Capitolo {5}

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Questo mondo fa troppo chiasso
E io non sento più quello che penso.
-Brivido; Guè Pequeno, Marracash

.

"La notte porta consiglio." diceva qualcuno di importante ma non così importante da ricordarmene il nome.
A me la notte ha portato solo più caos del giorno e tanti, tanti pensieri.

Mi ci perdevo nottate intere a pensare e a pensare.
La mia mente non aveva uno specifico "filtro pensieri", era più come un film non adatto ai minori delle volte.

Il mio mood preferito per guardare questo film in questione, era mettermi a pancia in su sopra al mio letto, fissare il tetto bianco della mia stanza e perdermi nella qualsiasi cosa, in un dettaglio, in una parola che mi era rimasta impressa nella testa detta da chiunque durante la giornata, in un particolare preciso di una persona che avevo incontrato quando il sole era ancora alto.

Quella sera, il mio dettaglio, era Vins.
Non era la prima volta che lo pensavo, anzi, mi capitava fin troppo spesso in quell'ultimo periodo e non ne capivo il motivo.

Mi fermavo a pensare al suo modo di fare troppo timido.
Pensavo che, per non parlare spesso, avesse troppe cose da dire e che, per sovraffollamento, preferiva non far uscire fuori.

Secondo me quel ragazzo era una fonte infinita di personalitá, solo che non la tirava mai fuori.
Una volta Sal mi disse che, nonostante si conoscessero da quando avessero quattordici anni, Vins si era aperto con lui solamente quest'anno, a distanza di ben cinque anni di conoscenza.

Una volta mi pare che lui stesso mi aveva detto una cosa simile.
"Ci metto molto tempo a fidarmi delle persone." quindi, successivamente le parole di Sal, erano più che veritiere, non che avessi mai dubitato di lui dopotutto.

Sal era il mio migliore amico, se così si poteva definire.

E alla fine, l'avevo capito anche da sola che Vins facesse fatica a confidarsi con una persona.
Era lui che lo faceva notare, forse oppure ero io che, con il mio carattere, andavo sempre oltre alle impressioni che mi davano le persone.

Era una mia dote, andare oltre,
Il non fermarmi alle apparenze.

Ecco, ancora una volta mi ero persa nei miei pensieri.

Mi voltai sulla scrivania della mia stanza sul quale avevo poggiato il mio telefono non appena entrai in camera e vidi l'orario : 01:12.

Beh, né troppo presto e né troppo tardi.

Vai a dormire, maledetta Amy.

***

L'indomani, come conseguenza ad ogni tarda notte, svegliarmi fu un trauma.
Come sempre, arrivai a scuola in elegante ritardo e mi sedetti al mio banco rigorosamente in penultima fila con ancora la musica nelle orecchie che mi aveva fatto compagnia per tutto il tragitto da casa alla mia scuola.

Le ore passavano e fra un cazzeggio con Sharon, Sophia ed Alyssa, arrivó il sacro intervallo.

Erano le undici meno cinque minuti ed ancora non mi era arrivato nessun messaggio sul cellulare da parte Vins, ilché significava che ancora stesse dormendo nel suo amato letto con le sue amate lenzuola di batman.

Erano quattro mesi che avevamo preso l'abitudine di scriverci ogni giorno e a me, sinceramente, non dispiaceva affatto parlare con lui, almeno si apriva di più per messaggio e risultava meno noiosa come persona muta come un pesce di presenza.

Finalmente, alle dodici in punto, durante l'ora più straziante di matematica mi arrivó il suo entusiasmante buongiorno.

...

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