Molte volte mi chiedo cosa voglio veramente, e cosa sia veramente l'amore.
Altre volte invece mi capita di pensare ad ogni minimo dettaglio della mia vita e sono più le volte che mi viene da piangere che da sorridere.
Ho visto tante cose: un amore non corrisposto, il tradimento da chi ami,da chi vuoi bene, l' arrivo di molte sorprese senza saperle gestire..mi chiedo se c'è un posto anche per me nel mondo.
Che strano l'amore: prima ti fa sorridere, e subito dopo ti distrugge le aspettative e crolli per ogni minima cosa.
E che strana la fragilità: dopo tante volte che crolli non credi più a niente, più a nessuno. Ti racchiudi in te stessa e speri sempre che le persone cambino..
Il problema è che le persone non cambieranno mai. Migliorano solo quando fa comodo a loro, forse per un periodo di tempo e poi ritornano quelle di prima, ma no, le persone non cambiano.
<<A che pensi?>> Carter mi porta una tazza di tè e si siede accanto a me sul divano.
Afferro la tazza. <<Un po' a tutto.>>
<<Vedrai le cose andranno meglio..>>
<<Sì. Quando si scoprirà chi è il padre del bambino.>>
<<Ci sono dei test che permettono di sapere chi è il padre anche se il bambino è ancora nell'utero.. e se ti vuoi togliere questo dubbio Serena io ti consiglio di farlo. Avrai tutto il supporto sia da me, sia da Lucky.>>
Sospiro. <<Non è presto?>>
<<Forse adesso si.. se no puoi aspettare che nasca.. ma quello che ti chiedo,Serena, è avere le idee chiare. Sappiamo entrambi che se il padre del bambino fossi io e tu fossi innamorata di Lucky con me non ci staresti. O viceversa. Per favore, prendi le cose seriamente e sopratutto segui il tuo cuore.>>
Capisco a pieno Carter, e ha più che ragione. <<Carter tu sei un ragazzo d'oro.. veramente.. e tu mi hai sempre dato un motivo per fidarmi di te. Solo che sono in mezzo a due situazioni molto diverse. Ho bisogno di tempo per pensare e per guadarmi meglio attorno.>>
<<Lo sai che io ti do tutto il tempo.>> Carter mi accarezza laguancia. <<Sei sicura che non vuoi venire a casa di Dave? Ci divertiamo. Ci sono anche Meryl e Nina..>>
<<Non me la sento.>> Gli rivolgo un sorriso rassicurante.
<<Mmh..posso lasciarti da sola vero?>>
<<Ma certo scemo! Ora leggo un po' e poi vado a dormire.>>
<<Va bene. Allora a domani. Ciao, fai la brava.>> Carter mi da un bacio sulla fronte e poi esce di casa.
Prendo il libro e inizio a studiare, intanto i minuti passano, e io non me ne accorgo. Sono troppo impegnata a leggere cime tempestose.
Quando mi decido a chiudere il libro il campanello suona e d'istinto guardo il tavolino di vetro di fronte al divano: Carter si è dimenticato il telefono. Possibile che se ne è accorto solo adesso?
Prendo il telefono e mi avvicino alla porta. <<Sì, hai dimenticato il telefono. Sei un po' imbr..>> Apro la porta e il cellulare cade a terra. <<Cosa.. cosa vuoi?>>
<<Serena Collins. Finalmente.>>
Il ragazzo tatuato entra in casa con fare strafottente e si siede sullo sgabello. <<Ti ho cercata tanto.. sai?>> Ride. <<Beh devo dire che questa casa non è cambiata proprio per niente..>>
<<Cosa vuoi?>> Ripeto. <<Ti chiedo solo di non farmi niente..>>
<<Oh stai zitta Serena!>> Si avvicina a me. <<Sono qui per un motivo, e ti assicuro che non è l'ultima volta che mi vedi.>>
<<Non capisco cosa vuoi da me.>>
<<Da te? Oh. Da te niente. Ma io so che tramite te io posso arrivare a Lucky.>>
Annuisco. <<Okay, okay..>> Sono pietrificata. Non voglio che mi faccia del male, perchè se che se tocca me, toccherebbe anche mio figlio.
E io non voglio questo.
<<Dov'è Lucky?>>
<<Non..non lo so..>>
<<Lo sai, cazzo!>> Sbatte a terra la sedia e io sobbalzo. <<Lo sai. E io so che tu lo sai. Dimmi dov'è Lucky prima che ti punto la pistola alla testa.>>
Il cuore batte forte. Talmente forte che ho così paura che cominci a farmi male.
<<Non so se c'è anche Lucky, ma posso solo dirti dov'è Carter.>>
<<Muoviti. Portami da lui.>> Mi prende per un braccio e mi porta fuori di casa.
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A STORM INSIDE ME 3
FanfictionSerena e Lucky sono sempre più distanti. Lei è incinta, e nonostante l'amore che prova per il ragazzo che le ha rubato il cuore cerca di stargli il più lontano possibile per evitare di ferirlo ancora di più. Lui cerca di non pensare alla situazione...