Capitolo {8}

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<<Stasera bevi?>> mi chiese Sophia mentre si scatenava, leggiadra ed esile com'era, sulle note di qualche stranissima canzone house.

<<Non lo so ancora... peró se continua così la serata non ho  altra scelta, mi sto annoiando troppo.>> risposi sbuffando e alzando gli occhi al cielo.

<<Vins?>> mi chiese ancora lei.
<<Mh?>> feci io inclinando di lato la mia testa non capendo perché mi avesse chiesto di lui.
<<Non viene?>> domandó ancora lei.
<<Ma che ne so e sinceramente non mi frega nemmemo.>> risposi quasi irritata.

<<Okay, okay, va bene, fai finta che io non abbia mai aperto bocca.>> si scusó Sophia alzando le mani in segno di arresa.
<<Sei nervosa... avanti vieni, ti ci vuole qualcosa di forte.>> aggiunse dopo prima di afferrarmi la mano e trascinarmi dritta al bancone degli alcolici.

Senza obiettare, mi feci fare un drink con non so nemmeno cosa ci fosse in quel bicchiere e mandai giù il tutto in pochissimi nano secondi.

Con lo stesso tempo in cui mandai giù quella roba, ecco che questa mi salì immediatamente al cervello e mi ritrovai a ridere e a scatenarmi con Sophia, nelle mie stesse condizioni, al centro della terrazza a ballare e ad urlacchiare parole che nemmeno capivamo io e lei e che ci facevano scoppiare a ridere ancora di più.

***

<<Cazzo, di nuovo sono andate allo schifo più totale!>> sentì Sharon.
<<E chi la porta a casa a Sophia così! Almeno Amy abita a pochi isolati...>> parlava la voce di Alyssa.

<<Dov'è Angie?>> chiese Sharon.
<<Sará con Sal.>> rispose Alyssa.
<<Chiamiamoli e facciamoli venire qui così ci aiutano a farle riprendere.>> sentì ancora la voce di Sharon.

I miei occhi sembravano roteassero su se stessi, oppure era solamente la mia testa che era stata conficcata in una lavatrice in centrifuga.

A stento riuscivo a tollerare le voci attorno a me e le gambe non mi reggevano più.
Tutto era ovattato attorno a me e piano piano, cominciai a vedere tutti i movimenti delle persone attorno a me rallentati.

<<Cazzo! È bianchissima!>> sentì ancora esclamare Sharon.
<<Amy! Amy! Rispondi! Dì qualcosa!>> mi urló Alyssa afferrandomi il viso.

<<Ragazze! Che cazzo è successo?! Perchè Sophia e Amy sono ridotte così?>> domandó stavolta un'altra voce che non riuscì a capire di chi fosse.
<<Hanno bevuto troppo e forse in qualche bicchiere c'era sicuramente qualche pasticca.>> spiegó Alyssa.

<<Oh, ma che è successo!>>
<<Cazzo!>>
<<E ora che facciamo?>>
Altre voci sovrapposte che cominciarono a farmi girare ancora di più la testa.

<<Sh!>> fu solamente l'unico suono che fuoriuscì dalla mia bocca prima di vedere tutto buio e non sentire più niente.

***

<<Aspettate! Si sta svegliando!>> esclamó Sharon.
<<Meno male!>> sentì Alyssa mentre sospirava di sollievo.
Aprì, difatti, lentamente i miei occhi e mi ritrovai su di un divano con gli occhi di tutti i miei amici puntati addosso.

Guardai in faccia tutti quanti ma non riuscì a vedere il viso di Vins.

Dov'era?

<<Ragazzi... che cazzo è successo?>> provai ad aprire bocca nonostante la mia voce completamente rotta ed impastata.
<<Crediamo che tu sia andata in un breve coma etilico, o forse sei solo collassata.>> mi spiegó Sal.

<<Cazzo, sembravi posseduta! I tuoi occhi erano senza pupille!>> esclamó Joseph.
<<Jó si é appena risvegliata, che cazzo! Un po' di delicatezza!>> lo sgridó Gabriel.

<<E Sophia?>> domandai accorgendomi che nemmeno lei era presente.
<<Io e Mayron l'abbiamo riportta a casa.>> mi rispose Sly.
<<Sta bene?>> domandai subito.

<<Si, si, lei ha retto di più l'alcol.>> rispose Sly.
<<Cazzo... scusatemi se vi ho rovinato la serata.>> dissi poi provando a sedermi su quel divano e ad appoggiare i miei gomiti sulle mie gambe nascondendo infine la mia faccia fra le mie mani.

<<Tranquilla, sappiamo che periodo stai passando... va bene cercare un rifugio in qualsiasi cosa.>> rispose Sal facendomi alzare il viso per guardarlo negli occhi.

<<Meglio che torni a casa.>> dissi poi provando ad alzarmi barcollando immediatamente.
<<E come pensi di ritornare in queste condizioni?>> mi domandó subito Joseph tenendomi per un gomito per non farmi cadere.

<<Ti accompagno io con la mia macchina.>> aggiunse poi vedendo che io lo fissavo senza dire niente.
<<Okay.>> risposi solamente.

Fossi stata in altre condizioni, avrei fatto una lotta mortale rifiutando dato che non volevo creare in alcun modo disturbo a nessuno, ma quella sera io mi sentivo davvero uno straccio e quindi non ero nelle forze per la lotta mortale.

...

L'arte di essere fragili.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora