CAPITOLO 59

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Torno a casa sconvolta e con un senso di tristezza dentro di me.

Appena apro la porta trovo la luce accesa con Carter seduto sul divano che mi sta aspettando.

Poso la borsa sulla sedia e Carter si alza. <<Dove sei stata?>> Mi chiede agitato.

<<In giro..>>

<<Da sola?>>

<<Ero con Mark.>> Bevo, e poi poso il bicchiere nel lavandino. Vado in camera e ovviamente Carter mi segue.

Mi tolgo il vestito sotto i suoi occhi e mi distendo nel letto.

Carter mi guarda e quando io cerco di incontrare i suoi occhi lui distoglie immediatamente lo sguardo.

<<Cosa ci facevi con lui?>> Anche lui si toglie i jeans e la camicia e si mette nel letto con me.

<<Mi ha raccontato tutto.>>

<<Tutto cosa?>>

<<So il segreto di Lucky, so tutto quello che è successo. Di Emma, della sua morte.. della tua falsa testimonianza.. ogni cosa.>> Parlo con tono calmo e basso.

Carter è sbalordito da ciò che gli ho appena detto. <<Io.. beh.. immagino che mi odierai..>>

<<Non ti odio Carter, sono solo confusa. E' stata una cosa inaspettata per me, ero un po' scioccata.>>

Mi prende la mano sotto le coperte. <<Non sono più quella persona, sono stato uno stronzo, ero una persona senza sentimenti. Quando ho saputo che Mark era finito in carcere sono subito corso dalla polizia. Volevo prendermi le mie responsabilità..>>

<<Lo so, ti ammiro per questo. Vorrei solo sapere perchè Lucky non ha detto niente. Perchè non ha ammesso le sue colpe?>>

<<Lucky non l'ha fatto apposta. Lui non voleva ucciderla! Non è un assassino.Solo.. erano furiosi entrambi. Si spingevano entrambi, si urlavano infaccia..>> Carter sospira. <<Assurdo. Io l'ho protetto perchè non volevo passasse la vita lì dentro. Io ho un cuore, capisci? So che ho sbagliato a ballare con quella ragazza.. me ne pento.. mi pento anche di averti fatto soffrire..>>

Faccio un leggero 'no' con la testa. <<Bisogna imparare a perdonare.>> Ricordo le parole di Mark e sento una scossa di dolore nello stomaco se penso a quanti anni starà chiuso dentro a quella gabbia.

<<Tra noi è davvero un casino.>> Carter giocherella con il dito sulla mia pancia, e il bambino scalcia immediatamente. E' sempre così. Il bambino sente la presenza del papà.

<<Sì, tra noi in questo periodo è tanto un casino. Hai avuto ragione a spostare la data del matrimonio, è giusto pensarci..>>

Carter annuisce e poi mi guarda negli occhi. <<Non ti merito, forse.>>

<<Non dire così, forse è il contrario..>> A volte penso che sono io a innescare i litigi, in questo periodo sono così tanto nervosa e stressata che me la prendo con chiunque. <<Io sono fuori di me in questi giorni, lo sai, e se ti sei stufato hai tutte le ragioni.>>

<<Sei proprio tragica.>> Mi lascia un bacio dolce sulla pancia. <<Continua a scalciare, è incredibile.>>

<<Vuole bene al suo papà.>> Gli sorrido. <<Ho davvero paura che tra noi non vada più bene.. ho paura di rimanere da sola a crescere questo bambino. Ho così paura..>>

Carter mi abbraccia forte e mi bacia sulla fronte. <<Non sei sola, ci sono io.>>

<<Ma tra noi va malissimo.>>

<<Sere,abbiamo bisogno di tempo entrambi. Abbiamo bisogno di pensare, di stare un po' tranquilli, di realizzare ancora del tutto cosa sta succedendo. Siamo giovani entrambi, e per noi giovani le cose sembrano tutte difficoltà e ostacoli. Questo non è niente di tutto questo. E' vita.>>

Sciolgo l'abbraccio e mi rannicchio accanto a lui. <<Non voglio perderti.>>

<<Ora dormi, okay?>>

Chiudo gli occhi e cerco di non pensare più a nulla.

In bene o in male tutto questo finirà, prima o poi.






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