Giugno stava quasi per andarsene e Vins ormai sembrava solo un lontanissimo ricordo e a me, stava balenando in testa l'idea di andare seriamente avanti con la mia vita, difatti avevo giá ripreso i rapporti con un ragazzo di nome John con cui parlavo questo inverno ma per via degli eventi, ci perdemmo di vista.
John mi aveva intrigato fin da subito, e se non fossero stati per quei dannati eventi, magari adesso lui sarebbe accanto a me.
Se non fosse stata per quella maledetta Festa di Primavera...
Non appena gli raccontai, per correttezza nei suoi confronti, del bacio con Vins, ci rimase davvero male e io più di lui per averlo illuso e così non ci sentimmo più.
Eppure a me piaceva stare in sua compagnia, stare a fissarlo per ore nei suoi occhi azzurri e a contare sul suo viso tutte le lentiggini che aveva o scompigliare i suoi capelli bruni giusto per il gusto di farlo innervosire.
Lui era preso fin troppo da me, al punto tale che i suoi amici mi raccontarono pure che una sera, dopo aver bevuto parecchio, si era messo a piangere davanti a tutti e urlava disperatamente il mio nome.
Mi sarebbe piaciuto sapere e vedere fin dove saremmo arrivati io e John, ma il destino non fu dalla nostra parte.
Nonostante ci avessi ripreso i rapporti, quella minima scintilla che sentivo prima, ormai nemmeno esisteva più ma nonostante ció, io volevo continuare a parlare e a vedermi con lui, magari qualcosa si sarebbe riacceso prima o poi.Nel frattempo, diversi idioti avevano cercato di far colpo su di me ma io li avevo rifiutati tutti, tranne uno in particolare che mi aveva rapito in qualche modo.
Forse saranno stati i suoi occhi verdi o il suo corpo da "protettore", ma sentivo che sarebbe stata pure una bella avventura vedere come sarebbe finita con quest'altro pretendente.
Il suo nome era Theo.
Theo era davvero gentile, mi faceva molto ridere e non perdeva mai tempo per strapparmi un sorriso.
Lui sembrava, fra tutti, quello più interessato a me e sentivo che una possibilitá avrei dovuto dargliela, esattamente come feci con Jhon anche se, ormai stavo capendo che l'occasione che avevamo di poterci provare assieme, era passata sotto ai nostri occhi e ce l'avevamo lasciata scappare.
Jhon rimaneva comunque un mio caro amico e a me bastava così per il momento.
Theo lavorava nella caffetteria del padre, si svegliava alle sei del mattino tutti i santi giorni, nessuno escluso, tornava a casa alle cinque del pomeriggio stanco morto, e nonostante la stanchezza, aveva sempre un briciolo di forza in corpo per sentire la mia voce al telefono.
<<Allora? Cos'hai fatto oggi?>> mi domandó lui in chiamata.
<<Nulla di che, mi sono svegliata tardissimo per te, poi ho pranzato perché ormai avevo saltato la colazione, mi sono vista con un'amica e poi mi hai chiamato tu.>> risposi ridacchiando.<<Guarda che fa bene alla salute svegliarsi alle sei del mattino eh, cosa credi? Che per me sia uno sforzo disumano?>> mi chiese in tono canzonatorio a sé stesso.
<<Peró, cazzo, svegliarsi pure d'estate presto, é una tortura indescribile.>> risposi io ridacchiando.
<<Devo mantenere il mio profilo da "bravo figlio">> disse ridendo.
<<Ovviamente.>> risi di gusto.<<Senti, domani sera cosa fai?>> mi chiese poi tornando serio.
<<Ma non so, forse staró a casa.>> risposi sospirando.
<<Allora, che ne dici se ti rapisco e ti porto a fare un giro?>> mi propose successivamente.<<Beh, non saprei sai, i sequestratori di persone mi hanno fatto sempre paura.>> risposi ridacchiando leggermente.
<<Ma io sono un sequestratore buono e bravo.>> disse lui.<<Mh, allora se la mettiamo così, accetto.>> risposi infine sorridendo anche se non poteva vedere il sorrisone che avevo in quel momento sul viso.
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L'arte di essere fragili.
RomanceSpesso, parlando di fragilità altrui ci si dice che non è nulla, che la persona in questione si preoccupa per niente, ma la verità è che siamo tutti spavaldi, con i sentimenti degli altri. La sensibilità è un'arma a doppio taglio. Essere fragili cos...