Anche il seminterrato ora era impraticabile, con pezzi di tetto e mura crollato era impossibile metterci piede. Mirajane riuscì, con l'aiuto di Elfman e altri membri, a portare provvisoriamente fuori tavoli e sedie per permettere almeno ai feriti di sedersi e riprendere le forze. Qualche tozzo di pane, acqua e cibo di fortuna era stato recuperato, messi anch'essi a disposizione di feriti e affamati. Levy e il suo gruppo fecero in quel momento ritorno, finalmente svegli e in forma abbastanza da potersi rimettere in piedi. Lucy appena la vide abbozzò delle scuse, continuando a sentirsi in colpa per l'accaduto, ma Levy la zittì in pochi secondi e la tranquillizzò. La distruzione della gilda era colpa di Phantom Lord, esclusivamente loro, non certo di una ragazza gentile ed affettuosa che desiderava solo avere degli amici.
«Lucy» chiamò Makarov, voltandosi a guardarla con solennità. «Divertimento, tristezza, non possiamo condividere tutto. Ma quello che possiamo lo dovremmo condividere, sempre. Ecco cosa significa essere una gilda. L'infelicità di uno è l'infelicità di tutti. La rabbia di uno è la rabbia di tutti. E le lacrime di una persona, sono le lacrime di tutti. Non c'è ragione di sentirsi colpevoli. Lucy, dovresti essere in grado di capire come ognuno si senta... Alza la testa! Tu sei parte della famiglia Fairy Tail» e infine sorrise. Lucy scoppiò a piangere così forte da far risuonare la propria voce persino tra le pareti di quella struttura crollata che avevano di fronte. Levy le si avvicinò e le accarezzò la schiena, cercando di confortarla, mentre gli altri membri, sorridenti per il lieto fine, si prendevano un po' di sano riposo.
Makarov spostò subito dopo lo sguardo alla sua destra: seduta a un angolo, alle spalle di tutti, Priscilla era pigramente appoggiata a un tavolino. Un biscotto le ondeggiava dalle labbra, intenta più a giocherellarci che a mangiarselo. Era pensierosa, glielo si leggeva in faccia. Davanti ai suoi occhi galleggiava una piccola barchetta di carta, come se si trovasse su un mare in tempesta, e sopra di lei era riuscita a ricreare con una buona combinazione di correnti calde e fredde e umidità una piccola tempesta in miniatura, con pioggia, vento e tuoni. Era un gioco che la teneva ben assorta, anche se l'espressione sembrava quasi annoiata.
«Ne hai di magia da sprecare» commentò Makarov, saltando su una sedia lì vicino. «Questo genere di cose non mi impegnano troppo» spiegò lei, senza distogliere gli occhi dalla sua barchetta in preda al tormento. «È rilassante» sorrise.
«Lo so, lo so» annuì Makarov. «Fin da quando eri piccola ti piacevano molto questo genere di giochi, lo ricordo bene quando eri anche più sconsiderata e meno informata sui tuoi poteri. Mettevi a soqquadro l'intera stanza, facendo volare i mobili».
«A Laxus piaceva saltarci sopra e fingere di essere un eroe in missione» ridacchiò Priscilla, divertita da quel ricordo che il nonno le aveva riportato alla mente.
«Che bei ricordi» sospirò Makarov, altrettanto sorridente, e decise di approfittare di quell'armonia che pareva dimostrare, per riuscire a parlarle di quanto desiderava.
«Ho sentito che hanno provato a chiamarlo per chiedere il suo aiuto» disse, sperando che questo non la turbasse troppo.
«Non è voluto venire. C'era da aspettarselo» si limitò a rispondere Priscilla, con la calma che lui si era aspettato e aveva sperato. Makarov diede uno sguardo più attento alla barchetta in tempesta sopra i suoi occhi: ora pareva essersi calmata un po'. «Per fortuna che almeno tu eri qui» disse.
«Se la sarebbero cavata benissimo anche da soli. La tua gilda è forte, nonno, non devi temere. È proprio una bella famiglia» sorrise, contenta di quell'evidenza. Ma Makarov non potè fare a meno di notare che, ancora una volta, ne aveva mantenuto le distanze. Aveva detto che la gilda e la famiglia era la sua, non "loro". Era qualcosa contro cui combatteva da tanto tempo, ma ancora non riusciva a vincere: Priscilla era tornata a coprire il proprio simbolo sulla mano destra con un guanto. Però qualcosa era successo quel giorno, una svolta che gli aveva riacceso la speranza.
«Mirajane mi ha raccontato cosa hai fatto per loro: hai rafforzato i loro cuori nel momento peggiore e hai combattuto al loro fianco con più impegno del solito. Erza dice che sei stata tu a lottare contro Aria. Quell'uomo era estremamente pericoloso».
«Minacciavano la nostra casa. Non potevo permetterlo, lo sai. E poi...» sorrise, stiracchiandosi verso l'alto. «Ho un debito con te».
Makarov sospirò rumorosamente, affranto da quell'ultima frase. «Laxus è mio nipote e un ottimo mago, se continuo a tenerlo nella gilda nonostante tutto quello che fa e dice non è solo perché me lo hai chiesto tu».
«Però hai avuto tante volte l'impulso di cacciarlo a calci» lo provocò Priscilla, accennando un sorriso divertito. Makarov arrossì, colto nel segno, e grattandosi nervosamente il mento mentì: «No, non così tante».
«Oggi avrebbe lasciato morire tutti» rispose repentina Priscilla e come si aspettava Makarov non riuscì a trattenersi e scattò con un: «Maledetto moccioso!»
La ragazza scoppiò a ridere tanto forte che le vennero i crampi allo stomaco e le lacrime agli occhi. Era bello sentirla così allegra, vederla così felice, ma proprio quelle reazioni in realtà scatenavano dentro Makarov solo una profonda tristezza. La conosceva decisamente troppo per riuscire a farsi rassicurare da quel suo modo di fare solare e allegro. Sospirò, cercando di ritrovare la tranquillità e la calma, distendendo i nervi al suono dell'armoniosa voce di sua nipote.
«Laxus non è un cattivo ragazzo. Gli sto solo dando la possibilità di ricordarsene» commentò. «Ricorderà» rispose Priscilla con una sicurezza invidiabile. Non c'era niente che la convincesse del contrario, la sua fiducia e speranza erano rasenti alla follia. «Lo ha sempre fatto».
Makarov commentò a quell'ultima frase con un semplice mugolio. Quante brutte cose gli riportava alla mente quella semplice affermazione. «E quando lo farà» Priscilla si alzò in piedi, ora carica di energia. Si voltò verso Makarov e allargò ancora di più il sorriso, portandosi due dita alle gote per rendere il tutto ancora più allegro. «Quando lo farà troverà un'allegra e sorridente casa ad aspettarlo! Proprio come piace a lui!» era quella la sua promessa e niente le avrebbe impedito di mantenerla. Niente.
«Forza!» urlò carica, avvicinandosi alle macerie. «È ora di mettersi a lavoro! Facciamo risplendere questo posto».
«Sì!» urlarono in coro Erza e Natsu, gli unici a dire il vero. Il resto del gruppo lasciò sfuggire un lamento corale e si accasciò ancora di più sulle proprie sedie.
«Abbiamo appena finito di combattere una guerra incredibile, non possiamo rimandare a domani?» lamentò Gray.
«Siamo a pezzi» bofonchiò Laki.
«Nein! Nein! Dev'essere tutto pronto in due giorni!» esclamò determinata Priscilla, allungando due dita in avanti, a sottolineare il concetto.
«Due?!» strillarono terrorizzati almeno in quindici. Il resto stava approfittando della confusione per scappare via di nascosto, prima che Erza decidesse di intervenire.
«Questa guerra non è ancora finita! Fino a quando Fairy Tail non sarà di nuovo in piedi combatteremo senza sosta! Non ci saranno né pasti né riposo!» annunciò carica Erza, facendo così scappare anche il resto della gilda, ormai in preda al panico.
«Se bruciamo tutto ci impiegheremo pochi minuti!» esordì Natsu prima di sputare fiamme contro le rovine della vecchia Fairy Tail.
«Natsu!!!» ringhiò Erza, assolutamente contrariata da quel modo di fare. Priscilla invece scoppiò nuovamente a ridere, assistendo alla mania incendiaria di Natsu e ai rimproveri della rigida Erza. E non smise nemmeno per riprendere fiato, facendosi nuovamente venire le lacrime agli occhi.
"Priscilla" pensò addolorato Makarov, guardando sua nipote. "Perché non riesci a capire che non hai niente di diverso da loro?"
Un ricordo gli fece cadere un peso sul cuore, travolto da quella sua superficiale allegria che nascondeva le lacrime versate per un'intera vita.
«Nonno» La sua voce, vecchia di cinque anni, sempre cristallina. Certamente meno felice di allora. «Laxus...» aveva cominciato a spiegare, ma non era riuscita ad andare oltre. Sapeva quello che stava per dirgli. Makarov aveva esiliato Ivan, loro padre, appena qualche giorno prima e Laxus, ingenuo e inconsapevole di quello che stesse accadendo, se l'era presa a morte. Era stato da allora che aveva cambiato atteggiamento, tanto da arrivare a prendersela anche con l'amata sorella.
«Si è arrabbiato anche con te, vero?» le aveva chiesto e lei con le lacrime agli occhi aveva annuito. «Io... credo che starò con lui, nonostante tutto. Se deciderà di lasciare la gilda e unirsi a quella di nostro padre, andrò anche io» aveva poi dichiarato, abbattuta.
«Priscilla... hai sempre creduto in tuo fratello. Perché hai deciso di smettere proprio adesso?» aveva sospirato.
«Eh?» Priscilla era sobbalzata, non capendo e sentendosi anche lievemente offesa per l'accusa.
«Laxus ha bisogno dei tuoi sorrisi per ricordare, non mi hai detto questo?»
«Sì...» aveva mormorato lei, cominciando a capire.
«Resta qui con noi, non è solo Laxus la tua famiglia. Te l'ho già detto quando ti misi il timbro su quella mano. Tu sei un membro di Fairy Tail, adesso».
Priscilla aveva sorriso amaramente e il suo tono si era improvvisamente incupito e raffreddato. «Sai bene perché ho accettato questo simbolo. Ma sei sempre così dolce, a credere che io possa essere come tutti gli altri. Mi rattrista doverti deludere, dopo tutto quello che hai fatto per me. Però hai ragione! Il mio ruolo... lo stavo dimenticando, affogata per un istante da questi sentimenti. Il mio compito... è quello di occuparmi di lui. Lo farò! Resterò qua e riporterò indietro tuo nipote».
Suo nipote.
«Tuo fratello» aveva provato a correggerla. Priscilla aveva sorriso, semplicemente sorriso, e non aveva più risposto. E da allora aveva portato quel guanto sulla mano destra.
«Ragazzi! Da oggi potete di nuovo accettare incarichi!» annunciò Mirajane dietro un bancone appena costruito, tanto da essere ancora senza vernice. Al suo fianco una bacheca improvvisata portava attaccata un sacco di annunci.
«La bacheca è ancora temporanea ma potrete accettare tutti gli incarichi che volete!» e un coro di ovazione si alzò tra il gruppo che stava ancora lavorando per rimettere in piedi la gilda. La bacheca fu presa d'assalto e Lucy, seduta di fronte a Mirajane, li guardò divertita.
«Che gli prende? Di solito si limitano ad oziare tutto il giorno» e Mira rise divertita. «Oh, giusto! Ora che ci faccio caso, non ho visto Loki in giro...» aggiunse subito dopo.
«Lucy, sei caduta anche tu vittima del suo fascino?» chiese Mirajane abbozzando un sorriso malizioso.
«Non è così!» strillò Lucy, agitata e imbarazzata. «Ho sentito che è stato lui a ritrovare le mie chiavi e volevo ringraziarlo» disse mostrando il portachiavi ora di nuovo pieno che di solito teneva legata alla cintura. Quando era stata catturata da Phantom Lord, pochi giorni addietro, le aveva perse nella colluttazione e fortunatamente era stato Loki a ritrovarle.
«I tuoi Spiriti non si sono arrabbiati perché hai perso le chiavi?» chiese Mira, curiosa, e Lucy provò a rassicurarla che i suoi Spiriti erano comprensivi e gentili, ma poi si ricordò di Aquarius. La donna sirena era stata più violenta del solito con lei e si era sentita in dovere di punirla a suon di frustate sul sedere. Lucy si accasciò sul banco, mugolando e massaggiandosi le natiche ancora doloranti.
«Mi fa male solo a pensarci» lamentò.
«Vuoi che ti metta sopra del ghiaccio?» chiese Gray, cominciando a raffreddare la propria mano.
«Niente proposte sessuali implicite!» ringhiò Lucy, infastidita e imbarazzata.
«Lucy, fammi vedere il tuo culetto arrossato» sghignazzò Happy, volandole affianco.
«E neanche esplicite!» ruggì sempre più furiosa Lucy.
«Mi chiedo come si ridurrebbe se mi ci mettessi anche io» rise Natsu, facendo prendere fuoco a una delle sue mani.
«E tu sei solo un demonio!» si esasperò la ragazza.
Un barile arrivò in quel momento in volo, improvvisamente e senza nessuna ragione, colpendo Natsu sulla testa e buttandolo a terra.
«Prova a ripeterlo!» ruggì Erza poco dopo, attirando così l'attenzione dei suoi compagni. Di fronte a lei, Laxus era seduto su una panca e la guardava con quel suo sorriso beffardo che mandava sempre tutti in bestia.
«Questa volte te lo ripeto chiaro e tondo» disse lui, provocatorio. «Non c'è posto in questa gilda per i deboli! Siete veramente patetici» disse e si voltò verso Droy e Jet, ancora bendati per le ferite subite da Gajeel. «Ora che ci penso, non conosco nemmeno i vostri nomi. E tu, novellina, indiziata numero uno e maga degli Spiriti... è solo colpa t...» non terminò la frase che si accorse di uno sgabello che gli volava incontro. Si dissolse in uno dei suoi fulmini per schivarlo e riapparve poco più avanti, già in piedi. Lo sguardo improvvisamente più serio, ma non per questo ferito o incerto. Solo più arrabbiato. Sapeva cosa fosse successo, anche se non l'aveva vista personalmente, avrebbe riconosciuto quella magia tra mille. Si voltò e incrociò il suo sguardo.
«Priscilla» mormorò e lei rispose con un sorriso sicuro e deciso.
«Laxus» disse in vece di un saluto.
L'aria si fece improvvisamente più pesante, persino chi era schiacciato contro la bacheca in cerca di incarichi sembrò improvvisamente zittirsi. Ora che Lucy conosceva ciò che legava quei due, parte del loro passato, riusciva anche lei a percepire la pesantezza di quel faccia a faccia.
«Sei tra i comuni mortali solo da qualche minuto e già giochi a fare il bullo? Te la prendi con i più deboli come un qualsiasi perdente. Come sei caduto in basso, fratellone» sospirò, alzando le spalle. Non fu tanto la provocazione sulla debolezza a turbare Laxus, quanto sentirsi chiamare con quell'appellativo: gli fece ribollire il sangue nelle vene. «Non chiamarmi in quel modo» disse con voce roca.
«Oh...» sorrise Priscilla, soddisfatta. «Allora ti importa ancora».
«Stupida!» scoppiò a ridere lui, in quel suo modo rabbioso e superiore. «Credi che io abbia ancora qualcosa da spartire con te? Sei una nullità, come la maggior parte di questi perdenti» e sentendosi ora sicuro di quanto detto, tornò a sorridere in quel suo modo arrogante. «Ricordami quanti incarichi hai portato a termine da quando hai smesso di venirmi dietro» aggiunse, consapevole che questo sarebbe bastato a sottolineare la sua debolezza e inutilità. Priscilla non si fece atterrare dal suo modo di fare ma rispose con un divertito sorriso, mentre si portava le mani dietro la nuca in una posizione che assumeva sempre quando aveva voglia di scherzare.
«Una miseria, che imbarazzo. Meno male c'è Mistgun con me a volte, altrimenti farei la fame» ridacchiò, per niente turbata.
«Patetica» mormorò lui, sghignazzando. «Sei una vergogna e te ne vanti anche. È così umiliante pensare che un tempo eri la mia partner, mi chiedo che mi passasse per la testa».
«Che vuoi che ti dica, forse il mio fascino ti aveva rapito» continuò a scherzare lei, per niente ferita da quelle parole.
«Quando erediterò la gilda mi libererò di tutti i deboli. Sta' certa che tu sarai la prima».
«Quando tu erediterai la gilda, eh?» chiese lei con una strana ombra in volto. Si sollevò per aria e incrociò le gambe, assumendo una posa serena e disinteressata. «Sai, Laxus... continui a dimenticare che anche io sono nipote di Makarov. Chi dice che sarai tu a ereditare la gilda?»
Laxus scoppiò a ridere. «Come se tu potessi rappresentare una minaccia!»
«Quando eravamo ragazzini e combattevamo tra noi vincevo sempre io... ricordi?» una strana luce nei suoi occhi e per un istante il suo sguardo perse la tranquillità che aveva avuto fino ad allora. Quel "ricordi" valeva molto più di quello che fosse in realtà.
«Sono passati tanti anni, Priscilla. Davvero pensi che la differenza tra noi sia rimasta invariata? Penso sia evidente, chi sia tu ora» le puntò un dito contro, sghignazzando divertito, e aggiunse con una violenza che fece male persino a chi le stava intorno: «Un rifiuto, immondizia di cui il vecchio farebbe molto meglio a liberarsi al più presto. Tu come chiunque altro si trovi qui, siete solo un peso che affondate il nome di questa gilda. Quando sarà mia... non esiterò a liberarmi di voi e soprattutto di te» e ridendo divertito, si voltò, si allontanò e infine sparì in un altro dei suoi fulmini.
Elfman battè un pugno sul tavolo e ruggì furibondo: «Come può un uomo rivolgersi in questo modo alla propria sorellina?!»
«Ah!» Disse con tranquillità Priscilla, sventolando una mano per aria. «È solo un cane a cui piace abbaiare, lascialo perdere. E poi la colpa è mia, l'ho provocato intenzionalmente. Me la sono cercata» ridacchiò divertita, svolazzando verso il banco dove c'erano Mirajane e Lucy.
«Come puoi difenderlo?!» ruggì Elfman dal nervoso, tanto da riversar lacrime e prendere a morsi un tovagliolo.
«Questa volta ha davvero esagerato» mormorò Mirajane, frustrata.
«Pricchan... stai bene?» chiese Lucy, avvicinandosi preoccupata.
«Pricchan?» chiese lei, guardando Lucy con curiosità e sorpresa.
«Ah... scusa... sembrava carino, non volevo offenderti».
Priscilla allargò un ampio sorriso, gioiosa, e disse: «Sembra il verso di un animaletto» e si mise a ridere divertita. Fu per un po' l'unico suono che riuscirono ad udire nel silenzio addolorato dei suoi compagni, ma alla fine il suo buon umore riuscì a convincerli e pian piano tutti tornarono al loro solito modo di fare.
«Comunque, che ne dite di prendere qualche incarico? Come ai vecchi tempi» disse Erza, sorridente all'idea di ripartire con i suoi ormai conclamati amici e decisa a cambiare argomento, anche per preservare lo sforzo che palesemente Priscilla stava facendo per non esporsi troppo e nascondere il suo vero dolore dietro a una maschera di sorrisi e gioia.
«Di già?» sobbalzò Lucy, stanca per il lavoro per ricostruire la gilda, avrebbe volentieri riposato un altro po'.
«Perché non vieni anche tu con noi, Priscilla?» chiese Erza, sentendosi più vicina a lei dopo la battaglia con la gilda Phantom. In realtà il rapporto tra le due era lo stesso di sempre e lo stesso che Priscilla aveva anche col resto della gilda, ma Erza, colpita da quanto successo, aveva comunque provato più volte ad avvicinarla. Forse anche mossa dal senso di colpa per averla fatta piangere una volta finita la battaglia, anche se ancora non capiva cosa le avesse fatto.
«Rifiuto!» disse lei sorridente, una felicità un po' contrastante con quanto stava accadendo, tanto che Lucy quasi sobbalzò per la sorpresa. «Che determinazione!» commentò.
«Mi sono trattenuta troppo qua, con la faccenda della ricostruzione della gilda, è stato per questo che ho incrociato di nuovo Laxus. Sinceramente speravo che stesse via di più, ma alla fine è anche colpa mia che ho perso il senso del tempo» disse grattandosi la nuca imbarazzata.
«Allora è vero che cerchi di evitarlo» commentò Lucy.
«Non può vedermi, si arrabbia sempre molto, l'hai visto anche tu, no? E allora per evitare problemi, preferisco fare in modo di non incrociarlo molto» spiegò Priscilla.
«Non ci credo che pensi ai suoi sentimenti anche in momenti come questi!» sobbalzò Lucy, contrariata.
«Sono passati tanti anni, non credi sia il caso di cominciare a pensare un po' anche a te stessa?» chiese Erza. Priscilla sorrise di quello stesso sorriso che rivolgeva a chiunque non volesse dare una vera e propria risposta, rassicurante tanto da far credere all'interlocutore tutto ciò che volesse credere, anche se non era la verità.
«Le persone come voi che si preoccupano tanto per me mi fanno sorridere» rivelò, ondeggiando sulla sedia in maniera infantile. «Che invidia provo in questi momenti, come vorrei essere come voi» continuò a sorridere, benché ciò che avesse detto fosse totalmente enigmatico per loro che non conoscevano la verità.
«Come noi?» mormorò Natsu, vicino abbastanza da ascoltare la conversazione. Priscilla si alzò in piedi, stirandosi la schiena verso l'alto, e con euforia annunciò: «Bene! Penso che me ne andrò per un po'. Mira-chan, dove avete messo gli incarichi di classe S?» chiese.
«S?!» sobbalzò Lucy.
«Al momento sono nel seminterrato, è stato ripristinato momentaneamente solo per ospitare la bacheca» rispose Mirajane, senza la stessa sorpresa di Lucy. Priscilla cominciò a incamminarsi: «Bene!» disse. «Non credo starò via molto. C'è aria di tempesta... tornerò in tempo, tranquilli» e si allontanò.
«Tempesta?» chiese Erza alzando lo sguardo al cielo, notando che invece fosse sereno e limpido come poche volte lo era stato.
«Di che parlava?» chiese Lucy, imitando l'amica.
«Che si riferisca...?» si chiese Erza e si voltò verso Mirajane, in cerca di conferma. Mira si rabbuiò un po' prima di confessare: «Ultimamente Laxus sta diventando sempre più irascibile e intrattabile. E questa faccenda di Phantom l'ha infastidito parecchio, hai visto anche tu».
«Dici che vuole sistemare definitivamente le cose con il fratello?» chiese Erza.
«Si è sempre comportata come fosse responsabile delle sue azioni. Hai visto anche prima, è intervenuta quando Laxus stava attaccando briga con te e maltrattando Lucy. L'ha provocato per convincerlo ad andarsene e distogliere l'attenzione da voi. Ho sentito dire dal master che è stata lei a chiedergli a volte di perdonare alcuni suoi comportamenti e di non cacciarlo, anche quando ne combinava di più grosse. Nonostante tutto... penso che lei non abbia mai smesso di essere sua sorella e comportarsi come tale. Continua ad aspettarlo» mormorò Mirajane, portandosi una mano al petto. «Dev'essere così doloroso per lei» commentò infine. Di fianco a Lucy, Gray e Natsu, immobili come statue, versavano lacrime in contrasto al loro viso serio e indifferente, a sottolineare il loro orgoglio mascolino di fronte a quella debolezza.
«Piangete?» sussultò Lucy, sorpresa.
«No, non è vero!» risposero all'unisono.
«Che sia per questo che non porta a termine nessun incarico e viene additata come la più debole, nonostante sia di classe S?» si chiese Lucy, guardando l'angolo dalla quale lei era sparita.
«Priscilla non è di classe S» spiegò Mirajane, sorridendo appena per l'imbarazzo del malinteso.
«Eh?» chiese Lucy, sorpresa. «Ma non è appena andata...?»
«Lavora per Mistgun, gli incarichi che prende da lì li porta a lui, per questo il master le ha dato il permesso di andare in quello che prima era il secondo piano» spiegò Erza.
«Ma anche noi lavoriamo con te, Erza, che sei di classe S. Eppure non ci è permesso» osservò Lucy.
«In realtà Mistgun è solo un pretesto» spiegò Mirajane, lavando alcuni boccali. «È la scusa a cui si sono aggrappati quando le hanno dato il permesso, ma in realtà credo che l'avrebbero mandata comunque, visto quello che è successo».
«Perché? Cosa è successo?» chiese Lucy, ora curiosa.
«Hai sentito prima Laxus che ha detto che lei era la sua partner, vero?» disse Erza.
«Ora che mi ci fai pensare, sì. Ha detto così, è vero».
«Fino a qualche anno fa Priscilla e Laxus erano molto legati, era diverso da com'è adesso. Nonostante fossero solo in due e fossero tra i più giovani presto vennero nominati come il team più forte della gilda» iniziò a spiegare Mirajane, con un sorriso malinconico sul viso. «Sul serio?» chiese Lucy, sgranando gli occhi.
Mirajane annuì e proseguì: «Erano solo ragazzini, già quando lui aveva quattordici anni e lei dodici portavano a compimento incarichi estremamente difficili. Dovevi vederli, erano inseparabili e incredibili insieme. Quando Laxus compì diciassette anni venne nominato per sostenere l'esame per diventare mago di classe S, venne considerato quasi un prodigio, era la prima volta che qualcuno di così giovane diventava già un classe S. Priscilla ovviamente fu la sua partner e non ci fu battaglia, praticamente avevano già vinto in partenza. Così Laxus poté salire al secondo piano, ma nonostante questo per i successivi mesi continuò a prendere incarichi da sotto per poterli sostenere insieme a lei».
«Non posso credere che quello di cui mi stai parlando ora sia veramente quel Laxus» commentò Lucy, sbalordita. Sembrava di sentir parlare di qualcun altro. «Poi cos'è successo?» chiese, curiosa.
«L'anno dopo fu Priscilla a essere nominata per l'esame, ma non volle sostenerlo» spiegò Erza.
«E perché?!» chiese Lucy, sconvolta.
«Non sappiamo cosa sia successo, ma quello era il periodo in cui Laxus aveva cominciato a cambiare e diventare più ostile. Il giorno stesso dell'esame loro ebbero quel famoso litigio che li portò a non rivolgersi più la parola e lei rifiutò di sostenere l'esame» spiegò Mirajane. «Il master comprese che era solo per il dolore del litigio, provò a insistere e convincerla, senza riuscirci. Capì che semplicemente doveva darle tempo, perciò le disse che l'avrebbe nominata per l'anno dopo, ma Priscilla smise improvvisamente di accettare incarichi e di portarli a termine. Per mesi non uscì più dalla sua stanza, poi spinta dal bisogno di soldi prese qualche incarico ma li fallì tutti. Voci dicono che fosse pronta a lasciare la gilda, ma il master la convinse a restare. Pian piano poi si è ripresa, è tornata a frequentare la gilda, anche se ancora non riusciva a portare a termine nessun incarico almeno aveva ripreso a sorridere come quando stava con Laxus. Il master le disse che la conosceva e sapeva che la sua forza non era quella che voleva dimostrare, perciò, un po' anche per provocarla e convincerla a impegnarsi, la nominò nuovamente all'esame nonostante quello fosse stato un anno fallimentare per lei. Le disse che se voleva poteva sostenerlo anche senza partner, visto che non sembrava portare simpatia particolare verso nessuno di noi. Voleva solo metterla alla prova e smuoverla, tirarla via dal buco nero in cui stava cadendo».
«Ma lei rifiutò ancora» concluse Erza.
«Per quale motivo?» chiese Lucy, rattristata.
«Non lo sappiamo, ma molti sospettano che l'abbia fatto perché al primo esame aveva sedici anni e al secondo diciassette. Non voleva togliere il titolo di mago prodigio a Laxus, forse per non allontanarlo ulteriormente» rispose Mirajane.
«Altri credono che semplicemente per il dolore abbia perso di vista l'obiettivo della gilda e che in realtà, al contrario dei suoi sorrisi, stesse attraversando un periodo di buia depressione» aggiunse Erza.
«Ciò non toglie che da allora il master non insistette più e lasciò che facesse quello che voleva. È da allora che hanno cominciato a considerarla come la più debole» disse Mirajane.
«Per questo Mira-chan le hai detto che le basterebbe impegnarsi solo po' di più» osservò Lucy.
«È la verità» confermò Erza. «Ha battuto Aria da sola, il più forte degli Element Four, nei pochi minuti di tempo che avevamo prima che il gigante completasse il cerchio magico. E nonostante sia stata colpita violentemente prima da Gajeel, poi da Aria, poi dallo stesso José, si è ripresa sempre in pochissimo tempo. È molto forte, ma è come se non le interessasse».
«Quando decise di unirsi a Mistgun nelle sue missioni fu una sorpresa per tutti e il master fu così felice di vederla nuovamente attiva e all'opera che decise di sorvolare sulla storia degli esami e anche se mai ne ha sostenuto uno, quindi ufficialmente non è un mago di classe S, la trattiamo tutti come se lo fosse e le viene permesso di prendere gli incarichi del secondo piano con la scusa che li porta a Mistgun» spiegò infine Mirajane.
«Che storia triste, però» mormorò Lucy, avvilita. «Perché Laxus ha iniziato improvvisamente a trattarla così, se prima erano tanto legati? Chissà cos'è successo» sospirò e lentamente si abbandonò tra le proprie braccia, appoggiate al bancone. A vedere Priscilla, nessuno avrebbe mai pensato che fosse vittima di un tale dolore. Ora quei sorrisi e quell'esuberanza avevano un'aria del tutto diversa. Persino con lui, appena dieci minuti prima, era riuscita a comportarsi in quel modo così allegro e spensierato.
E i sorrisi che gli mandava quando incrociava i suoi occhi...
Nonostante lui le rivolgesse le parole peggiori, lei non smetteva di sorridergli, proteggerlo e aspettarlo. Esisteva davvero un amore tanto grande, al mondo?
Priscilla era appena scesa nel seminterrato, praticamente distrutto se non per la semivuota bacheca che era stata piazzata di fronte alle scale. Una sistemazione momentanea, solo per dividere le categorie dei maghi come da regolamento. Si avvicinò ad essa e cominciò a guardare gli incarichi, in cerca di qualcosa di adatto, ma non riuscì a concentrarsi nemmeno su una di quelle parole. Ora che era sola, poteva finalmente pensare.
«Ancora non riesci a ricordare» mormorò, incapace di impedire ai ricordi di investirla. L'aver sentito la sua voce, l'aver parlato con lui, dopo così tanto tempo. Si sorprese a tremare, ora che poteva, e la gola le si chiuse.
«Immondizia...» mormorò, ripensando alla scarica di insulti che lui le aveva rivolto poco prima. Un ricordo la colpì, uno di quelli che cercava sempre di seppellire a tutti i costi.
«Stupida!» la voce collerica di Laxus, nei suoi timidi diciotto anni, era arrivata come un fulmine un attimo prima che la sua mano avesse raggiunto la sua guancia in un improvviso schiaffo che l'aveva fatta cadere a terra. Priscilla, si portò istintivamente una mano alla testa, come se avesse potuto afferrarlo a mani nude, quel ricordo, e strapparselo via. Ma invece era lì, presente, soffocante. Il volto di Laxus ora contratto in quella smorfia furibonda che negli ultimi anni portava sempre con sé. La guardava dall'alto, in piedi, mentre lei stesa a terra si teneva la guancia appena colpita, bagnata di lacrime.
«Se la pensi così anche tu, puoi anche morire per quanto mi riguarda! Di una famiglia di traditori non me ne faccio niente, tu come quel vecchio che tanto sostieni e che ha preferito questo branco di immondizia al sangue del suo sangue. Mischiatevi pure a loro, quelle nullità che portano addosso il simbolo di questa gilda... che schifezza. Immondizia loro, immondizia siete voi e tu soprattutto, dopo tutto quello che nostro padre ha fatto per noi. Mi state ricoprendo di vergogna! Non chiamarmi mai più fratello, da adesso in poi».
«Laxus...» mormorò, ma la voce le morì in gola, interrotta da un singhiozzo. E sola in quel seminterrato che ora pareva il posto più sicuro e protetto della zona, diede infine sfogo a tutto il dolore trattenuto fino a quel momento in un pianto lamentoso e implacabile.
NDA.
Un paio di precisazioni rapide:
-L'uso del corsivo: mi piace tantissimo alternare flashback al presente, anche perché in alcune occasioni le "frasi del passato che tornano all'improvviso" rivestono un ruolo determinante per la storia. Per differenziare il presente dai ricordi e anche per dar loro una caratteristica, un aspetto particolare, li scrivo in corsivo. Perciò quando lo incontrerete sapete che si trattano di ricordi e flashback.
-Le età: Non viene ben specificato nel manga quando Ivan viene esiliato e quando Laxus comincia a diventare il rabbioso che tutti conoscono, o quando diventa mago di classe S (o almeno, non mi pare), perciò mi sono presa la libertà di inventare tutto io. Dunque per il momento sapete che Laxus e Priscilla si passano 2 anni, che 5 anni prima hanno litigato (ovvero quando lui aveva 18 e lei 16), che a 17 lui e 15 lei Laxus affronta l'esame per la classe S e che poi a 18 anni lui e 16 lei Ivan è stato esiliato da Fairy Tail. Per i primi 2 anni lei è rimasta sola, poi si è unita a Mistgun con cui viaggia da 3 anni. Fine del riassunto xD
Approfitto a questo punto per ringraziare le anime pie che leggono la mia storia, anche se siete silenziosi vi si vuol bene lo stesso <3
Ossequi
Ray
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~{Fairy Tail}~ La bambina di carta ~
FanfictionNon c'era al mondo persona che non conoscesse Fairy Tail. La gilda simbolo di Magnolia vantava tra i suoi membri alcuni dei maghi migliori dell'intero continente. Ma ogni medaglia ha due facce e se Fairy Tail ne aveva una sublime, abbagliante, dall'...