Nirvana

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Qualche decina di metri dalla piazza della città Atlas Flame, il drago completamente di fuoco, combatteva contro i maghi di Fairy Tail. Makarov era stato colpito duramente e ora non poteva fare altro che dare il suo supporto al resto della squadra, lottando contro i piccoli draghetti nati dalle uova che erano cadute dal cielo poco prima, partorite da uno dei sette draghi entrati dal portale Eclipse . La maggior parte dei suoi compagni stava facendo la stessa cosa, tenendo i piccoli lontani dalla battaglia principale: Atlas Flame contro uno dei sette Dragon Slayer presenti a Fiore, Laxus Dreyar. Il commando del Dio del Tuono cercava di dar lui il maggior supporto di cui fosse capace, considerato anche l'enorme quantità di ferite che Laxus si era portato dietro dalla finale del torneo. Nonostante fosse Dragon Slayer, la potenza di un Drago era impressionante e per lui fu davvero un grosso problema riuscire anche solo ad avvicinarsi, soprattutto considerato che il nemico era completamente ricoperto di fiamme. I Raijinshuu colpirono incessantemente, Laxus tentò un nuovo ruggito ma niente di tutto quello parve scalfirlo nemmeno.
«Merda!» ringhiò Laxus, indietreggiando per l'ennesima volta.
«È tutto inutile» mormorò Evergreen, guardando con rabbia il drago che non sembrava essersi nemmeno fatto un graffio.
«Non possiamo fare altro che continuare a provare» disse Fried, stringendo l'elsa della sua spada.
«Mh?» mormorò Bickslow, di fianco al resto dei suoi amici, alzando infine lo sguardo al cielo. «Lo sentite anche voi?»
«Eh?» chiese Fried, alzando gli occhi come il suo amico, e solo allora riuscì a sentire una voce. Un urlo che si faceva sempre più intenso, proveniente dal cielo. Una figura, una sagoma indecifrabile sembrava essere catapultata nella loro direzione e portava con sé quell'urlo terrorizzato sempre più forte.
«Pricchan!» urlò Evergreen strabuzzando gli occhi, riconoscendola per prima.
La ragazza in piena caduta libera era rannicchiata su se stessa, ma questo non impediva comunque di mostrare il suo corpo completamente nudo. A occhi serrati, urlava terrorizzata mentre raggiungeva a piena velocità il terreno sotto di lei e il gruppo di Laxus.
«Vola vola vola vola vola» ripeté come un mantra attimi prima dell'impatto, concentrandosi sul suo ormai esaurito potere con tutte le forze rimaste. «Solo un pochino ti prego!» piagnucolò, temendo già il dolore lancinante che avrebbe provato nell'istante in cui sarebbe arrivata al suolo. Un soffio di vento improvviso e incontrollabile, durò solo pochi istanti ma riuscì a spingerla verso l'alto abbastanza da impedirle di spaccarsi la faccia sull'asfalto. Ne perse immediatamente il controllo e tornò a cadere, ma almeno la velocità e l'impatto sarebbero stati decisamente diversi avendo attutito un po' la caduta. Urlò nuovamente per lo spavento, dimenandosi in aria nel tentativo di trovare una posizione adatta all'atterraggio, ma fuori dalle sue previsioni si ritrovò Laxus in piena traiettoria e finì col trascinare a terra anche lui, atterrandogli addosso.
«P-P-Pri...» balbettò lui, con il volto tanto rosso che avrebbe fatto invidia allo stesso Atlas Flame lì di fronte. La ragazza restò immobile, come sciolta, sopra di lui, incapace di muoversi anche se non sembrava essere svenuta.
«È tutta nuda!» urlò Bickslow portandosi le mani alla testa come se si trovasse di fronte alla più grande delle scoperte. Laxus riuscì finalmente a reagire, sentendo il tono di voce del suo amico, e roteò su se stesso in modo da stendere Priscilla a terra e coprirla col suo stesso corpo, cosa che venne aiutata anche dal suo giubbotto che come una coperta cadeva dalle sue spalle e copriva entrambi.
«Non mi sembra il momento di distrarsi!» ruggì furioso contro un Bickslow ora moribondo. Appoggiato a Fried, sembrava essere incapace non solo di camminare ma anche di capire cosa stesse accadendo e riuscì solo a sussurrare: «Ho visto il paradiso».
«Bickslow!» chiamò Fried, preoccupato.
«Pricchan...» mormorò Evergreen, avvicinandosi preoccupata. «Ma che ti è successo?»
«Mi ha leccata» sibilò Pricchan incapace di muoversi, con lo sguardo vitreo e il volto pallido.
«Che...?» singhiozzò Evergreen, arrossendo violentemente. Ancora steso su di lei con l'intento di coprirla e proteggerla dagli occhi di chi aveva attorno, Laxus si ammutolì ma i muscoli si irrigidirono tanto che le dita gli si conficcarono nel terreno e una roccia rimasta incastrata nella sua mano andò in mille pezzi.
«Pricchan ha subito una violenza sessuale in un momento come questo?» sussultò Fried, altrettanto rosso, e Bickslow si rianimò improvvisamente.
«Chi è stato?!» ruggì scavando un solco nel terreno nell'istante in cui allargò le gambe come se si fosse dovuto lanciare a combattere. Avesse avuto il potere di Natsu avrebbe probabilmente preso fuoco come una lanterna.
«Quel...» balbettò Priscilla, ancora sotto chock. «Quel... quel...»
Poi improvvisamente carica e furiosa, tornata finalmente in sé, piantò un piede sulla pancia di Laxus e lo lanciò via saltando infine in piedi. «Quel vecchio drago pervertito!» ruggì furiosa. «Me la pagherà! Me la pagherà cara!».
Cominciò ad allontanarsi, camminando a gambe larghe e pestando i piedi in terra per la rabbia. Rossa in volto, non tanto per la sua nudità quanto per l'umiliazione e il disgusto di essere stata assaggiata e poi lanciata via come spazzatura, mormorò tra sé e sé: «Disgustosa a chi?».
«Ma prima copriti, per l'amor del cielo!» urlò Evergreen portandosi le mani al volto arrossato.
«Sei un indecente!» la rimproverò Fried e Laxus saltò letteralmente da terra fino a lei, lanciandole addosso il proprio cappotto. Bickslow parve svenire di nuovo e fu ancora una volta Fried a doverlo sorreggere, mentre ora Laxus afferrava Priscilla per le spalle e se la stringeva al petto con fare non solo protettivo ma proprio possessivo. Si voltò verso il gruppo di alcuni compagni che lottavano non troppo lontano contro i cuccioli di drago, gruppo che aveva portato al corpo nudo della ragazza i propri occhi perversi, e li fulminò tutti con lo sguardo più aggressivo e pericoloso che avesse mai sfoderato contro qualcuno. I membri di Fairy Tail presenti urlarono terrorizzati e corsero in mezzo ai draghetti, che stranamente trovavano meno pericolosi in un momento come quello, e ripresero la loro lotta.
Atlas Flame, alle loro spalle, lanciò uno strano urlo. Irritato, forse addirittura ferito, cominciò a dimenarsi come se volesse scrollarsi di dosso qualcosa.
«Eh?» mormorò Laxus, voltandosi a guardare il drago.
«Natsu!» riconobbe Priscilla, notando il ragazzo sulla testa infuocata del drago.
«Che stai facendo?! Stupido umano! Scendi subito!» ruggì Atlas, sbattendo la testa sulle case circostanti nel tentativo di scrollarsi il ragazzo di dosso.
«Sono Natsu!» si presentò. «Il Dragon Slayer di fuoco... e ora ti mangio!» disse prima di prendere le fiamme del drago e portarsele alla bocca.
«Eh?!» urlarono sconvolti tutti i membri della squadra, tranne Priscilla che battendosi il pugno destro sul palmo sinistro esclamò: «Ottima trovata!»
«Scendi immediatamente!» ruggì Atlas, continuando ad agitarsi.
«No! Non voglio! Ho detto che ti mangio e allora lo faccio!» insisté Natsu.
«Mi prende in giro?» sibilò Laxus, guardando sconvolto il ragazzo che lentamente si stava mangiando la testa infiammata del drago.
«Mi occupo... io di questo...» disse Natsu, sbattuto da una parte all'altra.
«Si occupa lui...» sibilò ancora Laxus, per niente convinto di fronte a quella che sembrava più una scena da libro comico piuttosto che un vero combattimento. Priscilla sobbalzò in quel momento, colta da un'idea. Prese Laxus per una mano e disse: «Vieni con me!»
«Mh?» mormorò semplicemente Laxus, cercando di capire che avesse intenzione.
«Ho lasciato Wendy da sola al castello! C'è Mira-chan con lei, ma Mira non è una Dragon Slayer e Wendy è comunque ancora piccola e inesperta! Natsu si occuperà di questo, tu aiuta lei, per favore!» disse condendo l'ultima frase con un accenno di disperazione. Non aveva più magia, era completamente inutile e sapere che non poteva far niente per aiutare la bambina la preoccupava profondamente. Anche se Mirajane era una delle maghe più forti del continente, l'unico di cui sentiva poteva fidarsi al cento per cento era solo Laxus. Lo idealizzava sicuramente, ma sapeva che se lui si fosse occupato della faccenda l'avrebbe sicuramente risolta.
«Va bene» disse, voltandosi poi verso i Raijinshuu. «Andiamo al castello! Presto!»
Iniziarono a correre per le strade assediate e disastrate, sentendo i colpi dei loro compagni che lottavano incessantemente contro i piccoli, eppur sempre pericolosissimi, draghi.
«Non ingaggiate battaglia! Perderemmo solo tempo!» disse Laxus ai suoi compagni, invitandoli a schivare quando possibile e continuare a correre.
«Non faremmo prima a volare?» azzardò Evergreen.
«Già» ridacchiò Priscilla, grattandosi la nuca imbarazzata. «Mi spiace, ma credo di essere a corto di magia. L'ho usata tutta per spingere un ottavo drago dentro la porta del viaggio nel tempo prima che Eclipse si chiudesse così da impedirgli di entrare».
«Spingere...?» sobbalzò Fried.
«Hai spinto un drago dentro Eclipse?» chiese Evergreen, incredula.
«Lucy era impegnata a chiudere le porte e gli altri non riuscivano nemmeno ad avvicinarsi, ho dovuto fare da sola e per questo ora mi riduco a correre e cadere come voi» piagnucolò, affranta all'idea di non poter usare più la sua magia. «Beh, almeno ora posso muovermi, prima non riuscivo nemmeno a fare quello» aggiunse poi.
«Priscilla ha creato un enorme uomo di vento e ha spinto un drago dentro la porta!» confermò Happy, che li aveva raggiunti in quel momento dopo aver lasciato Natsu con Atlas Flame.
«D-davvero?» balbettò Evergreen.
«Laxus non riusciva nemmeno a fargli il solletico» osservò Bickslow, che come al solito era quello senza peli sulla lingua.
«Questo non vuol dire niente! Laxus è stremato per la battaglia contro Jura, uno dei dieci maghi sacri!» ruggì Fried, in difesa del ragazzo. «E sicuramente il drago di Priscilla era molto più debole».
«Sì, lo credo anche io» ridacchiò Priscilla. «Il drago contro cui stavate combattendo, ho cercato di fermare anche lui ma mi ha lanciata via con un ruggito. Questi mostri fanno venire la pelle d'oca» confessò.
Uno dei draghi piccoli sfondò una parete alla loro destra e per poco non li colpì. Piantarono i piedi a terra, fermarono la loro corsa e Laxus tirò indietro Priscilla appena in tempo. Happy prese la ragazza per il cappotto e la sollevò da terra, volando sopra un tetto per allontanarsi dai draghetti che li avevano attaccati, mentre il resto dei loro amici semplicemente usarono la propria magia per schivare il colpo e raggiungerli.
«Questi bastardi sono ovunque» commentò Laxus, raggiungendo Priscilla e Happy dopo essersi trasformato in fulmine. «Dovremmo accelerare un po' il passo».
«Fai strada, vi stiamo dietro Pricchan!» disse Fried alzandosi in volo con delle ali create dalle sue rune. Accanto a lui anche Evergreen e Bickslow poterono volare, ognuno con la propria magia. Priscilla puntò un dito davanti a loro ed esclamò: «Eccolo! Laxus!»
Non troppo lontano era possibile vedere il cortile del castello, dove stanziava Zirconis ancora indenne e Wendy che inutilmente provava a colpirlo con tutte le armi che aveva, aiutata da una sempre più stanca Mirajane.
«Sono in difficoltà!» esclamò Fried.
«Andiamo! Happy!» disse Laxus.
«Aye, Sir!!!» disse Happy, prendendo nuovamente Priscilla per il cappotto e volando a piena velocità verso il castello seguito dai fulmini di Laxus e il resto dei Raijinshuu. Arrivarono rapidamente al cortile e i Raijinshuu furono i primi a lanciarsi contro il drago, mentre Happy portava Priscilla in una zona apparentemente sicura. Laxus li raggiunse immediatamente dopo, già carico di energia, e colpì il drago con tutta la potenza che aveva.
«Laxus» esclamò Mirajane, felice di vederlo.
«Priscilla-nee!» chiamò Wendy, vedendola seduta a terra vicino a Happy e, ora, al resto dei suoi compagni. «Sei viva!»
«Ho portato rinforzi!» esclamò Priscilla, felice.
«Ancora tu!» ruggì Zirconis, guardando la ragazza. «Puzzolente schifezza!»
«Iiiiccch» squittì Priscilla, portandosi una mano all'altezza del cuore. Rabbuiandosi abbassò la testa, ingobbita, e si chinò nella sua depressione.
«Puzzolente...?» balbettò Laxus, troppo confuso persino per riuscire ad arrabbiarsi.
«Ci sei anche rimasta male?» chiese Charle, guardando incredula la reazione ferita della ragazza.
«Come osi dare della schifezza alla nostra splendida Pricchan?!» sgambettò Bickslow furioso.
«Questa è un'offesa al nostro Laxus! Non te la perdoneremo!» ruggì Fried.
«Che c'entro io?» mormorò Laxus, non capendo la connessione tra l'insulto a Priscilla e lui.
«Raijinshuu!» chiamò a raccolta Fried. «Carica!» ordinò e tutti e tre si scagliarono rabbiosi contro il drago, lanciando su di lui tutte le magie più potenti che conoscevano.
«Che insetti fastidiosi!» ruggì Zirconis voltandosi e sbalzando via tutti e tre con solo il potere dell'onda d'urto.
«Non fatevi ingannare!» disse Charle, guardando i tre che malridotti provavano a rimettersi in piedi. «Può sembrare un vecchio scemo ma è pur sempre un drago! È molto forte!»
«Vecchio scemo?!» sobbalzò Zirconis offeso.
«Lo abbiamo notato» digrignò i denti Fried, sforzandosi nel rimettersi in piedi.
«Adesso basta giocare» disse Laxus, facendo scoccare i fulmini intorno a sé. Scaricò sul drago avversario tutto il suo potere, ruggì e saltò, colpì e schivò, eppure qualsiasi cosa facesse Zirconis non sembrò muoversi nemmeno un po'. I Raijinshuu e persino Mirajane provarono più volte ad aiutarlo, colpendo da più fronti, ma Zirconis sembrava imbattibile e qualsiasi cosa facessero lui aveva sempre la meglio. Alla fine solo Laxus riuscì a conservare le forze necessarie a continuare a combattere, mentre Mirajane, ferita e stremata, si portava da parte, vicino a Priscilla.
«Quel mostro...» mormorò.
«È veramente forte» commentò Priscilla, turbata. «E io non riesco a fare niente se non guardare» digrignò i denti, irritata all'idea di non poter aiutare in nessun modo.
«Pensa a recuperare le forze, hai già fatto molto prima evitando che un ottavo entrasse» provò a rincuorarla Charle.
«Proverò ad aiutarlo ancora!» disse Wendy, partendo e alzandosi in volo per poi lanciare contro il drago colpi d'ala magici. Un attacco improvviso, visto che la bambina si era ritirata da un po' anche lei stremata, insieme al resto del gruppo. Lo distrasse e mischiata ai fulmini di Laxus gli fece provare anche un po' di dolore, ma soprattutto diede a Laxus la possibilità di contrattaccare.
«Ben fatto, Wendy!» esclamò l'uomo, lanciando un altro colpo e approfittando dell'effetto sorpresa riuscì persino ad atterrare il drago.
«Ce l'ha fatta!» esclamò Charle, allegra.
«È solo l'inizio» commentò invece Mirajane, vedendo Zirconis tornare in piedi.
«Mi sto solo riscaldando» commentò Laxus.
«State iniziando a farmi arrabbiare sul serio!» disse Zirconis, avvicinandosi a Laxus a denti stretti. «Mi diverto a stuzzicare le ragazze, ma non mi sollazzo a chiacchierare con gli uomini. Vi divorerò anche se non siete nudi» ridacchiò e voltando lo sguardo posò i suoi inquietanti occhi, ora più minacciosi e pericolosi, su Wendy.
«Eh?» mormorò Wendy in quel breve istante in cui lo vide correre nella sua direzione, una velocità incredibile che a malapena diede tempo di realizzare cosa stesse accadendo.
«Wendy!» gridò Priscilla, allungandosi verso di lei e porgendole la mano. Ma nessun vento, nemmeno una lieve brezza, nacque dalle sue dita ancora ferite. Era la prima volta che allungando una mano verso qualcuno... non riuscisse ad afferrarlo.
Guardò la bocca di Zirconis spalancarsi, i denti ben umidi e affilati che si allungavano verso di lei, incapace persino di arretrare. Gli occhi di Priscilla erano spalancati di fronte a quell'inconcepibile visione, il cuore sussultante nel petto, la mano tremante che non emetteva nemmeno un soffio di magia, il volto pallido e la gola secca. Nonostante la paura di un imminente disastro, ciò che vide in realtà fu anche peggio di quanto si fosse aspettata.
«Scappa, Wendy!» la voce di Laxus anticipò la sua mano che spingeva via la bambina e nello slancio ne prendeva il posto. I denti di Zirconis si chiusero in uno schiocco, imprigionando in un fiume di sangue il corpo dell'uomo. Il tatuaggio di Fairy Tail, sul fianco sinistro di Laxus, era ora lacerato da quei denti affilati e macchiato di un sangue che deciso usciva a fiotti.
Il mondo parve paralizzarsi, scorrere lento, rallentato, mentre in un gesto di gola e mascelle Zirconis ingoiava tutto il resto. La voce di Fried, che chiamava Laxus con un tale sfogo da rompersi e stonare, persino quella parve solo un eco lontano.
«Oh no» il singhiozzo di Mirajane, mentre si portava le mani alla bocca, a placare la sua voce lamentosa. E Priscilla, che bloccata nel suo mondo rallentato, non riuscì a muoversi di un millimetro, né a respirare. Lo sentiva, sentiva la voce delle persone intorno a lei che lo chiamavano, sentiva chi correva, chi urlava, chi provava ad attaccare. Qualcosa stava accadendo, lo sentiva, ma che significato aveva ancora?
"Pricchan" la sua voce, riusciva a sentirla ancora. "Se io morissi... almeno in quell'occasione, riusciresti a versare una lacrima?"
Piangeva? Stava piangendo? Riusciva a piangere? Non riusciva proprio a capirlo, ma era abbastanza sicura che avesse le guance asciutte. Gli occhi non bruciavano, il cuore non pulsava, i polmoni non respiravano. Tutto era fermo, immobile. Come il suo corpo artificiale... che sarebbe rimasto in vita, a scapito di qualunque desiderio.
Per sempre.
"Perché sai, io penso che se tu morissi... sì, io credo che vorrei morire insieme a te"
I suoi sentimenti, tutto ciò che aveva imparato in quegli anni di vita, improvvisamente non sentì più niente.
"Laxus" quel nome. Riusciva a malapena a ricordarlo, in quel vuoto assoluto in cui sentiva di essere appena caduta. Aveva significato? Quel era? Chi era?
Il mondo intorno a lei si mosse, scorreva alle sue spalle lentamente e ondeggiante, neanche riusciva a rendersi conto che erano le sue stesse gambe quelle che l'avevano sollevata da terra e la stavano facendo avanzare verso il drago.
"Laxus" qualcuno glielo sussurrò all'orecchio, la fece sorridere. Era possibile ancora sorridere? Ondeggiò, camminò, e con gli occhi vitrei ridacchiò. Riusciva a ricordarlo. Sentiva il rumore dei tuoni nel cielo, erano come una voce. Era così dolce... e calda.
«Pricchan! Allontanati da lì!» qualcuno provò a chiamarla ma ancora non era che un eco lontano.
«Vuoi che mangi anche te?» ruggì Zirconis, ormai furioso. Il sangue che macchiava i suoi denti colò a terra e lei ancora ridacchiò, folle in quell'incubo tanto strambo. Allungò una mano verso di lui, verso quel sangue e quei denti, e non riuscì a vedere altro. Ridacchiò, ridacchiò di gusto mentre si sentiva affogare in quell'unico colore rosso che riusciva a vedere.
"Laxus" di chi era quel nome?
Qualcosa le scivolò via dalle spalle, sentì il freddo sulla pelle e rapita si voltò a guardarlo, chiedendosi quale altra bizzarria e follia sarebbe successa. Il cappotto nero cadde a terra, delicato, si posò al suolo sporcandosi di quello stesso sangue che ora creava lì una pozza in cui aveva immerso i piedi.
"Laxus" lo vide. Piccolo, ragazzo, adulto, in qualsiasi età. Un istante lancinante, un mal di testa accecante, mentre vedeva quel sorriso dal primo giorno fino all'ultimo, della sera prima. La chiamava, con tutte le voci che aveva avuto, bambino o ragazzo, persino la voce furiosa dei cinque anni che erano stati separati. Era lì, in quella pozza, in quel cappotto a terra, era tutto lì. La sua intera esistenza, il significato della sua vita... non restava altro che sangue di cui sporcarsi e un cappotto ora vuoto.
"Posso restare per sempre con te?"
Un urlo agghiacciante raggiunse non solo il cielo, ma ogni angolo di quella città. Priscilla cadde a terra, in quella stessa pozza di sangue in cui si macchiò le ginocchia. Si portò le mani al volto mentre la sua voce incontrollabile non faceva che urlare sempre più forte, fino a strapparsi.
Voleva chiudere gli occhi, voleva accecarsi, smettere di guardare, smettere di credere che quella fosse una realtà. La gola graffiava, sentiva il bruciore scendere lungo l'esofago, fino ai polmoni. Ogni cosa pareva prendere fuoco e dalla sua bocca dischiusa non riusciva a uscire altro che urla incontrollabili.
"Almeno quel giorno, riusciresti a versare una lacrima?"
Lacrime, saliva e muco, aveva perso il controllo di ogni cosa. Le dita conficcate nella pelle del volto, tra i capelli, alcuni restavano impigliati alle sue unghie e venivano strappati.
«Priscilla-nee!» una voce, l'unica che riuscì a sentire nonostante molte altre stessero urlando in quel momento. Mescolate dal rumore di una tormenta improvvisa, fulmini che cadevano ai suoi piedi all'interno di un ciclone che aveva avvolto l'intero cortile del castello. Non riuscii a sentire niente che la tiepida disperazione di una bambina che lottando era riuscita a salvarsi da quella follia. Dov'erano gli altri, cosa era successo a ciascuno di loro, non ne aveva idea e non riusciva nemmeno a trovare la voglia di chiederselo. La sua stessa magia, probabilmente la magia che la componeva visto che era tutto ciò che le restava, era esplosa incontrollata esattamente come il suo dolore scatenando una tormenta che aveva investito chiunque nel raggio di un paio di chilometri... ma non la vedeva. Non capiva cosa stesse accadendo, non vedeva niente se non quel cappotto immerso nel sangue.
«Priscilla-nee, torna in te!» tentò di urlare Wendy. La testa ferita, un rivolo di sangue che le usciva da un profondo taglio sulla fronte le bagnava un occhio e una guancia.
"Perché, sai... io penso che se tu morissi, Pricchan... io vorrei morire insieme a te".
«Io non posso morire» sibilò con un filo di voce, l'unica che riuscisse a utilizzare. Tremò, singhiozzò e guardò la ragazzina che lottando contro vento e fulmini cercava di farsi strada per raggiungerla, senza esserne uccisa.
"Io vorrei morire insieme a te".
«Io non posso morire» pianse della sua condanna più di quanto avesse mai fatto e per la prima volta rimpianse di non essere più legata a Ivan. Sarebbe stato tutto più semplice e avrebbe evitato quell'orrendo supplizio, se avesse potuto morire insieme a lui.
"La magia di Wendy potrebbe anche ucciderti" un'improvvisa voce, proveniente da chissà quale ricordo, parve sussurrare al suo orecchio.
«Wendy...» biascicò alzando gli occhi spettrali sulla bambina.
"La magia di Wendy potrebbe anche ucciderti".
«Ti prego... uccidimi».


Aprì gli occhi.


«Ben fatto, Wendy!» esclamò Laxus e caricò il pugno di elettricità, colpendo in pieno mento Zirconis e approfittando del fatto che il drago fosse stato distratto dal colpo di Wendy.
«Ce l'ha fatta!» esclamò Charle, allegra.
«È solo l'inizio» commentò invece Mirajane, vedendo come Zirconis tornasse in piedi.
"Che... cosa è stato?" si domandò Priscilla, guardando quella scena che già sentiva di conoscere.
«Che... sensazione strana» mormorò Lily al suo fianco, guardandosi le zampe.
«Un Deja-vù?» mormorò Mirajane.
«L'avete visto anche voi?» domandò Charle, sconvolta.
«State iniziando a farmi arrabbiare sul serio!» disse Zirconis, avvicinandosi a Laxus a denti stretti, ignorando l'apparente stato confusionario in cui sembravano tutti caduti. «Mi diverto a stuzzicare le ragazze, ma non mi sollazzo a chiacchierare con gli uomini. Vi divorerò anche se non siete nudi» ridacchiò e voltando lo sguardo posò i suoi inquietanti occhi, ora più minacciosi e pericolosi, su Wendy.
«Eh?» mormorò Wendy, guardando il drago lanciarsi a gran velocità su di lei, tanto che nemmeno riuscì a vederlo. Ma il cuore batté nel petto più forte di quanto si fosse aspettata, mentre le immagini di quello che sembrava un possibile futuro l'assalivano. Laxus che la spingeva via, che prendeva il suo posto e finiva sbranato. Priscilla che impazziva, le sue urla, il rombo del vento e dei tuoni, le urla dei suoi compagni che venivano colpiti a morte dalla loro stessa amica fuori controllo. Quell'orrenda supplica.
"Uccidimi".
Cos'era? Era veramente la realtà? Era veramente il futuro? Voltando gli occhi ebbe tempo di vederlo, Laxus allungato in avanti con un braccio, pronto a spingerla via. Riuscì a sentire tutto in quegli attimi così brevi eppure così intensi. Le urla lancinanti, l'odore del sangue. Era lì... davanti ai suoi occhi.
Qualcuno le aveva mostrato il futuro, ne era certa adesso.
Ma non era stata l'unica.
Charle superò la mano di Laxus e la raggiunse prima di questo, afferrandola e trascinandola via. La sua magia Aerial le permise di essere abbastanza veloce, per evitare che entrambe venissero mangiate. Dietro Laxus, correndo con un giusto anticipo, Priscilla allungò le mani verso di lui e riuscì ad afferrarlo per le bende che gli circondavano il ventre. Lo tirò indietro con tale forza da inciampare e cadere, ma questo gli permise di essere solo sfiorato dai denti affilati del drago che avevano davanti, salvandosi.
Laxus guardò il muso di Zirconis farsi indietro dopo quel morso mancato, a pochi centimetri da lui. Dall'altro lato anche Wendy lo fissò con la stessa incredulità e una paura che ancora non l'aveva abbandonata, consapevole di cosa sarebbe potuto accadere se le due non fossero state pronte abbastanza da intervenire.
«S-sono vivo?» mormorò l'uomo, sorpreso visto che per un istante aveva giurato di aver potuto vedere un futuro in cui moriva. Poggiò una mano a terra e cercò di rialzarsi, pronto a tornare a combattere, ma delle esili e tremanti braccia lo avvolsero dalle spalle. Lo strinsero, con una decisione e una forza che non gli avrebbero permesso di liberarsi di loro tanto facilmente. Priscilla, inginocchiata dietro di lui, tremava e quasi conficcò le unghie nelle spalle dell'uomo tanto lo stringeva al petto. Quelle immagini, la sensazione di aver perso ogni cosa, di non poter far altro che vivere in un infinito tormento di cui mai si sarebbe liberata. Quel dolore, ormai, bruciava nel suo petto anche se era riuscita ad evitare che quell'orrenda visione si realizzasse.
«Hai cercato di portarmelo via» un ringhio, profondo, gutturale. Il futuro era cambiato, ma quella stessa follia che l'aveva strozzata nella visione aveva ancora una volta accecato i suoi occhi vitrei. Solo pensare che sarebbe potuto accadere, solo pensare che anche se solo nella sua testa lei aveva vissuto quel momento, la portava alla pazzia più accecante.
«Charle!» disse Wendy, allarmata, ricordando la premonizione.
«Priscilla! Torna in te» chiamò la gattina.
«Pri...» provò a chiamarla Laxus, ancora artigliato nella sua presa, pronto a cercare di parlarle, di consolarla e risvegliarla, ma voltandosi incrociò il suo sguardo e solo quello bastò ad ammutolirlo. Non era folle, non era furiosa, non era nemmeno disperata.
Era sollevata.
E le sue braccia così saldamente avvolte alle sue spalle e il petto non erano le braccia di chi si aggrappava, ma -poté ora sentirlo- era un guscio dentro cui stava cercando di chiuderlo. Per proteggerlo. Priscilla non si mosse, a occhi socchiusi, un sorriso appena abbozzato, il volto disteso e rilassato e quelle braccia che cercavano di avvolgerlo il più possibile. Restò immobile persino quando sentì la terra tremare e il rumore di passi pesanti arrivare alle loro spalle.
«Sono quelli piccoli!» gridò allarmato Fried, guardando una specie di orda di almeno quindici draghetti correre furiosi verso di loro.
«Fate attenzione!» urlò Bickslow, preparandosi a combatterli, ma Evergreen si allungò su di lui e posandogli un braccio davanti disse: «Aspetta un attimo!»
«Eh?» chiese lui, confuso, venendo semplicemente spostato di qualche passo.
«Guarda!» disse lei, indicando i primi draghetti che li raggiungevano ma non li attaccavano. Li superarono e proseguirono oltre, alle loro spalle, ignorando i maghi come se non esistessero.
«Ma...cosa...» balbettò Fried, restando immobile, sorpreso e allucinato di fronte a quell'assurdità.
«Non ci attaccano...» mormorò Mirajane, voltandosi per seguire la loro traiettoria e capire dove fossero diretti. Superarono loro prima di raggiungere Laxus e Priscilla, a terra, ma non si fermarono nemmeno lì. Corsero oltre, un paio addirittura saltarono oltre la loro testa come se i due fossero stati d'intralcio e basta, e tutti e quindici si lanciarono a fauci spalancate contro Zirconis. Il grosso drago indietreggiò in un primo momento, più per la sorpresa che per le ferite vere e proprie, ma questo passò in secondo piano nell'istante in cui tutti insieme i draghi piccoli lo attaccarono. Alcuni erano saltati sulla sua schiena e lo mordevano, altri da terra gli sparavano contro raggi di magia. Zirconis in un divincolarsi continuò si ritrovò costretto a lottare contro quelli che erano cuccioli della sua stessa specie. Li colpiva con la coda, li azzannava, ringhiava loro contro, ma molti tornavano alla carica e approfittavano della loro superiorità numerica per metterlo in difficoltà.
Nemmeno dieci metri più distanti Laxus continuava a restare seduto a terra, tenuto ben saldo dalle braccia di Priscilla, inginocchiata alle sue spalle. Il volto reclinato in avanti, gli occhi chiusi, un'espressione tanto abbandonata da sembrare quasi addormentata.
«Che succede?» balbettò Fried, sempre più confuso.
«Sono dalla nostra parte?» chiese Mirajane non capendo quando avessero cambiato idea e soprattutto per quale motivo.
Solo pochi istanti, Wendy si prese qualche secondo prima che un'idea le balenasse in testa. Si portò le mani al volto per la sorpresa ed esclamò, incredula: «Sta usando il Nirvana!»
«Eh?!» urlò Charle, sorpresa.
«Il Nirvana che è nel suo corpo, finora era riuscita a usarlo per manipolare al massimo gli insetti e in un numero limitato. Ma le forti emozioni provate in questo momento l'hanno fatto esplodere dentro lei ed è riuscita a usarlo sui draghi più piccoli, forse anche perché non hanno una volontà propria ma rispondono agli ordini della madre che li ha generati. Sono comunque creature dall'intelletto quasi nullo, per questo ci riesce!» spiegò Wendy.
«Aspetta! Stai dicendo che Priscilla li sta manipolando?!» sussultò Fried.
«Non poteva farlo prima?» chiese Evergreen.
«Probabilmente non ne è nemmeno consapevole» mormorò Charle. «Nirvana vive dentro lei come una maledizione, è una magia oscura. La sua fortuna è stata che ne è rimasto solo qualche frammento legato al suo corpo, perciò non troppo influente se non per il fatto che a volte amplifica le sue emozioni».
«Per questo nel futuro che abbiamo visto tutti è impazzita in quel modo. Nel futuro dove Laxus è morto la sua follia si è manifestata col desiderio di morire, in questo futuro invece la sua pazzia si sta manifestando col desiderio di proteggerlo. Ma è comunque accecata da Nirvana nello stesso identico modo» disse Wendy.
«Credo che Laxus l'abbia capito. Per questo la sta assecondando e non si muove da lì» mormorò Charle, osservando l'uomo che immobile nella sua posizione non faceva che alternare sguardi tra Priscilla e Zirconis di fronte a sé che ancora disperato lottava contro quei fastidiosi draghetti.
«Ragazzi!» l'urlo di Lucy interruppe i loro discorsi e la ragazza, brandendo un quadernetto mal ridotto, corse loro incontro. «Guardate!» esclamò porgendolo ai suoi amici.
«Che cos'è?» chiese Yukino, prendendo il diario tra le mani.
«È il diario della me del futuro. Leggete che scrive!» disse aprendo le pagine e indicando una riga specifica.
«"Qualora le porte venissero distrutte in quest'epoca anche la mia esistenza nel futuro cesserebbe, come conseguenza di una reazione a catena"» lesse Yukino, ad alta voce.
«Che cosa significa?» chiese Arcadios, avvicinandosi al fianco di Hisui.
«In altre parole» spiegò Lucy. «Se le porte vengono distrutte ora, possiamo alterare il futuro in modo che sia legato a questo evento. Se le porte non funzionano nel futuro, Rogue non potrà venire nel passato».
«Capisco» mormorò Lily. «Se Rogue del futuro perde il suo mezzo per viaggiare nel passato allora potremmo riscrivere la storia, in teoria».
«Ma anche se così fosse davvero potrebbe fermare qualcosa che è già accaduto?» chiese Hisui, titubante.
«Nel migliore dei casi Rogue e i draghi dovrebbero sparire, giusto?» chiese Happy.
«Vale la pena tentare» sorrise Charle.
«Ma non abbiamo i mezzi per distruggere qualcosa di così grosso» mormorò Arcadios, voltandosi a guardare le porte.
«Lo colpiremo con tutta la magia che abbiamo!» esclamò Lucy, convinta, e Yukino le andò dietro decisa ruggendo: «Esatto!»
Lucy insieme a Yukino non esitò e insieme tentarono rapidamente quella nuova soluzione: dando sfogo a tutte le forze rimaste colpirono la porta, ma nonostante il colpo fu in grado di far tremare persino le pareti del castello, essa non mostrò nemmeno un graffio.
«Impossibile...» mormorò Lucy.
«È fatta di una lega resistente alla magia, credo che distruggerla sia più facile dirsi che a farsi» disse ancora Arcadios, corrucciandosi. Avevano la soluzione lì, a portata di mano, eppure non sarebbero riusciti ad afferrarla nonostante la vicinanza. Era frustrante come non mai.
«Ci riproveremo!» disse Lucy, per niente arrendevole.
«Tutti insieme!» le diede corda Mirajane, avvicinandosi alle due maghe degli Spiriti Stellari insieme ai Raijinshuu. E una volta che furono tutti vicini caricarono i propri colpi, disegnando in aria ognuno un proprio cerchio magico, e colpirono ancora le porte con tutta la forza che avevano. Ancora, ancora e ancora. Tremavano, vacillavano, ma niente sembrava essere in grado persino di scalfirla. Fino a quando un urlo provenne dal cielo.
«Toglietevi tutti da lì!» la voce di Natsu attirò i loro sguardi verso l'alto e lì lo videro, in caduta libera, avvolto da una fiamma brillante e immensa. Rogue era intrappolato dentro essa e con grande stupore persino il drago che aveva cavalcato fino a quel momento veniva spinto dalla furia infiammata di Natsu. Lucy e gli altri scapparono e cercarono di mettersi in salvo mentre Natsu, dietro di loro, atterrava insieme ai suoi nemici dritto dritto sulla porta magica.
Eclipse venne così infine distrutta.

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