Aspettai, per sicurezza, altri due minuti e dopo essermi accertata che mia madre fosse partita sul serio, tirai un sospiro di sollievo.
Mia madre era la classica mamma oppressiva e troppo pretenziosa.
Per lei dovevo andare bene a scuola, tenere sempre in ordine la casa, non tornare tardi quando uscivo la sera, non fumare e non bere alcol.La psicologia, grande amica mia, diceva che se un genitore pretende troppo dal proprio figlio, ecco che il figlio, un po' come una specie di ribellione mentale, procede nel modo totalmente opposto.
"Bah, cazzate" direbbe chiunque mi ascoltasse, eppure...
Andavo male a scuola
Fumavo
Bevevo
E se non erano le due di notte, io non tornavo a casa quando uscivo con il mio gruppo.Coincidenze? Capricci adolescenziali?
E chi puó dirlo.Chiusi la porta della mia stanza a chiave, aprì la finestra e dal mio cassetto magico, tirai fuori tutto il necessario per un po' di verde e tabacco da fumare.
Scelsi una canzone dalla mia playlist adatta a quei momenti e iniziai a mettermi all'opera.
Circa un solo minuto per un momento quasi infinito di relax.
Nient'altro di meglio da poter desiderare.Mentre ero nella mia galassia, arrivó un messaggio sul mio cellulare che fece illuminare lo schermo di quest'ultimo.
Mama :
Ne avró per le lunghe, faró sicuramente tardi... non mi aspettare per cena.Adoravo stare da sola a casa e leggere quel messaggio mi fece prendere bene ancora di più.
Ció significava un'altra cosa.
Presi il telefono e scrissi un altro messaggio ad un altro destinatario.Me :
Casa libera per un po'.Vins :
Arrivo, hai verde?Me :
Si.Vins :
Perfetto.* * *
Vins :
Da dove entro?Me :
Sei giá giù?Vins :
Si.Me :
Entra dalla finestra, è gia aperta.* * *
<<Perchè non posso entrare come le persone normali da una comune porta?>> mi chiese subito dopo una voce che sbucava dalla fessura della mia finestra.
<<Perchè è più bello farti fare Tarzan.>> sorrisi a Vins voltandomi e aiutandolo con una mano a farlo entrare nella mia stanza.
Subito dopo scoppiammo a ridere entrambi e dopo esserci fissarti per un nanosecondo, iniziammo a baciarci con foga non facendo nemmeno caso a ció che ci stava attorno dato che ci scontravamo con i vari mobili della mia stanza.
<<Non sai che voglia ho.>> disse poi Vins slacciandosi i pantaloni mentre mio mi sfilavo la maglietta che avevo addosso.
<<Sh.>> risposi sorridendogli e spingendolo sul mio letto.* * *
<<Wow, meglio delle altre volte.>> dissi poi dopo essere esplosa assieme a lui di piacere.
Mi distesi a fianco di lui e dal davanzale della finestra di fronte al mio letto, presi una sigaretta e me la accesi.<<Vuoi?>> gli domandai cortesemente.
Vins annuì e gli passai il pacchetto di Marlboro gold.
<<Non ti sei fatta sentire stamattina.>> disse poi lui.
<<Sono stata a un funerale.>> spiegai tirando subito dopo quea sigaretta con la bocca.Vidi Vins bloccarsi dopo quelle mie parole e voltandosi verso di me preoccupato.
<<Cosa? Chi ti è morto?>> mi domandó poi.
<<Un mio cugino, mai visto e sentito.>> risposi io abbastanza indifferente.<<Non sapevo nemmeno della sua esistenza fino ad oggi, pensa te.>> aggiunsi ridacchiando mentre buttavo il fumo dalla mia bocca.
<<Stai bene?>> mi chiese quel ragazzo.
<<Certo, te l'ho detto giá, non l'ho mai visto quindi è come se non fosse morto nessuno per me.>> risposi ridendo.<<Si ma è pur sempre brutto perdere un parente.>> disse lui in tono serio.
<<È vero.>> risposi con la voce forzata mentre allungavo il mio braccio per prendere il posacenere sopra il davanzale della finestra.<<Quanti anni aveva?>> mi chiese poi ancora Vins.
<<Uhm... mi pare che avesse la mia stessa etá quindi sedici anni, anno in più, anno in meno.>>
<<Cazzo...>>
<<Eh.>> sospirai in fine uccidendo la sigaretta su quel posacenere ormai finita.<<Ceni con me?>> gli domandai poi alzandomi dal mio letto e infilandomi solamente gli slip e una maglietta nera presa a caso dal mio armadio.
<<No, esco con Joseph e gli altri.>> rispose lui.<<Okay.>> dissi solamente mentre afferravo il mio telefono e facevo un giro nei vari social.
<<Amy...>> mi chiamó poi lui dis togliendomi dall'attenzione rivolta al mio telefono.Alzai semplicemente gli occhi pronta a sentire ció che voleva dirmi anche se non apriva bocca.
<<Parli o devo fare una richiesta al sindaco della cittá?>> lo presi in giro qualche attimo dopo visto che ancora non muoveva labbro per parlare.<<Oh, scusa, mi sono messo a pensare di botto...>> subito tornó in sè scuotendo la sua testa.
<<Eh, quindi?>> gli domandai di nuovo insistentemente.
<<No, nulla.>> rispose subito lui.<<Bah, e chi ti capisce, non vorrei mai essere la tua ragazza, la faresti andare fuori di testa.>> ridacchiai infine prendendolo in giro.
<<Simpatica.>> rispose sospirando e alzandosi dal letto per rivesirsi.<<Vado.>> aggiunse subito dopo aprendo la finestra per andarsene.
Si rivestì e disse quel "Vado" così in fretta che mi parse come infastidito da non so cosa.
Ma che m'importava alla fine, non ero mica sua madre.
<<Starete dietro ai laghetti tu e gli altri?>> domandai subito prima che scappasse.
<<Si.>> rispose solamente.
<<Beh, se faccio in tempo, arrivo con le altre.>> dissi fissandolo attentamente.<<Okay.>> rispose annuendo e sgattaiolando, senza nemmeno salutarmi, fuori dalla mia stanza lasciandomi sola in quella casa.
Quella volta, vidi Vins ancora più strano del suo solito, sembrava che qualcosa che io avessi detto, l'avesse infastidito o turbato.
Non m'importava granchè di lui, era un amico come tutti gli altri, andavamo qualche volta a letto per passa-tempo, peró quando si comportava così, a volte ci rimanevo a pensare per molto tempo alla causa della sua stranezza.
...
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L'arte di essere fragili.
RomanceSpesso, parlando di fragilità altrui ci si dice che non è nulla, che la persona in questione si preoccupa per niente, ma la verità è che siamo tutti spavaldi, con i sentimenti degli altri. La sensibilità è un'arma a doppio taglio. Essere fragili cos...