Fairy Shot

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Era il terzo giorno dei Grandi Giochi della Magia, a metà dell'evento, e la classifica aveva già avuto i primi accenni di un'instabilità sorprendente, considerata l'ascesa di Fairy Tail e il declino di Sabertooth. Al primo posto si era piazzata Raven Tail, con i suoi metodi poco accettabili ma sempre funzionali che l'avevano portata ad avere una notevole disparità rispetto al resto delle gilde. Sabertooth, con i zero punti del giorno precedente, era decaduta a un sorprendente ma pur sempre dignitoso secondo posto. Lamia Scale, Mermaid Heel e Blue Pegasus seguivano con una differenza di un paio di punti tra loro. Quatro Cerberus, come da scommessa, aveva cambiato il suo nome in Quatro Cuccioletti ed era decaduta al sesto posto nonostante la forza di Baccus dalla loro parte e il primo posto conquistato nella gara del giorno prima. Fairy Tail B e A erano sempre agli ultimi posti, ma avevano comunque cominciato a collezionare i loro primi pericolosi punti, tanto da metterli alla pari di Quatro Cerberus e solo cinque punti di distanza da Blue Pegasus. Il resto delle gilde, soprattutto coloro che avevano già avuto modo di conoscere la potenza nascosta di Fairy Tail in passato, potevano sentire il loro fiato sul collo e la cosa li metteva in particolare disagio.
I preparativi di quella mattina erano terminati da poco, il pubblico era già pronto e aveva cominciato da un po' a far sentire la sua voce in un coro sempre più confusionario nel loro sostenere tutte e otto le squadre. Chapati aveva di nuovo cambiato parrucca ed era già da un po' che dava fiato alla gola, commentando l'inizio di quell'entusiasmante terzo giorno. Al suo fianco, come d'abitudine, era pronto a intervenire anche Yajima e come ospite del giorno era stato invitato Lahar, il capitano della squadra di custodia forzata del Consiglio della Magia. Le squadre erano già pronte, ognuno ai propri posti, per scendere in campo alla gara del giorno.
«La gara di oggi sarà Pandemonium! Ci sarà un partecipante per ogni gilda e come le volte precedenti non appena essi saranno stati decisi spiegheremo le regole di questa gara» disse Chapati, cominciando successivamente a fagocitare commenti sulle varie squadre, ipotesi sulla gara in preparazione e sui futuri risvolti. Tutto questo per dar tempo a ciascuna squadra di schierare il proprio campione.
«Pandemonium» mormorò Laxus, pensieroso.
«Questa volta non abbiamo molte informazioni che possano suggerire che tipo di gara sia. Le volte precedenti siamo stati un po' avventati, forse ci conviene ragionare un po'» provò a suggerire Lluvia.
«Nascondino era più indicato per Priscilla e invece abbiamo schierato Lluvia, mentre Chariot era l'unica gara a cui non avrebbe dovuto partecipare Gajeel... ma Pandemonio... cosa potrebbe essere?» si chiese Mirajane, portandosi un dito al mento.
«Il nome suggerisce qualcosa di caotico, forse dovremmo puntare sulla forza e resistenza fisica?» osservò Lluvia e Mirajane annuì prima di provare a suggerire: «Forse questa volta sarebbe più indicato Laxus?»
«Mandate me» intervenne improvvisamente Priscilla, con uno sguardo più cupo e severo di quanto si fossero aspettate. «Capisco i vostri discorsi, penso abbiate ragione, ma...» serrò la mascella e si corrucciò, tesa per qualche motivo. «Io...» tentò di nuovo, ma era come se non sapeva in che modo avrebbe potuto formulare i suoi sentimenti in maniera adeguata. La mano destra, ora libera, che portava il simbolo di Fairy Tail si strinse tanto che avrebbe potuto affondare le sue stesse unghie nella carne. Li aveva traditi, il giorno precedente sentiva di averli traditi regalando al nemico una vittoria immeritata e ingiusta. Non riusciva a vivere ancora con il senso di colpa, doveva riprovarci, riscattarsi. Notò lo sguardo preoccupato e poco convinto di Mirajane e Lluvia, sapevano che quella richiesta non aveva niente a che vedere con il loro ragionamento di scegliere la persona più indicata invece di andare a istinto, e forse il sapere che Raven Tail era ancora lì, pronta a turbarla, le preoccupava un po'. Lo sapeva, lo sapeva benissimo, e sapeva che la stessa Raven Tail avrebbe potuto nuovamente ingannarla e giocarsi di lei per avere la meglio, ma quel desiderio era troppo forte per essere ignorato.
«Per favore» supplicò, irrigidendosi.
«Forza e resistenza comunque non ti mancano» disse Laxus.
«E quando si parla di caos è difficile non pensare a una pazzoide schizzata come te» grugnì anche Gajeel, che per quanto avesse il desiderio di lanciarsi contro ogni sfida a petto duro, era persino lui disposto a mettersi da parte. Riuscivano a comprenderla, riuscivano a sentirlo quel desiderio sfrenato di riscattare il proprio posto all'interno di quella gilda. Loro avevano sempre fatto molto per lei, desiderava ripagarli in qualche modo e visto il fallimento del giorno prima il desiderio era diventato ora più intenso. Un modo, forse, per chiedere scusa.
«Non sappiamo cosa ci aspetta, perciò non possiamo prepararci prima, ci vuole capacità di improvvisazione e adattamento... tra tutti credo tu sia effettivamente la più indicata. Io mi fido!» sorrise infine Mirajane.
«Lluvia è ancora preoccupata» confessò invece Lluvia, ma questo non la portò a opporsi. Priscilla abbandonò l'espressione costernata che aveva, ammorbidendosi e tornando lentamente a sorridere. «Grazie!» disse sincera.
«Cerca solo di non strafare» disse Laxus. Un avvertimento non troppo chiaro, ma che in realtà conservava dentro sé un'intensa preoccupazione. Non avrebbe più voluto andare a raccoglierla in lacrime, non avrebbe più voluto tormentarsi con l'angoscia che quei folli avrebbero potuto farle del male da un momento a un altro.
«Va bene!» sorrise e infine uscì nei corridoi, dirigendosi verso l'ingresso dell'arena.
«Ecco che vediamo i primi partecipanti fare il loro ingresso! Pare che le gilde abbiano finalmente deciso chi schierare dalla loro parte!» commentò Chapati, alzandosi in piedi per l'eccitazione. «Per Fairy Tail A ecco vediamo scendere in campo Erza! Uno dei maghi più potenti che la gilda dispone il cui soprannome leggendario non sfugge a nessuno: Titania! Per Mermaid Heel scende in campo Miriana! La gattina sarà in grado di mantenere alto l'orgoglio femminile della sua gilda? Per Raven Tail vediamo fare il suo debutto Obra! Silenzioso e misterioso, scopriremo quali poteri cela dietro la sua maschera? Ecco anche il campione scelto da Fairy Tail B: Priscilla! Dopo l'inspiegabile declino di ieri la vedremo nuovamente rialzarsi in una bufera di vento e ghiaccio? Oh, ecco anche il campione di Blue Pegasus! Hibiki! L'uomo che ogni donna sogna al proprio fianco. E anche Sabertooth ha preso la sua decisione, vediamo fare il suo ingresso Orga, il Dio del fulmine nero! Anche i Quatro Cuccioletti schierano il loro campione scegliendo tra i loro membri di mandare Novally! Torneranno a essere wild? E per ultima Lamia Scale rappresentata da Jura, una delle stelle di questo torneo in quanto a mago sacro! Che gara incredibile, si ritroveranno faccia a faccia dei pilastri sacri della storia della magia come Jura e Titania, senza dimenticare di Orga che nella battaglia di due giorni fa ha sconfitto il suo avversario con un solo colpo. Yajima-san, cosa pensa di queste scelte?» si voltò già sudato per l'emozione crescente.
«Di qualsiasi cosa si tratti sarà un vero e proprio scontro tra titani, vedremo sicuramente cose molto interessanti. Sono davvero curioso» commentò Yajima.
«Sentiamo ora le regole di questa sfida!» disse Chapati, lasciando la parola a Mato, l'uomo Zucca.
Dal centro dell'arena, ben prima che Mato potesse cominciare a parlare, nacque e si erse un enorme struttura dall'aria sinistra. Sembrava un enorme castello dell'orrore, con scheletri e Gargoyle, potevano sentirne il fetido odore arrivare fin lì.
«Pandemonium è il tempio dove si annidano i mostri maligni!» disse Mato, presentando la struttura. «Questa è l'ambientazione! Dentro al tempio ci sono cento mostri. Beh, li chiamiamo così, ma sono in realtà oggetti magici che abbiamo creato noi stessi perciò non attaccheranno nessuna delle persone del pubblico, potete stare tranquilli. I mostri sono divisi in cinque livelli di potenza: A, B, C, D e S. I mostri di classe S sono i più forti, all'interno ce n'è uno solo. I mostri di classe A sono leggermente più deboli di S e così a scendere la B, C, e D. Come dicevo di classe S ce n'è uno solo, di A ce ne sono quattro, di B quindici, C trenta e D cinquanta per un totale di cento. Per farvi capire la difficoltà della prova, ecco un video di uno dei mostri di classe D» disse e una Lachryma Vision mostrò loro un gigantesco essere, ruggente e famelico, con semplicemente camminando e muovendosi distruggeva ogni cosa intorno a sé.
«Perciò sarà una caccia al mostro» mormorò Priscilla, cominciando a fare le prime valutazioni.
«Quello è solo un classe D?» tremò Novally.
«A salire di livello la potenza sale esponenzialmente» spiegò ancora Mato. «Il classe S ha una forza tale che nemmeno uno dei dieci maghi sacri avrebbe certezza di sconfiggerlo» e quell'ultima informazione diede molto da pensare a Jura, che rientrava proprio in quella categoria.
«Ciascuno di voi entrerà a turno e sceglierà il numero di mostri da affrontare. Questo si chiama "diritto di sfida". Se ad esempio un concorrente sceglie tre, appariranno tre mostri e se sarà in grado di sconfiggerli otterrà tre punti. Il successivo concorrente può quindi esercitare il proprio diritto di sfida sui rimanenti novantasette mostri. Si procederà a turno fino a che il numero dei mostri non arriverà a zero e a quel punto si conteranno i punti».
«È praticamente un gioco di calcolo» disse Miriana.
«Esatto!» confermò Mato. «Saper valutare la situazione diventa molto importante. Comunque, come dicevo prima, i mostri hanno dei gradi ma che scegliate un mostro o cinque, il sistema è progettato affinché compaiano casualmente».
«In altre parole è necessaria una sorta di strategia per evitare di evocare il classe S» disse Hibiki, pensieroso e già sorridente, consapevole che la sua strategia di calcolo e grande intelligenza gli avrebbe giocato un grande favore.
«Se compaiono a caso, quella strategia non funzionerà» commentò Orga di Sabertooth.
«No, invece. Con il mio Archive e un buon calcolo delle probabilità è possibile mettere a punto una strategia vincente» sorrise invece Hibiki.
«I punti vengono assegnati in base al numero di mostri sconfitti, senza considerare il loro grado!» aggiunse poi Mato. «Una volta entrati nel tempio, inoltre, non potrete ritirarvi fino a che non avrete vinto».
«E se si viene sconfitti?» chiese Novally.
«Allora il numero dei punti che avrete guadagnato fino ad allora rimarrà invariato, il numero di vittorie per quel turno verrà considerato zero e perciò uscirete in questo modo» spiegò Mato.
«È più complicato di quanto sembri» mormorò Priscilla, pensierosa. «Non bisogna né strafare né essere troppo coscienziosi, o si rischia in ogni caso di restare indietro».
«Detto questo! Ciascuno estragga il proprio numero!» disse Mato, mostrando una scatola con una serie di bastoncini che ne uscivano. «Deciderà l'ordine dei partecipanti che entreranno nel tempio».
Ciascun partecipante si avvicinò a Mato, uno alla volta, ed estrasse il proprio bastoncino per il sorteggio. La prima che sarebbe dovuta entrare fu Erza, mentre a Priscilla toccò il numero otto, l'ultimo.
«Essere ultima del primo giro darà un vantaggio numerico agli altri, ma può aiutarmi però a prendere delle decisioni più ponderate e puntare meno sulla fortuna» rifletté con attenzione.
«Bene» sorrise Erza. «Sapevo che questo gioco si basava sulla fortuna del numero estratto».
«Numero estratto?» mormorò Priscilla, guardando Erza con curiosità.
«Beh, no!» provò a correggerla Mato. «In realtà... come posso dire? Si basa sul saper valutare la situazione...»
«No» lo interruppe Erza con un sorriso.
«Quella faccia non mi piace» si corrucciò Priscilla, cominciando a capire che avesse qualcosa per la testa.
«Questo gioco finisce qui» disse infine Erza. «Esercito il mio diritto di sfida su tutti e cento i mostri!»
«Tutti?!» sussultò Priscilla con un urlo, pallida in volto.
«A-aspetta! Non è previsto che una persona riesca a sconfiggerli tutti in una volta!» provò a intervenire Mato, altrettanto sconvolto.
«Erza!!! Come puoi farmi questo? Se li batti tutti tu a noi che resta?!» lamentò Priscilla, sollevata in aria prese a sgambettare roteare su se stessa, agitandosi per scaricare la tensione.
«È convinta che li batterà tutti?» sibilò Novally.
«Non è giusto! Arbitro!» si impuntò Priscilla.
«Beh... non esiste una regola specifica in merito, però...» balbettò lui.
«Se non esiste una regola allora posso farlo. Entro» disse Erza, camminando all'interno del tempio.
«Uffa!» bofonchiò Priscilla, incrociando le gambe seduta a mezz'aria e si rannicchiò, imbronciandosi come una bambina. «Questa me la paghi» decretò infine.
L'incontro di Erza venne trasmessa dai Lachryma Vision e tutti poterono perciò assistere allo spettacolo di Titania, la fata danzante. Uno dopo l'altro, colpo dopo colpo, i mostri cominciarono a cadere giù. Erza non fu immune alla loro furia, ne subì di altrettante e più il livello dei mostri aumentava più cadeva in difficoltà, ma secondo la logica e il morale di Fairy Tail si rialzava sempre e tornava a combattere più agguerrita di prima. Il numero degli Requip salì molto, mostrando numerosi lati di sé a seconda dell'avversario che aveva di fronte. Ricoperta di ferite, con i vestiti logori, Titania si rialzava sempre e abbatteva vertiginosamente il numero dei nemici sotto lo sguardo attonito di chi di Fairy Tail aveva sempre e solo sentito parlare male. Chi non ricordava i tempi d'oro, prima della scomparsa del gruppo di Tenroujima, chi li conosceva sempre e solo per i loro fallimenti. Erza, che ne fosse uscita vittoriosa o meno, stava comunque portando con sé il nome di Fairy Tail per farlo brillare di una gloria inaspettata. E persino Priscilla, offesa per essere stata lasciata indietro e non averle concesso la possibilità di riscattarsi, sorrise alla fine orgogliosa. Quella era Erza, una delle maghe più eccezionali che la loro gilda conoscesse, una delle maghe più incredibili al mondo. Lei era sua amica, lei era la sua famiglia, e al suo fianco di fronte a tutti quei mostri risplendevano le anime e i cuori di tutti i membri della gilda. Nessuno avrebbe più avuto il coraggio di ridere di loro.
Per ultimo, anche il mostro di classe S venne distrutto, e Erza ferita, affaticata, piena di sudore e sangue, non cedette nemmeno di fronte ad esso. Alzò orgogliosa la sua spada, in onore di una gilda di cui aveva portato fiera il nome. Il coro di eccitazione e festa esplose nell'arena, coinvolgendo addirittura le gilde avversarie, affascinate nell'avere tra le file dei propri avversari persone di quel calibro e potenza.
«Erza Scarlet di Fairy Tail A ha dominato la scena!» ruggì Chapati con tanta foga che la voce venne persino a mancargli. «Una vittoria che non ammette discussioni! Sentite l'enfasi del pubblico, ancora non riesce a fermarsi nonostante la sfida sia terminata già da qualche minuto!»
Ad accoglierla fuori dal tempio Erza trovò la propria gilda in visibilio, caotica come sempre, un infinito coro di applausi e urla di incoraggiamento, e parole di ammirazione persino da parte di avversari anche notevoli. Una vittoria su tutti i fronti per Fairy Tail.
«Fairy Tail A guadagna così dieci punti!» annunciò Chapati e il suo commento si portò avanti per infiniti minuti, su quanto appena successo nel Pandemonium, mentre gli organizzatori discutevano tra loro il da farsi. Fino a quando Mato non tornò all'arena insieme a uno strumento magico. Una grande palla, una Lachryma sicuramente, sorretta da una struttura volante.
«Dopo un'attenta analisi siamo giunti alla conclusione che le altre squadre devono comunque completare la classifica. È un po' banale, ma abbiamo preparato un gioco molto semplice» spiegò Mato, indicando l'oggetto al suo fianco. «Questo è il Magic Power Finder, l'MPF».
«In pratica dovremo perciò confrontare solo il nostro potere magico» disse Hibiki, che informato sempre su ogni cosa non poteva non conoscere uno strumento come quello. «Questo potrebbe mettermi in una situazione di svantaggio. A proposito, Priscilla-san, non ti ho ancora detto che sono molto felice di rivederti. Sei molto più bella rispetto all'ultima volta che ci siamo incrociati» disse, provando ad avvicinarsi alla ragazza che con uno sguardo inebetito chiese: «Eh? Ci conosciamo?»
«Abbiamo combattuto insieme Nirvana» piagnucolò Hibiki, ferito tremendamente. Non era frequente che una ragazza non solo non si abbandonasse alle sue avance, ma che addirittura non lo riconoscesse. Priscilla si portò pensierosa un dito al mento, sforzandosi di ricordare e accompagnando quello sforzo da una serie di «Mh? Mh! Mh...» per poi illuminarsi con un: «Ah!»
Hibiki tornò a sorridere, felice che si fosse ricordata, ma poi Priscilla tornò a concentrarsi e disse: «No», confermando che di chi si era ricordata non era certamente lui.
«Continueremo con l'ordine stabilito prima» disse Mato, ignorando la scena tra i due concorrenti, e Miriana si fece avanti già carica.
«Bene, inizio io allora!» disse cominciando a caricarsi di energia. «Vado! Kitten Blast!» disse e lanciando le mani in avanti una serie di fruste, simili a code di gatto, nacquero dai palmi delle sue mani e colpirono la Lachryma. Dei numeri nacquero appena sopra di esso, salendo rapidamente fino a fermarsi sulla cifra di 365.
Dal pubblico non arrivò nè approvazione né dispiacere, semplicemente rimasero confusi e pensierosi. «Non avendo termini di paragone non sappiamo dire se sia un valore alto o meno» disse Chapati, dando voce al pensiero di tutti i presenti.
«Quello strumento lo usiamo anche noi cavalieri della runa per allenarci» spiegò Lahar. «È un valore alto! È sufficiente a diventare capitano di squadra».
«Il prossimo è Novally dei Quatro Cuccioletti!» annunciò Chapati, guardando il ragazzo avanzare verso la Lachryma e infine colpirla.
«Punteggio 124, un po' bassino, eh?» commentò sempre lui, guardando i numeri che andavano formandosi sopra la Lachryma.
«È il mio turno» si fece avanti Hibiki, sistemandosi con orgoglio la cravatta. Come i suoi avversari precedenti, caricò il colpo e infine centrò la Lachryma con tutto il potere che aveva.
«Solo 95 punti per Blue Pegasus!» commentò Chapati.
«Povero me» piagnucolò Hibiki, tornando avvilito al proprio posto.
«Forse è per questo che non mi ricordo di te, non sei molto forte» disse Priscilla allegra, ma per quanto, a parer suo, dovesse essere una giustificazione in grado di tirarlo su di morale invece lo abbatté ancora di più e Hibiki finì la sua gara steso a terra, completamente demoralizzato.
«Il prossimo è Obra, di Raven Tail» chiamò Mato, invitando l'uomo ad avvicinarsi. Priscilla perse momentaneamente la brillantezza del suo viso, osservandolo con una certa inquietudine. Quello era uno degli uomini di suo padre, aveva già avuto l'onore di scontrarsi con uno di loro e non era stato affatto semplice. Certo era che una gara come quella non dava molto spazio a scorrettezze, perciò rimase semplicemente attenta e curiosa. Quanto poteva essere forte? Quanto avrebbe dovuto impegnarsi per riuscire a superarlo? L'avrebbero di nuovo costretta ad abbassarsi e sottostare ai loro desideri?
Obra spalancò le braccia e lo stesso esserino scuro che aveva attaccato Wendy partì rapidamente, tirando alla Lachryma una spallata.
Fu Mato a dare voce al risultato che tutti vedevano: «Quattro punti!»
«Scherziamo?! Se starnutissi farei molto meglio!» scattò nervosa Priscilla, colta da una furia accecante. Che razza di scherzo era quello?
«Davvero una sfortuna, ma la prova non può essere ripetuta» disse Mato, guardando Obra tornare al suo posto sotto lo sguardo sempre più infuocato di Priscilla.
"È un insulto! Certo! È questo il motivo! Ci hanno umiliato e ora fanno finta di essere degli sprovveduti, così da farci sfigurare come quelli che hanno perso contro degli escrementi simili!" pensò sempre più furiosa, vergognandosi enormemente per aver perso l'incontro del giorno prima contro uno di loro.
«Orga di Sabertooth è il prossimo!» chiamò ancora Mato, mentre l'enorme uomo dal petto nudo e i tatuaggi sulle braccia avanzava verso la Lachryma. Fulmini neri scaturivano dalle sue mani, carico come una batteria. Il pubblico urlò incoraggiante ed entusiasta, festeggiando già quello che a parer loro era sicuramente il vincitore. Caricò il colpo a due mani, un'ondata di elettricità scura che colpì la Lachryma tanto da farla vacillare e il punteggio fu ben visibile a tutto pochi istanti dopo.
3825.
«Incredibile! Con un colpo micidiale Orga fa un salto in avanti non indifferente, mettendo tra lui e gli altri avversari una distanza praticamente dieci volte maggiore» commentò Chapati con gli occhi luminosi dall'eccitazione.
«C'era da aspettarselo» mormorò Priscilla, per niente sorpresa. Non sarebbe stato il God Slayer del tuono, se non fosse stato in grado di così tanto.
«Bene, vediamo ora Jura, uno dei dieci maghi Sacri. Sarà in grado di sorpassare quel risultato?» chiese Chapati, guardando l'uomo vestito praticamente da sacerdote che con un sorriso sicuro si avvicinava alla Lachryma.
Jura unì le mani davanti al petto e chiuse gli occhi, cercando concentrazione. Durò solo qualche istante poi il terreno parve esplodere e l'ondata di energia unita e terra e polvere colpì interamente la Lachryma. Il punteggio che nacque sopra di essa zittì lo stadio da quanto fu incredibile: 8544.
Un punteggio quasi triplo a quello del God Slayer, non a caso Jura era uno dei dieci Maghi Sacri. Sicuramente c'era da aspettarsi che avrebbe fatto parlare di sé, ma una cosa come quella riuscì a sorprendere persino chi lo conosceva da tempo.
«Accidenti, Jura-san» ridacchiò Priscilla volando verso a Lachryma e incrociando l'uomo che invece tornava indietro. «Così mi metti in difficoltà. È praticamente impossibile fare di meglio».
«Sempre pessimista, piccola Priscilla?» ridacchiò Jura ma la luce negli occhi della ragazza lo rincuorò immediatamente. Una determinazione come quella non l'aveva mai vista, se non negli occhi di una Fairy Tail che non avrebbe lasciato scampo al proprio nemico. Quegli occhi, portavano l'orgoglio della sua gilda e con essa non avrebbe perso facilmente. Priscilla tornò nuovamente con i piedi per terra, fissando la Lachryma che aveva di fronte. Jura e Orga erano due pilastri insormontabili, solo loro bastavano a convincerla a dare tutta se stessa, ma la verità era un'altra. La sua mano destra, in quel momento, era ben scoperta. Lei non era lì per Jura, per Orga e nemmeno per suo padre. Lei era lì per Fairy Tail.
«È davvero dura» mormorò Lluvia, guardando preoccupata la ragazza. «Priscilla è forte, ma sarà all'altezza?»
«Jura potrebbe dare del filo da torcere persino a Gildarts» commentò anche Mirajane, altrettanto preoccupata. Ma Laxus, al loro fianco, sorrise e basta, senza aggiungere altro. Come se non avesse avuto bisogno neanche di chiederselo. Aveva una fiducia accecante nei suoi confronti, forse perché lui più di chiunque altro la conosceva e sapeva a cosa poteva arrivare se solo si fosse messa a fare sul serio. D'altro canto, era cresciuta con l'intenzione di allenarlo, era praticamente alla sua stessa altezza se non a un livello addirittura maggiore. Priscilla non era affatto da sottovalutare.
La guardarono sentendo la tensione annodar loro la gola, chiedendosi quale colpo avrebbe sferrato e che punteggio avrebbe raggiunto. Poi lei alzò una mano verso il cielo. A occhi chiusi, testa china, il braccio ben dritto verso il cielo... indice e pollice, le uniche dita che si allontanavano dal palmo della mano. Il loro simbolo, il simbolo di Fairy Tail nato dai suoi giochi di bambina insieme a un fratello che aveva amato più di ogni cosa. Il significato più dolce, nascosto in due semplici dita: anche se non posso vederti, io sono con te. E non solo i membri attuali di Fairy Tail le passarono per la mente, mentre si concentrava, ma era per tutti quelli che non erano lì ma lo erano stato in passato. Tutti quelli che bene o male avevano sempre incrociato il suo cammino. Quel simbolo... Priscilla avrebbe sferrato quel colpo per tutti loro.
L'aria cominciò a muoversi lentamente su tutta l'arena, andando in direzione di Priscilla. Sempre di più, sempre più distante, persino ai confini di Crocus fu possibile sentire la brezza che cambiava direzione e andava verso lo stadio. Chilometri e chilometri di aria, era pienamente sotto al suo controllo e si dirigeva verso di lei, verso la punta del suo indice alzato al cielo. Aumentò di potenza e intensità fino a creare un vero e proprio vortice sferico sulla punta del dito, col diametro di appena pochi centimetri. Tutta l'aria della città si stava raccogliendo e comprimendo in quella semplice sfera turbinosa che tremava ogni istante di più. Di dimensioni minuscole, per riuscire a inglobarsi tutta in quel semplice punto era costretta a una compressione incredibile, e su quello che si basava quel colpo. Più aria avrebbe compressa l'una sull'altra, sfidando le leggi della fisica, più sarebbe stata distruttiva nell'istante in cui l'avrebbe rilasciata. L'evoluzione della sua magia caotica e senza controllo: non era più un solo scaraventare cose in giro o giocare con le molecole, schiacciarle o allentarle tra loro per generare campi di pressione. Le ci volle tempo, tempo nel quale sempre più aria, sempre più furiosa e frenetica correva e si stringeva in quel singolo punto sull'indice destro. La concentrazione era assoluta, riuscire a destreggiarsi con una quantità d'aria come quella non era semplice così come era complicato il riuscire a tenerla tutta insieme nonostante la forza che faceva per liberarsi. Le leggi della natura erano leggi a cui i maghi elementari dovevano sottostare, gliel'aveva insegnato lei a Wendy, lo sapeva bene. Lei non dominava l'aria, aveva solo imparato a conviverci, ma quel colpo, quella nuova tecnica, mandava tutto all'aria e per questo la costringeva a un utilizzo di magia esagerato. Un solo colpo, sapeva che quel genere di magia le avrebbe permesso di generare un solo colpo, dopodiché sarebbe probabilmente crollata a terra esausta.
"Di più", per Fairy Tail avrebbe dovuto usare tutta se stessa. Ed esagerò, corrucciandosi quando cominciò a sentire i muscoli cedere per la fatica, la magia cominciare a mancarle. Ma non si arrese.
"Di più".
Fairy Tail, quella famiglia che l'aveva accolta nonostante tutto, che l'aveva liberata dalle sue catene, che continuava ad abbracciarla e a proteggerla, meritava tutto ciò che avesse. E quella tecnica era nata solo con quello scopo.
Era nata solo per loro.
Spalancò gli occhi, sentì che era pronta, e abbassò il braccio portandolo a novanta gradi con il terreno. Quelle dita sempre ferme nella loro posizione, con quella palla d'aria compressa sulla punta dell'indice ora puntato alla Lachryma dell'MPF come se fosse stata una pistola. Si afferrò il polso destro con la mano sinistra, per sostenerlo in quell'enorme fatica, e infine sparò.
«Fairy Shot!»
Gridò il nome di quella tecnica con un orgoglio che poche volte aveva avuto e infine la pallina che racchiudeva in sé tutta l'aria di Crocus, forse dell'intera regione, venne rilasciata. La violenza con cui si liberò dal suo dito fu tale che persino Priscilla venne scaraventata indietro dal rinculo e dovette fare appello a tutta la sua forza per restare in piedi. La sfera d'aria compressa quasi non venne vista, tanto fu la potenza che aveva accumulato dentro sé, e si schiantò contro la Lachryma con un boato e un'esplosione che fece tremare l'intero stadio. Dal polverone che generò emerse lentamente il numero del punteggio, sospeso per aria nel vuoto, visto che dell'MPF non c'era più traccia.
9999.
Un punteggio che probabilmente sarebbe salito ancora, se ne avesse avuto la possibilità, ma non era stato concepito per sopportare un colpo come quello.
Priscilla, inginocchiata a terra per la forza del rinculo, guardò con orgoglio il proprio risultato e sghignazzò vincente. Poi una fitta la trafisse da capo a piedi, le controindicazioni di quella che era diventata la sua arma più potente: uno svuotamente magico completo. E cadde a terra... addormentata.
«Alla fine ha strafatto» sospirò Laxus, rassegnato, ricordandosi dell'unico avvertimento che le avesse dato prima di vederla andar via.
«Questa è la nostra Priscilla» rise Mirajane, guardando divertita il volto beato con cui la ragazza ora russava sonoramente in mezzo all'arena.
«Ha... ha distrutto...» balbettò Chapati, senza parole. Il boato di incitamento esplose sull'intero stadio, colti da un'eccitazione incontrollabile. Ciò che avevano appena visto era talmente incredibile che se lo sarebbero ricordato fino alla vecchiaia, quando l'avrebbero raccontato increduli ai propri nipoti: l'anno in cui Fairy Tail spazzò via decine di avversari e sette anni di fallimenti con un solo gesto della mano.

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