Passarono giorni, settimane, la scuola addirittura terminó con una mia inaspettata promozione senza alcun problema di dovermi presentare dentro quel carcere anche d'estate.
<<Non ci credo che sia finita anche quest'anno!>> esclamò Sharon mentre tornavamo a casa dopo aver sentito l'ultima campanella suonare.
<<Nemmeno a me sembra vero.>> risposi sorridendo e chiudendo i miei occhi mentre mi godevo il calore del sole che picchiava sulle nostre teste in mezzo a quella strada che stavamo percorrendo.<<Ragazzacce!>> sentimmo poi urlare dietro di noi.
Ci voltammo e vedemmo un motorino abbastanza familiare, difatti, ci bastó alzare leggermente il nostro sguardo e vedere sopra il viso sorridente e paffuto di Georgie con i suoi capelli lunghi nascosti in gran parte dal suo casco nero e rosso con una fiamma disegnata a lato.<<Ei Gió.>> la salutó Sharon.
<<Oggi mare, con tutta la classe, per festeggiare la fine della tortura.>> disse Georgie fissando speranzosa di un "si" mio e di Sharon.
<<Accollo.>> risposi velocemente io felice di quella perfetta idea.
<<Vai, si.>> confermó pure Sharon.<<Alle tre allora.>> disse infine quella ragazza prima di rinettersi in moto, salutarci e sfrecciare via fra il traffico dell'ora di punta.
Subito dopo, anche io e la mia migliore amica ritornammo ad incamminarci per ritornare nelle nostre case.
***
<<Ma Vins?>> mi chiese Sophia mentre parlavamo al telefono.
<<Non si fa sentire da tre giorni... e mica saró io a cercarlo.>> risposi nel mentre preparavo il mio zaino per il mare.<<Mi dispiace, Amy...>> disse Sophia in tono dispiaciuto.
<<Non importa, fatti suoi.>> risposi abbastanza indifferente.
<<Tu... stai bene?>> mi chiese poi la mia amica.
<<Certo, non é che per colpa sua, io mi debba rovinare le giornate, non é l'unico pesce in questo mare.>> risposi spavalda come non mai.<<Questo é verissimo, peró... fra voi due c'è stato qualcosa, non si puó dimenticare tutto così all'improvviso.>> disse ancora Sophia sentendola chiudere la zip del suo zaino.
<<Sophia, ho detto che sto bene.
Io sono pronta, passi a prendermi?>> sviai subito l'andamento di quella conversazione ormai spiacevole per me.<<Si... Si, arrivo, dammi dieci minuti.>> rispose infine Sophia capendo benissimo che non volevo più parlare di quell'argomento.
<<Ti aspetto, ciao.>> dissi chiudendo poi la chiamata.Buttai il mio telefono sul mio letto e mi sedetti abbastanza goffamente sulla sedia della mia scrivania sbuffando rumorosamente e nascondendo il mio viso fra le mie piccole mani.
É tutta colpa tua Amy.
Tu e la tua fottuta paura di farti male.
Meriteresti proprio una medaglia d'oro per il primo posto nella gara "Chi si rovina di più con le sue stesse mani".Ma che senso aveva torturarsi la testa, ormai il danno era fatto e più in fretta me ne rendevo conto, e più forse avrei preso parte all'amara verità : Vins si stava allontanando da me.
Esattamente l'ultima cosa nella mia vita che avrei voluto.
***
La giornata in spiaggia che passai fu davvero carina.
Non pensai a niente di negativo, forse perché stavo con le persone giuste nel momento giusto.Arrivata a fine della giornata, ritornai a casa stanchissima dal mare, così non appena posai il mio zaino da spiaggia, mi feci una doccia, che sembró eterna, per togliermi i residui di mare addosso.
Una volta uscita, mi infilai una maglietta larga nera e lunga, talmente lunga che non ci fu nemmeno bisogno di infilarmi dei pantaloncini e successivamente, mi buttai sul mio letto stanca morta da quella giornata passata in spiaggia.
Mi addormentai pensando alle parole che mi aveva detto Vins, sperando che mi scrivesse un messaggio qualsiasi in quel preciso momento.
Ma non fu così.
STAI LEGGENDO
L'arte di essere fragili.
RomanceSpesso, parlando di fragilità altrui ci si dice che non è nulla, che la persona in questione si preoccupa per niente, ma la verità è che siamo tutti spavaldi, con i sentimenti degli altri. La sensibilità è un'arma a doppio taglio. Essere fragili cos...