Capitolo {11}

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I giorni passavano, le chiacchiere con Vins pure e intanto la scuola stava anche per finire e tutti noi eravamo più felici con l'arrivo dell'estate.

<<Quest'anno Sal finisce definitivamente la scuola!>> esclamó Sly con tono vittorioso.
<<Festa!>> aggiunse Gabriel felice.
<<Ma dai ragazzi, mica mi sto sposando!>> subito il diretto interessato frenó l'entusiasmo dei due.

<<Ma ancora non li conosci dopo dieci anni, ogni scusa è buona per ubriacarsi.>> rise Mayron con tono divertito.
<<Dai, una bella festa ci sta.>> disse poi Sophia.
<<Si, ma non per me che finisco la scuola, dopotutto tutti la finiscono, non sono un caso speciale.>> rispose Sal ridacchiando imbarazzato.

<<Sei il nostro amico speciale.>> lo prese in giro Joseph.
<<Vai a farti fottere.>> scoppió poi a ridere Sal.
<<Allora facciamola di nuovo da me.>> propose successivamente Michael.
<<Veramente Yuri metteva a disposizione la sua casa stavolta.>> disse Gabriel.

<<Oh, allora da lui, per me è indifferente, basta che non manca l'alcol e la musica.>> rispose poi Michael tirando fuori dalla tasca della sua giacca un sacchetto di tabacco pronto a farsi una sigaretta.
<<Michael, me ne fai una per favore?>> spuntai d'un tratto io rivolgendomi a quel ragazzo dagli occhi di ghiaccio.

Lui mi annuì e fra un mezzo sorriso e una battutina, mi rolló una sigaretta e iniziai a fumarla continuando a far molto rumore con il mio assordante silenzio.

<<Perchè te le fai fare da Michael?>> mi chiese d'un tratto la voce di Vins che si era avvicinato di colpo a me facendomi sobbalzare.
<<È un problema?>> domandai a mia volta mettendomi più comoda con la schiena contro il cruscotto della macchina di Joseph alla quale eravamo appoggiati entrambi.

<<Per chiuderla usa troppa bava, stai attenta se becchi la mononucleosi.>> disse Vins quasi in tono dispregiativo.
<<Vins!>> lo sgridai guardandola disgustata.
<<Ho solo detto la verità.>> si giustificó lui.

<<Grazie tante per avermi fatto passare la voglia di fumare.>> mi innervosì io buttando a terra nemmemo metá di quella sigaretta appena accesa.
<<L'importante è che non ti faccio passare la voglia di scopare.>>mi sussurró avvicinandosi di colpo al mio orecchio.

I miei occhi si spalancarono e letteralmente, rimasi spiazzata.

O erano state le troppe canne a farlo andare fuori di testa o era impazzito del tutto quel ragazzo.

Il Vins che conoscevo io, timido ed introverso da morire, non avrebbe mai e poi mai trovato il coraggio di dirmi certe cose sopratutto davanti a così tante persone che avrebbero potuto sentire ció che mi aveva appena detto all'orecchio.

<<Che ti prende oggi?>> riuscì finalmente poi ad aprire bocca.
<<Nulla, sono solo di buon umore.>> rispose lui accennando un sorriso e tornando a guardare il gruppo di fronte a lui.
<<Mh, che bel modo di sfogare la felicità.>> dissi quasi fra me e me.

<<Stasera che fai?>> mi chiese poi lui infilandosi le sue mani dentro le tasche dei suoi jeans.
<<Non so, forse esco o forse rimango a casa, sará un mistero.>> risposi prendendolo in giro.
<<Ci vediamo da te dopo?>> mi domandó ancora.

<<Potrebbe darsi.>> risposi prima di allontanarmi da quel punto di quella piazzetta, dove ci trovavamo tutti, e avvicinarmi meglio al mio gruppo.
<<Ragazzi, io comincio ad incamminarmi per tornare a casa, la strada è lunga e vorrei arrivare per cena.>> scherzai prima di salutare tutti gli altri.

<<Aspetta, ti accompagno io, non mi va che fai tutta quella strada da sola.>> subito disse Joseph fermandomi.
<<No, no, tranquillo Jó, oggi ho voglia di camminare.>> subito lo fermai.
<<Forza, sali.>> ignoró totalmente le mie parole lui.

<<Jó, seriamente, non c'è né bisogno.>> continuai io.
<<Insisto, Amy.>> proseguì lui imperterrito.
<<Joseph, dai, voglio tornare a piedi, davvero!>> non mollai io.

<<Ma...>>
<<Davvero.>> non lo feci finire stavolta.
<<Okay, mi arrendo.>> sbuffó infine lui.
<<Ciao.>> dissi infine avvicinandomi a lui e lasciandogli un bacio sulla sua morbida guancia.

Subito dopo, salutai ancora una volta gli altri e incominciai a camminare verso la strada di casa.
Mi accorsi che nelle tasche della mia giacca avevo perfino le cuffiette, così me le infilai le orecchie e sulle note di "Midnight City" me ne ritornai nella mia dimora con addosso un sentimento che poteva assomigliare addirittura alla felicità.


...

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