Io vengo da Earthland

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Priscilla era come al solito nella camera che Ivan le aveva dato. Aveva scoperto poco dopo che quella era la stanza di Laxus e che lui, per lasciarla a lei, si era ridotto a dormire sul divano. Aveva provato più volte a insistere per restituirgliela ma non c'era stato modo di convincere nessuno dei due padroni di casa. Era passata una settimana dal suo arrivo in quella città, da allora aveva riposato molto e gran parte del suo potere era finalmente tornato, ma continuava a non muoversi da quella stanza. Laxus passava molto tempo insieme a lei, preoccupato che potesse annoiarsi, cercava sempre di portarle qualcosa con cui distrarsi. Un libro, un gioco, qualche oggetto particolare comprato dal mercato. Stava insieme a lei e le raccontava ogni cosa di quel mondo, visto che lei diceva di non ricordarsene. I luoghi e le abitudini, le leggi e la storia. Ma nonostante tutto, Priscilla continuava a stare seduta sul letto e a guardare fuori dalla finestra con gli occhi pregni di tristezza. Ivan invece usciva praticamente sempre, si occupava di indagare sul passato della ragazza anche se lei questo non lo sapeva, e continuava a depistare le indagini dei soldati che non avevano smesso mai di cercarla. Persino Erza aveva fatto il suo ingresso in città e questo lo aveva allarmato un po', ma Priscilla sembrava ben intenzionata a restarsene nascosta e non faceva niente di avventato. Sembrava... stesse aspettando. Qualcuno o qualcosa, non sapevano, ma Priscilla stava sicuramente aspettando e più il tempo passava più quell'attesa la logorava.
Dopo una settimana tornò ad alzarsi dal letto, anche se solo per brevi momenti. Dopo una settimana e mezza la vedevano spesso in giro per la casa, a curiosare o semplicemente cercare qualche nuovo libro da leggere. Dopo due settimane cominciò anche a cucinare ogni tanto, per ringraziare Ivan e Laxus per la loro ospitalità. Aveva più volte detto che se ne sarebbe andata, ma i due uomini erano tassativamente contrari. Nonostante fosse trascorso molto tempo, lo Stato era ancora in allerta e al primo avvistamento avrebbero ripreso a cercarla. Sapeva che avevano ragione e ancora non aveva idea di dove andare se avesse lasciato quella casa. Eppure Gerard ancora non si vedeva e nemmeno la sua Fairy Tail, nessuno stava andando a prenderla e lei non aveva idea di come poter tornare a casa. Aveva sperato che con la scusa della sua scomparsa almeno Gerard fosse tornato, a quel punto avrebbe anche potuto discutere con lui dell'eventualità di sistemare per sempre Anima, ma non arrivava. Nessuno arrivava e lei non sapeva dove andare.
Quanti giorni erano ormai passati?
Passò anche quel giorno di fronte alla camera di Ivan e come sempre il suo sguardo venne attirato dalla piccola statua in vetro che continuava a sorridere allegra. Le portava alla mente così tanti ricordi e non tutti erano piacevoli.
«Non guardarmi in quel modo» mormorò come se la bambina avesse potuta sentirla. «Io ho avuto la fortuna della vita e tu quella di una famiglia incredibile. Non sei l'unica che prova invidia» disse e continuò a guardare il suo sorriso. Quel sorriso che lei aveva imparato solo con tempo, invece quella Pricchan ci era nata.
«Lo sai...» disse poi accennando un sorriso ed entrò nella stanza, andandosi a sedere di fronte alla bambina. «Oggi a casa mia è il giorno dell'Hanama. Il periodo della fioritura dei ciliegi e Fairy Tail non si lascia sfuggire mai nessuna occasione per festeggiare. Tu hai conosciuto la tua Fairy Tail? Non so come sia... ma sono sicura che ti possa piacere. Nostro nonno è il Master della gilda. Anche Laxus ne fa parte e un tempo persino Ivan, ma poi sono stati cacciati tutti e due. Non stupirti, guardaci? Siamo opposte, anche se simili. Credi che per loro sia diverso? Papà... papà è molto diverso da questo. Sai, ti invidio molto. Anche io avevo una casa, molto tempo fa, simile a questa. Vivevamo insieme io, Laxus e Ivan, ma i ricordi che ho io scommetto sono molto diversi dai tuoi. Quando Ivan è stato cacciato e io e Laxus abbiamo litigato, sono andata al dormitorio, lui si è preso un altro appartamento più piccolo, e così quella casa è stata abbandonata. Non so se l'abbia comprata qualcun altro. Non era male, sai? Un po'...» cominciò a tremare, sentendo il nodo alla gola farsi più intenso. «Sì, io credo che un po' mi manchi» le lacrime cominciarono a rovesciarsi dai suoi occhi. «Che cosa devo fare, Pricchan? Come posso aiutarli a trovarmi? Il nonno... il nonno sarà così in pensiero! E Wendy avrà smesso di piangere? Avrà smesso di incolparsi? Scommetto che si starà odiando e penserà che sia stata colpa sua. Non voglio. Io... io voglio solo che tutto si sistemi! Gerard...» singhiozzò. «Gerard non può farcela da solo. Era in ginocchio, non ha più forza. Devo aiutarlo, ma non so cosa fare! Ho... così paura! Sono paralizzata, Pricchan. Che devo fare? Parlami... ti prego, almeno tu. Tu che sei come me. Non lasciarmi sola».
«Non sei sola» la voce di Ivan, severa e dura. Ma Priscilla non si scompose troppo. Si sorprese nel vederlo, sì, visto che sapeva che era fuori anche quel pomeriggio. Ma non si spaventò del fatto che avesse sentito le sue parole.
«Perché continuate a tenermi con voi anche se sai che vi ho mentito?» chiese Priscilla, tornando a guardare la bambina di fronte a sé. Non sapeva fin dove Ivan avesse indagato, ma era sicuramente un uomo sveglio e se davvero aveva contatti con Fairy Tail certo non poteva non aver chiesto a loro della sua esistenza. A sostegno di quello c'era che mai le aveva proposto di riaccompagnarla o mandarla alla gilda, ma continuava a insistere affinché restasse lì. Era ovvio che Ivan avesse capito che Priscilla nascondeva qualcosa, eppure non aveva mai smesso un attimo di trattarla come se si fidasse ciecamente di lei. Qual era il suo obiettivo?
Ma Ivan alla domanda rispose in modo del tutto imprevedibile e lasciò Priscilla non solo stupita, ma anche completamente disarmata.
Con una semplice alzata di spalle, come se fosse la cosa più banale del mondo, aveva semplicemente detto: «Perché sei mia figlia».
Ivan sospirò nel vedere lo sguardo sconvolto di Priscilla e si avvicinò a lei, mettendosi a sedere al suo fianco. «Che razza di mostro sono nel tuo mondo, Pricchan? Sono stato persino cacciato dalla gilda dal mio stesso padre» ridacchiò anche se la cosa lo rendeva in realtà nervoso.
«Anche Laxus è stato cacciato» mormorò Priscilla e Ivan scoppiò a ridere, anche se non aveva niente di divertito. «Mio dio, che famiglia disastrosa!» disse.
«È per questo che avevi paura di me la prima volta che mi hai visto» continuò lui. «Però ti sei nascosta dietro a Laxus. Devo perciò sperare che anche se delinquente almeno mio figlio abbia un buon cuore».
«Non è stata colpa sua» disse semplicemente Priscilla, cercando di rassicurare Ivan della bontà che anche il suo Laxus aveva.
«Lo difendi a spada tratta, eh? Gli devi voler davvero molto bene».
Priscilla non rispose ma ora sentiva la malinconia farsi più viva dentro sé. Oltre che di casa sua, ci mancava anche di sentire la mancanza di suo fratello. Chissà dov'era...
«Guarda lì» disse poi Ivan, indicando un punto sulla spalla di Pricchan. Una leggera incrinatura, quasi invisibile, rovinava la perfezione del vetro che la componeva. «Quando Laxus era piccolo era un vero tornado, si agitava in continuazione e così finì un giorno per farla cadere e romperla. Pianse per settimane, fino a quando non riuscii ad aggiustarla. Da allora ha cominciato a starle a debita distanza, terrorizzato all'idea di farla di nuovo cadere. Non lo ammette, è molto orgoglioso, ma le è molto affezionato. Scommetto che anche per il Laxus del tuo mondo è lo stesso».
Quella storia era vera su così tanti fronti che non poté non credergli. Anche quando loro erano bambini Laxus finiva col "romperla per sbaglio" e piangeva molto per questo.
"L'ho fatta soffrire abbastanza. Impediscile di seguirmi" era quello che aveva detto al nonno il giorno che se n'era andato. Era terrorizzato all'idea di farle ancora del male e questo dimostrava quanto le fosse affezionato. Aveva sempre avuto la sensazione che era lei che lo inseguiva e lo rincorreva ad ogni occasione, che fosse lei la sua ombra, l'unica a preoccuparsi per lui. Invece non era così. Ovunque fosse, Laxus, il Laxus del suo mondo, stava pensando a lei. E lei aveva promesso di aspettarlo.
«Sono felice di avervi incontrato. Soprattutto tu, Ivan» disse infine, più alleggerita.
«È giunto il momento di tornare a casa?» chiese Ivan.
«Sì» disse Priscilla guardandosi il simbolo sul palmo della mano. «Devo tornare a casa».
«Bene!» urlò Ivan tanto forte da farla spaventare. La prese per mano e cominciò a trascinarla via, verso il piano inferiore. «Laxus! Prendi carta e penna! Abbiamo del lavoro da fare!»
«Carta e penna? Di che si tratta?» chiese Laxus dalla cucina, correndo a prendere il necessario. Entrarono nella stanza, Ivan per primo trascinandosi dietro una quasi terrorizzata Priscilla, e quando fu davanti al figlio prese la ragazza sotto braccio, stringendola.
«La piccola Pricchan è pronta» disse semplicemente. Priscilla sussultò, guardando Laxus rossa in volto, non tanto per "l'essere pronta" -cosa che faceva capire che anche lui avesse intuito qualcosa- tanto quanto per l'averla chiamata Pricchan. Anche lui sapeva chi era in realtà?
«Bene!» sorrise Laxus, felice e determinato. Sistemò i fogli sulla tavola, prese delle penne e si preparò a scrivere tutto quello che sembrasse rilevante. Cosa, ancora, non sapevano. Ma certamente qualcosa bisognava appuntarsi.
«Anche tu sapevi?» chiese Priscilla, stupita.
«Le somigliavi così tanto, era impossibile non intuire che tu fossi la piccola Pricchan!» disse Laxus, ma Ivan aggiunse immediatamente un: «Te l'ho dovuto spiegare io».
«Non è vero! Vecchiaccio!» ruggì Laxus, offeso.
Priscilla si strinse nelle spalle e si lasciò sfuggire una di quelle risatine soffuse e timide che aveva più volte fatto uscire in quei giorni. Ma a differenza delle altre volte, quella risata che sembrava vergognarsi persino di esistere, si trasformò presto in un radioso e luminoso sorriso. Per la prima volta in quelle due settimane Priscilla sorrise veramente.
«Bene!» disse carica. «Vi racconterò tutto, allora!»
Corse al tavolo e si mise a sedere, prendendo i primi fogli che aveva davanti e preparandosi. Voleva disegnare la gilda e una mappa del suo mondo, voleva raccontare loro ogni cosa, dall'inizio della sua esistenza. Spiegare il funzionamento delle gilde, della magia, ogni cosa. Sentiva di essere a casa, di poterlo fare con loro, ne era sicura.
Ivan passò di fianco a un Laxus inebetito e immobile, mentre osservava il viso per la prima volta radioso di quella ragazza saetta che adesso correva in giro per casa. Diede un piccolo colpo sulla fronte di suo figlio, non tanto piccolo in realtà visto che lo destabilizzò all'indietro, e ridacchiò vicino al suo orecchio uno sbeffeggiante: «Non innamorarti».
«Ma di che diavolo parli?» ruggì Laxus, ancora più offeso.
«Partirò col spiegarvi il mio arrivo qui» iniziò Priscilla, ignorando l'ennesimo battibecco tra i due. «Sapete già dell'esistenza di altri mondi, dunque? Come ha detto che la chiamate, voi?» rifletté, portandosi un dito al mento. Poi schioccò le dita e disse: «Earthland! Io vengo da Earthland!»
«Chi ha detto che si chiama così?» chiese Laxus curioso, riflettendo sul suo "come ha detto che la chiamate".
«Gerard!» rispose Priscilla.
«Gerard?» inarcò un sopracciglio Laxus, non capendo. Era forse qualcuno che avrebbe dovuto conoscere? Ma a rispondergli fu Ivan, al suo fianco, che dopo qualche secondo di riflessione iniziò a balbettare sorpreso: «Un attimo! Non sarà mica... quel Gerard?»
«Il Principe Gerard!» annuì Priscilla.
«Principe?!» sussultò Laxus.
«È vivo? Com'è possibile? Annunciarono la sua morte almeno sette anni fa!» chiese Ivan con gli occhi sgranati.
«È vivo ed è mio amico. Si trova ad Earthland. Vedete, nel mio mondo la magia funziona diversamente dalla vostra. Non risiede in oggetti ma nelle persone stesse» e diede dimostrazione creando una delle sue nuvolette saettanti sopra il palmo della mano destra. «E non è proibita! Ne viene fatto largo uso e ce n'è in abbondanza. Per questo il vostro Re ce la ruba usando Anima. Mistgun... cioé, Gerard gli si oppose e venne perciò cacciato. Non so molto di lui, è un tipo abbastanza silenzioso, ma alla fine attraversò uno dei portali Anima e raggiunse Earthland dove ha passato i successivi anni a combattere per chiudere i portali. Ho viaggiato a lungo con lui negli ultimi tempi».
«Il principe è vivo... non ci posso credere» mormorò Ivan.
«Perché combattere Anima? Quella magia ci fornisce la magia utile a sopravvivere. Nemmeno Fairy Tail sarebbe in circolazione se non ci fosse questa vana possibilità» indagò Laxus.
«Continuate a sottrarci magia eppure non ne avete abbastanza per vivere e a voi è bandito farne uso. La cosa non ti puzza nemmeno un po'?» chiese Priscilla.
«Ho letto qualcosa scritto da Gajeel. Molti lo considerano un complottaro, altri un nemico dello Stato ma comincio a pensare che abbia ragione» disse Laxus e questa volta a sobbalzare e balbettare fu la Priscilla stessa. «G-Gajeel scrive?» strabuzzò gli occhi.
«Lo conosci?» chiese Laxus. «È uno scrittore famoso».
«Scrittore» ridacchiò nervosa Priscilla. «Nel mio mondo non sono nemmeno certa che Gajeel sappia leggere, a dire il vero. È un po' barbaro».
«Siamo proprio agli antipodi, noi e quelli di Earthland» commentò Ivan.
«Sarei curioso di conoscerlo il me dell'altro mondo!» ridacchiò Laxus.
«Io credo che lui non sarebbe altrettanto entusiasta» mormorò Priscilla immaginando quanto avrebbe odiato vedersi tanto rammollito e tenerone. «Comunque, non so cosa Gajeel abbia scritto, ma la verità è che Anima non sottrae la magia... ma i maghi stessi».
«Eh?!» sobbalzò Laxus.
«Lo sospettavo da un po'» mormorò Ivan, turbato.
«Le Lacryma che riuscite a ricavare e che usate sono persone. Come se non bastasse tutta la magia estratta da lì viene tenuta all'interno della corte e solo il necessario a sopravvivere viene distribuito al resto del paese. Gerard anche se ragazzino aveva già il cuore adatto a capire cosa fosse giusto o meno, si è opposto alle ingiustizie del padre e alla fine è stato bandito» spiegò Priscilla.
«Sono... persone...» balbettò Laxus, sconvolto. «È orribile».
«Da quando Gerard è sparito la quantità di Lacryma che riuscivamo a prendere da Earthland è stata sempre minore. Le ipotesi erano molte, abbiamo pensato a una malattia del Re o al dolore per la perdita del figlio, in realtà era lo stesso Gerard che dall'altra parte lottava e si opponeva ad essa. Il nostro principe non ha mai smesso di lottare per la giustizia, nonostante tutto...» Ivan strinse i pugni e si corrucciò al pensiero che per tutti quegli anni fosse stato all'oscuro di quella situazione. Anche lui, come chiunque, faceva uso della magia della Lacryma che riuscivano ad ottenere con Anima. Anche lui, come chiunque, poteva definirsi perciò un assassino.
«Ho cercato più volte di convincere Gerard ad attraversare il portale e tornare per vedersela definitivamente con suo padre, ma sostiene di non avere abbastanza forza per farlo. Posso capirlo, per quanto io lo ammiri, da solo contro un intero mondo non può farcela. Desideravo solo aiutarlo...» confessò Priscilla, rabbuiandosi.
«Ma continuate ad essere in due contro il mondo intero» disse Ivan, confermando così ciò che più la tormentava.
«E io non conosco questo mondo abbastanza per essergli d'aiuto. Ma...» disse poi, più decisa, ma non riuscì a proseguire. Semplicemente alzò il palmo della mano destra e l'osservò, pensierosa. «Se Fairy Tail potesse venire qui... allora tutti insieme, potremmo...»
«La Fairy Tail del tuo mondo dev'essere molto forte» suppose Ivan e Priscilla non poté che illuminarsi, prima di confessare con gli occhi emozionati: «È la migliore di tutte».
«Anche Gerard ne fa parte!» aggiunse poi, decisa a tornare a raccontare. «È un mago di classe S, che nel nostro linguaggio significa che è uno dei più forti. Anche Laxus lo è» gongolò felice mentre Ivan invece scoppiò a ridere tanto forte che sputacchiò sul tavolo. «Qualcosa non va, vecchio? Sono uno dei più forti!» brontolò Laxus ma Ivan continuò a ridere tanto forte che persino le pareti tremarono.
«Mistgun, Laxus, Gildarts, Mirajane e infine Erza! Sono tutti maghi di classe S» continuò a raccontare Priscilla, felice e allegra. Poter parlare di Fairy Tail le scaldava il cuore. Le mancava così tanto.
Ma un'ombra parve scendere sul viso dei suoi interlocutori, al contrario di Priscilla che non faceva che sorridere. Ignara.
«Erza?» balbettò Laxus.
«Erza è membro di Fairy Tail?» chiese Ivan, ugualmente cupo.
«Sì, perché?» chiese Priscilla, ingenua. «È una delle più forti, nella battaglia contro Phantom Lord, un'altra gilda che ci attaccò tempo fa, ci ha protetti con il suo corpo contro un attacco magico di potenza incredibile! Avrebbe distrutto la città intera e invece lei l'ha bloccata, anche se poi è rimasta dolorante per giorni. È incredibile! Ed è mia amica» sorrise infine, felice di poter dire una cosa del genere. Ma proprio quell'allegria soffocava i cuori di Laxus e Ivan. Con che coraggio le avrebbero detto che invece lì Erza era la loro nemica numero uno? Si lanciarono uno sguardo preoccupato e nessuno dei due riuscì a dire niente.
«Che c'è?» chiese Priscilla, non capendo, ma loro semplicemente negarono e lei non perse occasione per continuare.
«Mirajane è bellissima! Ha posato molte volte per il Sorcer, una rivista che parla di maghi. È una Pin up, sono in molti a farle la corte, ma lei è un po' ingenua. Poi c'è Gildarts! Non lo conosco bene, passa molto tempo in missione, non rientra quasi mai e anche per me è stato a lungo così perciò non ci siamo incrociati molto spesso. Solo in un'occasione ci siamo scontrati, ma questo a dire il vero preferirei non raccontarlo» ridacchiò nervosa per poi riprendere. «Però è una vera forza, le sue gesta sono leggenda! Pare che ora sia partito per una missione dei cento anni, il ché significa che in cento anni nessuno è mai riuscito a portarla a termine. Ma lui ce la farà sicuramente, è incredibile. Ah! Poi c'è Natsu! Non è un mago di classe S, ma secondo me potrebbe diventarlo presto. Scommetto che basterebbe lui da solo a ribaltare l'intera capitale di questo mondo. Se poi lo mettiamo insieme a Erza, Lucy e Gray... diamine, quel team è micidiale! Ho combattuto insieme a loro contro Nirvana, una magia terrificante che era in grado di invertire luce e oscurità. La gilda oscura che se ne voleva impadronire era fortissima, hanno dato filo da torcere persino a me, ma Natsu ha sconfitto il loro capo. È fortissimo! È un Dragon Slayer, d'altro canto, come Gajeel! E Wendy! Wendy è la mia sorellina! Beh, non proprio a dire il vero, ma abbiamo la stessa magia e mi piace prendermi cura di lei perciò lei mi chiama sorella e io ne sono felice. Ah! E il nonno è il Master! È piccolissimo ma se vuole può diventare gigante, fa paura! Però è molto buono e giusto, anche se a volte un po' scemo. E poi...» e continuò, membro dopo membro, a raccontar loro della sua incredibile Fairy Tail, dimenticandosi persino di dire loro come e perché fosse giunta su Edoras. Laxus e Ivan restarono ad ascoltarla senza interromperla, lasciando che solo il sorriso adornasse i loro visi. Da quando Priscilla era arrivata non aveva fatto che passare le giornate silenziosa, triste, a guardare un cielo che non le apparteneva. Poterla finalmente vedere come se l'erano sempre immaginata, felice e allegra, dava a loro e a quella vuota casa una ventata nuova a cui avrebbero rinunciato malvolentieri.

«Papà» la voce di Laxus attirò solo in parte l'attenzione di Ivan. La notte era scesa, il buio faceva padrone non solo del mondo intero ma anche di quella stanza da letto. Priscilla aveva parlato a lungo, raccontando loro ogni cosa del suo mondo, del suo arrivo e del suo desiderio di aiutare Mistgun. L'unico particolare che non era riuscita a raccontare era il motivo della sua esistenza, la crudeltà di un padre che desiderava solo uno strumento di tortura con cui divertirsi. Avrebbe fatto troppo male all'Ivan di quel mondo, che invece sembrava non avere altro nel cuore che i propri figli, compresa la bambina di vetro che teneva nella propria stanza.
«Si è addormentata» spiegò il ragazzo, avvicinandosi al padre seduto sul letto. Lo sguardo assorto e concentrato ancora rivolto al finto sorriso di quella bambina luccicante che ogni giorno gli faceva compagnia.
«Hanno lo stesso sorriso» disse Ivan con la voce roca, tanto da graffiargli la gola. «Esattamente lo stesso sorriso che ho immaginato io quando costruii la nostra Pricchan».
«Sono la stessa persona, d'altra parte» disse Laxus. «Chi l'avrebbe mai detto? Un mondo parallelo a questo dove Pricchan esiste davvero».
«Io lo sapevo» confessò Ivan.
«Eh?» sussultò Laxus.
«Ho servito il Re molto a lungo, anni fa. Abbastanza da riuscire a venire a sapere di qualche segreto. Immaginavo che ciò che diventava Lacryma erano i maghi e sapevo da dove venivano. Conosco abbastanza Earthland».
«Accettavi davvero tutto questo?» chiese Laxus, titubante.
«Secondo te perché mi hanno sollevato dal mio incarico? Odiavo tutto quello, ma sapevo che fare la voce grossa non avrebbe giovato in nessun modo. Così, semplicemente, li tradii. Aiutavo le gilde, manomettevo i congegni, fornivo informazioni private all'esterno. Fino a quando non scoprirono che mi ero innamorato di una maga di Fairy Tail tutto filò liscio» sghignazzò.
«La mamma è stato il motivo per cui sei stato messo ai domiciliari. Conoscevo questa storia, almeno in parte».
«Mi hanno concesso la grazia di tenermi mio figlio, dopo aver ucciso mia moglie, poi mi hanno rinchiuso in questo paese dimenticato dal mondo. Dicono sia libero di fare ciò che voglio, ma la verità è che le guardie non sono mai state così presenti in questa città fino a quando non sono arrivato io. Mi tengono d'occhio e per questo motivo ti ho sempre dovuto tenere lontano dal resto del mondo e non sei mai potuto crescere come qualsiasi bambino».
«Perché ripensi a tutto questo, adesso? Dobbiamo cercare un modo per aiutare Pricchan, non è il momento di diventare nostalgici» lo rimproverò Laxus, ma Ivan sorrise in risposta, come fosse divertito.
«Io sono vecchio, Laxus» sospirò, raddrizzandosi. «E i vecchi sono sempre nostalgici. Mi perdonerai mai per non essere riuscito a darti la vita che meritavi?» chiese infine, senza distogliere gli occhi da Pricchan.
«Ma di che parli? Non ti ho mai colpevolizzato di niente» lo rimproverò Laxus e Ivan sorrise ancora. Il silenzio calò tra loro, un silenzio che diede modo a Laxus di metabolizzare e capire.
«Non sarà semplice come portare una Lacryma di nascosto a Fairy Tail, vero?» chiese infine, rendendosi conto che qualcosa sarebbe cambiato da lì a poco. Aiutare Priscilla a tornare a casa implicava mettersi nelle faccende tra il Regno e Earthland, farsi coinvolgere in qualcosa di decisamente più grande e pericoloso.
«Già» annuì Ivan.
«Sei sicuro di volerlo fare?» chiese ancora Laxus.
«Non ho dubbi a riguardo. Ho già costretto un figlio a vivere nella mia prigione, non farò lo stesso errore due volte».
«Non mi hai mai costretto a fare niente» e abbozzò un sorriso prima di cercare di sdrammatizzare con un: «Fare il fuorilegge mi fa sentire un figo».
Bastò così poco per riuscire a strappare una risata a Ivan e Laxus poté ritenersi soddisfatto e sollevato. «Hai un piano?» chiese poi.
«Sì, ce l'ho» rispose semplicemente Ivan, lasciando perciò intuire col successivo silenzio che non gli avrebbe comunque rivelato i dettagli.
«E quindi?» incalzò Laxus, curioso di sapere almeno quale sarebbe stato il suo ruolo.
«Priscilla ha detto che la Fairy Tail di Earthland è fortissima. Ci sono maghi che sarebbero in grado di combattere e addirittura vincere contro il regno. Il principe stesso si trova lì...»
«Vuoi farli venire qui?» strabuzzò gli occhi Laxus.
«Sarebbe inutile rimandare indietro Priscilla se Anima continua ad operare. Tra qualche tempo potremmo ritrovarla di nuovo qui, anzi peggio: trasformata in Lacryma dal Re stesso. La venuta di Priscilla è il segno che è finalmente giunto il momento di cambiare le cose... e lei pare essere d'accordo con me. Vuole aiutare il Principe a tornare, è disperata nel suo desiderio, ma non sa come fare anche se è convinta che i suoi amici sarebbero in grado di sistemare le cose».
«Vuoi davvero iniziare una guerra contro il Regno?» chiese ancora Laxus.
«Sì, è quello che voglio fare. Ci è stata offerta un'opporturnità e penso proprio che la coglierò. Sono Ex Consigliere, ho ancora i miei agganci a Palazzo... farò arrivare qua Fairy Tail di Earthland in modo che possano distruggere il Regno e riportare infine a casa la loro Priscilla».
«Mh» mugolò Laxus, poco convinto. «È pericoloso».
«È per questo che dovete andarvene da qua... questa notte stessa».
«Andarcene? Dove?»
«A Fairy Tail. La nostra Fairy Tail. Sono degli esperti nel nascondersi all'esercito, lo fanno da anni, sapranno proteggervi fino a quando non sarà tutto finito».
«Non scherziamo, vecchio! Noi lotteremo insieme a te!»
«È quello che ti sto chiedendo di fare» sorrise Ivan. «Lotta insieme a me per proteggervi. Tieni Pricchan e te stesso al sicuro fino a quando non potrò di nuovo farlo io. Non è semplice».
«Mi sembra il contentino dato al ragazzino capriccioso» sbuffò Laxus poco convinto e Ivan scoppiò a ridere, prima di dirgli: «Come hai fatto a scoprirmi?»
«Stupido!»
«Tu sei un ragazzino» sghignazzò Ivan.
«Stronzo!» ruggì Laxus e Ivan lo colpì alla nuca, brontolando con un: «È così che ti rivolgi a tuo padre?»
Laxus si massaggiò il punto colpito ma non sembrò intenzionato a proseguire quel gioco. Tornò serio e preoccupato prima di chiedere: «Tornerai... vero?»
«Certo che tornerò! Credi che io voglia già morire?» ruggì Ivan, offeso. «Verrò a Fairy Tail appena avrò finito. Ci troveremo lì».
«Meno male» sospirò Laxus, sollevato. «Pensavo che tutti quei discorsi sulla nostalgia significassero che volevi raggiungere la mamma».
«Stupido! Credi che io dia così poca importanza alla mia vita? Voglio dei nipoti, ricordatelo!»
«Ma che stai dicendo? Ti sembra questo il momento di pensare a certe cose?»
«Trovati moglie prima che tiri le cuoia, figlio degenero!»
«Possiamo per favore concentrarci sulla missione, ora?» quasi urlò Laxus, rosso in volto per la vergogna di quei discorsi.
«Vieni» disse semplicemente Ivan, alzandosi tanto di scatto che Laxus sussultò. «Ho una cosa da darti, a proposito. L'ho fabbricata anni fa, aspettavo il momento migliore... direi che è arrivato» disse semplicemente, uscendo dalla stanza e aspettando che il figlio lo seguisse. Cosa che fece, provando a chiedere più volte spiegazioni, ma Ivan semplicemente lo portò nello scantinato senza proferire parola. La griglia di scolo sul pavimento era la loro via segreta che dalle fogne portava all'esterno, ma ciò che Laxus non sapeva era che proprio lì a fianco altre piastrelle erano in grado di sollevarsi. Iva spostò alcune di queste, aprendo quella che era una vera nicchia all'interno del pavimento. Seppellita c'erano armi e Lacryma di ogni genere, molte delle quali Laxus sapeva che erano destinate a Fairy Tail o comunque sia al commercio di magia illegale. Ivan tirò fuori un'enorme custodia che poggiò di fronte ai piedi del figlio e infine l'aprì. Al suo interno, deposta con cura, c'era una alabarda interamente in vetro.
«Prendila» disse Ivan togliendola dal suo fodero e porgendola al figlio. «Ti sarà utile. Puoi accorciarne il manico e nasconderla sotto il mantello quando dovrete mantenere un profilo basso» spiegò.
Laxus prese l'alabarda e la guardò incantato, rigirandosela tra le mani più volte. La lama sembrava molto affilata e il bastone era fatto col vetro di suo padre, anche se sapeva che quello non poteva essere semplice vetro. Nel muoverla, piccole scintille scoppiettarono all'interno di essa, confermando così la sua teoria. Quella era un'arma magica.
«Spero che tu non debba mai usarla, ma in caso tu ne avessi bisogno è sempre meglio averla al proprio fianco piuttosto che disarmato» disse Ivan, mettendosi a sedere a terra. «Provala» lo incalzò, sorridente.
«Qui dentro?» chiese stupito Laxus.
«Laggiù, nell'angolo. Non darci troppo dentro» ridacchiò Ivan, indicandogli il punto designato con un gesto del capo. Laxus guardò qualche altro secondo l'alabarda che aveva tra le mani, gli dava uno strano senso di disagio, non aveva mai maneggiato un'arma prima di quel momento, tanto meno un'arma magica. Eppure, stringere quel manico fatto a mano da suo padre, pensato apposta per lui, lo faceva sentire più sicuro di sé e più forte. Si avvicinò all'angolo e puntò un manichino di paglia che usavano per allenarsi nel tempo libero. Strinse il manico dell'alabarda e infine la spinse in avanti, piantandone la punta nel petto del manichino. Dalla lama emersero le prime scintille e pochi istanti dopo una vera e propria scarica elettrica stava incenerendo il malcapitato. Ivan si avvicinò con un secchio d'acqua, per evitare il propagarsi di un incedio, ma non sembrò agitato nemmeno un po'. Funzionava perfettamente ed era forse anche più potente di quanto avesse inizialmente pensato.
«Non male» commentò.
«Questa mi permetterà di proteggere Pricchan» osservò Laxus, guardando la propria arma con soddisfazione.
«Era quello che desideravo sentirti dire» sorrise Ivan, prima di dare al figlio una pacca sulla spalla. «Sei diventato grande, moccioso. È incredibile quanto questo sia successo rapidamente».
«Stai tornando a fare il vecchio nostalgico?» brontolò Laxus, già scocciato.
«Mi farai compagnia fino a quando Pricchan non si sveglierà e partirete?» ridacchiò Ivan.
«Scordatelo! Vado a svegliarla e ce ne andiamo al volo!» brontolò Laxus e velocemente risalì le scale, correndo verso la stanza di Priscilla, pronto a quella nuova e forse finale avventura.



Nda.


Ho saltato un paio  di pubblicazioni, scusatemi ma questi giorni sono stati un pochino impegnati. Comunque sono di nuovo qua :D
Volevo solo sottolineare un paio di cose di questo capitolo, qualche parallelismo con la storia originale che mi ha stuzzicato molto. Il fatto che Laxus non compaia a Edoras nel manga mi ha dato modo di sviluppare questa sua storia secondo la mia fantasia e gli ho potuto perciò dare un paio di piccole chicche (oltre che i caratteri opposti, quindi Ivan è dolce e amorevole, aiuta FT, mentre Laxus è debole e impacciato).
A partire da Ivan: su Earthland è figlio del Master e qui gli ho dato un ruolo altrettanto centrale. Lui lavorava a corte, ed è stato esiliato perché ha tradito lo stato... mentre su Earthland è stato esiliato perché ha tradito FT. Aiuta la Fairy Tail di quel mondo (mentre su Earthland ne è nemico) e ho dato vita anche alla madre di Laxus, accennando che facesse parte di FT (per questo è molto legato a quella gilda) ma che lo Stato l'ha uccisa.
Un altro parallelismo che mi piace molto è la storia dell'Alabarda alla fine. L'Alabarda del tuono nel manga dicono sia una delle mosse più potenti del Laxus di Earthland, per questo gli ho dato proprio un alabarda elettrica come arma. Inoltre è stato Ivan a donargliela, come su Earthland Ivan ha donato a Laxus la Lacryma di drago che lo ha reso un Dragon Slayer. La chicca però è che su Earthland quella Lacryma viene usata da Laxus per far del male a Priscilla (con i famosi allenamenti a cui li costringeva e che finivano con il ridurre la ragazza in pezzi) mentre qui Ivan dona a Laxus una Lacryma magica per proteggerla.
Insomma sono piccole cose a cui ho dedicato tanta attenzione e volevo sottolinearle così non ve le perdevate xD
Per concludere: nel Manga Anima si apre esattamente sopra Fairy Tail, inghiottendola. Mistgun dice che è perché FT è potente e Anima è stata attratta dal suo potere, ma su Fiore ci sono tante altre gilde altrettanto forti... perché proprio FT? (questa è la domanda che mi sono fatta io).
Ed ecco la mia personale risposta e versione! Ivan manipolerà Anima, ne imposterà le coordinate basandosi sul racconto di Pricchan appena ascoltato e porterà lui FT su Edoras. Potete a questo punto chiedervi se non sia stato proprio il suo tocco a fare in modo che solo i Dragon Slayer (di cui Pricchan ha parlato tanto) non si trasformassero in Lacryma al passaggio.
Mi piace giocare su queste cose xD
Ho detto tutto... perciò vi saluto e come sempre ringrazio tutti i lettori <3
Un baciozzo


Ray


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