Capitolo {31}

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<<La sua ragazza?>> domandó Sophia trattenendo il suo stupore.
<<Si... adesso scusatemi ma entro a vederlo.>> rispose subito lei prima di sgattaiolare dentro.

Per tutto quel tempo, io mi sentivo in uno stato di completo shock, quasi come fossi bloccata in uno stato di trance.

Solo quando sentì il botto della porta, alle mie spalle, che si chiuse, sobbalzai di scatto e ritornai in me stessa.

<<Amy... ma... te ne aveva mai parlato lui?>> mi chiese Sophia guardandomi scioccata.
<<No, mai di nessun'altra ragazza mi aveva mai parlato.>> risposi imbambolata senza nemmeno voltarmi per fissare la mia amica.

<<Sophia, portami a casa per favore.>> dissi poi senza nemmeno aspettare qualsiasi altra risposta che avrebbe potuto dire.
<<Ma...>>
<<No, non voglio più vederlo, voglio tornarmene a casa.>> non la feci nemmeno finire.

<<Anzi, me ne torno a piedi, voglio camminare un po'.>> subito dopo dissi.
<<Cosa?! Ma sono le due di notte.>> rispose Sophia.
<<Lo so, voglio camminare,tanto ho pure le cuffie in tasca.>> dissi ancora.

<<Amy, non esiste che tu fai tutta quella strada a quest'ora, andiamo in macchina.>> di nuovo mi rimproveró Sophia.
<<Sophia, dico sul serio, non appena sono a casa ti mando un messaggio.>> risposi sentendo immediatamente le lacrime agli occhi.

<<Amy, é notte fonda!>> stavolta urló.
<<Cazzo Sophia, non sei mia madre!>> alzai la voce anch'io prima di camminare velocemente verso l'uscita del parcheggio di quel maledetto ospedale.

Mi ritrovai, quindi, a camminare sopra ai marciapiedi illuminati a scia dagli altissimi lampioni ed il fresco della nottata mi sfiorava la pelle assieme alle macchine che sfrecciavano imbestialite lungo quella strada.

Non c'era nessun altro oltre me ed il mio cuore spezzato in quel momento.

Faceva davvero male.

Mi sentivo presa in giro, che poi, da chi mai? Vins non mi aveva mica detto che mi amava.
Mi sentivo presa in giro da me stessa ed in quel caso, faceva doppiamente male.

Mi ero illusa che avrebbe potuto nascere veramente qualcosa fra me e lui.
Credevo che andare a letto insieme, seppur occasionalmente, avrebbe potuto smuovere qualcosa di più oltre che all'attrazione fisica nei miei confronti.

Ed invece... quando si alzava dal mio letto per andarsene, andava a vedere lei.

Pensavo che avessi un piccolo posto nella sua testa quando la notte mi scriveva "I pensieri fanno a botte stasera, sei sveglia pure tu?" e così stavamo tutta la notte a parlare di tutto.

Forse era quella sintonia che mi fece illudere così tanto.
Sembravamo completarci, non c'era un discorso senza il quale non andassimo d'accordo o che non riuscissimo a parlare.

Le nostre menti erano così uguali, con gli stessi ideali, le stesse idee, gli stessi pensieri... tutto così uguale.

Non mi era mai capitato in tutta la mia vita di trovare una persona esattamente simile a me, nemmeno con tutte le amiche e gli amici che avevo.

Ognuno di questi aveva sempre qualcosa che era diverso da me e che addirittura facevo fatica a comprendere, ma con Vins... cazzo, lui era come me.

Perché allora, così simili, così distanti?

Il destino a volte si rivela più bastardo della vita stessa.

Avevamo un casino di cose in comune, dalla cosa più stupida a quella meno.

Ci piaceva la stessa musica; il rosso; il rock; stare svegli fino a tardi; le stesse marche di sigarette fino agli stessi gusti dei clipper che ci ritrovavamo identici nelle tasche dei nostri jeans.

Perché, dannazione, perché non é andata bene?
Eppure tutto mi sembrava perfetto.
Perché?!
Perché?!

Quella semplice domanda mi riaccompagnó fino alla porta di casa mia, della quale nemmeno mi resi conto che fosse proprio davanti a me.

Senza far troppo rumore, la aprì e ancora fissando il vuoto, la richiusi.
Poi salì le scale di casa lentamente, continuando a fissare un punto indefinito difronte a me, arrivai nella mia stanza, mi tolsi i vestiti che avevo addosso, ne infilai altri più comodi e senza nemmeno fare un respiro in più, andai sotto le coperte del mio letto e cercai di addormentarmi sperando che l'indomani, al mio risveglio, avessi solamente sognato tutto quanto.

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