CAPITOLO 58

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Mark, con lo sguardo confuso e ferito, non mi toglie gli occhi di dosso.

So quanto possa essere difficile per lui parlare, soprattutto a me, ma è un peso che se ne andrebbe via.

E non voglio più pesi così grandi sul mio stomaco.

<<Non saprei da dove iniziare Serena..>>

<<Ti prego,raccontami..>>

Mark annuisce e poi si mette a gambe incrociate sulla panchina di pietra. <<Ho sempre conosciuto Lucky e Carter. Si odiarono dal primo giorno che si sono visti, e odiarono anche me..>> Lo ascolto. <<Carter era quasi sempre ricercato dalla polizia, aveva fatto vari casini, di ogni tipo, quindi sia io che Lucky cercavamo di starci vicino il meno possibile per non essere coinvolti anche noi, ecco..>>

Abbasso lo sguardo..non so se sono davvero pronta a sapere tutto.. ma mi faccio forza.

<<Io avevo una sorella più piccola di me, un giorno mi disse che aveva perso completamente la testa per Lucky. Lo sai anche tu, Lucky ha sempre fatto colpo su chiunque e ha sempre giocato con i sentimenti di chiunque. Mi ricordo che io le dissi di starci lontana, che non era il ragazzo per lei, ma lei non mi ascoltò così iniziò a frequentarsi con lui. Emma, mia sorella, con lui ebbe tutte le sue prime volte ma io non potevo dire nulla, non potevo obbligarla a lasciarlo, lei non mi avrebbe ascoltato. Siamo cresciuti senza genitori ed era mio dovere crescerla. Passarono vari giorni Carter venne a scoprire questa relazione così ebbe l'idea di soffiargliela ma per dispetto, non di certo perchè era innamorato..>>

Ha le lacrime agli occhi, e io cerco di consolarlo accarezzandogli una spalla. <<Se non ce la fai..>>

<<Ce la faccio.>> Continua, asciugandosi le lacrime. <<La cosa si trasformò in una gara, come se mia sorella fosse un premio. Emma era innamorata di Lucky, ma estremamente attratta da Carter, ogni sera arrivava a casa con le lacrime e io mi arrabbiavo un sacco. Provai aparlare con Lucky e Carter, ma niente da fare, loro continuarono.>>

<<Non ci posso credere.>> Scuoto la testa incredula. <<Davvero..>>

<<Non è finita.>> Si accende una sigaretta. <<Eravamo ad una festa, tutti ubriachi, avevamo bevuto e fumato veramente tanto, ma non Lucky. Io e Carter stavamo parlando fuori, in giardino, e sentimmo delle urla provenire verso la piscina.. erano Lucky e mia sorella. Litigavano, urlavano, delle urla davvero fortissime. Io e Carter ci recammmo verso di loro quando ad un certo punto Lucky spinse mia sorella nella piscina. Io non mi sono allarmato subito, ma quando quando ho visto un lago di sangue nell'acqua mi sono buttato per prenderla..  lei aveva gli occhi chiusi e il sangue le usciva dalla testa. Ero fuori di testa, ho iniziato a piangere ed a urlare. Hanno chiamato la polizia e fecero il test a Lucky e a me, ed io ovviamente risultai positivo. Avevo bavuto, e avevo fumato mentre lui era pulito, per tutta la sera non aveva toccato alcool perchè doveva guidare così è risultato completamente innocente. Fecero domande a Carter, lui aveva visto insieme a me la scena, ma Carter rispose che non aveva visto nulla, che non ne sapeva nulla e che lui era da tutt'altra parte, con altre persone..>>

Credo di sentirmi male..

<<Portarono Emma all'ospedale, ma era ormai palese che non ce la fece. Emma morì subito dopo il colpo.>>

Mi copro la faccia con le mani. <<Non è possibile..>>

<<Sono andate così le cose. Dopo giorni e giorni mi portarono via di qua e mi sbatterono in carcere. Carter nonostante l'odio verso Lucky l'ha protetto. Non so perchè l'ha protetto, però e stato così. Se non fossi stato in quello stato probabilmente non sospettavano di me, ma è stato così. Odio profondamente Lucky e odio anche un po' Carter per non essere stato dalla mia parte subito, ma devo dire che in realtà da una parte lo ammiro perchè dopo alcuni giorni è andato dalla polizia e ha detto che ha fatto falsa testimonianza, che non sa chi è il vero colpevole, ma che io ero con lui quella sera. Io uscii di carcere mentre Carter entrò e si fece un anno, se ricordo bene. Lucky è quello che ne è uscito pulito da questa storia.>>

Non ho parole per descrivere quello che sto provando in questo momento. Non ho parole perchè forse, alla fine, tutto questo me lo sono cercato io.

Mi fa male il cuore sentire parlare così Mark. Non me la aspettavo una cosa del genere,sono sbalordita.

<<Sai che ti dico?>> Mark mi accarezza la guancia. <<Io ti ho sparato,ho rischiato di mettere in pericolo la tua vita e quella di tuo figlio, e sono mesi che mi nascondo dalla polizia ma ora che te ne ho parlato mi sento davvero molto meglio e, a differenza di Lucky, io me le prenderò le mie responsabilità. Dopo averti parlato andrò dall apolizia, mi farò vedere e dirò 'sono qui, sono io Mark,arrestatemi.'>> Poi, mi rivolge un sorriso pieno di speranza.<<E sai cos'altro ti dico? Nella vita bisogna imparare a perdonare. Io purtroppo non ne sono capace perchè non ho, forse, un cuore buono. Ma tu ce l'hai, e credo che Carter abbia sbagliato a ballare con un'altra, come mi hai raccontato, ma io lo so che ti ama. Sereena siamo giovani, se non si sbaglia da giovani in queste cose così piccole, quando si sbaglia? Lui ha un cuore grande, credimi, e non pensare che qui ci sia un cattivo.>> Poi si alza. <<Nessuno è cattivo.>>

<<Dove vai?>> Gli chiedo. Ha davvero intenzione di andare dalla polizia?

<<Serena, io e te probabilmente non ci vedremo più. Ti auguro in bocca al lupo per il tuo futuro e vai dove ti porta il cuore, sempre, mai con la testa. E' con la testa che si sbaglia, mai con il cuore.>>

Mark si allontana e sparisce nel buio lasciandomi qui con tantissime domande nella testa e tantissime incertezze.

A STORM INSIDE ME 3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora