzo da sé, ma era impossibile distaccarsi dal suo ricordo se ogni cosa lo riportava sempre da lui. se ogni piccolo oggetto, piccolo dettaglio lo trasportava con forza a tutti i bei momenti che aveva passato con yoongi e ora rimanevano solo nella sua testa. continuava a sentirsi male ogni volta che il volto dell'altro appariva nelle sue palpebre chiuse. 

gli mancava il suo volto serio, la sua espressione dolce, il modo in cui gli accarezzava il volto quando erano sdraiati insieme. gli mancava vedere le lacrime agli angoli dei suoi occhi quando facevano l'amore, gli mancava la forma che avevano le sue labbra quando pronunciava il suo nome, gli mancava la vibrazione che sentiva sotto le dita quando poggiava la mano sul suo petto e lo ascoltava cantare in quel modo. il fiato cominciò a mancargli mentre le lacrime gli rigavano le guance, diventate rosse, gli rendevano la vista poco chiara. 

jimin schiuse le labbra di fronte a quella crisi, sporgendosi verso di lui e poggiando le mani sulle sue spalle per cercare di riportarlo verso di sé, verso l'equilibrio. lo scosse piano, chiamando il suo nome, ma hoseok sembrava esser finito in un mondo tutto suo. anche gli altri ragazzi nella palestra si voltarono, preoccupati nel sentire quel pianto. 

seokjin sgranò gli occhi, sentendo il cuore accelerare, e corse nella direzione dei due ragazzi, salendo le scalette delle gradinate due a due. « hoseok, hoseok! » cominciò a chiamarlo, senza pensare che non lo poteva sentire. lo raggiunse, mettendosi di fianco a lui, e chiedendo a jimin cosa fosse successo.

il minore scosse piano la testa « non lo so, mi aveva detto che voleva andare a casa e che non sarebbe salito sul palco perché yoongi non c'è più » disse, sentendosi come se stesse mandando giù per la gola un sasso. 

seokjin diede immediatamente agli altri ragazzi l'ordine di uscire e farsi venti minuti di pausa, e una volta rimasti loro tre da soli nella grande stanza si fece ancora più vicino ad hoseok. gli prese il volto tra le mani, sentendo i polpastrelli umidi per le lacrime. « hoseok, per favore ascoltami » disse, costringendolo in quel modo a guardarlo in volto, essendo l'unico metodo per farsi capire « andrà tutto bene, te lo prometto, hai capito? yoongi tornerà, yoongi sarà qui il giorno del festival. io ti giuro su tutto quello che ho che ci sarà. » continuava a parlare, buttando fuori parole come un fiume che sfonda una diga. lo diceva con così tanta forza da far capire che la vera persona a cui le stava rivolgendo era sé stesso. era lui che voleva sentirsi dire che yoongi sarebbe tornato, che yoongi sarebbe stato di nuovo al suo fianco. 

"se lui non tornerà non potrò mai farmi perdonare" 

seokjin si voltò immediatamente verso jimin « che ha detto? »

« che se yoongi non tornerà più non potrà farsi perdonare » rispose jimin, arricciando le labbra. fece cenno a hoseok di guardare anche lui - e non solo seokjin. « hobi, yoongi tornerà sicuramente, e avrete insieme tutto il tempo del mondo per perdonare, superare e ricostruire insieme. »

dopo dieci minuti il respiro hoseok sembrò tornare stabile. le sue guance erano accese come un pomodoro maturo, le sue mani si muovevano per scusarsi in continuazione delle proprie azioni. si vergognava di esser stato un peso simile per gli altri ma jimin e seokjin gli risposero ogni volta che non aveva nulla di cui preoccuparsi o di cui essere in imbarazzo. seokjin gli porse una bottiglietta d'acqua e gli sorrise. « devo dirtelo, per un sacco di giorni sono stato molto arrabbiato con te. non riuscivo ad accettare che ci avessi mentito così. » gli disse « ma essermi confrontato con te mi ha fatto capire che nonostante i fatti fossero falsi i tuoi sentimenti sono sempre stati sinceri. »

sapeva che hoseok era il primo ad aver riconosciuto tutti i suoi sbagli, non aveva senso continuare a puntargli il dito contro per altro tempo. si sedette al suo fianco, per la prima volta dentro di sé aveva la certezza che le cose sarebbero andate meglio. non aveva senso crescere quella rabbia nel cuore, hoseok era ancora un buon amico. e forse cominciava anche a comprendere il perché delle sue scelte. « hoseok » attirò la sua attenzione, aspettando che lo guardasse negli occhi « ti voglio bene, ancora. » 

scusatemi se è un po' corto e di passaggio :( + non ho controllato quindi non so se ci sono errori

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