{Parte 4}
°
<<Non mi piace Jo.>> risposi ansimando dato che le sue mani stavano esplorando il mio corpo provocandomi una vagonata di sensazioni tutte diverse fra loro.
<<Meglio, anche perché io voglio che diventi la mia scopamica.>> disse con un tono da sembrare quasi un bambino innocente anche se, in quelle parole, non vi era chissà quanta innocenza data la richiesta che mi aveva fatto.Subito dopo, il telefono di Vins squilló e ci fermammo di scatto.
Era Sal.
Non sentivo granché ma capì solo che era appena arrivato e che lo stava cercando per tutta la casa.
Merda.
E adesso come saremmo potuti uscire da quel bosco senza dare troppo nell'occhio?
<<É arrivato Sal.>> disse poi chiudendo la chiamata e riposando il suo telefono nella tasca della sua tuta.
<<Aspetta, non possiamo uscire insieme, ci vedranno.>> risposi già in ansia.<<Calma, Strawberry, prima esco io e dopo un po' esci tu.>> disse velocemente alzandosi di scatto e quasi correndo verso l'uscita di quel bosco lasciandomi completamente da sola in mezzo a tutti quegli alberi e a quel verde e con ancora il suo sapore addosso esattamente come il tocco delle sue mani sul mio corpo.
Feci passare forse fin troppo poco tempo ma dovetti uscire pure io da lì e difatti, non appena uscì Sophia venne e mi abbracció forte continuando a sparare cavolate a manetta dalla sua bocca.
Intanto io ero rimasta ferma con la mente in quel bosco assieme a lui, mi ero accorta a malapena della presenza di Angie con Sal addirittura.
<<Ei, troietta, cosa hai fatto lì dietro con Vins?>> scherzó Angie vedendomi uscire da lì.
<<Ciao Angie.>> mi venne solo da risponderle evitando completamente ciò che mi aveva detto lei.Subito dopo aver salutato pure Sal, ci sedemmo sulla veranda all'aperto di quella maledetta casa e mi accorsi che Joseph non era più fra noi.
Mi voltai da ogni angolo, da ogni parte, ma di lui, nemmeno la sua ombra.
Presi, quindi, il mio cellulare per vedere cosa mi fossi persa durante quelle ore di "assenza" dal resto del mondo, e mi accorsi solo in quel momento di tre chiamate perse : due da Sharon e una da miadre, e poi ben cinque messaggi da parte di Joseph.Jó:
Ma dove sei finita?
Vieniti a prendere Sofia, mi sta tartassando.
Oi.
Ei.<<Ancora alcol!>> esclamó di scatto Sophia facendomi alzare gli occhi e vedendo sopra al tavolo altre bottiglie non ancora aperte di vodka e rum.
Guardando ancora una volta le persone attorno a me per vedere se fosse ricomparso Joseph da qualche parte, mi accorsi che proprio accanto a dov'ero seduta io, c'era un altro piccolo tavolino con sopra lo zaino con cui ero venuta assieme alla giacca di Sophia, tutte cose che avevamo lascisto dentro la macchina di Joseph.
Se, quindi, erano sopra a quel tavolino e Joseph era sparito, voleva significare che se n'era andato.
E io e Sophia come diamine saremmo dovuti ritornare?
<<Joseph se n'è andato!>> disse Sophia con la bocca piena sicuramente di rum e il bicchiere che per poco non le sboccava.
<<Se volete, vi riporto io a casa.>> rispose Mayron vedendoci in leggero panico.<<Se non é un disturbo...>> dissi mentre mi rendevo conto che la mia sbronza stava andando via e stavo iniziando a ragionare.
La cosa brutta di quando si beve tanto, é proprio la fine.
Quando ti rendi conto di tutte le cose che hai fatto quando il tuo cervello galleggiava in un mare di alcolici.
Quando tutti i sensi di colpa ti colpiscono in un'unica sola volta.
E quando poi ti parte un'emicrania che ti sembra spaccarti in due.<<Ma che dici, quale disturbo.>> mi sorrise Mayron.
Ricambiai anch'io quel sorriso e dopo essermi ripresa del tutto (e anche dopo una sigaretta) aiutai a Sophia a riprendersi nonostante io non mi reggessi nemmeno in piedi per la stanchezza.Salutai da lontano tutti quanti e poi io e la mia amica salimmo sulla macchina di Mayron che, senza dire una parola per tutto il tragitto da quel posto, ci riportó nelle rispettive abitazioni.
Non appena ritornai a casa, mi accorsi che pure mia madre era ritornata : nel momento più sbagliato ovviamente.
<<Amy?>> mi chiamó lei dalla cucina.
<<Si, sono io.>> risposi solamente cercando di far uscire una voce più normale possibile.Senza nemmeno fermarmi in cucina, mi fiondai nella mia stanza e mi buttai, come un peso morto, sul mio letto chiudendo perfino i miei occhi e addormentandomi profondamente.
Riaprì i miei occhi solamente ben quattro ore dopo quando, dopo aver controllato l'orario sul mio telefono, ormai erano quasi le dieci di sera.
Inoltre, mi resi conto di alcuni messaggi da parte di Sophia, da parte di Sharon e anche da parte di Vins.
Vins.
Chissá se si ricordava ancora ciò che era successo alcune ore fa con me oppure aveva già dimenticato tutto.
Aprì per ultima la sua chat e vidi una sua foto dove si ritraeva appena uscito dalla doccia e poi un semplice "Ei, fragola"
E adesso?
Di certo niente sarebbe stato come prima...
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L'arte di essere fragili.
RomanceSpesso, parlando di fragilità altrui ci si dice che non è nulla, che la persona in questione si preoccupa per niente, ma la verità è che siamo tutti spavaldi, con i sentimenti degli altri. La sensibilità è un'arma a doppio taglio. Essere fragili cos...