Capitolo {32}

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La mattina successiva, aprì i miei occhi davvero molto tardi.
Mi accorsi che addirittura avevo saltato l'ora di pranzo, allungai leggermente la mia mano lungo il mio cuscino umido e capí che avevo anche pianto di rabbia per tutta la notte.

Non c'ero rimasta male, ci rimanevo male ogni volta quando si trattava dei sentimenti, ormai era un abitudine oserei dire, non c'era più il male, c'era la rabbia perché lui stesso non mi aveva mai parlato di nessun'altra ragazza all'infuori di me.

E inoltre, pensai pure che se non fosse stato per quell'incidente, probabilmente Vins avrebbe continuato a tenermi nascosta "la sua ragazza".

La sua ragazza...
Faceva persino strano provare a dire quella frase stessa.

Immediatamente, mi insorsero in testa un paio di domande fin troppo lecite :

Quando si erano conosciuti?
Come si fossero conosciuti?

Ma l'unica domanda che mi era rimasta fissa in testa dalla sera prima era sempre e solo : Perché non mi aveva detto niente?

Perché me l'aveva tenuta nascosta, ma sopratutto, perché continuava ad andare a letto con me se già aveva una ragazza con cui poter fare quelle determinate cose?
Ma allora che l'avesse addirittura tradita con me e non gliel'aveva ancora detto?

Santo cielo che casino.

In quel momento di compleato caos in testa dovuto ai pensieri, mi squilló il telefono, era Sophia.

<<Ei Soph.>> dissi accettando la chiamata subito dopo.
<<Come stai?>> mi chiese immediatamente lei con un tono dispiaciuto e preoccupato.
<<Sto bene, scusa... avevo detto che ti avrei scritto non appena fossi arrivata a casa ieri e invece l'ho dimenticato...>> risposi solamente.

<<Tranquilla... sono stata in pensiero ma immaginavo che non saresti rientrata lucida in casa...>> disse lei sentendola sospirare.
<<E scusa anche per come mi sono rivolta con te ieri...>> aggiunsi poi.
<<Va tutto bene, dovevo essere io ad avere più empatia nei tuoi confronti... anzi, avrei avuto la stessa reazione se Jó avesse fatto una cosa simile.>> mi rispose la mia amica sbuffando ancora.

<<Giá...>> dissi solamente prima che un istante di silenzio si creasse in quella chiamata in corso.
<<Domani dimetteranno Vins, ormai riesce a parlare e i piccoli traumi che aveva stanno sparendo.>> affermó poi Sophia provando a riprendere un discorso.

<<Bene.>> risposi solamente quasi forzando quella semplice parola.
<<Comunque nessuno aveva mai visto questa Vanessa.>> disse poi dopo ancora qualche attimo di silenzio.
<<Ah si?>> domandai.

<<Veramente, nemmemo i ragazzi non ne sapevano niente, difatti dopo che sono rientrata dentro, lei era un po' offesa perché nessuno sapeva di lei, dovevi vederla, sembrava una befana con il fumo nero che le usciva dalle orecchie.>> rispose Sophia ridacchiando.
Risi anch'io leggermente tanto per farle capire che apprezzavo il suo modo per tirarmi su.

<<Senti, io non ti voglio sentire così taciturna, é appena iniziata l'estate e ci dobbiamo divertire quindi, adesso che sono quasi le tre, infilati il più bel bikini che hai e andiamo al mare.>>
<<Non lo so, Sophia, non me la sento per niente...>> feci io quasi biascicando quelle parole dato che non avevo nemmeno voglia di aprire bocca.

<<Tu non starai a casa, rinchiusa nella tua stanza, chiusa, al buio, fumando a sentire canzoni deprimenti, sappilo.>> quasi mi minacciò la mia amica.
<<Sophia, dai, non insistere, non voglio.>> risposi io sbuffando e buttandomi pesantemente sul mio letto rimanendo a pancia in su a fissare il soffitto.
<<Okay, ho preso le chiavi della macchina, sto arrivando, ciao.>> furono le ultime parole di Sophia prima di staccare la chiamata lasciandomi ancora con il telefono sul mio orecchio destro.

Sbuffando, posai il mio cellulare accanto al mio comodino, presi il mio computer e selezionai la mia playlist preferita prima di accendermi una sigaretta e pensare di nuovo ad una figura di Vins intento a baciare le labbra di una ragazza che non ero io.

Senza nemmeno esser arrivata a fumare metà della sigaretta che tenevo fra le mie due dita, il campanello di casa mia suonò ripetutamente.

Sophia era appena arrivata.

Alzandomi quasi contro voglia, andai ad aprirle e lei piombò come un razzo dentro casa mia.
<<Fast and Fourious direi.>> dissi io mentre richiudevo la porta di casa.
<<Oh, puoi dirlo forte.>> rispose lei ridacchiando.
<<Hai pranzato?>> mi domandò poi lei.
<<No, sono sveglia da ancora mezz'ora.>> risposi sbuffando mentre aspiravo ancora un po' dalla mia sigaretta.

<<Bene, allora andiamo a mangiare!>> esclamò lei nel modo più energico possibile.
<<Non ho molta fame, non so nemmeno se mia madre ha fatto la spesa in questi giorni.>> risposi sospirando e andando verso la cucina aprendo subito dopo.

Difatti, la mia preoccupazione si avverò.
Nel frigo di casa mia c'era solamente mezza bottiglia d'acqua, un limone e una cipolla.
<<Allora andiamo da qualche parte a prendere una super e gigantesca brioche alla crema di nocciole!>> subito propose Sophia saltellando.
<<Ti sei fatta una canna senza di me per caso? Sei iper attiva oggi!>> dissi io guardandola di sbieco e stupendomi della sua stranezza.

<<Forza! Corri a prepararti! Ti farò passare la giornata migliore della tua vita, vedrai!>> esclamò Sophia ignorando completamente ciò che le avessi detto poco prima.

Mi spinse dentro la mia stanza e dopo aver tirato dal mio armadio un paio di jeans strappati e una camicetta a quadri smanicata, la indossai, mi fece perfino truccare e dopodiché uscimmo di casa.

<<Non so come tu abbia fatto a convincermi, forse perché hai messo nel mezzo del cibo e io non dico mai di no davanti al cibo.>> le dissi mentre già eravamo in viaggio verso al caffè più vicino.
<<So come prenderti.>> rispose lei facendomi l'occhiolino dopo essersi girata di scatto ed esser subito dopo ritornata a fissare la strada davanti a lei.

...

L'arte di essere fragili.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora