Amiche

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«Ed eccoci all'incontro finale di oggi, dopo la truffa di Raven Tail costatagli l'espulsione da questo torneo mi chiedo cos'altro ci aspetterà! È un escalation di sorprese, quest'anno, non riesco a placare l'emozione!» disse Chapati, guardando finalmente le due ultime concorrenti fare il loro ingresso e posizionarsi l'una di fronte all'altra. «Per l'ultimo scontro abbiamo le ultime due gilde rimaste: Fairy Tail A contro Lamia Scale! Ed ecco le due concorrenti: Wendy per Fairy Tail contro Chelia di Lamia Scale! Sarà un incontro tra piccoli angeli!» si emozionò Chapati, anche forse in maniera esagerata.
«Sta iniziando l'incontro di Wendy... Priscilla non è ancora tornata?» chiese preoccupata Lluvia, guardando l'ingresso al proprio balcone.
«Ci stanno mettendo decisamente troppo, quei due» gracchiò Gajeel.
«Dubito che se lo perderebbe, arriverà a momenti» disse Mirajane, fiduciosa, e come una premonizione appena un paio di secondi dopo Priscilla fece il suo ingresso al balcone di Fairy Tail B. Trafelata, dopo la corsa, si lanciò verso la balaustra e guardò l'arena sotto di loro.
«Metticela tutta Wendy-chan!» gridò portandosi le mani intorno alle labbra per amplificare la propria voce. Wendy, sentendo la sua voce, mosse gli occhi verso di lei e un sorriso felice e deciso le adornò il volto. «Però cerca di non farti troppo male!» la rimproverò, come una madre preoccupata.
«Che razza di incoraggiamento sarebbe, Priscilla-nee» mormorò Wendy, sospirando affranta. Quella ragazza non sarebbe probabilmente mai cambiata, continuava a trattarla con estremo senso di protezione nonostante col tempo fosse diventata più forte e capace di badare a se stessa.
«Hai capito, Chelia? Vedi di andarci, piano, capito?» insisté Priscilla, cambiando improvvisamente tono, lasciandosi travolgere da quell'ondata di maternità come un fiume in piena contro cui non avrebbe lottato. E presto tramutò, fino a diventare vera e propria collera: «Se ti azzardi a torcerle un capello te la farò pagare, chiaro?»
«Come osi dire queste cose alla mia cuginetta!» ruggì Cherry dalle tribune di Lamia Scale, un urlo isterico tanto potente da poter essere sentito persino da loro, dall'altro lato dello stadio.
«Insegna ai tuoi parenti a stare al loro posto!» si incattivì Priscilla.
«Non azzardarti mai più a minacciare la mia famiglia!» rispose a tono Cherry, allungando un piede per scavalcare la tribuna e sporgersi maggiormente per farsi sentire. I membri della sua gilda dovettero afferrarla per evitare che si lanciasse nel vuoto e forse tentasse di correre incontro a Priscilla, che dal suo balconcino aveva cominciato a fare altrettanto tenuta da un rassegnato Laxus e un incazzato Gajeel, stufo di vederla sempre tentare di saltare giù dal balcone.
«Ti faccio vedere io, racchia!»
«Ti faccio passare la voglia di sorridere, puttanella!»
«Com'è bella l'amicizia tra donne» sorrise intenerita Mirajane e Lluvia sussultò, incredula, chiedendo sconvolta: «Quelle due sono amiche?».
«Wendy, spaccale la faccia!» urlò infine Priscilla.
«Chelia, spezzale le braccia!» fece eco Cherry.
E due bambine, al centro dell'arena, abbassarono gli occhi rosse in volto per la vergogna.
«Priscilla-nee, ti prego...» sibilò Wendy.
«Cherry-san, mi stai mettendo in imbarazzo...» confessò Chelia, con lo stesso tono rammaricato. Alzarono gli occhi l'una sull'altra, sorprese nello scoprire che stavano condividendo in quel momento lo stesso sentimento e la cosa le divertì timidamente.
«Siete pronte?» chiese infine Mato, giudice anche di quella gara. Si allontanò rapidamente e infine diede il via all'incontro. Le due ragazzine riacquistarono lo sguardo determinato e concentrato che avevano avuto all'inizio e non persero tempo. Wendy fu la prima a lanciare una magia, colpendo se stessa con tutte le magie di supporto che conoscesse: «Arms x Vernier! Enchant!»
«Quelle le ha imparate da me» sorrise Priscilla orgogliosa, facendo un gesto di vittoria verso Laxus per mostrargli quanto fosse orgogliosa di quella ragazzina. Aveva già dimenticato la sua piccola disputa con Cherry, ora troppo concentrata sulla bambina.
«Attacco d'ala del drago del cielo!» gridò Wendy e dei turbini di vento nacquero dal suo corpo e colpirono Chelia con una potenza tale da essere in grado di spazzarla via. Ma Chelia poggiò una mano a terra e rapidamente riprese l'equilibrio, dandosi lo slancio per roteare e tornare dritta.
«Dio del cielo Boreas!» gridò a sua volta, sparando altro vento contro la stessa Wendy, di una colorazione tanto scura da essere quasi nera e una potenza decisamente maggiore.
«Magia del cielo?!» sussultò Priscilla, sconvolta.
«Anche lei?» chiese Lluvia, altrettanto sorpresa.
Wendy si mise rapidamente in posizione di difesa e riuscì a bloccare l'attacco senza subire troppi danni.
«Oh, wow! Sei riuscita a bloccarlo!» disse Chelia, emozionata e sorpresa. Le corse incontro, nascosta dal suo vento nero, così che quando fu vicina a Wendy lei non fu pronta non avendola vista arrivare. «Che ne dici allora di Danza del Dio del Cielo!» Wendy volò via, travolta, colpita, e roteò per aria alzandosi per metri sopra da terra.
«Wendy! Vola!» urlò Priscilla, guardando preoccupata la ragazzina che urlava per il colpo che ancora la trascinava verso l'alto.
«Mi sto solo scaldando!» urlò Chelia, saltando e raggiungendola rapidamente, mentre Wendy riuscì a usare il vento per stabilizzarsi e bloccare il suo impazzito volteggiare.
«Artiglio del drago del Cielo!» ruggì Wendy, dando un calcio dal quale scaturì l'ennesimo colpo d'aria che andò a segno, colpendo Chelia.
«Ruggito...» caricò, prendendo aria, ma Chelia fece altrettanto mormorando: «Urlo...»
«Che fa?!» sussultò Lluvia.
«Non può essere!» si sporse Priscilla, guardando Chelia con gli occhi sconvolti.
«Del Drago del Cielo!»
«Del Dio del Cielo!» gridarono all'unisono, ognuno con la propria magia, simile, quasi identica, l'una all'altra se non per la colorazione che possedevano: bianca per Wendy, nera per Chelia, era uno scontro cromatico tra luce e ombre. La collisione tra le due magie generò un'onda d'urto non indifferente, che travolse l'intero pubblico. Volarono via cappelli, oggetti vari, persino i bambini dovettero essere presi e ben tenuti per evitare che potessero essere sbalzati via. Ma alla fine, chi dalla sabbia emerse in ginocchio, ferita in maniera più che profonda, fu Wendy. Chelia, di fronte a lei, sorrideva per niente intaccata.
«God Slayer del Cielo...» mormorò Laxus, riconoscendo il tipo di magia che la cugina di Cherry possedeva e usava con maestria.
«Che disparità incredibile!» osservò Mirajane sorpresa e preoccupata.
«Non abbatterti nee-chan!» urlò Priscilla con quanto più fiato avesse.
«Forse ho esagerato un pochino, mi dispiace» sorrise Chelia, chinandosi in avanti con grazia per guardare meglio Wendy in volto. «Ti sei fatta male?»
«È tutto ok» disse Wendy, alzandosi anche se con gran fatica.
«Ci divertiamo ancora un po', ok?» sorrise Chelia, sempre con estremo candore.
«Combattere non è affatto divertente. Ma per amore della mia gilda non mi tirerò indietro!» disse Wendy, combattiva, e dal palco di Fairy Tail B Priscilla sorrise amorevolmente gongolando con un gioioso: «Ha preso tutto da sua sorella!»
«Tu non sei sua sorella» provò ad ammonirla Gajeel, inutilmente.
«Nessun problema! Per me va bene!» disse Chelia, allungando le mani in avanti e generando altri vortici di vento nero. «Io farò lo stesso, per amore della mia gilda».
Con un urlo Wendy venne nuovamente colpita e scaraventata via, ma con una determinazione incredibile piantò di nuovo i piedi a terra e riuscì a restare in piedi nonostante le evidenti ferite su tutto il corpo. Alzò la testa al cielo e cominciò a risucchiare aria nei polmoni, sempre più, masticandola come se stesse mangiando qualcosa.
«Oh! Allora anche tu sei in grado di mangiare l'aria!» esclamò Chelia, sorpresa. «Penso allora che mi unirò a te!» e alzando la testa cominciò a fare altrettanto. Mangiarono per qualche secondo, ricaricandosi di forza e energia, poi Wendy divaricò le gambe e allargò le braccia puntando sull'avversaria uno sguardo deciso e severo.
«Tecnica segreta del Drago! Onda Brillante!» vento violento e tagliente come lame cominciò a girare intorno a entrambe, intrappolandole al suo centro in una gabbia da cui sarebbe stato estremamente pericoloso uscire. E infine Wendy diede il colpo finale, richiamando la magia: «Trivella del cielo!»
Un fascio di luce colpì Chelia, una colonna di vento ed energie, era come se il cielo stesso fosse caduto su di lei e l'avesse atterrita. Fu tanto potente che volò via, verso l'alto, trascinata dalla sua incredibile forza che la colpiva secondo dopo secondo. E infine Chelia cadde a terra, ferita e apparentemente esausta.
«Wow!» mormorò Priscilla, guardando la piccola Wendy con gli occhi che le brillavano. «È molto più forte di tre mesi fa!»
Wendy barcollò, senza più forze, avendo dato fondo a tutte le sue energie. Riuscì a restare in piedi per miracolo, ansimando per la fatica e il dolore, ma il sorriso ebbe comunque la forza di brillare quando sentì il giudice cominciare ad annunciare la sua vittoria. Annuncio che venne interrotto da Chelia stessa, che si rialzò come se niente fosse, esclamando: «Sono proprio sbadata» divertita.
«È stato davvero un bel colpo, Wendy!» sorrise allegra, mentre dalla pelle scomparivano tutte le sue ferite, tornando a donarle una pelle liscia e perfetta.
«Ce n'è un'altra?!» gridò Priscilla sconvolta, portandosi le mani ai capelli, interpretando quell'incredibile rigenerazione come il segno che Chelia fosse fatta unicamente di magia come lei.
«Non credo sia così» disse invece Laxus, più pacato e attento. «God Slayer del Cielo... ha sicuramente anche lei poteri curativi, probabilmente può indirizzare quello stesso potere verso se stessa al contrario di Wendy».
«Ma allora è imbattibile!» sussultò Lluvia, preoccupata.
«No, può farcela se riuscisse a colpirla con la giusta forza. Deve solo fare in modo che il suo potere sia maggiore di quello curativo della ragazzina di Lamia» disse ancora Laxus.
«Però Wendy ha già giocato le sue carte migliori e questo è il risultato» mormorò ancora Lluvia.
«Può farcela» disse Priscilla, tesa. «Wendy non è debole, non lo è nemmeno un po'» e sporgendosi ancora in avanti gridò qualche altro incoraggiamento alla ragazzina.
«Ti reggi a malapena in piedi» osservò Chelia. «Forse dovresti arrenderti».
Ma Wendy, anche se ansimante e tremante, restò in piedi e ben concentrata.
«Io non odio combattere» continuò Chelia. «Ma quando c'è un chiaro vincitore è inutile continuare. Non c'è niente di male se ti arrendi, sai?»
«Non posso» mormorò Wendy, ancora affaticata. «Il fatto che io sia qui significa che sono disposta a tutto per combattere per la mia gilda. Non ho bisogno della tua pietà! Finché non sarò caduta a terra, priva di forze e incapace di muovermi, ti prego non risparmiarti!»
Una determinazione che riuscì a cogliere nel profondo non solo la sua gilda, commossa di fronte a tutta quella forza di volontà che la bambina metteva per loro, ma anche la stessa Chelia, che sorrise convinta. «Va bene, allora! Lo faccio per buona educazione» e alzò le braccia al cielo, raccogliendo altro vento scuro ed evocando un'altra magia, pronta ad attaccare. Dalla sua pelle iniziarono a nascere come delle piume nere che andarono ad accumularsi, raggruppandosi in fasci e muovendosi nell'aria sotto ai suoi comandi. «Amatsu no marakumo!» chiamò e il fascio soffice di aria e piume si lanciò contro Wendy, roteando e vorticando fino a lei. Ma non la colpì, mancandola, probabilmente per l'affaticamente accumulato. Wendy approfittò per lanciarsi contro la sua avversaria e tornare a colpirla, anche se subito le sue ferite tornavano a rimarginarsi. Calci su calci, pugni su pugni, magia e strategia, continuarono a lungo con una che cedeva da una parte e l'altra che cedeva dall'altra, ma poi tornavano e di nuovo si scontravano. Uno scontro tra piccoli pugni, la definirono i commentatori, ma in realtà era più uno scontro tra determinazioni. Nessuna delle due lasciava la presa nemmeno per un attimo, nonostante il continuo colpirsi, ferirsi e accasciarsi dalla stanchezza.
"Io non sono in grado di combattere" di fronte a quell'incredibile dimostrazione di forza e coraggio, a Priscilla non poterono che tornare alla mente le parole che la bambina le disse il giorno che la invitò a unirsi a Fairy Tail, dopo lo scontro con Nirvana. Ricordava il suo viso rattristato, lo sguardo pieno di vergogna mentre confessava di ammirarla perché sapeva usare la magia del vento anche per combattere mentre lei non sapeva fare altro che guarire ferite.
"Devi solo crescere un po', vedrai che diventerai un'ottima Dragon Slayer!" erano state le sue parole d'incoraggiamento di fronte a quel dolcissimo viso rammaricato. Inutili, allora, solo fumo al vento, ma avevano una consistenza tanto diversa ora. Quel giorno Wendy le chiese di insegnarle, di prenderla sotto la sua ala. Aveva iniziato a chiamarla Nee-san, seguiva duri allenamenti insieme a lei, la osservava e la seguiva, ammirandola e cercando di apprendere tutto ciò che poteva. Tutto quello... era inevitabile che tornasse di fronte a quello spettacolo.
Sorrise, raddolcita e colta da un inevitabile malinconia.
«Non c'è più niente che debba insegnarti adesso, Nee-chan» mormorò guardandola mentre dava vita a colpi dalla potenza incredibile e strategie sempre più astute per sfruttare quel poco di forza che le era rimasto. «Sei diventata proprio un'ottima Dragon Slayer».
«E il tempo è scaduto!» annunciò Chapati, ponendo infine termine a quell'incontro. «L'incontro è terminato! È un pareggio! Cinque punti a ciascuna delle due gilde».
Entrambe le ragazzine caddero in ginocchio, ansimanti, ma Chelia fu la prima ad allungare una mano verso di lei e chiederle: «Ti fa tanto male? Mi dispiace».
«Non è niente» provò a rispondere Wendy e Chelia sorridente le si avvicinò. Allungò le mani verso di lei e un piccolo fascio di luce l'avvolse poco prima che le ferite di Wendy cominciassero lentamente a sparire.
«È stato divertente, Wendy» sorrise, mentre la curava.
«Sì... anche per me è stato divertente... un po'» mormorò timida.
«Diventiamo amiche?» chiese infine Chelia, con un sorriso tanto luminoso che avrebbe fatto invidia al sole stesso.
«Sì!» rispose Wendy, altrettanto contenta ed entrambe si strinsero la mano, unite in quel nuovo legame.
Gajeel sentì poco dopo accanto a sé uno snif sospetto e sporgendosi verso il viso di Priscilla, ora chino e nascosto, le chiese incredulo: «Stai piangendo?»
«Non sto piangendo!» rispose repentina Priscilla, ma il tono di voce la tradì miseramente rivelando perciò a tutti la sua commozione. Commozione che quella sera, nella solita locanda, si trasformò in un vero e proprio pianto scrosciante. Abbracciata alla bambina, con le guance rosse non solo per il dolore ma anche per l'alcol che ancora una volta aveva buttato giù a fiotti, Priscilla piangeva disperata stritolando la bambina al petto.
«Non lasciarmi Wendy» continuava a ripetere, intensificando sempre più la propria voce disperata.
«Non voglio andare da nessuna parte, Priscilla- nee» provava inutilmente a consolarla Wendy.
«Sei diventata così grande! Così grande! Adesso che non ti servo più mi abbandonerai come un calzino sporco... sei una donna forte e indipendente adesso» arrivò persino a strillare, incontrollabile nel suo dolore.
«Continueremo a stare insieme, Priscilla-nee! Davvero» tentò ancora e ancora Wendy, fino a che finalmente un barlume di speranza. Priscilla tirò rumorosamente su col naso e guardandola negli occhi le chiese: «Davvero resteremo insieme per sempre?»
«Certo! Sei la mia nee-san, giusto?» sorrise Wendy, felice di essere riuscita a consolarla, ma Priscilla scoppiò nuovamente in un violento pianto e tornando a stritolare la bambina si disperò in un: «Sei così dolce Wendy-chan! Così dolce!»
Laxus rientrò in quel momento insieme a Makarov. I due si erano allontanati per qualche istante per poter parlare, i discorsi di Ivan sul Lumen Histoire l'avevano un po' preoccupato soprattutto visto quanto sembrasse follemente desiderarlo. Avevano così avuto modo di parlare, anche se non gli era stata comunque rivelata la verità per lo meno era bastato a tranquillizzarsi e capire che non era niente di preoccupante.
Ovviamente il pianto di Priscilla lo attirò subito, non tanto perché era lei, quanto perché urlava così tanto da essere in grado di sovrastare tutte le voci dei suoi compagni. La guardò in un misto tra lo sconforto e l'incazzato, chiedendosi nervoso: «Mi allontano solo qualche minuto e lei si ubriaca di nuovo! Vi avevo chiesto di tenerla d'occhio» disse poi ai Raijinshuu, voltandosi a cercarli, ma li trovò tutti e tre abbandonati e accasciati sul tavolo insieme a Cana. Rossi in volto, sguardi addormentati, biascicate risatine che nascevano ogni tanto, dal nulla: quello bastò a fargli capire che pure loro non ci erano andati molto leggeri.
«La tua influenza è decisamente pericolosa» disse a Cana, l'unica che nonostante l'ubriachezza fosse ancora in piedi e sveglia. La donna scoppiò a ridere, orgogliosa del suo operato e a Laxus non restò che sospirare un rassegnato: «Questa storia non avrà mai fine».
Quella sera però fu in realtà molto diversa dalle precedenti. Priscilla era molto più carica e non si addormentò poco dopo. Bevette ancora, mangiò, cantò e ballò. Cherry, Chelia, Leon e altri membri di Lamia Scale li raggiunsero poco dopo e con la prima Priscilla passò il resto della serata. Rise, rise a non finire, e continuò nei suoi scherzi e giochi con Natsu e altri membri. Volava da ogni parte, rideva, importunava chi voleva stuzzicare, scommetteva con Happy su ogni cosa, tornava ad abbracciare Wendy e poi a parlare con Cherry. Il fatto che Wendy e Chelia avessero legato tra loro portò Priscilla e Cherry a stare più tempo assieme, ribandendo in continuazione quanto fossero carine. Organizzarono un pigiama party tutte insieme, una volta che il torneo sarebbe finito, e di andare a fare Shopping da qualche parte. Priscilla e Cherry cominciarono a trattare le due bambine come fossero le loro bamboline, ipotizzarono vestiti e capigliature che le avrebbero provato anche per renderle più simili a sorelline e questo le entusiasmò. E proseguì... proseguì tutta la notte, senza stancarsi e fermarsi mai, come se avesse avuto paura che a chiudere gli occhi poi quel giorno sarebbe svanito nel nulla. La sua prima notte di libertà, di consapevole libertà, fu la più bella della sua vita. Non aveva passato molto tempo con Laxus, troppo impegnata a rincorrere e stare insieme a tutti gli altri, a godersi la serata, ma non c'era stato attimo in cui non approfittasse per voltarsi, guardarlo, e rivolgergli un sorriso, come a ringraziarlo. Che lo accettasse o meno, tutto quello era solo grazie a lui. Non l'avrebbe mai dimenticato.
Riuscì persino a tornare in albergo da sola e mettersi nel letto senza il bisogno di aiuto da nessuno, era talmente arzilla che continuò a parlare e ridere fino a quando non cadde nel sonno che era ormai notte fonda.
Eppure, nonostante la sua ormai indipendenza e libertà, Laxus al mattino al risveglio la trovò accanto a sé. Non aveva idea di quando avesse lasciato il proprio letto per infilarsi nel suo, non l'aveva neanche sentita, ma quando aprì gli occhi il quarto giorno del torneo Priscilla dormiva beata appoggiata contro la sua schiena, sul fianco destro. Le dita ancora strette delicatamente sul tessuto della propria maglia, il respiro pesante di chi è ancora immersa nel proprio assorto sonno, il sorriso però ben stampato sul volto. Qualsiasi libertà avesse deciso di regalarle, non avrebbe smesso mai di tenere ben stretta la sua mano ora che era riuscita a ritrovarla. Era egoista da parte sua, lo sapeva, ma non riusciva a non sorriderne felice.


Quel quarto giorno si aprì ai grandi giochi con la sfida di "Battaglia Navale". Il nome aveva suggerito loro un ambiente d'acqua, o per lo meno qualcosa che ne avesse a che fare -speravano- così avevano sapientemente mandato di nuovo Lluvia. La speranza fu ben riposta, dal momento che proprio di un combattimento in acqua si trovava e per una come Lluvia quella era una sfida che era già vinta. Ciascuna squadra schierò il proprio campione, Jenny di Blue Pegasus, Chelia di Lamia Scale, Risley per Mermaid Heel, Lucy per Fairy Tail A ma per Sabertooth si presentò una nuova concorrente, vista l'espulsione di Yukino: Minerva. Una sfida tra sole donne se non si contava Rocker per i Quattro Cuccioletti.
Lucy giocò subito la sua carta migliore, chiamando Aquarius a sostegno. Con il solito volto contratto dalla furia, Aquarius attaccò subito con violenza, senza riserve. Ma Lluvia dominò la sua acqua e gliela rispedì indietro. Jenny approfittò per prima della confusione creata da Lucy e Lluvia per colpire il primo dei concorrenti, mandando fuori dall'enorme bolla d'acqua Rocker per i Quattro Cuccioletti.
«Quel tipo fa proprio schifo» commentò Priscilla, guardandolo con un certo disgusto.
«Mi chiedo cosa sperasse di fare» mormorò Laxus, guardandolo con un certo astio. Una frase apparentemente collegata al torneo, forse un po' cattiva, ma in realtà a tornargli in mente non era stata altro che la sera che aveva tentato l'approccio con Priscilla. Uno così non aveva il diritto nemmeno di guardarla.
Chelia e Risley si colpirono a vicenda, approfittando a loro volta della distrazione delle più pericolose avversarie: Lucy e Lluvia, che continuavano a lanciarsi addosso turbini di acqua con pari potenza. Fino a quando Aquarius, parlando di un appuntamento, non sparì lasciando sola la propria padrona. A salvare Lucy dall'eliminazione furono Virgo e Aries, che la trattennero e le impedirono di uscire dalla bolla d'acqua.
Lluvia prese in mano la situazione, pronta a sconfiggerle tutte in un solo colpo e lanciò una nuova tecnica... piena di cuori e amore.
«Gray-sama Love!» era il suo nome e Gray, dalla sua tribuna, non poté che di nuovo scattare dal nervoso per essere sempre in mezzo a quella situazione.
Jenny, Risley e persino Chelia non poterono niente contro la sua potenza e caddero fuori dalla bolla d'acqua una dopo l'altra, perdendo così la sfida. Lucy venne ancora trattenuta da Virgo e Aries, mentre Minerva usò i suoi poteri con la minima fatica per riuscire a manipolare lo spazio intorno a lei e restare intoccata.
«Inredibile! Lluvia ne ha sconfitte tre con un colpo solo!» disse Chapati, mentre Lluvia a braccia aperte si prendeva il suo meritato applauso con una fierezza rigogliosa. Si voltò infine, rossa in volto, verso Gray guardandolo colma di speranza, chiedendosi se lui l'avesse notata. Ma questo le costò una tremenda distrazione che la portò senza rendersi conto a uscire dalla bolla e cadere a terra.
«Quell'idiota» commentò Gajeel, frustrato, mentre Priscilla scoppiava a ridere fragorosamente.
«Abbiamo perso cosa c'è da ridere?» ruggì Gajeel, iracondo.
«Quando si tratta di Gray non capisce più niente. È troppo divertente!» rise, sollevandosi in volo e chinandosi a metà si tenne la pancia ora dolorante.
«Restano solo Minerva e Lucy, dunque! Chi delle due vincerà!» commentò Chapati. «Entra ora in vigore la regola dei cinque minuti! Se in questi cinque minuti una delle due cadrà fuori dall'arena, finirà automaticamente all'ultimo posto!»
«È una regola crudele» commentò Priscilla.
«Gli organizzatori farebbero di tutto per tenere alta l'attenzione del pubblico, non hanno grande interesse nelle sorti delle gilde» osservò Mirajane.
Minerva attaccò per prima generando una bolla di calore che colpì Lucy con una violenza incredibile. Un'altra bolla, non più bollente, ma pesante come piombo le cadde sulla schiena. Lucy non si arrese e allungò una mano verso le proprie chiavi, pronta a sfoderare qualche altro colpo, ma con sua somma sorpresa non le trovò al loro posto. Minerva stringeva le chiavi, fiera di aver neutralizzato la sua avversaria, e la colpì ancora con l'intenzione di mandarla fuori dal campo. Ma Lucy diede fondo a tutte le sue energie, lottò a mani nude contro quella forza e con qualche potente bracciata riuscì a rimanere dentro l'acqua. Minerva trovò interessante la sua ostinazione e fu proprio questa a spingerla a giocare di più con lei. La colpì e la rispedì al centro dell'arena, poi la colpì di nuovo e la sparò lontano per colpirla ancora a riportarla indietro. Fece di lei un vero e proprio yo-yo, continuando a ferirla e colpirla con quella bizzarra e potentissima magia.
«Lucy!» chiamò Priscilla, guardandola con preoccupazione.
«Perché la riporta sempre indietro?» chiese Lluvia, preoccupata.
«Vuole torturarla!» esclamò Gajeel.
«Questo incontro è già terminato» strinse i denti Laxus, altrettanto irritato nel vedere una sua compagna trattata in quel modo.
«Basta, fermati!» insisté Priscilla, sempre più furiosa, ma Minerva non accennò nemmeno a tentare di darle tregua e continuò, continuò e continuò, fino a quanto Lucy non ebbe più nemmeno la forza di urlare.
«Fermatela! Fermate la gara!» dovette intervenire il capo delle guardie, orripilato per quanto stesse accadendo e Mato non esitò a interrompere arbitrariamente l'incontro. Minerva rise, divertita, e prese Lucy per il collo portandola all'esterno della bolla mentre lei si prendeva la gloria della vittoria. Lucy, bloccata dalla sua mano, non si mosse più.
E infine Minerva la lasciò andare, facendola cadere nel vuoto per quella ventina di metri sopraelevati.
«Lucy!» chiamò Priscilla, portando automaticamente le mani in avanti. Un soffio di vento accolse il corpo dell'amica, portandola delicatamente a terra, mentre Gray e Natsu correvano da lei per vedere come stava.
«Portate immediatamente Lucy al pronto soccorso!» esclamò una delle guardie, mentre Wendy correva davanti a tutti ed esclamò: «Le darò io le prime cure».
«Vi aiuto!» esclamò Chelia, correndo al fianco della ragazza.
«Lucy!» si avvicinò anche Lluvia, preoccupata.
L'immagine di Priscilla si materializzò di fronte a Minerva, ancora chiusa nella bolla d'acqua, e con un colpo di braccio le strappò di mano le chiavi di Lucy approfittando dell'effetto sorpresa che il suo Mirage le aveva concesso.
«Queste non sono tue» ruggì, fulminandola. Minerva sghignazzò, per niente intimorita, e incrociando le braccia disse semplicemente: «Fa' pure, non mi interessano» e cominciò a scendere verso terra, abbandonando l'arena d'acqua che pian piano si dissolse con la stessa magia con cui era nata. «Cos'è quello sguardo?» chiese, continuando a sentirsi superiore. «Non ho infranto nessuna regola. Piuttosto dovreste ringraziarmi per aver fatto arrivare seconda quel rifiuto di ragazza».
Mentre Lucy veniva portata via, diretta all'infermeria, Natsu, Gray e Erza si trovarono di fronte a una Minerva sempre più orgogliosa di sé. Sarebbero volentieri tutti partiti in quell'istante per prenderla a pugni, furiosi per il suo modo ma soprattutto per le sue parole, ma Erza fu lucida abbastanza da bloccare soprattutto il Dragon Slayer.
«Non mi interessa se siete la gilda numero uno di Fiore» disse lei, portavoce della sua squadra. «Ma sappiate che se avete deciso di farvi dei nemici, avete fatto incazzare la gilda peggiore».
Una dichiarazione di guerra, nient'altro che quella per il momento, poi il gruppo di Fairy Tail fece dietrofront e corse verso l'infermeria per stare affianco alla compagna ferita.
Infiniti minuti di attesa, estenuanti cure da parte di Chelia e Wendy, e finalmente Lucy con estrema fatica riuscì a riaprire gli occhi quando si trovò già sotto le coperte del letto dell'infermeria.
«R-ragazzi... scusate» balbettò. «Ho... perso di nuovo» un accenno di un singhiozzo, una tortura a cui non riusciva resistere.
«Ma che dici? Sei arrivata seconda, grazie a te abbiamo ottenuto otto punti» cercò di rincuorarla Gray, ma lei nascondendo il volto sotto le coperte non riuscì che a pensare ad un'unica cosa, il più grande dei dolori.
«Le mie chiavi...» le erano state rubate ed era stato come se avessero attentato alla vita dei suoi affetti più cari. Chissà che forse, in realtà, non fosse veramente così. Non c'era niente al mondo che Lucy amasse più dei suoi Spiriti, questo ormai era risaputo non solo ai suoi compagni. Un tintinnio familiare e il suo mazzo di chiavi le ondeggiò davanti al viso. Priscilla le sorreggeva e dietro di loro cercò di sorridere rincuorante, dicendo semplicemente: «Ecco a te».
«Pricchan...» tremò Lucy, prendendo il suo mazzo e stringendoselo amorevolmente al petto. «Grazie».
E con quell'ultima parola affaticata, infine, Lucy si addormentò. Priscilla restò china davanti al suo letto, guardando il suo volto graffiato ma ora finalmente sorridente, e le concesse una carezza sulla fronte sudata.
«Resto io con lei. Andate pure voi, tra poco inizieranno le battaglie» disse.
«Solo un attimo, per favore» la voce di Makarov anticipò la sua entrata in quella stanza. «Visto che siete già tutti qui posso parlarvi».
«Che succede?» chiese Lluvia, incuriosita.
«Non so se è la cosa migliore» sospirò Makarov. «Ma l'organizzazione mi ha ordinato di unire le due squadre».
«Unire?» chiese Gray.
«Perché?» domandò Mirajane, non capendo il motivo di una tale scelta.
«Con la squalifica di Raven Tail sono rimaste solo sette squadre, un numero dispari. Questo crea difficoltà per gli accoppiamenti per le battaglie. Perciò ci hanno chiesto di unire le due squadre in una, formata dai cinque elementi più forti di entrambe» spiegò il Master.
«E i punti?» chiese Charle, preoccupata.
«Prenderemo quelli della squadra in svantaggio, perciò trentacinque» spiegò Makarov.
«Ma non è giusto!» brontolò Priscilla.
«Se l'ha deciso l'organizzazione non possiamo farci niente» commentò Erza.
«A pensarci, unendo i membri più forti di entrambe diventeremmo ancora più potenti» disse Cana.
«Chi manderemo?» chiese Lluvia.
«Io direi che a questo punto mi tiro indietro. Penso che Natsu, Gray e Erza possano fare molto più di me» disse Wendy. «E poi così posso restare insieme a Lucy per aiutarla in caso di bisogno».
«Mi sembra una buona idea» annuì Erza e Gray si mostrò altrettanto d'accordo.
Priscilla alzò una mano, chiedendo parola come se si trovasse a scuola, e con solennità e una certa superiorità disse: «In quanto Leader del team B...»
«Leader?» storse il naso Gajeel, già pronto a incazzarsi.
«Io offro della mia squadra Gajeel e Laxus» annunciò.
«Mi sta bene» si calmò Gajeel improvvisamente.
«Chi ti ha dato il diritto di decidere per gli altri?» si informò Laxus, divertito da quella sua improvvisa posizione di potere.
«Ho fondato io il team, decido io. Ammetto che potrei commettere un grosso errore, sarebbe molto meglio se andassimo io o Mirajane invece che Gajeel...»
«Come hai detto?!» si corrucciò nuovamente il Dragon Slayer.
«Ma so già che non mi darebbe pace, quel rompiscatole, perciò glielo concedo. Tanto accanto a Laxus e Erza, persino uno come lui può riuscire a vincere qualcosa» insisté Priscilla e questa volta, insieme a Gajeel, scattarono anche Gray e Natsu ringhiando: «E noi non contiamo niente?!»
«Brutta stronza! Vuoi prenderle?!» ringhiò Gajeel, offeso, ma Priscilla non lo guardò nemmeno in volto. Un minitornado prese possesso di lui, avvolgendolo, e cominciò a farlo roteare come una trottola a velocità particolarmente elevata. Ma non fu tanto la potenza del suo tornado a disturbarlo, quanto il senso di nausea tipica dei mezzi di trasporto che lo colse e lo rese incapace di altre repliche.
«Che questo ti serva di lezione» disse Priscilla, incrociando le braccia al petto con una superiorità da Dea.
«È meglio non farla incazzare» mormorò Laxus, ben conoscendo quel suo diabolico modo di prendersi gioco dei Dragon Slayer. Poche volte lui se l'era risparmiato, quando erano ragazzi e tentava di stuzzicarla un po' troppo.
«Bene, allora è deciso. Vado a dare comunicazione ai giudici, voi fatevi trovare pronti. Tra poco inizieranno le battaglie a coppie» disse Makarov, uscendo nuovamente dalla stanza.
«Mettetecela tutta!» disse Cana, incoraggiante.
«Vendicherò Lucy, ad ogni costo!» ringhiò Natsu, ancora furioso per quanto successo alla sua compagna.
«Andiamo. Prepariamoci» disse Erza, uscendo per prima dalla stanza. Gray e Natsu furono i primi a seguirla, subito dopo si incamminò anche Gajeel, insieme al resto di Fairy Tail che sarebbe andata sugli spalti per assistere nel tifo. Per ultimo si avviò Laxus, ma si voltò verso Priscilla, prima di allontanarsi da lei, e le chiese semplicemente: «Tu resti qui?»
Lei annuì e disse: «Faccio compagnia a Wendy e terrò al sicuro questo posto. Sabertooth al contrario di Raven Tail almeno rispetta le regole, ma è sempre meglio non fidarsi» e infine con un occhiolino disse: «Lascio a te la Leadership!»
«Che sciocchezze» mormorò Laxus, apparentemente disinteressato, e infine uscì dalla stanza. Priscilla si accostò vicino a Wendy e portandosi una mano vicino alle labbra le disse, come se le rivelasse un segreto: «In realtà gli piace da matti l'idea» e la bambina ridacchiando si portò una mano alle labbra unendosi al suo scherzo.

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