Capitolo {36}

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Sophia :
Mi ha detto Jó che la festa in spiaggia é saltata, avevano timore che la sabbia potesse entrare nelle ferite di Vins e fare ulteriore danno, hanno affittato un locale dove passare la serata.

Ridacchiai nervosa mentre leggevo il messaggio che mi era appena arrivato dalla mia migliore amica.

Di bene in meglio,ironizzai nella mia testa.

Nel frattempo, la mia musica preferita continuava a far rimbombare la mia tiepida stanza mentre io, in religioso silenzio e senza nemmeno canticchiare i versi delle canzoni che passavano come era mio solito fare mentre mi preparavo per uscire, stavo finendo di applicare del misero trucco sul mio viso.

Non sarebbe servito fare grandi cose perché tanto l'unica persona che volevo mi guardasse e mi notasse, non l'avrebbe di certo fatto.

Mi ero appena messa un orecchino a cerchio sul mio orecchio sinistro quando lo schermo del mio telefono s'illuminó con un messaggio appena arrivato.

Sophia :
Tu sei pronta?

Me :
Si, puoi venire se vuoi.

Sophia :
Okay, metto in moto la macchina, fra cinque minuti sono da te.

Dopo aver letto l'ultimo messaggio, posai il mio telefono in carica sulla mia scrivania in modo da poter indossare l'altro orecchio sul mio orecchio destro.

Qualche goccia di profumo bagnó il mio collo e i miei polsi e dopodiché mi fissai allo specchio lungo posto a lato della mia stanza.

Se qualcun'altro fosse stato presente nella mia camera, avrebbe detto sicuramente che non stavo male.
Ma in quella stanza da letto non c'era nessuno al di fuori di me e quella sera, mi vedevo proprio orrenda.

Eppure non avevo niente di che da potermi definire "carina" o "brutta".
Avevo addosso un semplice tubino di ciniglia color sangue con una scollatura a cuore sul petto, una collana a cerchio appesa al mio collo, un braccialetto d'oro sul mio polso destro e qualche anello qua e lá su qualche dito delle mie mani.

Il mio sguardo metà perso allo specchio, fu interrotto dal suon di clacson della macchina di Sophia, rumore che mi fece completamente sobbalzare e accelerare, per un attimo, i miei battiti cardiaci.

Dannazione a quella ragazza!

Sbuffando, afferrai di corsa la mia borsa-pochette, indossai una giacca nera lunga fino alle mie ginocchia, presi il mio telefono, sigarette e iniziai a scendere le scale.

Non appena aprì la porta, mi ritrovai Alex di fronte a me e spalancai i miei occhi rimanendo completamente scioccata.

Ma non era andato in America?

<<Hi!>> esclamó sorridente mentre abbassava il finestrino della sua auto.
<<Ma che ci fai qui?>> gli domandai stupefatta mentre mi avvicinavo alla sua macchina.
<<Non mi potrei mai perdere la festa in onore del mio bro!>> esclamó quel ragazzo sorridendo a trentadue denti.

<<Ma quando sei arrivato?>> gli chiesi continuando a non credere ai miei occhi.
<<Da, più o meno, una ventina di minuti.>> rispose molto tranquillamente osservando l'orario sul suo telefono.

<<Sei pazzo tu.>> affermai ridendo.
<<Allora, andiamo?>> mi chiese poi puntando lo sguardo su di me.
<<Cosa?>> domandai io non capendo.
<<Andiamo alla festa, no?>> ripeté lui serenamente.

<<Ma io in verità, aspettavo Sophia che venisse a prendermi.>> dissi solamente.
<<Ho parlato con lei e visto che abiti vicino l'aereoporto, sarei stato ugualmente di passaggio.>> rispose lui ridendo.

Lo fissai come se quelle parole che fuoriuscirono dalla sua bocca fossero state di un'altra lingua sconosciuta e fra noi due si creó un silenzio assordante.

<<Tranquilla, per te cercherò di non guidare al mio solito spericolato.>> disse poi ridendo divertito.
<<Okay,va bene.>> risposi poi sospirando e andando dentro quell'auto.

Subito dopo, Alex premette l'acceleratore e ci mettemmo in viaggio verso il famoso locale dove tutti ci stavano aspettando.

<<Ti sei divertito a Toronto?>> gli domandai ad un certo punto mentre i Linkin Park facevano un concerto dentro quella vettura.
<<Un botto! Feste ogni sera e ho guadagnato un sacco di soldi facendo solamente il carpentiere! Lì è tutto un altro mondo!>> esclamò lui quasi felice che gli avessi fatto quella domanda mentre fissava attento la strada davanti a noi.
<<E perché sei ritornato se lì era così bello?>> gli chiesi ridacchiando.

<<Perché lì ero solo, si, ero con mio fratello ma il mio cuore è qui.>> rispose sospirando.
<<Quasi mi commuovo!>> lo presi in giro e tutti e due scoppiammo a ridere.
Il resto del viaggio lo passammo a parlare di tutto quello che aveva fatto in Canada e cosa avessi fatto io invece rimanendo assieme agli altri.

Da quando io e le altre eravamo entrate in quel gruppo, non avevo mai avuto l'occasione di fare una sana chiacchierata con Alex.
Ridevamo solamente in gruppo e niente di più.

Fu anche un po' per volere mio non avvicinarmi a lui dato che stava con Valerie e non mi sembrava il caso di creare malintesi dato che lei nemmeno mi conosceva e avrebbe potuto pensare,giustamente, male.

Alex, fu il classico colpo di fulmine che però fu inabissato dall'arrivo di Vins.
Solo in quel momento, rendendomi conto della situazione con Vins e del fatto che Alex avesse rotto con Valerie da ormai un anno, pensai che forse potrei provarci con lui.

<<Eccoci arrivati! Che figata questo posto!>> disse una volta aver finito di parcheggiare l'auto davanti all'entrata del locale.
Tutti quanti erano sbucati fuori correndo vedendo l'auto di Alex appena parcheggiata e vedendolo in procinto di uscire fuori.

<<Ma quello è Alex! Quel bastardo che ci fa qui?!>> sentì esclamare felicemente da Sal.
<<No, è un sogno! Non ci credo!>> urlava Jò.
<<Oddio, il mio fratello Alex!>> ripeteva quasi piagnucolando Mayron.

Tutti quanti, smisero immediatamente di fiatare non appena video me scendere da quell'auto.

<<Perché Amy è venuta con lui?>>

<<Magari ci sta un'altra sorpresa, oltre a quella del suo arrivo inaspettato.>>

<<Non mi dire che, oddio! Stanno insieme?!>>


Furono poi esattamente quei bisbigli a rompere lievemente quel silenzio.


...

L'arte di essere fragili.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora