trenta - metter via la maschera.

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capitolo trenta
«metter via la maschera»

capitolo trenta«metter via la maschera»

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22 novembre.
giovedì.


il tempo sembrò bloccarsi quando hoseok mostrò agli altri due ragazzi il quaderno, e di conseguenza il messaggio che aveva scritto. yoongi rimase completamente sorpreso, ghiacciato e fatto di marmo. non vedeva hoseok da un tempo che gli sembrava infinito, e appena tornava di fronte a lui gli chiedeva di parlargli da solo. si sentiva come se avesse appena abbracciato la luna, raggiunto la stella più lontana, felice. allo stesso tempo il viso di hoseok, serio e spento come mai lo aveva visto, lo faceva rabbrividire e gli afferrava il cuore, stringendolo con forza fino a fargli male.

namjoon si alzò di scatto dalla propria sedia, facendo per andarsene, ma hoseok alzò una mano a mezz'aria facendolo bloccare a metà dell'azione. yoongi guardò namjoon, quest'ultimo con l'aria confusa. « penso voglia dire che non devi andartene » gli disse, e il rosso annuì. yoongi alzò un angolo delle labbra, sentendosi felice di aver indovinato quello che pensava l'altro. alla fine della storia, c'era ancora quel legame così forte da essere capito anche in silenzio. non poteva negare come riuscissero a capirsi così bene senza bisogno di esprimersi in modo completo.

namjoon li osservò e si rimise seduto, poi hoseok fece cenno a yoongi di seguirlo. « forza, seguilo » lo spronò il minore, agitando le proprie mani per dire al corvino di sbrigarsi. yoongi, sentendosi comunque bloccato e rallentato, come se il mondo avesse cominciato ad essere a rallentatore, non poteva dire lo stesso del suo cuore. gli batteva fortissimo, lo sentiva in ogni parte di sé.

annuì all'amico e si alzò, seguendo hoseok fuori dalla mensa. il rosso gli camminava di un passo avanti, facendogli strada in quella scuola che improvvisamente yoongi non riconosceva più. era sempre stato lui a scortarlo da una parte all'altra, a fargli conoscere i posti, e ora hoseok camminava con sicurezza e svoltava sicuro della destinazione. yoongi si fissava i piedi, forse dispiaciuto, aveva sempre apprezzato esser considerato come la guida dell'altro.

dopo qualche minuto a seguire il minore, quest'ultimo arriva di fronte ad una porta. yoongi piega la testa di lato, confuso, non riconoscendo quel posto. hoseok si volta verso il maggiore, e come se avesse capito quello che stava pensando provò a rispondere col proprio sguardo. non avere paura, gli disse, senza fogli senza scritte senza gesti. yoongi annuì, « non ne ho » rispose, facendosi più sicuro e hoseok alzò lievemente un angolo delle labbra.

aprì la porta, dopo aver controllato che il corridoio fosse vuoto e che nessuno li potesse vedere entrar lì, e poi fece cenno a yoongi di sbrigarsi a seguirlo. il corvino ci mise poco a capire che era una normale aula come le altre di cui era piena la scuola, solo che al momento non in uso. i vetri delle finestre erano oscurati dalle persiane abbassate, e solo poche striscioline di sole potevano passarvi attraverso. i mobili c'erano ancora, la cattedra al centro della stanza e diversi banchi ammassati nell'angolo della stanza. c'era odore di spazio chiuso, di luogo che non riceve un po' di aria da diverso tempo.

riusciva a riconoscere quasi con chiarezza il profilo di hoseok, nonostante il buio. una trisciolina di sole gli accarezzava il naso e le labbra di poco schiuse. aveva un'espressione che sembrava esprimere preoccupazione, ansia, come se si trovasse a pochi minuti da un compito in classe difficile. se ci fosse stata un po' più di luce avrebbe potuto notare anche le guance rosse. se fosse stato lui avrebbe potuto sentire quanto la sua gola fosse secca.

yoongi si guardò attorno ancora, troppo coinvolto dalla vista di hoseok. riusciva a sentirsi il cuore in gola solo con osservando il suo viso. « come conosci un posto simile? » domandò, in un punto in cui c'era abbastanza luce così che l'altro potesse leggere le parole sulle sue labbra.

hoseok lo fissò negli occhi e scosse la testa. non voleva rispondere. non voleva perdersi in chiacchiere inutili, dover per forza riempire quegli attimi di imbarazzo. strinse i pugni e arricciò le labbra. aveva paura, dopo tantissimo tempo la provava con forza e gli ardeva il cuore. si sentiva in completa tensione, e sperava solo che yoongi potesse sciogliere tutta quella terribile sensazione. si avvicinò di più all'altro, fino a posare le sue mani sui polsi dell'altro e ritrovarsi faccia a faccia con lui.

yoongi deglutì. il suo volto si fece di un rosso intenso e il cuore era andato altrove. sentiva la leggera presa di hoseok su di lui come un un cerchio di fuoco che gli bruciava la pelle. per qualche attimo si imbarazzò a pensare che l'altro fosse sul punto di baciarlo, e forse lo attendeva. aspettava che si abbassasse di poco per posare le sue labbra sulle proprie, per tornare a provare quell'emozione che aveva quasi dimenticato. desiderava scoprire di nuovo la morbidezza della sua bocca e l'emozione di poterla definire perfetta per baciarlo, come se fossero stati fatti solo per far quello. avrebbe voluto baciarlo.

hoseok aveva gli occhi lucidi. intensificò la presa sui polsi di yoongi, impaurito. « s...gu... za... » il rumore basso, la voce che tremava. il pavimento fu come se fosse sparito sotto i piedi di yoongi mentre sgranava gli occhi e ascoltava per la prima volta la voce impaurita e bisognosa di attenzioni - non in modo negativo - di hoseok. quest'ultimo chiuse subito le labbra, spaventato a morte.

yoongi fu sul punto di piangere, scoppiare in un sincero pianto di commozione. « tu... » tentò di dire qualcosa, qualsiasi cosa, ma ogni parola cominciava a perdere senso una volta sulla sua lingua. si perse nello sguardo di hoseok, e poi si spinse in avanti per abbracciarlo. cinse il suo corpo con forza, fino a poterlo fondere nelle proprie ossa e unirle, creare una sola persona piena d'amore. « puoi... ridirlo? » domandò con timore, una volta tornato a guardarlo negli occhi. hoseok abbassò lo sguardo e arricciò le labbra. yoongi alzò le mani e le posò sulle guance morbide e calde dell'altro, costringendolo a tornare a guardarlo. « non ti giudicherò mai, hoseok, sei la mia persona preferita. ancora, a voce bassa. » gli disse, e il cuore di hoseok si convinse.

parlò ancora, a bassa voce come l'altro gli aveva detto, tenendo le proprie mani sopra quelle di yoongi e sentendosi come venuto al mondo di nuovo quando vide il maggiore sorridere così sinceramente. un sorriso largo, immenso, che sembrava avvolgerlo e proteggerlo. « voglio solo che tu sappia che il parlare non ti rende migliore ai miei occhi. per me sei uno spettacolo con tutte le tue particolarità, che non sono difetti. » gli disse, facendo intrecciare le loro dita « oggi sono felice tu abbia fatto tutto questo per me, ma non sentirti costretto pensando di farmi più felice. sono già più felice. felice come mai. »

hoseok annuì, e lo ringraziò con lo sguardo. riprese il proprio quaderno e cominciò a scrivere.

mi dispiace davvero tanto per come mi sono comportato, e per esser sparito. sono stato malissimo e mi sono sentito davvero in colpa.
volevo trovare qualcosa che fosse davvero speciale, per farmi perdonare.

yoongi gli sorrise e poi scosse la testa, avvicinandosi a lui e alzando una mano. gli accarezzò la testa piano, con delicatezza. « ho sbagliato io, sono io che dovrei farmi scusare. » gli rispose, con dispiacere « sono stato arrogante, convinto di avere ragione. che colpa ne hai tu? » hoseok arricciò le labbra, e poi scosse la testa a voler dire "è colpa mia". yoongi sorrise ancora « allora è colpa di entrambi, va bene? solo che tu ti sei fatto perdonare alla grande. sono io che devo fare ancora di meglio. » e questo fece sorridere anche hoseok.

non devi fare niente.
io ti perdono anche se mi sorridi soltanto.

ma yoongi non era convinto. quando aveva pensato che hoseok stesse per baciarlo aveva capito quanto necessitasse di chiarire quella situazione con l'altro ragazzo. e ovviamente non voleva chiarire per tenerlo come un amico. aveva bisogno di esprimere ad hoseok quanto fosse sinceramente speciale, più di chiunque altro, per lui. e soprattutto, voleva che lo ascoltasse. voleva finalmente raccontare la sua storia e i suoi dolori più intimi a qualcuno. « non è abbastanza » rispose « vediamoci il prossimo fine settimane. voglio parlarti di una cosa importante. »

era ora di metter via la maschera e mostrarsi ad hoseok per quello che davvero era. per quello che davvero era stato.

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